Utente:MisterDi/Cantiere3

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Walter Fontana

« È un calcio mélato! »
(Walter Fontana riconosce l'importante ruolo dell'attrice milanese nel calcio internazionale.)
« E la lira s'impenna! »
(Walter Fontana spiega la recente crisi economica.)
« Nel mondo ci sono milioni di videocamere, ma ancora più numerosi sono gli stronzi che le manovrano. »
(Walter Fontana su tv verità.)
« Il programma che sta al giornalismo come l'alluce valgo sta all'alluce. »
(Walter Fontana su Quinta Colonna.)
« Benché abbia scoperto che esistere nuoce alla mia immagine »
(Walter Fontana si confessa su Chi)

.


Walter Fontana (Sala doppiaggio Merak Film 1957) è una famosa voce di Mai dire Gol. E nient'altro, in quanto non esiste come corpo fisico. Tanto quanto la Gialappa's Band.

Biografia

Walter Fontana nasce da un'involontario spasmo muscolo-gastro-polmonare di Carlo Romano mentre prestava la sua voce a Jerry Lewis. Era un momento critico in cui serviva una tonalità molto alta: lo sforzo fece fuoriuscire un acuto dalla gola dell'attore romano. La voce però non si esaurì e cominciò invece a riempire l'aria[1] densa e pregna ed iniziò a prendere vita, emettendo dapprima suoni, poi vocalizzi, infine elaborando concetti complessi. Improvvisò inoltre una serie di dissacranti prese in giro verso tutto lo studio; da questo episodio si poté saggiare il suo talento comico ed intuire il destino che gli profilava: posto fisso come dipendente pubblico.

Sepp mon amour

Alla vigilia dei Mondiali 1998 il mondo intero si è reso conto che la Fifa non solo esisteva davvero, ma aveva anche un presidente. Anche se stava meglio senza.
Fontana se ne accorse meglio di chiunque altro ed utilizzò le sue schede per illustrare al pubblico le grandi manovre operate dal brillante presidente Blatter, come l'introduzione del Golden Gol e del ballottaggio in caso di pareggio dopo 120', del doppio arbitro in campo, l'obbligo per tutte le nazionali di imparare a memoria l'inno composto da Ricky Martin ed usarlo in sostituzione del proprio inno nazionale e la sostituzione dei tacchetti di ferro con quelli di porcellana perché si abbinavano meglio ai manti erbosi francesi. Questo almeno secondo quanto riportavano le fonti citate da Fontana, tra cui segnaliamo beppegrillo.it. Condusse le inchieste in maniera assolutamente imparziale, anzi si fece consigliare da Emilio Fede per essere più sicuro. Portiamo come esempio alcune frasi che testimoniano la sua neutralità:

« Un uomo in leggero sovrappeso affetto da smanie dittatoriali. »
(Walter Fontana su Blatter)
« Un altro pallino di Blatter è il suo cervello, incastrato all'interno del cranio. »

L'inganno del Dottor Frattale

Per smentire le voci sulla sua presunta mancanza di un corpo fisico un giorno si presentò davanti alle telecamere con un nuovo personaggio: uno stronzo dalla lingua di velluto (altrimenti noto come responsabile delle risorse umane), che spiegava a luminosi dirigenti dallo stipendio di giada come crocifiggere in sala mensa i propri subalterni seguendo la filosofia zen, il feng shui e tutte quelle vaccate new age che andavano tanto di moda fino al 2005; a ciò si aggiungano alcuni impercettibili manifestazioni psicotiche riguardo una Volvo i e suoi accessori, mutui a tasso variabile e altre disgrazie varie che da sempre funestano la classe media: era il 12 maggio 1998 (me lo ricordo bene fu l'ultima volta che Maurizio Gasparri disse una cosa intelligente) quando nacque il dottor Frattale.
Ma la gente era scettica e volle toccare con mano, ma fu qui che si scoprì che Walter Fontana aveva utilizzato dei fondi neri di Fininvest (cosa di cui qualche malpensante magistrato comunista avrebbe poi incolpato gli innocenti Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri) per farsi costruire da ingegneri compiacenti al CERN di Ginevra un involucro robotico in cui far risiedere la propria entità vocale; ovviamente per completare le varie operazioni si avvalse di alcuni prestacorpo, essendo lui sprovvisto di arti per portare le valigette.
Scoppiò lo scandalo e per questo gli fu proibito di ricomparire in video, motivo per cui non esistono altri personaggi fisici da lui interpretati, ma solo voci di sottofondo.

  1. ^ assieme agli odori e sapori della pajata che aveva mangiato a pranzo

Burlesque

Il Burlesque è quell'arte[citazione necessaria] che ha convinto tutte le donne più brutte del mondo di essere delle vagine di dimensioni stratosferiche capaci di sedurre anche il titanio.

