Biddai

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
(Rimpallato da Biddaio)
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Una rara foto d'epoca ritraente dei tipici biddai in costume. Prestare attenzione allo sguardo truce e sanguinario.
« Io non c'ero, e se c'ero dormivo. Non vedo, non sento e non parlo; così non vedendo, non sentendo e non parlando campo cent'anni. »
(Tipico detto biddaio sull'Olocausto)
« Ancu di fara ch' lu pistone, s'abbasanta furcone, ti si pappi su ghioni, a c'ittrai sciuttoni, a chi ti sega su nu galloni, minghia 'e guaddu a curridori. »
(Un biddaio ti augura un felice anno nuovo)
(Il cortese saluto di un biddaio.)

La razza dei biddai (bronzetti in gergo biddaio, biddinculu in nordico e sudicio o gabilli per i cretini miscredenti) è, per definizione, quella che abita le bidde dell'entroterra sardo. Sconosciuta ai più, questa curiosa, pericolosa e piuttosto primitiva specie di subumani è l'etnia principale locale.

Origini, usi e costumi: come riconoscerli?

Avventurarsi nell'entroterra sardo è il metodo più sicuro per incrociare un qualche biddaio, e quindi anche il più pericoloso. Una squadra di ricercatori isolani, guidata da un certo Marcello Fois, ha tentato una spedizione per sapere di più sugli insoliti mammiferi. Qui di seguito sono esposti i risultati dei lunghi osservamenti.

Stanziamento

Vista di una bidda, l'agglomerato pietroso usato come rifugio dagli autoctoni locali.

I biddai si raggruppano in isolate comunità montane, chiamate appunto bidde, preferibilmente situate nel centro-Sardegna e comunque prevalentemente attorno a Nuoro, e cioè nella Barbagia: la Vera Sardegna, secondo essi. Esse sono costituite perlopiù da nuraghe. Questo per opporre una resistenza più agguerrita nel caso eventuali continentali dovessero attaccarli. La popolazione di tali bidde non superano mai i 2.000 abitanti anche se, per correttezza, va detto che le pecore non sono mai meno di 34.000. È di gran moda costruirsi la casa abusivamente per poi lasciarla coi mattoncini scoperti, senza passarci nemmeno una mano di intonaco, perché fa molto agros.

Entrando in una bidda tutto il paese verrà a conoscenza della vostra presenza, identità tua e di tuo padre, codice fiscale, dati anagrafici, occupazione, residenza, religione e cibo preferito entro i cinque minuti dall'ingresso; ciò grazie a un complesso sistema di passaparola sviluppato in decenni di isolamento. Entro le mura delle bidde non si contano gli incesti: almeno metà degli abitanti fa parte della stessa famiglia. Ciononostante, in essi non si riscontrano handicap rilevanti, se non appunto quello di essere biddai.

Per quanto possa sembrare incredibile, i biddai rappresentano la specie più numerosa dell'isola da secoli, ben prima dell'insediamento della razza parassita dei VIP nella Costa Smeralda.

Aspetto

Questo potrebbe sembrare un pastore sardo biddaio ritratto in atteggiamento compromettente, se non lo tradisse l'espressione sorridente.
Capita spesso di trovare veri e propri poser biddai. I veri rappresentanti di questa nobile specie sono in realtà ben pochi, ma si possono scovare. Un ottimo indizio per l'identificazione è l'aspetto. Se porta una folta barba, si veste del costume, abito tradizionale, appena possibile e cioè a ogni misera festa patronale l'interessato è quasi sicuramente biddaio.

L'abito invernale del biddaio è, quasi sempre, un maglioncino nero o comunque di colore scuro, per mimetizzarsi nella folta boscaglia in caso di improvvisa latitanza, ricamato (dal su mastru de ilu e de ispagu) a striscie; jeans attillati con cintura stretta rigorosamente sopra l'ombelico oppure, ancor meglio, il classico vellutino o gambales e scarponi da campagna, i cusinzos. L'abbigliamento estivo è costituito dai medesimi pantaloni, anche a 40°C all'ombra, una polo, sempre di colori cupi e tetri, e scarpe da ginnastica (anche se i più fieri indossano imperterriti i pesantissimi scarponi invernali[1]).

