Davide Moscardelli: differenze tra le versioni

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*La comunità ornitologica internazionale (che non ha nulla a che vedere con luminari della scienza volatile di fede interista) si sta interrogando sull'opportunità di cambiare nome ad una famosa categoria di uccello: da ''[[barbagianni]]'' a ''[[barbamoscardelli]]''.
*La comunità ornitologica internazionale (che non ha nulla a che vedere con luminari della scienza volatile di fede interista) si sta interrogando sull'opportunità di cambiare nome ad una famosa categoria di uccello: da ''[[barbagianni]]'' a ''[[barbamoscardelli]]''.
*Il calciatore ''[[Ettore Fieramosca]]'' - all'anagrafe Ettore Fiero di essere un ''[[Moscardelli]]'' -, famoso per aver segnato il gol della vittoria contro i francesi dello ''[[d'Armagnac]]'' nella celeberrima ''[[Partita di Barletta]]'' - arbitro il signor ''[[Lino Banfi]]'' da ''[[Canosa di Puglia]]'' -, era un suo discendente.
*Il calciatore ''[[Ettore Fieramosca]]'' - all'anagrafe Ettore Fiero di essere un ''[[Moscardelli]]'' -, famoso per aver segnato il gol della vittoria contro i francesi dello ''[[d'Armagnac]]'' nella celeberrima ''[[Partita di Barletta]]'' - arbitro il signor ''[[Lino Banfi]]'' da ''[[Canosa di Puglia]]'' -, era un suo discendente.
*Pare sia ''[[santo]]''


== Note ==
== Note ==

Versione delle 20:33, 21 ago 2013

DAVIDE MOSCARDELLI


« Me l'avevano detto che fosse forte, ma non credevo che potesse essere così forte. »
(L'allenatore del Chievo, che non vuole essere citato per timore di non averlo elogiato abbastanza.)
« Moscardelli prende pala, dribla tutti, attenscione arriva in area ed è GOLLASSO!!! »
(Josè Altafini parlando di Neymar.)
« Moscardelli: 6. Entra solo gli ultimi dieci minuti, ma la sua barba vale da sola la sufficienza. »
Da grandi barbe derivano grandi responsabilità.

Davide Moscardelli è il più grande calciatore belga/italiano mai esistito. Tutti gli allenatori lo vogliono in campo, sia per la sua straordinaria capacità di calpestare l'erba, sia per la sua incredibile abilità nel respirare.
Un mito.
Recentemente Maradona ha dichiarato: Moscardelli è più bravo di me.
Recentemente Messi ha dichiarato: Moscardelli è più bravo di me.
Recentemente Pelé ha dichiarato: Moscardelli è più bravo di me.
Recentemente George Best non ha detto niente, perché è morto, ma siamo sicuri che avrebbe voluto elogiare, come gli altri, la bravura e il talento naturale di Moscardelli nell'allacciarsi gli scarpini.
Un mito.

Biografia

Un piccolo Moscardelli dopo aver respinto un asteroide e salvato l'umanità.

Davide Moscardelli batte il suo primo record venendo al mondo: è il primo calciatore italiano a nascere in Belgio.
Cresce in una famiglia in difficoltà: sua madre è infatti una casalinga. Il padre è invece morto, cosa che occupa gran parte della sua giornata, impedendogli quindi di seguire e prendersi cura del piccolo Davide. Non avendo dunque un familiare di riferimento, Moscardelli trova la figura paterna in una scopa, dalla quale apprenderà il corretto bon ton e l'abilità sopraffina a spazzare i pavimenti. Un incidente con un barbone radioattivo lo fa diventare un supereroe a 9 anni: gli cresce una super barba, dotata di volontà propria. Si dedica quindi alla lotta al crimine, ma non trovando né un costume adatto né una vera e propria utilità nella sua superbarba, decide di cambiare mestiere e di diventare calciatore, facendosi allenare dalla sua "scopa paterna".

« Se sapesse giocare a calcio come gioca a calcio una scopa, sarebbe sicuramente più forte di quanto lo è adesso. »
(Uno sciocco Carlo Ancelotti qualche anno dopo.)