Burnout 3: Takedown

« Ieri sera ho bevuto qualche Singapore Sling di troppo... »
(Dj Stryker informa sulla situazione del traffico nel sud-est asiatico)
« Prendi questo Atomika! »
(Dj Stryker con il/la suo/a amante segreto/a[1])
« Sapete cosa ci vorrebbe qui a... OH CAZZO! »
(Dj Stryker prima di essere colpito dalla portiera vagante che ha posto fine alla sua carriera)

Burnout 3: Takedown è il terzo capitolo della serie ideata da Criterion Games che ha insegnato ai videogiocatori di tutto il mondo come "pimpare" le proprie auto sui guardrails.
In questo episodio è stata aggiunta una nuova manovra, il Takedown per far cessare le bestemmie e permettere al giocatore di sfogare i propri istinti omicidi.

  1. ^ Questa ambiguità è dovuta alla differenza di sesso di Atomika tra la versione in inglese e quella in italiano.


Richard Hammond

« Yeah. »
(Richard Hammond ammette di aver guidato una Smart.)
« L'auto più bella di tutti i tempi. »
(Hammond su qualunque serie di Porsche 911.[1])
« È come fare fuoristrada con un palazzo! »
(Hammond quella volta che uscì di strada con una Fiat Multipla.)
« Hammond io ti ammazzo! »
(Jeremy Clarkson dopo aver scoperto la passione di Hammond per la Nascar.)

Richard Hammond, detto anche Hamster, ovvero criceto, per le dimensioni, l'attitudine alla corsa e la folta peluria invernale, è un famoso nano, nonché conduttore radiofonico, esperto di motori e conduttore televisivo con la passione per la terapia intensiva. Ma soprattutto nano.

Biografia

Richard Hammond nasce a Soulihull il 19 dicembre 1969, dopo due settimane di gravidanza. Ancora oggi detiene il record della gravidanza umana più controversa di tutto il Regno Unito per la durata incredibilmente lunga del parto, che durò 7 mesi 15 giorni 2 minuti e 27 secondi netti, secondo il timekeeping ufficiale. Il nascituro non voleva uscire in alcun modo dall'utero, poiché temeva le avversità della vita, come incidenti d'auto, uomini alti e stronzi o uomini di mezz'età con noiosi e con pessimo gusto nel vestire. I medici avviarono le trattative e lo convinsero, mentendo, della bellezza del mondo. La prima cosa che vide al mondo fu una Porsche 911 che subito riconobbe come madre, motivo per cui è ancora così legato a questo modello di auto, anche perché la 911 è sempre la 911. Perché non cambia mai nonostante gli anni, le serie e miliardi spesi in progettazione. Ma andiamo avanti.

  1. ^ Sì, anche il Maggiolino.

Rivalità calcistica Italia-Germania

Il poeta Trilussa riassume la storica rivalità tra Italia e Germania.
(Italiano dal 2006 in poi su Italia-Germania.)
« Prima o poi... »
(Tedesco che autoalimenta false speranze.)
« Ci vendicheremo del 2006! »
(Stampa tedesca che alimenta false speranze, prima della semifinale di Euro 2012.)
« È dal 1945 che non vedevo la Germania trionfare sull'Italia! »
(Nando Martellini commenta l'amichevole dell'8 ottobre 1977, ricordando la Confederations Cup del 1945.)

Si definisce rivalità calcistica Italia-Germania l'unica rivalsa a livello internazionale che l'Italia sia mai riuscita a prendersi nei confronti dell'austerity imposta dai tedeschi.

Ragione sociale

Non pensiamo solo al calcio.

Siccome agli italiani il calcio interessa più della politica europea, ogni vittoria sulla Germania equivale al completo riscatto italiano sul piano socio-politico-economico in campo internazionale, nonostante l'Italia rischi più e più volte il default, lo spread raggunga le sei cifre e la Germania rimanga inavvicinabile in tutti i ranking possibili (Standard & Poor's, ranking UEFA, ranking FIFA, classifica sulla durata media dei rapporti sessuali...); nulla può toglierci la soddisfazione di dire ai tedeschi

« Suca »

neanche una resurrezione improvvisa di Hitler deciso a scagliare la sua arma più potente contro l'Italia.

La legge dei grandi numeri

Litografia allegorica di inizio XXI secolo.

Secondo questa legge è inevitabile che prima o poi la Germania trionfi sull'Italia. Non è possibile che ogni confronto tra Azzurri e Die Mannschaft si traduca sempre in una sconfitta per l'undici teutonico.
Se le leggi matematiche funzionassero regolarmente, però, una volta applicate nella vita vera non avreste speso 1200 euro al videopoker e un giorno vi farete una gnocca da paura invece di ricevere un mojito in faccia ogni volta che ci provate con una. Ma sappiamo bene che teoria e pratica viaggiano su due piani diversi, che raramente si incontrano: per questo motivo le uniche volte che i crucchi hanno vinto è stato durante le amichevoli.
E l'ultima vittoria risale al 1995, quando Jürgen Klinsmann giocava nell'Inter e riceveva gli elogi della stampa tedesca, al posto degli insulti tributatigli nel 2006, a causa del piccolo incidente capitato a Dortmund in semifinale.

