Mokele Mbembe

Da Nonciclopedia, cioè, 'sti cazzi.
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Diverse tribù concordano sulle caratteristiche del Mokele Mbembe, quindi è logico pensare che l'animale possa esis si siano fumati la stessa erbetta.

Il Mokele Mbembe (in lingua lingala[eh?] "colui che ostacola il corso dei fiumi rompendo le palle durante le gare di canottaggio"), anche detto N'Yamala ("delfino curioso"), è una creatura la cui esistenza non è stata finora dimostrata, ma ha già rotto le palle abbastanza. Secondo quanto affermano alcuni indigeni del Congo, vivrebbe a nord-sud-ovest-est di Brazzaville, nella regione di Likouala al confine col Gabon, in una vasta palude desertica di scarsanta chilometri quadrati. La sua prima descrizione fu data da un missionario francese, l'abate Jean Proyar de Bricofer, che lo descrisse come un ibrido tra un elefante e un cassonetto, con un collo di giraffa e una lunghissima coda da serpente, alto quasi due pertiche[1] e lungo circa tre. Un essere imponente e minaccioso, facile alla rissa e agli scatti d'ira improvvisi, un mostro su cui fondare un alone di intrigante mistero. Tutto ciò si riduce chiaramente ad un ridicolo tentativo di sfruttare commercialmente la stessa idea avuta in Scozia col mostro di Loch Ness. Nei mercatini di Madingou e Djambala si possono trovare molti gadget ispirati al bestio, alcuni di dubbia utilità (come il pelapatate "Magic Mbembe" a grandezza naturale) e altri di cattivo gusto (come il "Baby Mokele", un pupazzo che opportunamente caricato con latte vaccino, lo vomita in bocca al neonato strizzandogli la coda).

« Kanac mbuti n'Yamala zehu mtepo ni!
Porca troia, uno n'Yamala m'ha fregato la vacca! »
(I pigmei Baka lo usano spesso come capro espiatorio.)
« Yakume duhar Mokele Mbembe tikeh pas n'tapho!
Me tapino, il Mokele Mbembe ha affogato mia moglie! »
(I pigmei Bakoya sono notoriamente dei gran paraculi.)

Ipotesi

Secondo lo studioso elvetico Rolf Fässler, massimo esperto mondiale di dinosauri nazisti, il Mokele Mbembe non è altri che Dino dei Flintstones.

Secondo le testimonianze finora riportate, la descrizione farebbe pensare ad un dinosauro tipo Apatosaurus (uno dei più pigri della sua specie), ma anche ad un Camarasaurus (che era costretto a coabitare con altri sauri, con bagno e cucina in comune). Ovviamente, la possibilità che possa trattarsi di un dinosauro ancora a zonzo è decisamente remota, è più facile supporre che i pigmei (a dispetto delle esigue misure) siano un branco di colossali cazzari.
Alcuni studiosi affermano però che potrebbe trattarsi di una specie sconosciuta di varano acquatico, simile al drago di Komodo. La teoria è affascinante e ne spiegherebbe decisamente la presenza, però gli studiosi in questione sono gli stessi che hanno giurato di aver fatto una partita a calcetto in Tibet con una squadra di Yeti, e di averli battuti 6-2. Quindi saremmo tendenzialmente portati a diffidare di costoro.
Gli zoologi propendono per una tartaruga della famiglia dei Trionichidi, notoriamente dotate di collo lungo, testa piccola, carnivore e molto aggressive. Uno di loro, il bosniaco Zvjezdan Bitakcisotkic, ha fatto vedere una foto di una Trionice africana a Pamphile Musampa (capo tribù Bassimbika) che dapprima ha scosso la testa, e poi gli ha sputato in un occhio, soprattutto per il suo nome impronunciabile.