La capigliatura si riduce quasi sempre a un taglio cortissimo o, preferibilmente, a zero. Esso va ad a compensare le foltissime sopracciglia, quasi sempre unite, e la voluminosa barba dei più puri. Tuttavia è essenziale per il riconoscimento un'attenta osservazione dell'atteggiamento.

Atteggiamento

Una micidiale leppa, una sorta di coltellino svizzero contenente solo una lama, ma sufficiente a eliminare un intero corpo di Carabinieri in una serata, sguainata e pronta all'attacco.

Uomini puri dalla ruvida bellezza, il loro galateo non ammette smancerie quali abbracci, strette di mano o un saluto più lungo di "ebbè"[2]. In solitudine, il biddaio mantiene un atteggiamento piuttosto fiero e presuntuoso, senza però avere la possibilità di dimostrare la propria ipotetica superiorità. Il suo meglio (peggio) viene alla luce quando si trova in branco, meglio ancora se con gli amici del bar cotti a puntino. In questa situazione trae grande conforto dalla superiorità numerica e diventa molto pericoloso.

Tale misero espediente è il risultato della frustrazione accumulata dovuta al suo fine ultimo: l'emulazione delle gesta di Graziano Mesina, l'idolo delle folle biddaie. Tutti vorrebbero essere come lui, ma nessuno ci riesce mai.

Relazioni interpersonali

Il loro comportamento è relazionato a chi si trova davanti a loro, e può essere praticamente catalogato come nella seguente tabella.

Interlocutore Atteggiamento assunto
Compaesano Aggirandosi la popolazione di una bidda attorno alle 2.000 persone, tra di loro si conoscono tutti. Tutti. La privacy è un concetto inesistente (anche solo perché è una parola inglesa). All'incontro di due di essi, che saranno quasi certamente parenti, in seguito ai saluti di rito sopra descritti, si ritroveranno in pochi secondi nella più vicina bettola. Questi illetterati la chiamano tzilleri. Là dentro avrà inizio un'epica gara a chi ubriaca più velocemente l'altro, offrendosi vicendevolmente. La competizione si conclude in genere una settimana dopo, quando i partecipanti verranno ritrovati, al galoppo per le campagne, inseguendo cinghiali terrorizzati. Ma stiamo divagando. In generale, il rapporto è amichevole, e dei biddai raccolti in gruppo si metteranno ben presto a giocare alla murra sarda[3], a cantare tenores, a ballare il ballo sardo[4] (ma quest'ultimo solo se ci sono femmine nei paraggi) e altre attività all'apparenza ridicole ma che in realtà lo sono davvero. A meno che non sia in corso una faida per due capi di bestiame spariti in circostanze misteriose una trentina di anni fa, nel qual caso si scanneranno ferocemente.
Sardo non biddaio Nel qual caso il biddaio dovesse scendere a valle o, gesto sconsiderato, il cittadino si dovesse recare presso una bidda, lo scontro sarebbe immediato e inevitabile. Il biddaio, nel suo bellissimo mondo immaginario, vede nel sardo cittadino (in ordine crescente di odio, proveniente da Nuoro, Alghero, Olbia, Iglesias, Oristano, Sassari e Cagliari) un traditore della patria natìa convertitosi ai costumi continentali mentre il cittadino, da parte sua, non può fare a meno di levarsi quell'aria che sembra dire "ma quanto sei grezzo..." causando un reciproco scambio di convenevoli, se convenevoli si possono chiamare ogni sorta di scherni e minacce. Inutile dire che sono tutte seghe mentali. La rissa conseguente è solitamente vinta da chi gioca in casa, poiché ha la possibilità di chiamare più gente, anche se il numero di leppe in campo è assai determinante.
Italiano Questo è per voi,cari continentali, per cui leggete attentamente e forse avrete salva la vita. È fiero delle sue origini fino al ridicolo ed è possibile ricondurlo ai particolari di cui sopra? Se la risposta a queste domande è , vi trovate di fronte a un biddaio, perciò calma e sangue freddo. Il panico è del tutto inutile e non fa che peggiorare le cose, il soggetto è infatti in grado di fiutare la vostra paura. Il comportamento migliore da assumere in questo caso, se non si è sardi, è quello di buttarsi a terra e fingersi morti[5]. Anche perché se non doveste comportarvi in tal modo non avrete bisogno di fingere. Il biddaio è feroce. Avvicinarlo senza le dovute precauzioni può essere rischioso, soprattutto se non si è della stessa razza. Infatti esso è sempre e comunque armato della propria leppa. Questa singolare arma viene tramandata di generazione in generazione al solo scopo di scuoiare eventuali stranieri. Insomma, l'italiano è visto come nemico.
Straniero Un gran numero di scellerati provenienti da tutto il mondo, ma prevalentemente dalla Crukkia e dalla Frocia, amano non solo visitare le ridenti coste sarde, ma osano avventurarsi per gli impervi sentieri montanari dell'interno. Solitamente usano spostarsi in camper, anche se è possibile trovarne qualcuno particolarmente insano che si sposta tramite autostop, metodo che permette di conoscere meglio le genti del posto[6]. Le loro avventure non durano più di cinque giorni. Se hanno la fortuna di sopravvivere, torneranno privati di ogni loro avere e, spesso, della dignità. Non ricorderanno nulla dell'accaduto, ed è per questo che tutt'oggi non esistono mappe precise della Barbagia (non ci credi? Controlla su Google Earth: la qualità delle immagini del centro Sardegna è infima). Lo straniero, tuttavia, non è perseguitato al pari dell'italiano. Infatti, se l'italiano viene linciato a prescindere, l'altro deve meritarselo o almeno avere appresso oggetti di valore.
Nonosante la ruvidezza di carattere se si sentono al sicuro in particolare nel loro ovile..ehm casa, possono assumere comportamenti ospitali, come farti assaggiare qualsiasi cibo sia di loro produzione, dalla salsiccia (per i più fortunati) al formaggio con i vermi, ed è caldamente consigliato non rifiutare per evitare questa rara occasione di tornare a casa vivo.. è inoltre consigliabile fingersi interessati alle loro attività, in particolare al loro modo di mungere le pecore, in modo da intrattenersi in lunghi soliloqui autocelebrativi e farti arrivare a fine serata.