I confronti storici

La rivalità affonda le sue radici negli anni '20, quando i giocatori erano in bianco e nero e il calcio internazionale somigliava al torneo parrocchiale di Pozzolo Formigaro.[1]
Il primo confronto in una competizione ufficiale si ha solo nel 1962, nei gironi del mondiale del Cile, durante una partita in cui a vincere fu la nazionale della Noia, mentre le due squadre evitarono la porta avversaria come la peste nera, preferendo concludere sullo 0-0.[2]

Messico '70

   La stessa cosa ma di più: Partita del secolo.
Fu una partita talmente spettacolare come il Messico non ne vedrà mai più.

Fu nel 1970 che la rivalità assunse le note di folklore e di riscatto sociale che riveste tutt'oggi.
L'Italia proveniva da una serie di critiche fatte dalla stampa nazionale che giocava allo sport preferito dagli italiani: la polemica.
Siccome da quell'anno venivano addirittura concesse ben due sostituzioni, l'allora CT, Ferruccio Valcareggi, decise che Rivera doveva occupare un posto d'onore in formazione: quello accanto a lui in panchina.[3]

L'Italia come sempre passò un girone ostico solo per un quarto e arrivò ai quarti contro i padroni di casa, reduci dalla recente rivoluzione guidata da Pancho Villa[4] e quindi non ancora pronti ad affrontare una competizione di quel livello; quindi in semifinale incontrò la Germania, reduce da un girone ancor più osceno e da un quarto contro i campioni in carica, che ottennero il titolo in quanto inventori del calcio. I tedeschi si avvalsero della maledizione di Montezuma per vincere e passare il turno.
La sfida si preannunciava tesissima, anche perché nell'intervallo si sarebbe tenuta un'appassionante gara di baffi, con le Aquile capitanate da un anziano giocatore di Monaco e da un oriundo di origini argentine e gli Azzurri capitanati da Mazzola e Poletti.

"Baffo" Mazzola traeva in inganno i tedeschi spacciandosi per uno di loro.

La partita inizia con un'Italia frizzante, a causa delle abbondanti libagioni di chinotto con cui affrontava la canicola messicana. Dopo 8' Mazzola, grazie al suo passato da esattore delle tasse, si fa consegnare la palla da una terrorizzata difesa tedesca, la passa a Boninsegna che infila la palla in rete e festeggia con un fosbury. Ed è 1-0.

Dopo 82' minuti di quasi gol, in pieno recupero la Germania recupera palla con Grabowski, che, tentando di spazzare, sforna invece un cross degno di Garrincha: il milanista Karl-Heinz Schnellinger prova ad alleggerire verso il futuro compagno di squadra, il portiere Albertosi, ma con un po' troppa forza. 1-1 e a settembre sarebbero stati cazzi suoi.

Si va così ai supplementari. Al 5', nel caos generale delle prime avvisaglie del terremoto dell'Irpinia, Gerd Müller si avventa rapace sulla palla e convince il pallone ad entrare in porta, nonostante la sua ritrosia: 2-1. Albertosi tira giù tre madonne e due cherubini.

Passano 4' e i tedeschi vogliono dimostrare di non essere da meno in difesa, così una punizione non respinta viene raccolta da Burgnich che, convinto di essere come al solito nella sua area di rigore, nel tentativo di spazzare via insacca il 2-2.

La cena che venne servita alle formazioni a fine partita.

E, puntuale come un orologio messicano, dopo altri 4' arriva un altro gol, quello del 3-2: Rombo di tuono non smentisce il suo nome e fa partire un tiro più veloce della luce, il cui suono viene sentito solo dopo ulteriori 4' dal portiere crucco.

Al 110' la Germania segna il 3-3: sugli sviluppi di un calcio d'angolo Rivera s'illude di essere un difensore, dimenticandosi di illudere perlomeno i tedeschi. Il colpo di testa di Seeler, che anche il più pirla dei difensori avrebbe stoppato trafigge il milanista, che in un impeto erotomane si struscia sul palo, il quale viene sradicato da Albertosi e infranto in testa a Rivera; nel farlo il portiere azzurro tira giù anche la Trinità, proprio addosso a Rivera.
In seguito a questi traumi Rivera diviene un uomo nuovo e riesce ad inciampare fortuitamente su un invitante cross di Bonisegna, che prima di passare la palla era partito di corsa dal Costa Rica: e fu il 4-3 finale. Dopo questa partita l'Italia perderà gli arti inferiori e consegnerà l'ultima coppa Rimet al Brasile.[5]

Una serie di insipide amichevoli ed un ennesimo noiosissimo pareggio al Mondiale del '78 fecero da preludio al successivo capitolo di questa sfida.

Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!

L'Italia era reduce da un mondiale che non si può spiegare come. Uscita grazie ad una ragguardevole dose di natiche dalla prima fase a gironi, nella seconda fase venne inserita in un girone a tre assieme Brasile ed Argentina. Approfittando dell'atavica rivalità tra le compagini sudamericane l'Italia riuscì a cogliere in fallo le entrambe le difese avversarie e anche a vendergli una multiproprietà nel Gennargentu.
Arrivata in semifinale trovò la Polonia, in cerca di vendetta dopo l'Europeo perso a Varsavia nel 1939. Paolo Rossi però aveva bisogno di farsi notare da France Football e inavvertitamente eliminò i polacchi.

Ma in finale ad attendere l'Italia ci sarebbe stata la Germania. La Germania poteva contare su forti individualità, come Hansi Müller, nipote di secondo letto del più noto Gerd e padre di letto a castello di Thomas Müller e Karl-Heinz Rummenigge, detto Die Kaiser, in quanto tradizionalista.
Dal canto suo la nazionale azzurra poteva vantare un gruppo compatto quanto una cosca di Cosa Nostra, una disposizone tattica efficace e il suo uomo migliore: Sandro Pertini, dispensatore di insulti diplomatici e Presidente della Repubblica Italiana a tempo perso. Per incrementare lo spettacolo la FIFA arruolò un pagliaccio del circo equestre per arbitrare la finale, il brasiliano Arnaldo César Coelho. A commentare invece c'era il suo collega Nando Martellini, che progettava una fuga in Paraguay col suo nuovo pupillo, Pablito Rossi.

Nella tensione della finale, con la coppa del mondo a due passi al 24' Alessandro Altobelli fa partire un traversone diretto in area dove Bruno Conti e Hans-Peter Briegel stavano dialogando a pizzoni in faccia. Coelho esprime il suo talento clownesco salendo fino al terzo anello del Bernabeu ed esibendosi in gustosi esempi di giocoleria. I giocatori fraintendono ed è rigore. Battuto da Cabrini che sfortunatamente spedisce il pallone a Pamplona scatenando una violentissima (e quindi bellissima) Festa di san Firmino fuori stagione. La reazione in cabina di commento di Martellini fa pendant con la sobrietà degli smoccolamenti liguri di Pertini. Per il resto nulla di rilevante, si va al riposo sullo 0-0.

Comincia la ripresa e subito l'arbitro dà un saggio del suo talento comico e, assieme a Conti e Stielike, improvvisa un'imitazione di Don Vito Corleone, con tanto di minacce e macchine bruciate. Il pubblico applaude.

Al 56' un fallo su Gabriele Oriali gli servirà come esperienza allorquando sarà trombato da Marco Branca ai tempi del triplete. Due guerre mondiali da voltagabbana hanno insegnato agli italiani come e quando è meglio tradire, ma la Germania dimostra di non saper far tesor della propria storia: Tardelli furbescamente scatena la guerra civile nell'area teutonica (ritratta nel celbre Guernica di Picasso). Dalle macerie di questo conflitto sbuca Rossi che insacca l'1-0, tanto inaspettato che Martellini neanche riesce a concludere il pacato commento al gol, l'asta del microfono che divelle la cabina di commento. Pertini ha rimembranze partigiane e tenta di far saltare la linea ferroviaria che conduce dal suo posto ai cessi dello stadio: purtroppo il progetto fallisce nel momento in cui scopre che il vile attentato era già stato perpetrato dall'ETA. La sua incontinenza subisce un duro colpo.

Al 69' un'innocua perdita di possesso dei tedeschi innesca il contropiede dell'Itala: gli azzurri attuano la "tattica 129", detta anche "tattica Valium", che consiste nel far addormentare il gioco con una melina interminabile: purtroppo ad assistere alla partita vi era anche un giovanissimo Pep Guardiola che si innamorerà di questo schema e lo trasformerà nel suo marchio di fabbrica, per molti esperti di settore un'innovazione nel calcio, per tutto il pubblico la disumana tortura chiamata "Tiki-taka".
L'idea geniale di Bearzot è quella di scodellare all'improvviso il pallone ad un terzino come Tardelli, tanto quando minchia capita che un terzino faccia gol, pensano i tedeschi. L'azione è confusa: si vede un tiro partire, tedeschi scettici sul pericolo della traiettoria, poi buio. Ad un certo punto si sente un urlo che scuote la Terra fin dal nucleo di ferro fuso. Questo evento, unito alla demenza senile del nostro Presidente (di cui Martellini è entusiasta) sono il ricordo indelebile di per gli italiani e per i sismologi di tutto il mondo di questo "Mundial". È 2-0.

