Turchia: differenze tra le versioni

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Versione delle 19:51, 28 set 2008

File:Confini Turchia.jpg
La tranquilla situazione geopolitica della Turchia


« Mamma li turchi! »
(Maometto)
« Mezzaluna, tu mostri solamente la tua parte migliore! »
(Gianni Togni)
« Di chi sono queste mazzette?" del turco, è scappato ora con il kebab!  »
(Ottaviano Del Turco)

La Turchia è una grossa pentola posta sul braciere tra Europa e Medio Oriente. Confina con alcuni Paesi tra i più tranquilli e pacifici del globo come Iran, Iraq, Siria, Azerbaijan, Sin City, Kalashnikovstan e Maniinaltostan.

Proprio per la problematicità dei suoi vicini il premier turco Erdogan ha lanciato una fatwa contro la TIM e il suo slogan “vivere senza confini” definendolo “una solenne presa per il curdo” e ha chiamato Olindo Romano come consulente del ministero degli esteri per i rapporti di buon vicinato.

Le ambizioni della Turchia ad entrare nell’Unione Europea sono ferocemente osteggiate dalla Lega Nord, che teme un’invasione di turche al di qua del Bosforo e la conseguente sparizione del bidet, elemento cardine della cultura padana.


Storia

File:Atasuperman.jpg
Affresco raffigurante Ataturk


La Turchia moderna nasce dal discioglimento dell'Impero a otto mani successivo alla Prima Guerra Mondiale e alla Prima Rivolta dei Freezer.

Gli storici oggi concordano nell'affermare che anche il decadimento morale, l'involuzione demografica e la estrema diffusione della cecità generate dal dilagare della masturbazione nell'impero a otto mani (provate voi a evitare di trastullarvi avendo a disposizione sei mani libere) ebbero un ruolo determinante nel crollo del potere dei sultani.

La Turchia venne definita in quegli anni “il grande malato d’Europa” e ad incarnarne il profondo malessere non poteva essere che un uomo chiamato Mustafa Kemal (o, secondo, la grafia tradizionale “Mustafa, Kemaaaaalll!!!!”), giovane ex ufficiale dell’Esercito a otto mani con una spaventosa cartella clinica, che prese il potere e avviò un radicale programma di riforme, abolendo in un sol colpo il sultanato, il califfato e il moscato: nei suoi anni di governo chiusero infatti molte moschee e ciò creò un certo malcontento tra i musulmani e gli alcolizzati più tradizionalisti.

Il movimento di opposizione non fu però numericamente consistente, anche perché i due gruppi sopraccitati in realtà si riducevano a uno solo: i musulmani tradizionalisti da sobri non si ricordavano di essere degli alcolizzati tradizionalisti e una volta ubriachi e trasformatisi in alcolizzati non ricordavano di essere dei musulmani conservatori.

I ribelli si trasferiono in massa nel vicino Turkmenistan (che significa "Paese dei turchi che menano") e Kemal potè continuare la sua opera di modernizzazione del Paese e meritarsi l’appellativo di Atatürk che significa “padre dei turchi” se pronunciato da un uomo e “ammazza che mazza!” se pronunciato da una donna.

Dopo la morte di Ataturk il popolo mostrò la sua gratitudine escludendo il suo partito dal Parlamento ed eleggendo una serie di governi di destra moderata, che mai hanno messo in dubbio i valori difesi della parte politica opposta: vennero semplicemente vietate manifestazioni quali prendere cibo con la mano sinistra, saltellare sul piede sinistro, calciare rigori di sinistro mentre ai mancini veniva amputata la mano diversa dalla destra.

Dal 2003 il primo ministro è Recep Tayip Erdogan, un ex attivista islamico che in gioventù era stato incarcerato dopo aver pronunciato un moderato discorso intitolato "I minareti sono i nostri missili, le vostre chiappe il loro hangar". Dopo 2 anni di carcere e un numero imprecisato di docce all'interno della struttura detentiva, Erdogan ne è uscito rinnovato nel corpo e nello spirito: mutato il suo nome in Tayip Luxuria ha dichiarato di essere ora un "islamico moderato". Erdogan è un uomo rispettoso delle istituzioni e della loro dignità, è pertanto incomprensibile lo scandalo suscitato dall'opposizione allorchè nel 2008 il premier ha fatto eleggere come presidente della repubblica il suo barboncino di nome Abdullah Gul.

Rivalità storiche

File:Poesia Grecia.jpg
Un noto poeta turco dedica una lirica alla Grecia

Secondo una diffusa leggenda metropolitana, i turchi sarebbero responsabili del genocidio degli armeni e avrebbero occultato le prove storiche di questo luttuoso evento.

In realtà, come ha recentemente affermato il presidente-barboncino Gul, "la Turchia non ha alcun problema circa il genocidio degli armeni dal momento che non c'è stato alcun genocidio: se qualche sporco armeno vi racconta il contrario mente sapendo di mentire, e la sua esistenza in vita è la prova più lampante di questa menzogna".

La Turchia è anche accusata di ostacolare la possibile creazione di uno stato curdo, ma anche questa accusa è falsa dal momento che gli strateghi dell'intelligence turca hanno previsto la creazione di un Kurdistan indipendente, collocandolo anche in modo molto preciso tra Atlantide e Topolinia.

È curioso il rapporto di amore-odio che lega la Turchia alla Grecia, che risale alla Guerra dell'Anice, combattuta nella prima metà del XX secolo. In sostanza, i greci pretesero di monopolizzare il commercio di anice per produrre l'ouzo, i turchi volevano fare altrettanto per produrre il raki ed entrambi sostenevano che la loro bevanda era indispensabile per la salvezza dell'umanità.
L'armistizio fu firmato grazie al mediatore italiano Astemio Franchi (morto misteriosamente in un incidente stradale sulle colline del Chianti) che proclamò che si trattava della stessa bevanda con due nomi diversi e diede vita a una memorabile sbronza collettiva.

Le due nazioni sono in seguito entrate in conflitto anche per la questione di Cipro, una questione non molto intelligente come può essere facilmente intuito pensando a un aggettivo che faccia rima con "cipriota". Negli Anni '60 gli abitanti dell'isola si accordarono con la Grecia per un'annessione dell'isola e il presidente-patriarca-comico greco-cipriota (e anche un po' idiota) Erminio Macario disse imprudentemente "e ora Ciprovino i Turchi ad arrivare qui!".

Dopo mezz'ora la bandiera con la mezzaluna sventolava su Famagosta che da allora è divisa da Cadorna F.N e Molino Dorino da una lunga guerra metropolitana


Religione

Il primo ministro Erdogan nel suo periodo meno moderato

In Turchia permane il plurimilennario culto della Dea Madre a cui si è affiancato quello di Atatürk, il "padre di tutti i turchi". Per questo tutti i turchi si definiscono "fratelli" ed evitano accuratamente il matrimonio, che sarebbe inevitabilmente tra consanguinei. Inoltre se Ataturk è il padre di tutti significa che ha fatto sesso con le madri di tutti e ciò spiega la particolare devozione che i turchi hanno per il cervo, considerato animale sacro più di ogni altro

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