Sessualità e famiglia

Come notiamo dall'espressione spaurita, il maschio biddaio può ben poco contro la donna, in casa.

Tra i principi del biddaio ricordiamo inoltre il fermo no all'onanismo. Piuttosto, a loro dire, è meglio attaccarsi alla mungitrice meccanica fino a farsi risucchiare le gote, o al massimo ripiegare su una più classica pecora. Queste pratiche vengono ritenute di estrema importanza all'interno di queste comunità tribali, tanto che se un allievo dovesse rifiutarsi di eseguirle, dovrà riconquistare l'onore perduto sodomizzando un montone. Cosa, a detta di molti, non facile.

La procedura di corteggiamento del biddaio è unica nel suo genere: esso solitamente non dimostra troppo interesse nei confronti del gentil sesso. La donna è trattata alla stregua di un ovino, anzi peggio visto che almeno la pecora ti dà anche lana e latte. La donna, il latte, solo quando è prinza. Come reagirà lei, ti chiederai. Non reagisce affatto, non le è permesso, pena essere gettata nel porcile dei maiali a digiuno da tre settimane cosparsa di sangue di agnello. Com'è fatta la donna biddaia? Gli esempi sono molteplici, come ovunque. Ce ne sono alte e basse, belle e brutte, brune e bion-- no, bionde non ce ne sono. La conformazione culturale che la sorte ha imposto alle malcapitate le conduce a credere in molti casi di essere attratte dai grezzi, mentre alle restanti non resta che accontentarsi, visto che non trovano di meglio al mondo (per loro il paese è il mondo).