L'Italia prosegue col suo gioco di rimessa, volto a nauseare e portare al vomito gli avversari, quando questi non sono in coma farmacologico a causa della melina. Dagli sviluppi di un contropiede all'80' il guru "Spillo" Altobelli cerca di insegnare la meditazione brahaminica al mondo attraverso i teleschermi. Le violenze scaturite dai compagni di squadra lo convincono che è il momento di tirare: 3-0. Nando Martellini raggiunge Pertini in tribuna a fare trenino urlando "Provate a prenderci!", ma il precedente attentato dinamitardo li blocca e il Presidente inveisce contro l'ennesima malvagia opera dei nazisti.

Tre minuti dopo Gentile inciampa in numerosi baffi, regalando ai tedeschi il gol della bandiera.

Al 90' l'arbitro si esibisce ancora in pezzo di giocoleria col pallone, ma viene ancora frainteso. Il match ha fine e l'Italia è campione del mondo, campione del mondo, campione del mondo, come sottolinea Martellini, che ormai vede triplo a causa delle numerosi libagioni di grappa artigianale di casa Pertini, che ha già espresso il proprio deretano al presidente ovest-tedesco.
L'Italia solleva la coppa nella tribuna d'onore del Bernabeu e comincia a festeggiare. Nel mentre la demenza senile di Pertini ha raggiunto lo stadio terminale, tanto che il Presidente decide di abbandonare l'Aria Forza Uno a Madrid e salire sull'airbus degli azzurri, dove precetta altri due pensionati come Zoff e Bearzot, assieme a Causio e li sfida a scopone.
Per evitare il ripetersi dell'eventualità condita da una demenza senile più sarda e rabbiosa con Cossiga Zoff e Causio abbandoneranno la nazionale.

A questo trionfo seguirono altri due confronti in campo europeo: nel 1988 ai gironi degli Europei a nessuna delle due squadre interessa la vittoria e preferiscono prendersi a ceffoni e fermare la partita sull'1-1. Nel 1996 uno 0-0 spettacolare quanto soporifero sancì l'uscita dall'Europeo per la gioia dei calciatori che volevano andare a Ladispoli.

In questo intervallo di tempo i mangiacrauti avevano osato vincere il mondiale in casa degli azzurri; in questa circostanza emerse l'anima latina del popolo italiano, deciso a vendicare tale affronto.

E, dopo una finale mondiale persa a testa, nel 2006 l'Italia ebbe la sua occasione.

Popopopopopopo

L'Italia veniva da un percorso altamente abbordabile: dopo aver superato il girone assieme al Ghana (che ottenne il posto giocandoselo a morra con Repubblica Ceca e Stati Uniti), da un ottavo più duro del previsto contro dei canguri, deciso da un rigore scaturito da un salto in area di Fabio Grosso, e un quarto contro un'Ucraina talmente debole che neanche se ci fossero stati in campo 11 Shevchenko avrebbe potuto fare qualcosa, in semifinale ritrova la Germania.

Dal canto loro i padroni di casa avevano sfruttato accordi sottobanco con la FIFA per ottenere il girone più puerile che potesse capitargli, trovandosi con Costa Rica, Polonia ed Ecuador. Ma se esiste il karma era sicuro che prima o poi l'avrebbero pagata. Agli ottavi superarono agevolmente il naso di Ibra, ma ai quarti incontrò l'Argentina: per sua fortuna Messi con addosso la maglia albiceleste ha le stesse doti tecniche di un comodino e la partita arriva ai rigori, superati grazie ad un'epidemia di verruche occorsa agli argentini, che hanno tirato addosso a Jens Lehmann due rigori.

La viglia della partita fu caldissima: nei due paesi si registrarono numerosi casi di orgasmi multipli spontanei.
Arrivò il 4 luglio, ma fondamentalmente agli americani i mondiali di calcio interessavano anche meno, perché era festa nazionale. Ad Angela Merkel, presente al Westfalenstadion, invece la partita interessava particolarmente, un po' come nel 1936 le Olimpiadi al Fürher.

Quell'anno per la prima volta mondiali furono trasmessi anche da Sky; in questa occasione Fabio Caressa diede prova del suo enorme talento da ultrà, fomentando le curve di tutti gli stadi in cui giocò l'Italia. In occasione di questa semifinale si presentò in cabina di commento con giacca verde, camicia bianca, cravatta rossa e senza pantaloni, perché non ebbe tempo di comprarne un paio in tinta col resto dell'abito.

Fin da subito l'Italia sembra più pimpante dei tedeschi, in virtù del suddetto sangue latino e della 'Nduja casalinga offerta a tutti da Gattuso poco prima dell'incontro. Lo stesso calabrese inveirà contro tutti i tedeschi che perderanno un menisco dopo un suo fallo, chiamandoli "simulatori". Caressa gli faceva eco, incitandolo ad aggredire anche le tibie.

