Balena-isola

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Balena-isola, capolavoro fiammingo di Pieter Bruegel il Vecchio, deposito attrezzi del Museo dell'Ouvre, Parigi.

La balena-isola, nota anche come Zaratan, è un leggendario mostro marino con la forma di un'enorme balena per molti, di una grossa tartaruga per altri, e di un gigantesco maritozzo per alcuni drogati in preda alla fame chimica. È chiamata anche aspidochelone, nome composto dalle parole greche aspis ("serpente"), che ("cazzo vuoi?!") e lone ("ranger spartano").
È caratterizzata da dimensioni tali che i marinai, navigando nelle sue vicinanze, possono scambiarla per un'isola e sbarcarvi sopra, per poi passare il resto dei loro giorni da qualche parte a zonzo nell'oceano, sempre che l'infido bestio non decida di inabissarsi.

Vasco da Gama : Prendo possesso di questa terra in nome di Monolete III, Re dello Spagnogallo.
João Losão (mozzo) : Capo, perché la nostra nave si allontana se l'abbiamo ancorata?

Secondo la leggenda rimane a lungo a fior d'acqua, tanto che il suo dorso può coprirsi di vegetazione, arrivando a sviluppare nel corso del tempo persino una foresta, due campi da golf e un villaggio turistico a cinque stelle superior.

Agenzia viaggi : Se vuole qualcosa di veramente esclusivo le propongo la Moby Island, sa nuotare vero?
Cliente : Perché me lo chiede?

Testimonianze storiche

Due antiche pergamene che testimoniano la sua esistenza.
A sinistra: Navigatio sancti Brendani, X secolo.
A destra: Grazie Signore per questo Tonno Insuperabile, manuale di cucina del XV secolo.

Il mito di un mostro marino grande come un'isola risale almeno alla mitologia norrena, la Saga di Örvar-Odds ne parla nel capitolo "Quando sei di vedetta smettila con l'idromele, che manca poco ci sbattiamo addosso", e lo cita successivamente nel capitolo "Sei proprio cecato! È grosso come il Kraken, come hai fatto a non vederlo?".
Plinio il Pensionato[1], nella sua Brutta Historia, racconta di un pesce gigante che chiama findus, finito per arenarsi nei pressi della villa al mare di Lucio Licinio Lucullo. L'insaziabile romano, dopo aver gridato ad un suo servo "Tito accendi l'olio", lo tramutò in una montagnetta di Fish & Crock alta come il Gianicolo.
Una balena-isola compare nei racconti di Sinbad il marinaio durante il suo primo viaggio, poi smise con gli acidi. All'incirca alla stessa epoca, ad opera del zoologo arabo Al-Jahiz, risale il primo riferimento a questo mostro in un trattato scientifico:

Nel 2003 fu segnalata la presenza di una balena-isola a largo di Ventotene. Era Giuliano Ferrara che faceva il morto a galla.
« Non ho mai incontrato nessuno che abbia visto lo Zaratan con i propri occhi, ma per due piastre d'argento qualcuno disposto a giurarlo su sua madre lo trovo di sicuro. »
(Al-Jahziz, Bestie inventate a bestia!, testo scient del XII secolo.)

Un altro avvistamento è narrato nella Navigatio sancti Brendani, diario di bordo di un abate benedettino irlandese che, poco prima di essere "rimosso dal suo incarico" dal Vaticano, affermò di aver visto la Madonna volare a bordo di una scopa mentre lanciava alla folla festante caramelle al rabarbaro. Ludovico Ariosto riutilizzò l'idea bella balena-isola nell'Orlando furioso, nell'episodio in cui il paladino finisce vittima di un raggiro della Crociat Travel, restando confinato in un isola in attesa del traghetto per le Maldive. Fortunatamente per lui l'isola era uno Zaratan che, mosso a pietà, lo scaricò sulle coste di Lampedusa assieme ad un discreto numero di musulmani (suoi acerrimi nemici) che gli rivolsero peccaminose attenzioni durante il viaggio:

« Ben ch'esser donna sia in tutte le bande danno e sciagura, quivi era pur grande. »
(Orlando furioso, Canto VIII, ottava LVIII, versi 7-8.)

Per questo motivo, il mite Orlando restò adirato per tutto il resto del poema, costringendo Ariosto a cambiare l'iniziale titolo Il serafico Orlando.
In tempi recenti, Jorge Luis Borges ha incluso il mostro nel suo Manuale di zoologia fantastica, libro che ha scalato rapidamente la classifica "Cosa leggere sotto l'ombrellone al posto dei racconti Harmony", piazzandosi al quarto posto tra Parole al vento (il libro di poesie di Flavia Vento[2]) e Mea culpa (il best seller[da verificare] di Fabrizio Corona).

Documenti fotografici

Essere una balena-isola ha i suoi svantaggi...
...soprattutto con certi fenomeni in circolazione.
Alfio Sciabica, detto il "Terrore dei 7 mari", mostra orgoglioso l'ultima balena-isola da lui pescata.

Note

  1. ^ già, ancora lui
  2. ^ è vero, lei non sa scrivere, però riesce ogni tanto a dettare

Voci correlate







Popoli mostruosi

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