Cesare Prandelli

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PEP GUARDIOLA CESARE PRANDELLI


sulla panchina della nazionale italiana di calcio

Un tifoso esulta alla nomina di Prandelli a CT della nazionale.
« Succedere a Lippi è una grossa responsabilità: sarò mai in grado di eguagliare la sua simpatia e la sua modestia? »
(Prandelli nella conferenza stampa di presentazione)

Cesare Prandelli è, con l'esultanza irrefrenabile di tutti i tifosi, il nuovo Commissario Tecnico della nazionale di calcio italiana.
Caroselli festanti si sono svolti in tutte le città d'Italia quando la notizia è diventata ufficiale: finalmente uno di noi, uno che di calcio non ci capisce un cazzo come noi, è arrivato alla guida della nazionale.

Carriere da calciatore

Nato a Orzinuovi nel 1957, Cesare passa l'infanzia a spiegare che Orzinuovi è davvero la città in cui è nato e non se l'è inventata così su due piedi.
Un prodigioso talent-scout della Cremonese lo nota in un campetto di periferia durante una partita tra bambini di dieci anni e rimane sublimato dalla velocità e la forza fisica che il ragazzo sprigiona; gli avversari non riescono a contenerlo e, alla fine di quella partitella, Cesare ha nel carniere una tripletta: niente male per uno che non ha ancora compiuto venticinque anni.
La Cremonese milita a quel tempo in serie B, ma grazie a Prandelli riesce ad andare in serie C già al primo anno.

« Una pippa del genere da queste parti non si era mai vista. »
(Un tifoso che ancora non sapeva si sarebbe dovuto sorbire anche Ciccio Colonnese)

Additato come uno dei maggiori responsabili della retrocessione, viene relegato in panchina dove passa tre anni di fila ambientandosi abbondantemente per la professione futura. Sono tre anni durissimi nei quali Cesare deve far finta di gioire alle vittorie[1] della Cremonese e fingere tristezza ad ogni sconfitta. Ha comunque l'opportunità di seguire da vicino il lavoro dell'allenatore e diventare un esperto di sudoku.
Ceduto all'Atalanta in cambio di una cassetta da ventiquattro bottigliette di spray antidolorifici, Prandelli ritorna finalmente titolare. Dell'American Express.
Riesce comunque[2] a fare qualche apparizione sul campo e addirittura a segnare un gol che gli vale la chiamata della Juventus impegnata, in quel momento, a costruire una squadra fatta interamente di bidoni. Prandelli si trova quindi proiettato nell'elite del calcio[citazione necessaria] in compagnia di campioni del calibro di Marocchino, Tavola e Penzo.
Grazie alla campagna acquisti poco dispendiosa, la Juventus può impegnare le sue risorse economiche esclusivamente alla corruzione degli arbitri cosicché anche Prandelli si trova cuciti tre scudetti sul petto, una Coppa Italia sulla coscia e una Coppa dei Campioni su per il culo.
Visto il suo contributo nelle vittorie bianconere e visto l'acquisto di Platini che non sopporta il dualismo con Prandelli, Cesare viene rispedito all'Atalanta che lo accoglie come il figliol prodigo: sacrificando il vitello grasso, nella fattispecie l'allenatore Mondonico.
Dato che l'andazzo per Prandelli è sempre quello, panchina a tutto spiano, e l'età[3] è più quella di un pensionato che quella di un calciatore, gli viene proposto il ruolo di allenatore che Cesare accetta con entusiasmo. Lo stesso entusiasmo mostrato da Maria Antonietta sulle scale del patibolo.

Carriera da allenatore

Tipica reazione alla vista di una partita di una squadra allenata da Prandelli.