Durante il primo tempo la Germania prova a più riprese a sfondare la retroguardia azzurra con la fanteria, ma il muro abusivo fatto costruire da Fabio Cannavaro non vuole saperne di crollare. Nel frattempo l'Italia decide di abbonarsi all'Area di rigore della Germania, settimanale tedesco dedicato agli attaccanti.
In un primo tempo somigliante più ad una partita di ping-pong giocata sotto anfetamine che ad una partita di calcio, in cui l'Italia non aveva capito qual era la sua metà campo e in cui la Germania, da perfetta ospite di casa aveva lasciato che l'Italia facesse come a casa sua, dopo 45' si va a riposo a reti inviolate.

Nel secondo tempo la Germania esce fuori, ma l'Italia non ne approfitta per segnare; rientrata ricomincia il ping-pong, senza successo. La partita sarà decisa asi supplementari.

Ai supplementari la Germania attiva le calamite che aveva posizionato nottetempo nei palloni e nel primo supplementare l'Italia colleziona due legni e 5 pacemaker rotti nella sua curva.
Nel secondo supplementare l'Italia rischia ancora di fare gol con Del Piero, ma il pallone non vuole saperne di entrare. Buffon respinge un krapfen di Podolski, dopodiché il pallone viene sostituito con uno più accomodante.
A 2' dalla fine Pirlo costringe Lehmann a fare il portiere, mentre tutt'Europa e pure un pezzo d'Africa è ormai rassegnata ai rigori, anche se Caressa non concorda e urla

« Sti crucchi so dei rasponi fatti coi piedi, dobbiamo vincere noi, li morté! »

Ed è proprio in queste circostanze che esce la tipica bastardaggine italica.
Sugli sviluppi del corner arriva palla a Pirlo, che evita di tirare e passa palla a Grosso confondendolo con Gilardino. Il suo sinistro è un colpo di mortaio che buca Lehmann e il settore ospiti dello stadio e a questo punto la gente pensa davvero che abbia segnato Gilardino. E invece no! È proprio Grosso! E anche lui caccia un urlo disumano, tipico dei terzini, percepito distintamente fino a Reykjavík. Caressa commenta così l'1-0:

« Hai visto Beppe? Noi ce l'abbiamo Grosso, altro che sti tedeschi col würstel! »

e Bergomi risponde

« Sì Fabio. »


La Germania ci prova anche, ma vengono anche loro contagiati dalle verruche argentine. L'Italia ne approfitta e, su un disimpegno di Cannavaro il pallone arriva a qualcuno che sembra Gilardino ed effettivamente è Gilardino, che vede Del Piero correre come un ossesso perché stava perdendo il treno per Dresda, ma si trova il pallone tra i piedi: non sapendo che fare prova a calciare e trova la porta, per il 2-0. Caressa nel frattempo progetta assieme a Bergomi[6] un rocambolesco furto a Berlino, poi fallito perché Cannavaro ci aveva pensato prima di loro.

L'Italia quindi vincerà il Mondiale di testate contro la Francia capitanata da Zidane, grazie ancora a Grosso che sconvolgerà Barthez con la propria presenza in campo.

E dopo l'ennesima amichevole, nel 2011 proprio a Dortmund, finita in pareggio tra la gioia masochistica dei tedeschi, l'anno successivo si scrive l'ultima eliminazione dei tedeschi.

Hulk spacca!

E si ritorna alla storica partita agli europei. Gironi ostici per entrambe con campioni e vice-campioni del monte, mentre i quarti vedono la Germania contro il circolo anziani di Patrasso e l'Italia contro una squadra fortissima perché ha inventato il calcio®, ritorna in semifinale Italia-Germania.

Ci sono cose che riescono a mettere d'accordo tutti, ma proprio tutti gli italiani.

Ora, se c'è qualcosa che i tedeschi dovrebbero aver imparato dovrebbe essere che .
Ma, avvalendosi della logica tipica della filosofia nietzschiana affermano che il passato non esiste e che il destino dell'eterno ritorno dipende solo da loro. Per questo passeranno i giorni che precedono il fatale incontro a convincere il G20 che la Germania vendicherà la semifinale di sei anni prima, grazie alla fronte di Mesut Özil, convintissimo di dare una grande prova contro l'Italia.
Probabilmente intendeva l'Italia dell'hockey su prato, perché contro quella del calcio si sono visti solo i suoi scarpini.

Quando le squadre entrano in campo i tedeschi erano reduci dall'apparizione del fantasma di Bismarck nelle loro stanze la sera prima, altrimenti non si spiega l'espressione di profondo terrore nei loro occhi, dopo le dichiarazioni fatte alla vigilia. In tutto ciò la presenza di 22 colorati in campo convince il pubblico che sta assistendo alla semifinale della Coppa d'Africa.

Dopo 20' minuti di tiri in porta di riscaldamento, Balotelli, che ha già un caldo boia, infila di testa Manuel Neuer e tenta di strapparsi la maglietta. 1-0 e Neuer mette in dubbio la mralità della signora Balotelli.