Il rituale di accoppiamento è molto più semplice: nel qual caso il biddaio dovesse sentire il bisogno di copulare, non farà altro che andare dall'esemplare femmina e proporle il programma, per poi afferrarla per una gamba e portarla in ovile, a prescindere dalla risposta[7], e fare quel che deve. L'erotismo è un concetto al di là della concezione di questi mammiferi. Il rapporto sessuale è visto come interazione meccanica e relativa eiaculazione. L'omosessualità, poi, è sconosciuta. I soggetti vagamente effemminati vengono gettati dal più vicino e profondo golgo in zona.

La femmina avrà la sua rivalsa solo dopo il matrimonio, rito che le conferisce un potere assoluto all'interno dell'ambiente domestico; non uscirà mai più di casa.

Alimentazione

Una leppa inferocita posta a guardia del prezioso pasto del biddaio.

Tra le tante alcune caratteristiche che rendono un sardo un vero biddaio riconosciamo ad esempio l'alimentazione agghiacciante. Essa riveste un ruolo fondamentale nella definizione dello status sociale. Il pasto medio di un biddaio consiste, per difetto, in 20 minuti di antipasti assortiti[8], 40 minuti di primo, cioè malloreddos al sugo e purpuzza[9], 40 di secondo, ovvero porcetto arrostito in un fosso colmo di brace, mirto e lava, un periodo di tempo variabile tra i 30 e i 90 minuti di contorno a base di disgustosi prodotti caseari andati a male[10] e riproponimenti dei piatti precedenti. Il tempo complessivo dell'intera sessione può dunque variare tra le due ore e i tre giorni di mangiata continua.

In queste comunità il cibo prodotto all'infuori della propria abitazione è considerato altamente tossico, salvo per quello servito agli spuntini e innafiato da ingenti quantitativi di alcolici, ritenuti antidoti sicuri nonché toccasana. Per essi le bevande alcoliche stanno all'organismo come il carburante sta al motore. Alcuni scienziati, in una pericolosissma missione[11], hanno rilevato alcune tracce di sangue in mezzo all'alcol che scorre nelle vene dei biddai. Essi, escludendo i litri giornalieri di latte fresco di mungitura, non si abbeverano di liquidi di tasso alcolico minore al 15%, fatta eccezione per il 4,6% dell'Ichnusa, l'unica birra bevuta perché, anche se considerata leggerina, è sarda. L'acqua, sempre raccolta alle fonti dei monti più aspri, è riservata alle donne e ai bambini.

Politica

Il massimo esponente del Partito Sardo d'Azione.

Il pensiero politico medio del biddaio è molto approssimativo e, di conseguenza, tendente al qualunquismo della peggior specie. I biddai più seri sono sempre compresi nel secondo grande gruppo, ma hanno invece un'ideale molto più profondo di politica, e si dividono in:

  • Qualunquisti: Il biddaio non sa ed effettivamente non vuole sapere, tuttavia questa condizione non gli impedisce di sentenziare verità supposte, secondo lui inoppugnabili, anche riguardo ad argomenti che non lo sfiorano minimamente e di cui non si è mai interessato. I più irrilevanti hanno una visione del mondo tutta loro, ovvero l'idea del paese come punto di riferimento assoluto, non importa se l'argomento discusso è la cementificazione delle coste, a cui sono sempre favorevoli causa i due o tre posti di cameriere che si liberano, o la crisi petrolifera mediorientale. Essi puntano ai posti di lavoro, sempre e comunque, e chi se ne frega se tale obiettivo comporta la distruzione della cultura alla quale essi credono di appartenere.
  • Anarchici e/o autarchici: a prescindere dall'ala della fazione, essi mirano all'indipendentzia della Sardegna. Alla buona metà di questi esseri piace infatti pensare che la Sardegna diverrà un giorno una nazione a sé stante, a costo di violare le più elementari leggi della logica. Per raggiungere lo scopo, si affidano al partitelli creati per alimentare le illusioni, che usualmente passano da destra a sinistra e viceversa con la facilità con la quale Aida Yespica salta da un letto di un dirigente all'altro.
Un comunista e un fascista durante un'accesa discussione.
  • Fascisti: prevalentemente anziani grati al Duce per le bonifiche del territorio, prima insano e selvaggio; secondo molti puristi era invece meglio allora, quando per portare a pascolare il gregge era necessario lottare a colpi di bastonate contro le zanzare anofele e i coccodrilli che infestavano la zona, perché contribuiva in modo determinante alla formazione più aggressiva del pastore. Questa minoranza di fede fascista è, però, irrilevante. Non perché siano pochi, perché è irrilevante in sé.
  • Comunisti: più rari. La maggior parte sono semplici rincoglioniti, affiliati delle BR[12], dediti al compiere atti terroristici di rilevanza nulla. La natura selvaggia e aggressiva di questi indigeni raggiunge le più nefaste vette manifestandosi sotto forma di brigantaggi e sequestri. Tra i tanti rapimenti compiuti ricordiamo quelli di Fabrizio De André, Burzum e Luciana Littizzetto. Questa disastrosa situazione è aggravata peraltro dall'assoluta assenza di una qualunque forza di Polizia. A questa fazione si contrappongono i qualunquisti, che vedono nelle numerose basi militari sarde posti di lavoro.

