Carlos Valderrama

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Valderrama prima della potatura.
« Vivo sempre insieme ai miei capelli »
(Niccolò Fabi canta un testo scritto per lui da Valderrama.)
« Capelli, capeeelli! Sono andati via... e non torneranno mai! »
(Un giocatore appena dribblato da Valderrama.)


Carlos Alberto Valderrama Palacio (Santa Marta, 2 settembre 1961), detto più semplicemente "Valderrama" o anche "baobab" o "Pibe", più raramente "Pube", è la dimostrazione vivente dei grandi risultati che si possono ottenere insegnando il gioco del calcio ad un cespuglio.
All'inizio degli anni '90 divenne famoso in tutto il mondo con la maglia della nazionale colombiana, in quanto faceva pendant con la sua criniera.
Inoltre si fece notare in campo per le sue doti tecniche, per i continui movimenti e passaggi e perché, onestamente, è difficile non vedere un'enorme macchia gialla di 185cm, di cui 170 di capelli e 15 di scarpini.

Ciclo vitale e fotosintesi

Il seme

Figlio di un professore di matematica e calciatore professionista (noto per le geometrie che creava in campo), vive la sua infanzia assieme ad altri 10 fratelli[1] e al cugino Didì (ma mica quello che giocava con Pelé, eh) per meglio abituarsi al suo futuro da calciatore e ai ritiri della Nazionale. Vivere in una bidonville con una famiglia numerosa lo temprò e gli fece superare il più grande dramma della sua vita: 6 anni di calcio sudamericano da professionista. La rabbia e le sofferenze provate in questo periodo esploderanno di colpo dando luogo ad una trasformazione che darà quel caratteristico color giallo limone ai suoi capelli che lo accompagnerà per tutta la vita.

La sua chioma può fungere da ottimo set per un film d'amore.

Germogliatura

Fece il suo debutto nel lontano 1981 con l'Unión Magdalena Sanctissima Incoronada Ajutaci Tu, allorquando l'allenatore capì che quello che credeva un salice nano durante il periodo autunnale faceva effettivamente parte della rosa.
L'annata fu però piuttosto avara di risultati: Valderrama collezionò 15 presenze e 7 potature. L'anno successivo fu pure peggio: la società assunse un nuovo giardiniere che, durante la rifinitura, lo rincorreva di continuo pervaso da un'innato furore omicida, mentre il tecnico sosteneva che fosse un ottimo allenamento; ma il carico era troppo elevato per el Pibe, che arrivava spompato ad ogni incontro. Fu però grazie a queste fughe che sviluppò la sua grande abilità nel dribbling, che lo avrebbe reso famoso in tutto il mondo.
Dopo il terzo anno infruttuoso nel club di Santa Marta, la sua corteccia venne acquistata dal Milionarios; purtroppo il clima rigido della capitale ne compromise la fioritura ed il club si vide costretto a cederlo a primi stronzi che passavano di lì, nome alternativo del Depotivo Cali da los Mil Brazos (da cui sono usciti i migliori portieri colombiani).

Il talento sboccia

Reduce dall'infelice esperienza nella società della capitale, Valderrama riuscì a dare una svolta dopo 200m alla sua carriera con il Deportivo, squadra su cui piantò le radici della sua futura fortuna. Qui trovò tanta gente disposta a dargli da bere e rispettosa delle sue doppie punte. Tra questi l'allenatore, Vladimir Popović, che lo schierò spesso affianco a Bernardo Redín, che tatticamente era la sua copia, per non dover tenere a mente più di uno schema.
Fu qui che si manifestò il suo talento come regista di centrocampo e assist-man, che si rivelarono fondamentali per i risultati della squadra, che quasi vinse il campionato, superata solo dall'América de Cali con Meno Brazos de l'Otros, che comprò lo scudetto con un giro impressionante di cocaina falsa.[2]
Dopo un'impressionante serie di secondi posti dietro l'América il Deportivo realizzò di non possedere le adeguate conoscenze nel mondo locale del narcotraffico e nel 1988 si vide costretto a comprare un gommone per permettere l'approdo al Montpellier della sua stella.

Il trapianto in Europa

Quando arrivò in Europa Valderrama aveva già una notevole esperienza in campo internazionale come elemento del paesaggio durante i ritiri della nazionale colombiana. Per questo il Deportivo riuscì a venderlo in modo truffaldino al presidente del Montpellier, che in realtà cercava una residenza in Sud America.
I giornali inglesi, ancora leggermente risentiti per la Guerra dei Cent'anni, scrissero beffardi che il club francese si era assicurato un campione. Forse in realtà gli albioni sapevano qualcosa, poiché il talento colombiano arrivò in Francia disidratato e con la chioma spoglia.
L'eminente esperto di calcio Laurent Blanc prima lo derise e poi scrisse dei suoi problemi in squadra per via di un vizio squisitamente europeo: la tattica.
Dopo l'ennesima annata infruttuosa e a causa della necessaria rizollatura del terreno i francesi dovettero cederlo al Real Valladolid, sicuri che il terreno spagnolo fosse il più adatto per la sua coltura.
Lì ritrova due compagni di nazionale e l'ex CT, ed è su queste basi che fonderà la grande Colombia protagonista del Mondiale del '90.

Valderrama si esibisce nella sua specialità: il dribbling senza un braccio.