« Non possiamo affermare che un animale non esiste solo perché non abbiamo prove del fatto che esiste, sarebbe come dire che Dio esiste perché non abbiamo prove che non esiste. Per semplificare: l'esistenza non è condizionata alla non esistenza, la prova si può provare a renderla probatoria, ma provate a provarla una seconda volta! Scusate, avete una minima idea di cosa stavamo parlando? »

Prove

Secondo il prestigioso quotidiano The Elfwood Times, venduto esclusivamente nella Terra di Mezzo, l'impronta ritrovata nel 1981 spazza via qualsiasi dubbio. La fotografia ritrae una grande orma a tre dita e questo restringe la scelta alle seguenti possibilità:

Prove inconfut abbastanza cert della sua esistenza.
  1. Godzilla, ma forse l'impronta è troppo piccola;
  2. un eterocefalo glabro, ma forse è troppo grande;
  3. un bradipo, ma forse era in Brasile;
  4. un Mokele Mbembe;
  5. il pokémon Tropius, che è comunque un Mokele Mbembe con le ali (fatte di foglie di banano);
  6. uno scherzo del cazzo.

Inoltre, nel 1992, Rory Nugent (uno dei più famosi esploratori del suo condominio) avrebbe scattato delle fotografie alla bestia presso il lago Tele nel Congo. Dall'immagine si vede chiaramente[citazione necessaria] qualcosa che lascia una scia in acqua. Lo scrupoloso Rory, in un eccesso di zelo, ha telefonato a Bud Spencer per essere sicuro che non stesse girando un remake di Io sto con gli ippopotami. Rassicurato dalla risposta, ha dato per certo che fosse il Mokele Mbembe.

Spedizioni storiche

Il barone Ludwig Freiherr von Stein zu Lausnitz, grande esploratore crucco, accetta guardingo un caffè da un negro, tenendo pronto nelle vicinanze il frustino.
  • Nel 1913, la Germania inviò il barone Ludwig Freiherr von Stein zu Lausnitz in Africa, alla scoperta di nuove ricchezze per l'Impero di Krukkia. Al suo ritorno, il dettagliato rapporto che consegnò parlava invece di una grossa bestia, che si nutriva di vegetali con grossi fiori bianchi, di un frutto simile ad una mela cotogna e di una liana lattiginosa. Otto Von Bismarck aspettava ben altro e, approfittando dello scoppio della prima guerra mondiale, spedì von Stein in Somalia e lo fece trovare legato nella piazza centrale di Mogadiscio, con un cartello al collo con su scritto: "Brutti negracci di merda e pure froci".
  • Nel 1938, il dottor Leo Von Boxberger (altro grande studioso di pene d'ebano) affermò di aver avuto per le mani la prova certa dell'esistenza dell'animale, ma di averla persa dopo che la sua flotta fu attaccata nella Guinea Spagnola da un gruppo di Pangwe, a bordo di tre canoe di giunco in assetto da combattimento. Oltre ai preziosi documenti, andarono distrutte le corazzate Allgöwer e Lützow, fu seriamente danneggiata la SMS Radetzky, andarono affondati l'incrociatore Beckenbauer e la torpediniera Baßler.
  • Nel 1976, James H. Powell, un erpetologo americano, si recò nell'interno della regione di Ndovè a studiare gli animali del posto. Allo stregone di un piccolo villaggio mostrò immagini di vari animali; nel vedere quella di un Diplodocus, lo sciamano riconobbe il Mokele Mbembe chiamandolo N'Yamala, poi aggiunse che poteva accompagnarlo presso la sua tana. Giunti sulla soglia di una grotta, la sorpresa: ad attenderli c'erano tutti i maschi della tribù. Al grido di "bunga bunga" (e con un ossessivo ritmo di tam-tam) la notte trascorse gaia. L'episodio insegnò a Powell due cose: che in Africa le proboscidi non sono ad esclusivo appannaggio dei pachidermi, e che studiare il Mokele Mbembe crea un fastidioso arrossamento nella zona dove non batte mai il sole.

Note

  1. ^ Cinque metri buoni.

Voci correlate







Popoli mostruosi

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Specie protette

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Creature infernali

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