Diego Ribas da Cunha

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Diego prima di scoprire che il suo ruolo non è quello del portiere.
« Siete stanchi dei soliti giocatori troppo belli? Ecco a voi Diego! Basso, grasso, barbuto, brutto come un topo! Vi farà sentire il più bono del mondo! »
(Jean Claude Blanc durante la presentazione di Diego)
« Un fenomeno all'Olimpico! »
(Maurizio Compagnoni commenta gli unici 2 gol di MaraDiegu durante AEsseRoma-Rubentus 1-3)

Diego Pippas da Scarzunha conosciuto come Diego Ribes da Prunha è un calciatore che gioca nel ruolo di mina vagante nell' Wolfsburg, nonchè un potentissimo lassativo al sapore di frutta.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Diego Ribas da Cunha

Biografia

Diego nasce in una favela di Florianopolis[1] da padre uomo di Neandertal e madre cagna randagia.

Già da piccolo si distingueva per la sua passione nel palleggiare con tutto il palleggiabile e nel mostrare a tutti quanto basso fosse il suo baricentro.
Un giorno viene notato da un osservatore del Santos mentre palleggia con un AK-47 (tipico giocattolo dei bambini della favela) che decide di ingaggiarlo pensando di aver scoperto il nuovo Pelè.
Peccato che l'osservatore in questione fosse lo stesso che, sotto effetto di amfetamine, individuò in Juliana Moreira la nuova Sofia Loren.

Carriera

Brasile

Diego inizia a giocare nel Santos, dove incontrerà le due cose che gli cambieranno la vita: il pallone, mai visto dal vivo prima d'ora, e Robinho, che lo condurrà nel fantastico mondo dei viados.

Nella squadra che fu di Pelè, Diego vincerà il prestigiosissimo campionato brasiliano, che vede come migliori giocatori fuoriclasse del calibro di Marcelinho Paraiba e Wellington, e l'ambito titolo di capoputtaniere, a pari merito con Robinho.

Porto

In seguito si trasferisce in Europa. Per non avere problemi con la lingua sceglie di giocare nel Porto, in Portogallo.[2]
Mai scelta fu più sbagliata: dato che i portoghesi considerano i brasiliani con la stessa simpatia con cui Bossi considera i rumeni, il povero Diego fu emarginato da tutti e costretto a emigrare in Germania al Werder Brema, squadra di dubbia provenienza.

Werder Brema

Qui il simpatico topo brasiliano fa faville in campo e scintille contro il guardrail quando guida ubriaco.
Le sue giocate portano il Werder a vincere... beh... qualcosa... Ah sì: una Coppa di Germania[3] e un secondo posto in Coppa Uefa...
In quella maledetta finale, giocata in Ucraina, lo squalificato Diego raggiunse livelli mai visti di sghignazzamento in tribuna mentre la sua squadra, impegnata a capire dove diavolo fosse capitata, prendeva botte su botte dall'FC Rifugiati Brasiliani.

Juventus

In seguito suo padre, temendo che il figlio seguendo la rotta verso nord-ovest sarebbe finito per giocare nel campionato lettone, lo convince ad accettare le avancés della Juventus.
Qui si mette in mostra alla seconda giornata contro la Squadra dei Morti, simpaticamente soprannominata "inventiamoci qualcosa per far cacciare Spalletti", o altrimenti Roma; beffando difensori del calibro di Cassetti e Mexes.

Dopo aver l'illuso i tifosi bianconeri di aver trovato il nuovo Zidane, inizia per Diego un periodo buio[4], intervallato ogni tanto da bestemmie contro l'arbitro ed incartamenti sul pallone e rischiarato solo dall'amore omosessuale per il compagno Felipe Melo.
Attualmente si ritiene che viva in un ristorante giapponese con il suddetto Felipe Melo.

Caratteristiche tecniche

I due inseparabili amici, mano nella mano, uniti per un solo obiettivo: far retrocedere la Juve.

Le caratteristiche tecniche di Diego sono notevolmente cambiate da quando giocava in Germania. Prima, approfittando della broccaggine dei difensori bosniaco-montenegrini che solo la Bundesliga può vantare, Diego riusciva ad emulare le giocate del miglior Pelè, quello che diceva: «Date a me questa cazzo di palla che faccio tutto io».

Ora in Italia fa un po' la stessa cosa con l'unica differenza che dribbla, o almeno ci prova, gli avversari orizzontalmente, da fascia a fascia per poi perdere rigorosamente il pallone.
Gli Scienziati giapponesi hanno svelato il perché di questo mistero: in Germania gli stadi sono costruiti con un allineamento est-ovest, quindi Diego aveva capito che, seguendo o andando nella direzione opposta al sole[5], sarebbe arrivato ad una delle due porte. Se sbagliava e si faceva un autogol, facile, voleva dire che la porta giusta era quell'altra, anche se poi quando si cambiava campo all'intervallo erano cazzi.

In Italia invece gli stadi sono costruiti con un orientamento nord-sud, solo che Diego continua a seguire le vecchie coordinate, correndo perciò in orizzontale rispetto al campo.
Si sta pensando infatti di affiancargli il capitano Cook per spiegargli i segreti dei punti cardinali.
Per altre abilità non troppo tecniche si consiglia di seguirlo al sushi bar o spiarlo mentre fa la doccia con Felipe Melo: quei due escono sempre per ultimi dagli spogliatoi!

Note

  1. ^ Purtroppo questa città esiste veramente
  2. ^ Per fortuna non è andato a Portobello...
  3. ^ Non ridete!
  4. ^ Mai finito, a dire il vero...
  5. ^ Sì, proprio come gli uomini primitivi