La Germania prova a rispondere con tutte le forze[7], ma al 36' ancora quell'uomo fa rinascere nei tedeschi sopiti sentimenti nazionalsocialisti, anche verso la propria nazionale non ariana: da fuori area carica una badilata che buca la rete e distrugge il ghetto di Varsavia. Balotelli riesce finalmente a togliersi la maglia, urlando "te la pago io Raffaella!" ed è 2-0. Su questo punteggio si va a riposo.

Nella ripresa Prandelli sfida Löw a sudoku, che accetta: è questa la cosa più interessante del secondo tempo, finché Federico Balzaretti, visibilmente annoiato, decide di dare un tocco di brio al match, cambiando gioco sulla sinistra: purtroppo la sua interpretazione fin troppo letterale della frase e la sua schiacciata da Beach volley non piacciono all'arbitro, che assegna la massima punizione ai tedeschi. Özil dagli 11 metri riesce a trasformare ed esulta, salvo poi scoppiare in lacrime quando scopre che il gol nel recupero non vale doppio.

Un'amichevole del 15 dicembre 2013, in cui è già scritto che la Germania non può vincere, conclusa infatti 1-1 è finora l'ultimo capitolo di questa sfida tra ignoranza e classe, tra rutti e bestemmie, tra vernacolo e filosofia, tra BundesBank e Lega. Attendiamo la prossima, in cui l'italico potrà ancora dire

« Nun vincete mai »

prima del prossimo declassamento.

Note

  1. ^ Ancora oggi uno dei tornei più prestigiosi in ambito internazionale.
  2. ^ Per la cronaca: fu uno dei mondiali più noiosi della storia, infatti fu vinto dal Brasile.
  3. ^ Almeno per un tempo.
  4. ^ Sì, lo sappiamo che si era conclusa 50 anni prima, ma, si sa, i messicani sono un popolo indolente e ci hanno messo un po' a rendersene conto...
  5. ^ Alcuni vociferano che fosse un atto voluto, in quanto nessuno voleva portarsi a casa quel perfetto esempio di arte cubista eseguita da un cieco. Nel dubbio gli italiani scaricarono il reparto ortofrutta del mercato di Roma contro gli Azzurri.
  6. ^ Che si concede anche lui un po' di entusiasmo per la prima volta dal '76
  7. ^ Anche perché, si sa, in Polonia è più cattiva.



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Telecronista90°ControcacchioLa domenica sul divanoQuelli che... il ca...Qui Qualunquismo a Voi Capi UltràTutte le interruzioni minuto per minuto
Dirigenti AbramovichAgnelli IAgnelli IIBeckenbauerBerlusconiBettegaCairoDe LaurentiisDella ValleFranzaGallianiGaucciLotitoMarottaMatarrese IMatarrese IIMoggiMorattiPreziosiRaiolaRossiSeccoSensi ISensi IITavecchioZamparini
Allenatori Allenatore dell'U.S. Città di PalermoAncelottiBagnoliBaldiniBearzotBoskovCapelloCloughDelneriDomenechDonadoniFergusonGrazianiGuidolinGullitLeonardoLippiMalesaniManciniMazzarriMazzoneMihajlovicMourinhoRejaRanieriSacchiSimoniSpallettiTrapVenturaZaccheroniZemanZengaZolaMutande di Bendtner
Club Bisnes Clas: il BergamoSoccmelSalto CarpiatoChiavo VeronaHeavoniaFootball MaremmamaialaFrocinoneGenoa Per NoiInteLGiuveLazieFozza MilaNapulePaleeeemmmo'A MaggicaSampeiCazzuoloGranata al LimoneMandimandimandiPirlas Verona

Classe Economica: Olive F.C.AvellinobanfiU' BàarUccellacci bianchiCastedduC'è SenoComodinoScrotoneLatrina CalcioBoiadèTortellino PowerVecchiaraMelugiaRapugnetta'sPro VermicelliThe PesciarolsSpezzatinoThyssenKruppBlack and DeckerBOH Dal MicinChiava(to)riLinciano

Derelitti e sfigati misti: AlbinoCHE?Lu CataniaCentro Scommesse CremonaScatarraroLusulelumareluientuParmacotto FCScorregginaCozzballBora BoraSvarionese

Ministero degli esteri:

Albione: ScarsenalChel$ki AbramogradNevertonLiwhirlpoolMinaretochester United 2Ducato di Ferguson

Iberia: Solari BilbaoFC PorcellonaRepubblican Madrid

Gallia: Merz CalcioOlympique SimbaOmmmmmmmmmmParigi San MosconiGiacobini violetti

Crucchia: Baiern FrateBorussia DormiMusicanti VerdiForza PaninoBaier quell'altro

Continente: Ajax PavimentiDinamo BadantiBentopaI texaniI padaniMonte OlympiakosLe Panatine