Il 19 agosto, data scelta a caso, Moscardelli decide di andare a Napoli, dove viene rubata la sua preziosissima barba. Non l'avessero mai fatto. Oggi, ogni volta che incontra il Napoli, si trasforma in un mostro orribile e sviluppa vari poteri:

  • Fare gol. Fuori dallo stadio.
  • L'ubiquità. In una partita si sono visti circa cinquanta Moscardelli, tra cui uno che faceva le boccacce al pubblico napoletano.
  • Teletrasportare i nemici sul sole.
  • Creare buchi neri che inghiottiscono la tifoseria avversaria.
  • Indurre all'onanismo gli avversari

Questi poteri, oltre a far sporcare il campo indicibilmente, rendono impossibile una vittoria del Napoli. Una volta ha calciato un pallone con una forza talmente grande da far superare alla sfera la velocità della luce, mandando a puttane tutta la fisica moderna. Quel pallone è ancora in orbita, disintegrando i vari pianeti e autogrill nello spazio.
Ancora oggi nella città partenopea Moscardelli è sinonimo di figl'e bucchin. Se non sai cosa significa molto meglio, sopratutto se a leggere sei Moscardelli.

Caratteristiche tecniche

Le sua abilità sono universalmente riconosciute: è veloce come un missile, è forte come un bazooka e preciso quanto un fucile di precisione. Tutte queste cose non fanno che confermare l'ipotesi che sia il miglior calciatore di sempre, o più semplicemente che siano tutte cazzate. Possiede un'enorme forza nel calciare: il suo tiro è talmente potente che teletrasporta automaticamente il pallone in porta senza che nessuno possa farci nulla. La sua maestosa potenza è tale che i palloni si muovono da soli, per paura di essere colpiti da uno dei suoi calci funesti. È letteralmente impossibile fermarlo; la sua velocità è superiore a quella della luce[1], ma nonostante ciò i difensori tentano continuamente di aggrapparsi alla maglia, forse desiderosi che gli venga data negli spogliatoi:

Mosk : Che cazzo ti tiri? Che vuoi la maglia?
Difensore : Sìììì!!!

Potrebbe sembrare un comune essere umano, due gambe, due braccia, due occhi, due orecchie, due nasi, due bocche e due teste, un uomo qualunque: ma non è così. Charme, fisico, tecnica, potenza, barba, bel nome, sguardo fiero, talloni non screpolati, calciatore di giorno, supereroe di notte, mangiatore seriale di cornetti il mattino: nessuno mai come lui. Un mito.

Carriera

Moscardelli quando giocava all'FC Jerusalem.

Gli esordi

Fin da giovane viene subito notato dai suoi amici per la sua straordinaria abilità nel dare pacche di incoraggiamento sulle spalle dei compagni. Alcuni fortunati osservatori della MaCcarese ne carpiscono il talento e decidono di ingaggiarlo nella loro prestigiosa società, leader nella produzione di maccheroni e altri tipi di pasta. Il primo compito del giovane Moskar Kombat consisteva nel macinare con i suoi calci gli steli di grano, e in poco tempo fu trasferito al reparto cottura. Fortunatamente la Maccarese aveva una squadra aziendale, dove sin da subito inizia gli allenamenti a base di corsetta leggera e salto del pasto. Era una squadra disastrata: l'allenatore era alcolizzato, il vice era alcolizzato, i giocatori erano alcolizzati e il presidente era alcolizzato; questo è

quello che permise a Moscardelli di entrare in squadra. Le varie partite mettono in mostra il grande talento di Moscardelli e i pesanti limiti di giocare imbustando la pasta.

« Il talento di Moscardelli è direttamente proporzionale alla lunghezza della sua barba. »
(Allenatore della Maccarese)
« Che vuol dire "direttamente proporzionale"? »
(Davide Moscardelli)
La sua enorme abilità nello sfogliare le pagine della Gazzetta lo rende uno dei più versatili giocatori di serie A.

In poco tempo Moscardelli diviene famoso in tutt'Europa, forse per il suo immenso talento, forse perché lo avevano scambiato per un altro.

« Che vuol dire "talento"? »

Triestina e Cesena

Dopo alcune brillanti stagioni tra i semiprofessionisti, Moscardelli, appena 23-enne ma con la barba che neanche Abramo, decide che è arrivato per lui il momento di fare un salto di qualità e nel 2003 si propone come uomo-mercato per il Milan campione d'Europa. La società rossonera non ha però il coraggio di prendere il Mosca, preferendogli uno sconosciuto brasiliano dal nome buffo: tale Kakà. Il Bomber decide allora di negarsi ancora al grande calcio, che non lo merita, di tagliarsi la barba e di mettere il suo talento al servizio della Triestina[2], all'epoca in serie B. La società era povera in canna, ma talmente povera che si era venduta pure la canna. Prima dell'arrivo di Moscardelli il giocatore più forte in squadra era un novantenne arteriosclerotico. Morto. Con l'arrivo di Moscardelli la squadra poteva contare su una rosa in cui il giocatore più forte era un novantenne arteriosclerotico morto. Più Moscardelli. Per tutta la stagione ebbe come compagno di ruolo un bidone dell'immondizia, col quale Moscardelli iniziò una splendida rivalità per vedere chi faceva più gol. Vinse il bidone, ma solo con tre gol di scarto. A Trieste rimase due anni, e andò via nel momento più alto della sua carriera: subito dopo aver ottenuto una storica retrocessione in serie C. Riuscirà a ripetere l'impresa due anni più tardi, giocando nel Cesena.

