Zebraismo
LEGGI I SACRI PAPIRI!
Tu che miscredenti senza ritegno! |
Lo Zebraismo, conosciuto anche come filosofia Ze e Bra, è una religione bicromatica, bisessuale[1] e bicameralmente perfetta. Non ha nente a che vedere col calcio, un banale e comprensibile ragionamento lo farebbe pensare, ma risulterebbe offensivo sia per i devoti che per lo sport. Contrariamente a quanto afferma l'orientaleggiante e modaiolo Yin e Yang, in questo caso la separazione tra bene e male è netta, il bianco è bianco e il nero è nero, però sono molto ravvicinati e quindi, a fare una cazzata ci vuole un attimo. Ovviamente, il nero è buono e il bianco è cattiv, ma vale anche il contrario. L'osservante odia indifferentemente i razzisti e i neri. Secondo i credenti, decidere che una cosa sia meritevole o meno è assolutamente opinabile, è convinzione comune che uccidere sia sbagliato, ma se spiaccichi una zanzara, o accoppi un politico corrotto, credi davvero che sarai mantecato nella pirofila dell'inferno?
Il fedele, salvo rare eccezioni, decide autonomamente cosa sia Ze e cosa Bra, è scritto che i conti si faranno alla fine, ma si accenna anche al fatto che dall'altra parte siano delle pippe in matematica. Esistono però dei paletti, se una cosa è zebrata non deve essere toccata da nessuno, rappresenta una manifestazione terrestre del dio Bicoloris, per fare un esempio: i galeotti, la zanzara tigre, e la tigre stessa, sono robe sacre e inviolabili, per lo stesso motivo (salvarsi il culo) i devoti vestono a strisce. Il zebrino, che è l'anagramma di zerbino per insidiosa coincidenza, è colui che osserva le sacre leggi di questo culto.
Origine
Secondo il Vinbrulé, sacro testo da consultare al tramonto senza l'ausilio di luce artificiale, Bicoloris appariscé piombò sulla Terra a causa di un'avaria del suo razzo missile, determinata dall'imprudente acquisto di pezzi di ricambio "commerciali", consigliati da un meccanico privo di scrupoli su Tatooine. Ciò avveniva alle 18-18:30 del solstizio d'inverno, per quanto riguarda l'anno abbiamo chiesto, ma nessuno si è sbilanciato più di tanto, collocandolo all'incirca tra il millesettecentonovantadieci e un po di più. Il luogo è precisamente Verchojansk, città situata nella Siberia orientale, nella Repubblica autonoma della Sacha-Jacuzia (famosa per la produzione di vasche da bagno). Appena atterrato, Bicoloris ostentò il classico atteggiamento di superiorità tipico delle divinità aliene, cappotta abbassata e stereo a manetta con Magic Fly degli Space. La cosa che rese diffidenti i siberiani, quella che fece nascere più di un dubbio sulla natura divina dello zebrato essere, fu che di tanti posti sulla terra, solo un deficiente poteva scegliere Verchojansk e avrebbe dovuto essere anche molto ubriaco. Per Bicoloris fu difficile scrollarsi di dosso l'etichetta del cazzaro, ci riuscì quando fumò contemporaneamente due sigarette Džalilov con entrambe le narici. Riconosciuto finalmente come "dio", dettò all'anziano del villaggio le venti regole dello Zebraismo, il vecchio le trascrisse su una pelle di tigre siberiana in onore dell'Immenso. Il culto ebbe una notevole diffusione, in gran parte dell'Eurasia ma, a causa della seconda guerra mondiale e del menefreghismo postbellico, seguì un momento di grande flessione e crisi delle vocazioni, la pelle con le sacre scritture fu usata per pulire la stecca dell'olio di un Tupolev Tu-95 ma, fortunatamente, delle venti "leggi" se ne distinguevano ancora nove, le attuali.
I nove Rujabhù
I sacri Rujabhù (letteralmente: consigli, suggerimenti) regolano la vita dello zebrino, naturalmente portato a fregarsene di tutto e tutti. Più che vere e proprie regole, possiamo vederle come una serie di parole scritte a vanvera, con un significato che solo chi raggiunge il livello mistico Gran Zebrone è in grado di capire a fondo. Costui rappresenta la massima carica religiosa del culto, che viene attribuita con un contratto a progetto di sei mesi. Così come avviene per il Papa, il nominato sceglie il suo nome pastorale, estraendo a caso da due cappelli (uno bianco e uno nero) vocali e consonanti. Per dovere di chiarezza, ne abbiamo rapito e torturato uno per due settimane, l'omertoso individuo si è portato il segreto dei Rujabhù nella tomba, ma abbiamo comunque provato a dare un senso alle scritture.
- Colui che segue il cammino dell'orso avaro, vedrà l'alveare ma non potrà saggiare il miele dell'ape regina[2].
- Il vento che soffia impetuoso su un muro di pietra, indugia nell'inutile[3].
- Sii gallo all'alba e gallina al tramonto[4].
- Porta aperta per chi porta, chi non porta che ariparta[5].
- Guardati dall'essere quaglia, essa ha movenza spavalda ma è facile preda[6].
- Colui che favorisce il passo di un vecchio, avrà la riconoscenza del giovane[7].
- Quando la pantera guarda al monte nevoso, il mulo saggio si reca a valle[8].
- Colui che tentenna nell'ergersi, dovrà fare i conti col grande cervo[9].