Nazionali Carampano Continente: Andostà?SacherlandiaCavol(ett)i (di Bruxelles) RossiCraxiaLa leva calcistica del '92Fare le OreFrociarìaCrukkiaMacachi FCSpartaaai pionieriPOPOPOEminflexoniaAmaro MonteabbronzatoTulipaniaPolacchiaPortoGaioCecatiaROMlandiaUЯSSSan CulamoBanda delle CornamuseSerbi della Glebale Furie MosseSchfizeraFigoniaI kebabbariFamiglia ShevchenkoQuelli che erano invincibili

Suonatori di bonghi: Camerun da lettoUna massa di DrogbatiLe MummieGhana PadanoIl figlio di GheddafiLavavetri UnitedAgbonavbarèI Ricchi e PoveriOlympique Hammamet

Asia Argento e i mari del Sud: La Rabbia SubitaQuelli a capasottaCinciuèI dentistiByron MorenoAlfieri dell'Uomo del GiapponePersiaUSA 2Ka mate! Ka ora!I numeri ultimi

Sudditi della Casabbianca e Mangiacucujanji: MaradonidiJoga BollitoI CaimaniCileccail cartello di MedellinTosta PheecaRastamenArribarribarribaAcciuffainghippiQuelli che il "Soccer"...Urrà Gay

Boschetto della mia fantasia: PadaniaNazionale cantanti
Tecniche Colpo di testaCalcio rotanteRovesciataAutogolSimulazione di falloTestata SardaTrivelaPallonettoCucchiaioCatapulta infernaleCatenaccioContropiedeDoppie punteFalloFuorigiocoMarcaturaRigorePunizioneVuvuzela attacksSbagliare un calcio di rigoreTiki-taka
Videogiochi FIGAFIGA StreetFootball ManagerHattrickWinning Eleven + Patch - Potenza e superpotenza
I Calciattori
Portieri AbbiatiBorucButtChimentiDidaDoniDudekFioriKalacManningerMarchettiMattoliniMusleraNeuerPizzaballaRossiSovieroWarner
Difensori AronicaBagniBaresiBenettiBergomiBettariniBoumsongBurdissoCarrozzieriChielliniCirilloCocoDavid LuizFerriGreškoIulianoKaladzeLúcioMaiconMaldiniMellbergMolinaroMonteroNeqrouzOkanOnyewuRuganiSantonSenderosTerryZanettiZapataZé MariaZenoni
Centrocampisti AndradeBaBeckhamBiapirljiderBoatengBrocchiCaniggiaCapparellaCasertaDiegoDzemailiFelipe MeloFellainiFlaminiGheddafiGiaccheriniGnocchiHamsikLampardLedesmaManciniMontolivoMorfeoNakataNedvedNserekoQuaresmaPadoinPerdomoPlatiniPogbaPoulsenRenatoSeedorfSissokoStrootmanTedescoTiagoValderramaVerrattiVidalVolpi
Attaccanti AdrianoAguileraAltafiniAmauriAmorosoAmorusoBaggioBalotelliBatistutaBendtnerBestBettegaBorrielloBrienzaCalaiòCaraccioloCassanoCavaniChinagliaCorradiCrouchCruzDi NataleEijkelkampEto'oFindleyFlachiFrickGiovincoHuntelaarIbrahimovicInsigneIturbeJacobsenKakàLarriveyLavezziLendersMakinwaMarachellaMatriMessiMiccoliMilitoMoscardelliMutuNappiNeymarOliveiraOsvaldoPančevPandevPatoPazziniPeléPlasmatiPoggiQuagliarellaRecobaRivaRocchiRonaldinhoC. RonaldoRonaldoRooneyG. RossiP.RossiSchillaciShevchenkoSimoneSuazoTareTevezToffoliTorresTrezeguetVan NistelrooyVerpakovskisVieriVucinicZalayetaZampagnaZarateZidaneMutande di BendtnerJuan Manuel IturbeMartinez
Allenatori Allenatore dell'U.S. Città di PalermoAncelottiBagnoliBaldiniBearzotBeckenbauerBenettiBenitezBoskovCapelloCloughConteCoriniDi CanioDelneriDomenechDonadoniFergusonFerraraGarciaGascoigneGiordanoGrazianiGuidolinGullitHiddinkLeonardoLippiLöwManciniMaradonaMazzarriMihajlovicMourinhoPrandelliRanieriSacchiSimoniSpallettiTrapVenturaZaccheroniZemanZengaZola
Campioni del mondo 2006 1 Buffon • 2 Zaccardo • 3 Grosso • 4 De Rossi• 5 Cannavaro • 6 Barzagli • 7 Del Piero • 8 Gattuso • 9 Toni • 10 Totti • 11 Gilardino • 12 Peruzzi • 13 Nesta • 14 Amelia • 15 Iaquinta • 16 Camoranesi • 17 Barone • 18 Inzaghi • 19 Zambrotta • 20 Perrotta • 21 Pirlo • 22 Oddo • 23 Materazzi

Gli altri cantieri

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