Rinvaso in Colombia

Venne estradato in Colombia con un volo speciale, compreso di servizio di coiffeur all'aeroporto.
Tornato nel campionato casalingo vide che la situazione era peggiorata, dacché l'América aveva assunto il pieno controllo del maggiore cartello del narcotraffico, garantendosi i successivi 15 campionati. O almeno così credevano. Nel '93 Valderrama si rivelò effettivamente utile e l'Atlético Junior sfruttò la provvidenziale overdose della classe arbitrale colombiana per aggiudicarsi il titolo, segnando anche con le mani.
Nel '94 si sarebbero tenuti i Mondiali negli Stati Uniti; Valderrama, col cuore gonfio di speranze, atterrò nella terra delle opportunità, ma si vide costretto a lavorare come aiuto cuoco in un McDonald di Santa Fé. A causa di questo spiacevole inconveniente la Colombia non riuscì a superare i gironi e el Pibe fu incolpato del fallimento. Deluso da questa esperienza decise di emigrare negli U.S.A. per cambiarli dall'interno.

Stati Uniti: l'autunno e la potatura definitiva

La federazione statunitense voleva dimostrare che non è vero che fondamentalmente agli americani non interessa il calcio: per questo fece rapire dalla CIA i migliori calciatori del mondo per poi smistarli con gran criterio nelle varie squadre del campionato. Valderrama finì dunque al Tampa Bay Mutiny, sponsorizzato da una nota marca di assorbenti.
Nonostante i 93 anni lordi sul groppone il colombiano giocò una stagione straordinaria, anche perché la federazione, malandrinamente, aveva chiamato lo sport football, confondendo gli statunitensi che non capivano cosa si fischiasse l'arbitro quando prendevano la palla con le mani.
Furono anni straordinari per el Pibe che fece vedere ai stelle e strisce che il calcio è uno sport che si gioca con i piedi.
L'esperienza in Florida si concluse durante il Mardi gras del 1999, dopo una ciucca colossale che lo portò a mostrare il seno al presidente Clinton[3]. Per sfuggire all'onta decise di trasferirsi in uno stato in cui i media non esistevano e, nonostante l'Alabama lo chiamasse a gran voce, alla fine optò per il Colorado, l'unico posto degli Stati Uniti dove anche un quarantenne può servire a qualcosa.

Statua di Valderrama a Santa Marta. I capelli sono fatti con la foglia d'oro, prodotta dalla chioma dello stesso Valderrama.

Purtroppo quel quarantenne non era Valderrama, che non riuscì più a raccogliere un pallone e a fare il più semplice passaggio. Decise così di ritirarsi nel 2002, andando a vivere in un vivaio di Bogotá.
Nonostante il ritiro non volle smettere di arricchire la sua collezione figure di merda: accusò un innocente arbitro di essere Byron Moreno, finendo squalificato per 10 giornate dalla prossima reincarnazione. Nel 2008 ha ricevuto una laurea honoris causa in capelli dall'Università di Barbarigo del Mugello.
Da allora non si hanno sue notizie.

La grande Colombia: esistono altre piante

All'inizio degli anni '90 il mondo scoprì improvvisamente l'elevato tasso tecnico della nazionale colombiana. Ciò era dovuto all'utilizzo del loro prodotto tipico, esportato in tutto il mondo, e grazie anche ai controlli antidoping che erano quello che erano (per colpa anche del dott. Nandrolone che verso gli anni 2000 fu coinvolto in numerosi scandali di malasanità e, chi lo avrebbe mai detto, doping).
Fu così che venne alla luce il talento del centrocampista colombiano, capace di dispensare palloni a destra e a manca e saltare 30 difese di seguito piroettando come Carla Fracci. Dai suoi piedi sono nati gli spunti per gli unici gol che quella nazionale ha mai visto e vedrà mai.
Grazie a ciò la Colombia ottenne risultati impressionanti: ottavi di finale a Italia '90 ed eliminazione ai gironi a U.S.A. '94. E così Valderrama divenne la terza cosa più nota della Colombia, dopo la cocaina e l'ombelico della Carrà di Shakira.

Caratteristiche fitofarmaceutiche

"Fffffffffon!"

Nonostante le enormi radici Valderrama ha sempre dimostrato una grande mobilità in campo. Sembra che nel 1983 si fosse fatto impiantare delle molle negli arti inferiori per riuscire a saltare meglio gli avversari, fatto poi smentito dallo stesso colombiano: in realtà erano elastici.
A ciò si aggiunga la visione di gioco tipica del classico giocatore di PES, con tanto di radar, e dei piedi calibrati al millimetro, dai quali scaturivano assist fenomenali. Sfortunatamente chi li raccoglieva non era altrettanto fenomenale e spesso i tiri finivano leggermente fuori.
Infine grazie alla propria chioma riusciva a crearsi spazio in campo, in quanto gli avversari si allontanavano per evitare di essere colpiti dalle fronde.
Dopo il ritiro dimostrò una grande capacità dialettica, riuscendo ad eguagliare il numero di sparate fatte da Blatter e Platini in 20 anni in soli 5 mesi.
Ora tramanda questi talenti ai giovani arbusti colombiani, nella speranza che un giorno fiorisca un altro Valderrama.

Note

  1. ^ Da cui ha preso i capelli, lasciandoli completamente calvi.
  2. ^ In realtà era forfora prelevata di nascosto allo stesso Valderrama durante una precedente sfida.
  3. ^ che stava per assegnarli il ministero della difesa, prima del provvidenziale intervento della moglie Hillary

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