- Il passero con l'ala spezzata indugia beffardo nella tanatosi, poi canta stridulo alla fioca aurora[10].
La cerimonia della trasformazione
Il curioso che approccia a questa dottrina lo fa con curiosità, lo scettico con scetticismo, il mite con mitomania. Il povero invece lo fa senza soldi, e per questo viene allontanato. Purtroppo, per diventare adepti occorre partecipare alla cosiddetta mutamorfosi, durante la quale si abbandona il retaggio umano e si assurge[mica cazzi] a quello di zebrino, ma il costo non è per tutte le tasche. I risultati valgono comunque gli scarsanta euro necessari, si può anche pagare in natura e in alcuni casi[vedi foto] non è richiesto nessun anticipo.
Il rito è molto suggestivo, dopo aver dipinto con i sacri colori il corpo della novizia, lo stesso viene usato a piacimento da uomini e donne per dodici giorni, durante i quali lo spirito si eleva, sempre che riesca a districarsi dal groviglio di corpi. Nel frattempo, la vestale passa tra i partecipanti con gli imbuti e versa direttamente nelle loro bocche il Guapparì, sacra bevanda ricavata da un infuso di patata dolce, cicoria e carbonara, avente una gradazione alcolica tale da renderlo una valida alternativa al napalm per sterminare gli zingari.
Oggetti sacri
Il culto ha attraversato due secoli, durante i quali si sono affermati alcuni oggetti come icone sacre. In ciascuno dei cinque continenti ne viene venerato uno in particolare.
- In Europa si è affermato il Trono di Perculatis II, detto "tramontana". La raffinata poltrona in stile Luigi XIV, in legno massello dorato e pregiato velluto in coste di cachemire, per la particolare proprietà assorbente del tessuto (e l'esubero di emissione di gas intestinali dell'individuo) viene conservata oggi in una teca a tenuta stagna. Nel 1976, a seguito della rottura di uno dei vetri, due inservienti che la stavano pulendo sono rimasti carbonizzati, probabilmente a causa del vizio del fumo di uno di loro.
- In Africa si venera il Sottopentola di Scottaditis, usato dallo stesso per appoggiare il tegame con la coda alla vaccinara di cui era ghiottissimo. Preparava personalmente la leccornia, sostituendo la coda vaccina con quella di gnu perché, a suo dire: "È più digeribile". In effetti, la pietanza richiede un tempo di assorbimento pari a quanto ci mette un'anaconda a smaltire un capibara, ossia tre giorni.
- In Oceania si venera il Maiale volante zebrato, estintosi nel Pleistocene per colpa del coniglio assassino. Il bestio incarna l'essenza della filosofia Ze e Bra, ossia: "Non si butta via niente e si prende tutto dalla vita perché, alla fine, tutti dobbiamo morire".
- In America si è affermato recentemente il Cellulare di Obsoletis IX, che ha sostituito la precedente icona che era il Tanga di Pocahontas (ovviamente zebrato). Secondo alcune fonti che richiederebbero un minimo di verifica, l'oggetto sarebbe in grado di mettere l'utilizzatore in contatto diretto con Bicoloris, anche senza filo. In attesa di avere conferma di ciò, saremmo prudentemente portati a considerare la cosa una stratosferica cazzata.
- In Asia si venera la Mutanda di Yuki Turgisawa, detto "il John Holmes dal muso giallo". Il giapponese era molto amato, specie dalla popolazione femminile, per via del suo grande spessore morale. La tradizione vuole che in gioventù riuscisse a rompere le noci con un colpo ben assestato di verga, in vecchiaia passò invece alle noci di cocco, perché la vista non era più quella di un tempo.
Ze e Bra
Come già spiegato, lo Zebraismo etichetta le cose del creato con i concetti di Ze e Bra, tradotti approssimativamente come il lato in ombra del tuo naso (Ze) e il lato soleggiato del tuo naso (Bra). Ovviamente, a seconda della posizione del sole, o di come giri su se stesso il tizio, i due concetti cambiano e si mischiano in continuazione, insomma non ci si capisce una beata minchia. Per risolvere il problema, si è deciso di codificare almeno per le cose fondamentali, quelle che possono condizionare la vita delle persone, se esse appartengano alla sfera Ze o a quella Bra. Vengono riportate nella seguente tabella:
Perché aderire al culto
Chiaramente, ognuno si starà chiedendo per quale motivo debba scegliere il Zebraismo come propria religione, è comprensibile. Risponderemo con le parole del discepolo Mastrotis:
Note
- ^ nel senso di essere aperta ad entrambi i sessi, cioè che accetta volentieri sia quelli col... si, forse sto peggiorando la situazione
- ^ Se vuoi un puttana di alto bordo devi essere pronto a pagare una tariffa elevata
- ^ Discutere con un dipendente pubblico non serve a nulla
- ^ Se torni un'altra volta dalla discoteca alle 6:00 ti scuoio, domani devi lavorare maremma impestata!
- ^ Se non bussi coi piedi, levati dalle palle!
- ^ Se vai in giro sculettando e incontri un immigrato stupratore, avrai presto bisogno di un nuovo paio di mutande.
- ^ Hai maturato 1800 euro di pensione, ti decidi a fare fagotto?!
- ^ Se stai portando la cocaina e c'è un posto di blocco dei Carabinieri, è meglio che cambi itinerario
- ^ Lascia perdere il viagra, tanto le corna non te le leva nessuno.
- ^ ...per questa passo!
Voci correlate
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