Mezzi di trasporto

Nonostante il veicolo non sia convenzionale, il biddaio non si fa scrupoli a farne uso pure di raggiungere il suo scopo, il furto di bestiame.

Il biddaio si serve di mezzi di trasporto piuttosto particolari, pressocché spartani, che ai loro occhi appaiono come bolidi fiammanti. Il biddaio inizia la sua carriera da pilota utilizzando dapprima (dai 4 ai 12 anni) l'Ape 50 [13] dello zio, poi (dai 15 ai 18 anni) inizia a maneggiare ciclomotori quali il Ciao, L'Issimo, il Lei e, più diffuso, l'intramontabile Si. Questi motorini vengono tramandati di padre in figlio per generazioni come il Santo Graal, ed hanno una longevità potenzialmente illimitata, essendo il motore e il telaio impregnati dell'aria granitica delle montagne sarde. Le ultime generazioni si muniscono, con grande rammarico e non poco astio degli anziani, di motorini moderni, ovvero dei primi anni '90. Questi ultimi vengono poi modificati tramite riti segretissimi; il proprietario di tale mezzo di locomozione verrà poi sbeffeggiato malamente come "cittadino".

Dopo i diciott'anni al biddaio si apre l'età per possedere una macchina, sebbene sia in grado di maneggiarla perfettamente nelle aspre strade montanare sin dai quattordici. Le auto tipicamente biddaie sono Fiat Punto, Pandino 4x4, Uno Turbo Ie(ah) e tutte le auto della casa torinese prodotte prima degli anni '80. Un piccolo appunto sono le vecchie R5, conservate come fossero cimeli di valore inestimabile, con la convinzione che essendo di una marca con un nome inumano (Renault non è Sardo, dunque non Umano), avessero poteri magici. Ovviamente, se esistesse una casa automobilistica sarda, comprerebbero quelle anche se producesse Twingo o scaldabagni[14]. Anche questi veicoli vengono truccati o, meglio, orribilmente deturpati tramite modifiche estetiche di dubbio gusto e meccaniche, quasi inesistenti, ridotte solitamente a una marmitta che altro non fa se non produrre un frastuono assordante e assai irritante. Ciononostante, si riconoscono soprattutto per le casse e i bassi montati ovunque ci sia posto, utilizzati per sparare canti di tenores a svariate decine di decibel di potenza. Chi li usa per ascoltare (e far ascoltare fino a tre chilometri) musica dens o auz è un falso biddaio.

