Mela cotogna

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Mela cotogna

Cydonia oblonga
Classificazione scientifica
Regno Piante aliene
Famiglia Bojate della natura
Genere Frutto quasi commestibile
Per quelli che si accontentano, su Wikipedia è presente un articolo in proposito. Ma con questo non c'è paragone
« È un falso storico, non è vero che ad Auschwitz venivano obbligati a mangiare mele cotogne! »
(Il solito negazionista.)
« Le ho sempre usate per calibrare il mirino del mio M82 Barrett, davvero sono commestibili? »
(Anders Breivik su mela cotogna.)

La mela cotogna è il frutto del peccato cotogno, che è sicuramente originale. Il Cydonia oblonga, così la chiamano i suoi amici, è una pianta di provenienza sospetta della famiglia delle rosaceae, coltivata ufficialmente proprio per i suoi frutti.Tonio Cartonio è tutt'ora un assiduo usufruitore delle sue proprietà oragnolettiche-stupefanti. In realtà i complottisti sospettano che sia una forma di vita aliena, pronta a conquistare il pianeta al momento opportuno, ossia quando, per una singolare sequela di eventi, saremo tutti al cesso in contemporanea.
Secondo i bene informati è una delle più antiche piante da frutto conosciute: era coltivata già nel 2000 a.C. dai Babilonesi, tra i Greci era considerato frutto sacro ad Afrodite (convertitasi immediatamente alla banana). In epoca romana era ben nota, venendo citata (a sproposito) da Catone, Virgilio e Lucullo.
La caratteristica principale di questa specie è che il frutto può assumere diverse forme, assomigliando a volte ad una mela, altre ad una pera, in alcuni casi a Renato Brunetta. Mio nonno ne staccò una a forma di tetrosaedro, per non correre rischi inutili la fece esorcizzare da Don Zauker.
La Ottopermille s.r.l., basandosi sul dogma dell'infallibilità divina, ha da sempre rifiutato di riconoscerla come appartenente al creato.

« È un prodotto del demonio, come potrebbe Nostro Signore aver fatto una cazzata del genere? »
(Mons. Rublio Campacavallo, Dio c'è! ...ma non può rispondere al momento. Lasciate un messaggio dopo il beep., 1964, Ed. Lo Tascio)

Il frutto può raggiungere dimensioni importanti, col terreno favorevole cresce in modo esponenziale, inglobando spesso la stessa pianta che l'ha generato, il contadino e l'agrumeto del confinante.

La scoperta

Dmitrij Anatol'evic Kotognëv (scopritore della mela cotogna) alla sua vista.

Il vecchio Kotognëv quel giorno si era alzato di buon mattino. Nel Nagorno-Karabakh faceva freddo, forse meno del solito, la mite primavera caucasica era alle porte e gli orsi giravano senza giacca a vento. Questo rincuorò l'anziano pastore.
Il suo cane Potëmkin cercava di muovere la testa da circa venti minuti, la sua bava si era ghiacciata e quelle due fredde stalattiti lo ancoravano saldamente al terreno. Il fischio del suo padrone lo richiamò all'ordine, aspettare il disgelo era a quel punto fuori discussione. Lo raggiunse, dopo aver lasciato nei pressi della cuccia il labbro inferiore e un paio di molari.
Il bosco di Zelencukskaja era a circa tre verste, una distanza più che accettabile per un nuovo pascolo, le capre non si lamentarono troppo, a parte Oci ciornie. Era la più indisciplinata del gregge, sempre pronta a far polemica ed organizzare rivolte, una specie di Umberto Bossi a quattro zampe, solo un tantinello più umana. Quel giorno si addentrò nella fitta boscaglia e costrinse Kotognëv a cercarla. Potëmkin aveva un fiuto eccezionale e iniziò a correre dopo aver puntato sicuro a nord. La quaglia era piccola ma il cane depennò comunque la voce pranzo dalla sua agenda. Kotognëv lo guardò con disapprovazione. Potëmkin riprese a correre, stavolta verso nord-est, poi a sud, di nuovo a nord e poi a est-ovest. Si erano persi.
Kotognëv lo guardò stavolta con odio e colpì ripetutamente la stupida bestia col suo bastone. Come tutti sanno il cane è il miglior amico dell'uomo, ma non è fesso e si allontanò a distanza di sicurezza, il vecchio staccò da un ramo una strana cosa bitorzoluta e gliela tirò. A quel punto fece la sua comparsa la fuggiasca, ed iniziò a mangiare avidamente quella misteriosa ogiva. Incuriosito Kotognëv ne prese un'altra e l'assaggiò, traendone immediatamente due grandi insegnamenti:

  1. il detto "sei stupido come una capra" non è tanto per dire;
  2. mangiare ciò di cui si nutre una capra è ancor più da cretini.

Per autopunirsi, diede il suo nome a quel coso.

Morfologia

Le parti che compongono il cotogno, prima di essere assemblate dal dottor Frankenstein.

La pianta si presenta come un piccolo albero deciduo[1], che può raggiungere i 5–8 m di altezza. Visto l'enorme interesse che ruota attorno al mondo vegetale, il dettagliare è doveroso.