Piacenza

Ormai pronto a sfondare, il Mosca passa al Piacenza. Dopo un inizio faticoso, in cui lui non trova molto spazio, sebbene la squadra domini il campionato, il saggio presidente dei bianco-rossi esonera l'allenatore per prendere Ficcadenti perché aveva un nome che lo faceva ridere. È la svolta: Moscardelli diventa titolare e riceve perfino la fascia di capitano. Il rendimento di Moscardelli è altissimo, quasi come l'incazzatura che provoca ai suoi tifosi. Nella prima partita esordisce con una magnifica tripletta, accorgendosi troppo tardi di aver sbagliato porta. Durante la seconda partita viene squalificato perché si presenta in campo vestito da vampiro: si giustificherà in seguito dicendo che il mister gli aveva chiesto di incutere paura agli avversari. Ad ogni partita il Mosca era più amato dai tifosi, che per dimostrare il loro affetto una sera circondano la sua residenza armati di torcia e forconi. Il Piacenza chiuderà la stagione al decimo posto[3].

Moscardelli al Manchester City, allo stadio REM del sonno.

Chievo e Bologna

Moscardelli dopo la rasatura. La barba cresce alla velocità della luce.

Considerato ormai uomo mercato, perché aveva aperto un banco per vendere il pesce, Moscardelli inizia il periodo migliore della sua carriera, nel quale verrà soprannominato Bomber dei capitoni. Un osservatore del Chievo, società che fino a tre giorni prima produceva panettoni, sceglie così di acquistarlo nel 2010, colpito dalla sua incredibile bravura nell'aprire le ostriche. Giunto a Verona, trova subito un posto in squadra e diventa indispensabile per la società: la panchina d'inverno infatti è molto fredda su in Veneto, e Moscardelli, panchinaro destro titolare, impegna tutta la sua bravura e la sua abilità per riscaldarla. Purtroppo però a volte si rassegna, e quando la panchina diventa calda in fretta il Mosca viene a malincuore schierato in campo, dove è risaputo che giocano tutti i perdenti.

« Il vero giocatore è quello che sa stare in panchina. »
(AHAHAHAHAHAH MA CHE CAZZATA AHAHAHAHAH!)

Dopo aver collezionato 66 presenze con il Chievo (per un totale di 10 goal che sticazzi se sono pochi almeno sono belli) e un album di figurine degli animali, nel 2013 Moscardelli viene acquistato dal Bologna, dove gioca in ben 9 partite, forse anche troppe per un panchinaro magistrale come lui. Anche a Bologna sfiora il record nella sua prima stagione: con il suo unico gol è al terzo posto della classifica de l'attaccante meno prolifico della Serie A, dietro solo a Bobo Vieri (che mi pare abbia lasciato il calcio) e a Bendtner della Juve (detto anche l'aborto del calcio).

Capito!?

Forza e coraggio Mosca, la prossima volta andrà meglio e lo vincerai tu il premio: resti sempre un mito.

IL mito.

Curiosità

  • I crateri della Luna li ha creati lui, palleggiando normalmente.
  • Una volta è riuscito a fare quattro gol. Con un solo tiro.
  • Le eclissi lunari sono conseguenze dei suoi cross durante i suoi allenamenti (che avvengono due volte l'anno).
  • Ha segnato più gol in serie A di Messi e Cristiano Ronaldo messi insieme!
  • Sotto la barba di Moscardelli non c'è mento: c'è solo un altro gol.
  • È il protagonista del film Una notte da leoni.
  • La comunità ornitologica internazionale (che non ha nulla a che vedere con luminari della scienza volatile di fede interista) si sta interrogando sull'opportunità di cambiare nome ad una famosa categoria di uccello: da barbagianni a barbamoscardelli.
  • Il calciatore Ettore Fieramosca - all'anagrafe Ettore Fiero di essere un Moscardelli -, famoso per aver segnato il gol della vittoria contro i francesi dello d'Armagnac nella celeberrima Partita di Barletta - arbitro il signor Lino Banfi da Canosa di Puglia -, era un suo discendente.

Note

  1. ^ Spenta
  2. ^ Qualche anno più tardi, chissà perché, la società ha dichiarato fallimento.
  3. ^ Qualche anno più tardi, chissà perché, la società ha dichiarato fallimento.