Lavoro

Un pastore biddaio mostra fieramente il proprio gregge a un visitatore un istante prima di strappargli gli occhi dalle orbite perché lo stava guardando troppo bramosamente.
Anche il biddaio, nonostante sia perfettamente in grado di sopravvivere nei meandri più angusti delle selvagge foreste sarde vivendo di sola cacciagione, sente l'impellente bisogno di impiegare il proprio corpo in attività remunerative per sfogare l'enorme tensione muscolare che possiede. Se non avesse la possibilità di farlo, l'intera Sardegna e buona parte della Corsica sarebbero in tuttà probabilità ridotte a un mucchietto di cenere fumante. Il mestiere più in voga è, prevedibilmente, il pastore. Lo stretto contatto coi capi di bestiame conferisce quel non so che di odorante mascolinità... ma questo fatto non deve farci credere che l'unico lavoro sia quello, attenzione. Tra i lavori favoriti dai rozzi umanodi ricordiamo:

La manovalanza è il lavoro principale, il più diffuso. Non tanto perché ci sia bisogno di costruire non so quante case o simili, ma è quello che più si adatta alle capacità intellettuali del biddaio. La paga è bassa, talmente bassa che spesso dopo il licenziamento si ricevono più soldi; il paradosso sarebbe soggetto di studio presso rinomati scienziati, se la Sardegna fosse accessibile a essi. Dopo trent'anni di lavoro, il manovale verrà promosso a mastru 'e muru, e la paga verrà aumentata di ben 5€ annuali.

Il cameriere poi è un'occupazione riservata agli adolescenti, ma non per questo priva di insidie. Se in continente la parte più dura di tale lavoro può essere pulire i cessi dopo 12 ore di lavoro ininterrotto, nell'Isola il garzone dovrà imparare a non guardare negli occhi gli avventori, portare fino a 230 litri di vino purissimo in bilico su un vassoio e saper trattare con torme di ubriachi rabbiosi e armati[15]. Generalmente viene licenziato quando è in età abbastanza avanzata da essere in grado di finire le scorte alcoliche di due mesi e sparire senza lasciare traccia alcuna.

La Testata Sarda

Questo prova che Zidane non è sardo né tantomeno biddaio poiché altrimenti Materazzi sarebbe stato polverizzato.

Ogni biddaio ha la capacità di servirsi della testata sarda e, anche se in potenza minore, alcuni nuoresi.

La testata sarda è una potentissima tecnica capace di distruggere qualsiasi cosa; non è evitabile, né parabile, né incassabile. Per queste incredibili peculiarità, ogni biddaio può utilizzarla solamente tre volte nella vita. Dopodiché, si scarica.

La testata sarda è inoltre l'unica cosa conosciuta in grado di fermare un calcio rotante di Chuck Norris. Ma, per lo stupore, chi l'ha sferrata implode lo stesso. Se due Sardi si colpissero a vicenda con una testata sarda, l'incontenibile potenza del colpo (che ammonta a tre volte quello delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki messe assieme) genera un paradosso: le due testate si annullano a vicenda e i due ne escono incolumi, ma si apre uno spaccato dimensionale nella trama della realtà, trasportando la materia in un altro piano di esistenza dove tutto è fatto di lana caprina di prima qualità.

Curiosità : una sorta di testata sarda è stata utilizzata da Zinedine Zidane su Marco Materazzi durante la finale dei Mondiali di calcio Germania 2006. Se fosse stato un puro sardo avrebbe fatto implodere lo stadio. Peraltro, il padre di Marco Materazzi è nato ad Arborea, fascistissima bidda già nota col nome di "Mussolinia di Sardegna", questo spiega come mai Materazzi ne sia uscito relativamente incolume.

Documenti esterni

La mentalità del sedicente biddaio è incapace di sviluppare una qualsiasi autocritica e/o senso dell'umorismo. Questo stesso articolo che state leggendo è stato oggetto di grande offesa per essi. Riportiamo qui di seguito alcuni esempi. Nel loro pensiero, per esempio, il concetto di libertà di parola si riassume in "tu dici quello che io voglio sentirmi dire".

« la liberta di ognuno finisce dove inizia quella di chiunque altro, e penso che parecchia gente si sia sentita offesa da una serie così ben organizzata di isulti... »
(Oristanese offeso convinto che questa pagina sia una "una serie ben organizzata di isulti", CVD)

Vi sono anche esempi che dimostrano come nemmeno essi siano immuni alla sindrome dei sentimenti offesi.


« Mi sento veramente offeso da ciò che ho letto.......più che da ridere mi viene da piangere..... Bisogna solo compatire certi microcefali che hanno il coraggio di scrivere simili idiozie. »
(Altro oristanese su questa pagina qua)

Alcuni tentano timidamente di formulare un'improbabile diagnosi dello scrittore, che tra l'altro è sardo.