Quattro stagioni all'Atalanta, estate, autunno, primavera e inverno, e già i grossi club fanno a botte per accaparrarselo.
Indeciso tra il Real Madrid e il Manchester United che se lo contendono a suon di miliardi, Prandelli sceglie infine la Solbiatese che gli offre i biglietti del treno Orzinuovi - Solbiate a prezzi ridotti. Una scelta controcorrente ma azzeccata perché in sole tredici stagioni, riesce a portare la squadra dalla Prima Categoria alla Promozione regionale, esprimendo un calcio sempre molto divertente, sopratutto per i tifosi avversari che si sganasciano già appena vedono la sua ridicola capigliatura da ragazzino anni Settanta.
La fortuna è comunque dietro l'angolo e si manifesta quando, dopo una lunga malattia, gli muore la moglie.
A seguito di questo shock, Prandelli si ritira dal calcio per la gioia dei tifosi romanisti che rischiavano di trovarselo sulla panchina ma, dopo due giorni di lutto strettissimo, cambia idea. Purtroppo nel frattempo la panchina della Roma è già stata occupata da un asciugamano e per lui non c'è più posto.
Si trasferisce quindi al Parma di Callisto Tanzi che, per pagargli l'ingaggio pari a sei chili di pastiglie Valda, imbastisce una truffa di millemila miliardi di lire a danno degli azionisti della Parmalat, che gli frutta una sostanziosa cresta e quattrocento anni di galera pagabili in comode rate.
Fallito il Parma, Prandelli si iscrive alle liste di collocamento e, tempo sei mesi, viene assunto dalla Fiorentina nel ruolo di soffione della doccia nello spogliatoio della squadra ospite. Un lavoro come un altro per sbarcare il lunario, che però Prandelli sfrutta a suo vantaggio carpendo i segreti degli allenatori avversari della Fiorentina. Quando, dopo l'epidemia di peste bubbonica che colpisce Firenze, Diego della Valle si trova senza uno zerbino che voglia venire in città, Prandelli gli si offre gratis impegnandosi a continuare la sua attività di soffione da doccia.
È un'occasione unica che Cesare non si fa scappare: vittoria dello scudetto già il primo anno, bis in campionato e Champions League l'anno successivo. Poi si sveglia e si accorge di essere stato esonerato dopo la sconfitta in casa nel derby contro il Poggibonsi.

CT della nazionale

Un chiromante su dieci prevede un piccone nel futuro di Prandelli. Alcuni lo vedono contadino, altri col piccone conficcato in testa.
Con un curriculum del genere, era impossibile non essere notato dalla FIGC in cerca del sostituto del pluridecorato Lippi dimissionario per carenza di stimoli[4]. Nominato Commissario Tecnico a furor di popolo[l'ha detto mio cugino], dopo un testa a testa con il capitano Efrain Calzelunghe, Prandelli ha già le idee chiare per il futuro, e progetta una rottura netta rispetto alla gestione precedente.
In attacco, spazio a Cassano, Balotelli e Lucas Taylor se verrà estradato, per completare un tridente fatto di delinquenti. A centrocampo Ledesma, Cambiasso, Thiago Motta e Xavi, se riusciranno ad avere il passaporto italiano. In difesa Zambrotta. In porta nessuno.
Una squadra finalmente votata all'attacco, spettacolare come un'esplosione di bengala tra i denti di tua nonna.
Lo stesso Sir Alex Ferguson, interrogato sul progetto-Prandelli, si è complimentato con una criptica espressione inglese:
« WTF? »

Intanto è già partita l'operazione simpatia per riavvicinare i tifosi a una squadra che da qualche anno stava sul papero a tutti. La prima mossa in questo senso è stata quella di mettere Prandelli dietro un muro con la sola faccia che sbuca da un'apposita apertura e verso la quale i tifosi possono tirare delle gustose torte o schifose merde.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Informato dai giornalisti che Prandelli l'aveva convocato, Balotelli ha risposto
« Ghi mi ha gonvogato? »
  • Lippi si è detto fiducioso per il futuro della nazionale e ha augurato a Prandelli di superarlo nelle vittorie. Mentre lo diceva, con una mano faceva le corna e con l'altra si grattava i coglioni.


Voci correlate

Note

  1. ^ Peraltro rare.
  2. ^ ...e inspiegabilmente.
  3. ^ Per non parlare del fisico.
  4. ^ Farsi una purga no?


Questo gioco del ca...lcio
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