Rerum Novarum

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L'autore dell'opuscolo.

Rerum Novarum ("delle cose nuove") è un'enciclica sociale promulgata il 15 maggio 1891 da papa Leone XIII.
Su essa è basata la moderna dottrina sociale[mica cazzi] della Chiesa cattolica. Una delle grandi novità è rappresentata dal fatto che le donne non contano una minchia, come prima, ma almeno è scritto in modo chiaro anziché in latino. Per quanto concerne i diritti delle donne e dei fanciulli, che spesso erano i lavoratori più sfruttati, l'enciclica propone infatti di riservare a queste categorie mansioni appropriate.

« Certe specie di lavoro non si addicono alle donne, fatte da natura per í lavori domestici, í quali grandemente proteggono l'onestà del sesso debole, e hanno naturale corrispondenza con l'educazione dei figli e il benessere della casa. »
(Rerum Novarum, 33)

La Chiesa metteva in discussione uno dei punti cardine della rivoluzione industriale, che prevedeva una paga ridotta per le donne e i bambini[1]. Allo stesso tempo cercava di mantenere buoni i rapporti col capitalismo avanzante, elogiandone il fondamentale contributo al benessere sociale e alle casse dello IOR.
Insomma, come da secolare abitudine, teneva i piedi in due staffe.

L'opera di mediazione

Il progresso aveva portato a grandi cambiamenti sociali, dividendo il movimento cattolico in varie correnti:

  • c'era chi voleva un avvicinamento al socialismo, per tentare di mediare sull'ateismo professato da Karl Marx e raggiungere l'accordo per un massimo di sei bestemmie al giorno;
  • altri auspicavano una sostanziale benedizione del progresso, a patto di non esagerare e arrivare a sostituire Dio col Dio Denaro;
  • altri ancora volevano un ritorno alle istituzioni economiche medievali, ma bisognava risolvere il problema che i fabbricanti di fruste erano oramai difficili da trovare.

In quel particolare momento storico, il Papa si pone esattamente a metà strada fra le parti: ammonisce la classe operaia di non dar sfogo alla propria rabbia attraverso le idee di rivoluzione, contemporaneamente chiede ai padroni di abbandonare gli atteggiamenti da schiavisti. In pratica va sulle palle a cani e porci.

Il contesto e la preparazione

Le pericolose rivoluzionarie.

Per un Papa fare un'enciclica è quasi un atto dovuto, è come se il ghostwriter di Bruno Vespa non scrivesse il terzo libro dell'anno, tutti inizierebbero a pensare alla disgrazia. Come per il fastidioso imenottero, il Pontefice deve dire la sua su qualsiasi argomento, fosse pure la sperimentazione di un nuovo pesticida per afidi, tanto per far sapere che è vivo e che tiene d'occhio tutto e tutti.
Per le donne il Vaticano ha storicamente un interesse quasi morboso e ha sempre dettato regole, che partono dal modo di vestire ed acconciarsi i capelli, per arrivare al come trombare e tenere della giusta lunghezza il pelo della topa. L'atteggiamento è rimasto invariato col passare dei secoli:

« O la femmina è una brava cattolica, oppure una bagascia de lo dimonio. »
(Rerum Novarum, 75 barrato)

I tempi erano però cambiati: in alcune nazioni le suffragette lottavano per diritti salariali e di voto, alcune "ricette" che in passato avevano sempre funzionato (come bruciarle sul rogo) erano oramai fuori discussione, ma qualcosa andava fatto. Il pericolo era evidente: una semplice suora, alla quale Dio aveva conferito naturalmente[citazione necessaria] il rango di bestia da soma, avrebbe potuto desiderare di essere la nuova Papessa Giovanna. Impensabile! Era pur sempre un essere impuro, figlia di quella stronza isterica che aveva fatto cacciare Adamo dal Paradiso.
Giocarsela come al solito, ossia sul fatto che era inferiore e che aveva le mestruazioni, cominciava ad essere poco sostenibile. Serviva una trovata davvero geniale.

La tutela dei ceti più deboli

L'idea vincente.

La parità di salario tra uomo, donna e bambino, non aveva alcun senso. L'uomo è più forte e resistente, se non c'è risparmio sulla paga è ovviamente da preferirsi. Lo capirebbe anche un operaio degli altoforni nel Gabon, figuriamoci un rampante industriale europeo.
Grazie al prezioso suggerimento del cardinale domenicano Sinibaldo Tapparelli, vincitore per nove edizioni consecutive del premio Summo paraculi ecclesiae, il Pontefice adotta la strategia vincente.

« Il lavoro eccessivo, o non conveniente al sesso e all'età, reca danno alla sanità dei lavoratori. »
(Rerum Novarum, 29)

Non potendo eliminare fisicamente donne e bambini, le prime perché indispensabili per produrre i secondi e questi ultimi necessari per popolare i seminari, l'unico modo per levarseli dai coglioni era convincerli che dovevano stare a casa per il loro bene.
Le idee della Rerum Novarum furono riprese, integrate e aggiornate, con altre encicliche nel corso del Novecento:

  • dalla Quadragesimo Anno di papa Pio XI, che vietava di avere figli alle tardone over40;
  • dalla Mater et Magistra di papa Giovanni XXIII, che rifila... riservava le scuole dell'infanzia alle donne[2];
  • dalla Populorum Progressio di papa Paolo VI, nella quale fu specificato che lo stirare era compito della donna;
  • dalla Centesimus Annus di papa Giovanni Paolo II, nella quale era chiaramente scritto "Sono centinaia di anni che vi lamentate, ora potete votare e quindi fanculo".

Note

  1. ^ gli extracomunitari dell'epoca
  2. ^ perché i mocciosi fanno perdere la pazienza

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