San Benedetto

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(Rimpallato da San Benedetto da Norcia)
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« Ora et la borra »
(Motto di vita di San Benedetto)

San Benedetto da Morcia (San Benedetto del Tronto 450 - da consumarsi preferibilmente entro la data sul tappo) è stato un santo italiano con la passione per i tagli di capelli da naziskin.
Viene venerato da tutte le chiese cristiane eccetto Uliveto e Rocchetta.

Il culto

Santino votivo.

Benedetto da Norcia gode di vasta popolarità, in quanto la sua figurina sull’Albo dei Santi e dei Martiri Panini stagione 530-531 è estremamente rara. Sono milioni le persone che tuttora lo venerano alla stregua di santo, nonostante si sia scoperto che aveva solo un diploma da ragioniere e un’innata abilità nell’ingigantire le faccende che lo riguardavano.
Benedetto è il santo patrono dell'Europa, del sistema stellare Alfa Centauri, degli agricoltori, dei vitelli dai piedi di balsa, degli automobilisti rimasti a piedi sulla corsia di emergenza, dei moribondi e degli ubriaconi che portano il suo nome, ossia gli alcolisti omonimi.
Viene invocato contro i pericoli dei veleni e dei venditori porta a porta, per curare sciatalgie e gomiti del tennista, per evitare sciagure come le invasioni di manguste e la piccozza di Mario Tozzi.

Vizi privati e pubbliche virtù

Anche i santi soffrono la sete.

Nella famiglia di Benedetto la santità era di casa: sua sorella, Santa Scolastica, era una maestra che venne martirizzata tramite lapidazione a colpi di cancellino dai suoi stessi alunni.
A 12 anni Benedetto partì dalla casa natale di Norcia per recarsi in pellegrinaggio a Roma. Per tutto il viaggio camminò sulle ginocchia fustigandosi e recitando salmi in latino. A tre quarti di strada si accorse di aver lasciato a casa l’iPod e tornò indietro camminando sulle ginocchia, fustigandosi e recitando smadonnamenti in romanesco.
All’età di 17 anni lo Spirito Santo si impadronì di lui in maniera virulenta, o forse era solo diarrea. Dopo giorni di sofferenza interiore uscì di colpo dal bagno e comunicò ai presenti: “Voglio farmi eremita!” La madre non si oppose, purché portasse con sé la maglia della salute.
Benedetto visse i successivi tre anni in completa solitudine, cibandosi di bacche, di rugiada e di scarti del take away cinese all’angolo.
A causa dei suoi abiti stazzonati e della zazzera incolta divenne ben presto un’icona trash, e come tale si ritrovò assediato dai fans che lo filmavano mentre meditava in cima a una roccia. Celebre pure il suo incontro con Totila, re degli Ostrogoti, che passava di lì per caso. I due parlarono del tempo, scoprirono di tifare entrambi per il Perugia Calcio e si scambiarono i contatti messenger.
Benedetto aveva però anche molti nemici, tanto che subì la bellezza di cinquecentoventisei tentativi di avvelenamento. Il santo aveva un metodo infallibile per sfuggire al veleno: ogni volta che doveva mangiare qualcosa, faceva prima assaggiare il cibo a un cane.
Ancora avvolto nel mistero è il motivo per cui Benedetto non sia il santo protettore dei cani.
In vita compì numerosi miracoli: guariva storpi, convertiva miscredenti e con la sola imposizione di un coltello sapeva trasformare i maiali in speck.
Benedetto morì alle sette di mattina di un giorno a caso del 547, quando venne pugnalato sui gradini di casa da un attentatore travestito da cartone del latte. Allora gli sporchi atei comunisti non esistevano, per cui i sospetti ricadono su qualche sostenitore dei DICO o su un medico abortista.