  • Le foglie sono lunghe 6–11 cm, semplici, con margine intero e finemente pubescenti[2].
  • Il fusto è molto esile, nella coltivazione si ricorre spesso agli anabolizzanti, oppure ad un paio d'ore di body building tutti i giorni.
  • Le radici sono radicate nel terreno[citazione necessaria], a volte ne escono, generalmente il sabato sera.
  • I fiori sono bianchi o rosa, con cinque petali e corolle di 5–7 cm di diametro. Nel linguaggio dei fiori, regalarli significa: "o vai a ripetizione di pompini, o ti fanculo entro tre giorni".
  • I frutti, di colore giallo oro intenso, sono asimmetrici e ricoperti di una fitta peluria. Hanno sempre rifiutato di andare in analisi, ma vivono questa "bruttezza" con evidente disagio. Le dimensioni possono variare da quelle di una normale mela, a quelle di Platinette.
  • I semi sono numerosi, poligonali, spesso agglutinati tra loro da uno strato di mucillagine[eh?]. Nel complesso è veramente "un cesso di forma di vita". In una recente classifica degli "Organismi viventi la cui estinzione genererebbe indifferenza", il cotogno è al ventisettesimo posto, tra Rana del Gondwana e Domenico Scilipoti.

Coltivazione

Diciamola tutta: "Se ci fossimo basati solo sulla vista, sarebbe ancora un oggetto sconosciuto".

Originaria dell'Asia Minore e della zona del Caucaso, oggi è diffusa principalmente nell'areale occidentale del Mediterraneo ed in Cina. Il suo sogno è andare alle Maldive, ma non gli hanno mai dato il visto. In Italia ebbe grande diffusione, poi si verificò una notevole contrazione della produzione all'inizio degli anni '60, fenomeno in parte spiegabile col cosiddetto boom economico di quel periodo, che portò sulla tavola di tutti (grazie all'Uomo del Monte) frutti esotici come ananas, babaco e le "pere" di Edwige Fenech.
La pianta è di dimensioni limitate e, governata da opportune potature, può essere facilmente gestita in orti e frutteti domestici. Sconsigliata invece l'invasatura in appartamento, considerando l'imprevedibile fattore di crescita di un eventuale frutto, vi potreste trovare con due vani inagibili o, peggio ancora, murati vivi nel bagno cieco.
Quasi tutte le varietà sono autosterili, quindi possono farlo senza preservativo.

Uso e consumo

Alcuni prodotti e lavorazioni della mela cotogna.

Non è possibile il consumo allo stato fresco dei frutti, hanno polpa dura, digeribile generalmente in una settimana (oppure mai). Il sapore è poco dolce ed astringente. Il frutto è usato per la preparazione di confetture, gelatine, mostarde e liquori.
A prescindere da cosa vorrete ottenere, per la sbucciatura va assolutamente usato il metodo Kallsen-Bäumler, altrimenti potrebbe manifestarsi Satana. Esso si esegue in tre facilissimi passi:

  1. dividere la mela cotogna in otto spicchi uguali, la differenza ammessa tra le singole parti è del 3%, in caso di errore superiore vi saranno revocati i diritti civili;
  2. fare tre parti di ogni singolo spicchio precedentemente ottenuto, badando a non mischiarli, il contatto di pezzi appartenenti ad elementi diversi potrebbe generare una frattura nel continuum spazio-tempo e far apparire un mammuth;
  3. sbucciare ogni singolo pezzetto con un movimento antiorario, cantando nel contempo Ob-La-Di, Ob-La-Da senza sbagliare il testo, altrimenti vi trasformereste in Julio Iglesias.

Se a questo punto siete ancora vivi, potrete facilmente ottenere una marmellata vellutata, molto apprezzata anche dalla manovalanza edile al posto del KC1. Altro prodotto ricavabile è la mostarda alla vicentina, che si ottiene dalla cottura della polpa con zucchero al 50% in peso. Una volta raffreddata la marmellata ottenuta, si aggiunge olio essenziale di senape. Questo particolare accoppiamento di sapori, che va dal dolce al nauseabondo, rende il composto irresistibile per un paio di scimuniti[3] di Cismon del Grappa e può essere utilizzato come eccellente repellente per crotali. Nella provincia di Parma viene preparato un liquore a base di mela cotogna, denominato Sburlon, la cui vendita è vietata in Texas in quanto nociva per gli armadilli e la maggior parte dei vertebrati.

Uso religioso

La mela cotogna è usata molto dagli esorcisti per catturare al suo interno i demoni.


... a me pare Geronimo.

Curiosità

A sinistra: Cotogna sodomizzata, una specialità di Gualtiero Marchesi.
A destra: Dulce de Membrillo, apprezzato piatto di Ferran Adrià.
  • La parola marmellata viene dal portoghese marmelo che è il nome lusitano del cotogno.
  • I frutti un tempo venivano posti negli armadi e nei cassetti, per profumare la biancheria ed ammazzare le tarme.
  • Su proposta della Regione Abruzzo, il Ministero (Abolito Tramite Referendum) dell'Agricoltura ha riconosciuto la confettura di cotogne come Prodotto agroalimentare tipico. La popolazione ha assediato il palazzo della regione per due giorni, ha catturato i responsabili e li ha ingozzati per una settimana con quella roba, prima di darli in pasto ai maiali.
  • La mela cotogna è usata come nutrimento delle larve da alcune specie di lepidotteri. La Bucculatrix pomifoliella è una di queste, ha un ciclo di vita di circa due ore, non è predata da alcun animale e non si pone domande.
  • La Cotognata è una gelatina semisolida famosissima nel "Ragusano". Secondo le rivelazioni di un pentito di mafia, durante la sua preparazione, vi si sciolgono i traditori.
  • Il cotogno va potato mentre dorme, altrimenti è troppo aggressivo. Prima di farlo è bene far allontanare le altre piante.

Note

  1. ^ non lo faccio per cattiveria, non ho la minima idea di cosa significhi altrimenti avrei usato un sinonimo!
  2. ^ in questo caso, pur ignorando il termine, provo una certa simpatia "a pelle"
  3. ^ da non intendersi come: "muniti di sci"

Voci correlate