« caso degenerante di post-italianizzazione associato a un elevato grado di demenza »
(Biddaio residente a Varese e quindi impuro)

I meno ipocriti arrivano addirittura a proporre una soluzione più diretta.


« a calincunu ddu serbit a ndi ddu segai sa limba a leppa (traducibile in "a qualcuno serve una bella tagliata di lingua col coltello", N.d.R.) »
(Biddaio residente in Irlanda dimostra la propria propensione al dialogo.)

Essi possono essere tuttavia zittiti dalla Malefica.

« Il termine biddaio indica un soggetto proveniente da ambiente agropastorale dotato di scarsa cultura ma di elevata furbizia, prontezza di spirito e attitudine alle relazioni interpersonali. »
(Wikipedia sul termine biddaio. Nulla da obiettare?)

Documenti fotografici

Curiosità

  • Un biddaio non lascerà mai il proprio paese d'origine, pena essere radiato dalla confraternita.
  • L'uomo del monte non è biddaio.
  • Nikolai Valuev probabilmente sì.
  • I biddai risultano letali alla gente come te.
  • L'autore di questo articolo verrà al più presto rapito e sbudellato ad arte dall'Anonima Sequestri.
  • I biddai al di sopra dei 30 anni di età parlano solo ed esclusivamente dialetto sardo. Qualunque frase pronunciata in una qualsiasi altra lingua verrà scambiata per un insulto e la persona che l'ha pronunciata verrà punita con una testata.

Note

  1. ^ Il calore raggiunto all'interno di tali calzature provoca disastrosi cambiamenti climatici nell'isola.
  2. ^ Impara a salutare come un vero biddaio! Mani alla cintura con fare duro, gambe larghe e semiflesse, petto (villoso) all'infuori più del necessario e mento all'insù. Una volta stabilizzata la posizione emmettere un gutturale "Oeh.". Questa tecnica può salvarvi la vita nel caso di un incontro ravvicinato. Attenzione: i più esperti non si lasceranno ingannare e rispondarenno con la formula «Oeh ses tue», distruttiva per i non sardegnesi.
  3. ^ Il "gioco" è ossessivo e prevalentemente inutile, tuttavia sembra divertirne i cuccioli. Un esempio
  4. ^ Esempio di ballo sardo combinato con musica auz. Osservare
  5. ^ Nota bene: se si appartiene alla categoria dei capelloni, dei marci, degli autolesionisti, dei balbuzienti o comunque hai un aspetto non consono agli ideali biddai, qualunque mossa è inutile, siete spacciati. Il massimo a cui possiate aspirare è non soffrire troppo. Caso strano, i truzzi non sono soggetti a particolare avversione da parte dei biddai perché, purtroppo, le nuove leve si stanno facendo inquinare.
  6. ^ Non è un bene.
  7. ^ Spesso non aspetta nemmeno che risponda.
  8. ^ Ovviamente di terra, gli antipasti di mare sono da ozzastrini.
  9. ^ Più leggeri di un missile intercontinentale ma meno di un carro armato Ariete.
  10. ^ Il cosìdetto casu marzu, il formaggio coi vermi, che viene servito ai turisti come grande prelibatezza quando è in realtà una tortura da caserma.
  11. ^ Durante la quale perirono in cinque.
  12. ^ Non farti ingannare. BR sta per Barbagia Rossa.
  13. ^ Chiamata affettuosamente apixedda
  14. ^ Che poi è lo stesso
  15. ^ E sopravvivere a tutto questo, tra parentesi.

Voci correlate



Questa voce non lo sapevi che era una voce che la sapevi che potrebbe non essere una delle voci più tapioca posterdata dalla comunità?
È stata bitumata come tale in questo preciso momento come fosse 16 novembre 2008 sblindando al 45.5% di malavergole (su 22).
Efeubicamente sono ben accette supercazzole e scappellamenti che sfrantino ulteriormente 'sta cagata di pagina.

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