L’ordine benedettino

« Che cosa vi è di più dolce, carissimi fratelli, di questa voce del Signore che ci invita? Ecco, poiché ci ama, ci mostra il cammino della vita. Ma se vogliamo abitare nei padiglioni del suo regno, persuadiamoci che non ci potremo arrivare, se non affrettandoci con le buone opere.
Per questo il Signore vi invita a inviare un sms al 48666. Ogni sms inviato contribuirà con 10 euro, che saranno interamente devoluti per la costruzione di una piscina con scivolo e trampolino per noi umili benedettini. Il Signore sia con voi. »
(San Benedetto)

Nonostante fosse un uomo pio e modesto, un giorno Benedetto venne colto da tremenda invidia mentre guardava un servizio di Studio Aperto che parlava del fenomeno del momento: la fondazione di nuovi ordini monastici. Il servizio faceva i nomi di:

La regola benedettina predicava rigore, morigeratezza e ovviamente castità.
  • Orsola, fondatrice delle Orsoline.
  • Dario, fondatore dei Franceschini.
  • Jimbo, fondatore di una banda di cretini.
  • Gaetano, fondatore dei Teatini.
  • Pompeo, su cui è meglio non indugiare oltre.

Bisogna capirli, poverini, si divertivano così perché all’epoca non c’erano feisbuc e la Tim Tribù.
Benedetto ci rimuginò su per tutta la giornata, e alla fine esclamò: “Perché quelli ci hanno un ordine religioso personalizzato e io no? Anch’io ce la posso farcela!” e proruppe in una risata malefica. Peccato che stesse officiando un funerale.

Benedetto non perse tempo: si fece intestare da una vecchia riccona in punto di morte tutti i suoi terreni, edificò un monastero e fondò i benedettini. L’inaugurazione fu un successone, gli stuzzichini andarono a ruba e il santo fu costretto a servire ai presenti dei sassi con sopra una spruzzata di zucchero a velo. I presenti divorarono anche quelli.
L’ordine benedettino aveva regole ferree, e prevedeva:

  • duro lavoro e assidua preghiera (Ora et labora).
  • un po’ di svago ogni tanto, ma solo con programmi televisivi dementi (Ora et Lele Mora).
  • la fabbricazione di calzature e vestiario sportivo (Ora et Diadora).
  • l'aumento smisurato del giro vita dei monaci durante la meditazione quotidiana (Ora et Divora).
  • la puntualità assoluta (Ora).

Giorno dopo giorno centinaia di giovani andarono a ingrossare le fila dei benedettini, nonostante l’ordine si fosse imposto alcuni divieti quantomeno discutibili, come il divieto di uscire dal monastero, il divieto di tirare lo sciacquone dopo la grossa e il divieto di sottoporre i novizi al gioco del juke box.

Il rapporto con Dio

Benedetto credeva fermamente in Dio, ma la cosa non era reciproca. Tra i due le cose non decollarono mai.

Le reliquie

Il cadavere di Benedetto divenne una preda ambita da tutti i collezionisti di reliquie, tanto che i benedettini invece di seppellirlo lo rinchiusero nella camera blindata di una banca.
Sfortunatamente scelsero una banca del seme, ma Benedetto da lassù avrà di certo perdonato i suo confratelli per un errore che ebbe come unica, marginale conseguenza la deflorazione delle sue spoglie da parte di un branco di maniaci necrofili.
Nonostante le precauzioni prese, negli anni successivi una serie di reliquie cominciò a circolare per l’Europa. La gente di quei tempi era sciocca e superstiziosa, ed era disposta a sborsare fior di quattrini pur di vedere da vicino peli del naso, denti cariati, assorbenti usati e altri oggetti appartenuti al santo. Ah, popolani ingenui ed ignoranti! Che pena mi fanno! Se penso che io l’altro giorno per soli seimila euro ho comprato su eBay il giubbotto originale di Indiana Jones…

A ogni modo, tali tesori si rivelarono nella maggior parte dei casi puro ciarpame. Secondo una stima dei falsi rinvenuti, San Benedetto possedeva tredici teste, quarantasette braccia, mezza dozzina di testicoli e le ossa del suo corpo erano abbastanza numerose da formare lo scheletro di uno stegosauro.

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Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 2 agosto 2009 col 33.3% di voti (su 30).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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