Fenice

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(Rimpallato da Araba Fenice)
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L'Araba fenice è da sempre sostenitrice di Arcigay.
« Ma insomma, parlo arabo?! »
(Araba fenice quando i figli le disubbidiscono)
« Post festa rigurgito... BEURK! »
(Motto della Araba fenice)

La fenice, detta anche Araba fenice, Amatullah, ma non fenice Araba perché i pezzi non sono interscambiabili, è, contrariamente a quello che si possa credere, quell'uccellaccio del malaugurio che plana circolarmente sulle carogne di grossi animali per cibarsene. Anche gli avvoltoi lo fanno, ma loro girano in senso opposto, come lo sciacquone del cesso di due emisferi differenti. Questa analogia fa supporre un'origine comune, come le pulci e i cani, i gatti e l'erba gatta e il pistacchio e la stracciatella. Nasce quindi spontanea la domanda: è nata prima l'Araba fenice, l'avvoltoio o lo sciaquone?
Difficile stabilirlo, di certo vi è che la femmina che ha partorito lo sciaquone doveva avere un'apertura vaginale gigantesca.

Storia

Cenni di questa creatura leggendaria si trovano nella Bibbia, ove funge da diavolina per permettere agli ebrei in fuga di accendersi il fuoco ogni qual volta ne avessero avuto bisogno.
Venne Erodoto e provò per primo a spogliare quella creatura, cercando di carpirne i segreti. Ovviamente si beccò uno sganassone e una minaccia di denuncia per molestie, ma riuscì a fare un quadro schematico dell'esemplare:

« La fenice è un uccello col becco a forma di zoccolo di gnu e dalle tantissime piume d'oro, d'argento e di mirra. Mangia ogni 500 anni e poi muore, perché s'ingozza a tal punto che le scoppia lo stomaco. »

Giunse Ovidio e arricchì la descrizione di particolari:

Un'Araba fenice e una fenice araba. La proprietà commutativa è una gran stronzata. Un'Araba fenice e una fenice araba. La proprietà commutativa è una gran stronzata.
Un'Araba fenice e una fenice araba. La proprietà commutativa è una gran stronzata.
« La fenice è dotata di ali con cambio epicicloidale, è perciò in grado di passare dalla prima alla quarta e di raggiungere i 90 km/h in 5,8 secondi. Costruisce il nido sui tetti dei nidi, protetto da nidi di mitragliatrici, e si nutre solo di nidi di rondine. Quando muore lo fa esalando non l'ultimo respiro, ma l'ultimo dei Mohicani. Grazie a tutte le schifezze piene di conservanti che assume quando va in palestra si mantiene fresca fino al 21 giugno, che è San Lazzaro. Quel giorno particolare, se hai conoscenze altolocate, resuscitare è possibile. »

Capitò Tacito "Il Tamarro" e il racconto si infarcì di bestialità:

« Cioè, figa... la fenice c'ha tutta quella livrea che risplende ogni volta che la si vede sbattersi col proprio papi, lei solleva il suo cadavere fino al sole, lo puccia nella superfice di fuoco e se lo mangia come un pan di stelle. Poi l'uccellino diventa un uccellone e assume l'aspetto di Salvatore, che non so chi sia ma mi gioco un orecchio che è pugliese, che là si chiamano tutti Salvatore e Antonio. E dirà Non sono venuta qui per eliminare la legge, ma per ridicolizzarla: scemo chi legge! »

Infine arrivò Dante Alighieri e rovinò tutto:

« La fenice vien di notte con le scarpe tutte rotte... »

Il mito

Leggenda vuole che questo uccello dalle carni rosate sia in grado di risorgere da morte. Probabilmente l'ispiratrice del mito non era altro che una sterna o una comune anatra selvatica, vissuta millenni fa. Qualche rozzo pescatore dell'epoca, ignorante come la merda e incapace di guardare più in là del proprio naso, dopo averla vista sparire sott'acqua in cerca di cibo e poi riemergere dopo parecchi minuti, ha cominciato a elaborare fantasie mentali degne di Verne, concludendo che quell'uccello sapeva rinascere da morte. Potevano esserci millanta ipotesi più plausibili:

Alcune fenici, per far le esibizioniste, solgono risorgere in grande stile con una gran fiammata, tornando però così alla situazione di partenza e ritrovandosi a dover risorgere nuovamente. Si crea perciò un circolo vizioso.
  • La sterna era riemersa dietro rocce o detriti galleggianti, per inabissarsi nuovamente e poi riemergere pressappoco nel punto precedente;
  • La sterna era dotata di un banalissimo snorkel, di quelli da 4 soldi che si trovano anche nelle edicole in prossimità delle spiagge;
  • La sterna era riemersa subito, ma un micro-buco nero s'era interposto tra lei e il pescatore, assorbendo la sua luce e celandola alla sua vista;
  • La sterna si era immersa in acqua, ma poi era emersa dall'uscita posteriore;
  • La sterna si era immersa in acqua e, risalendo troppo velocemente, le è partito un embolo, con conseguente ictus e morte apparente per una quindicina di minuti.

Tutte queste ipotesi erano perfettamente accettabili da qualsiasi logica. Ma lui no, non ne volle sapere. Il pescatore s'intestardi che la sterna era nata e risorta, basta. E così nacque la leggenda.

La fenice nel mondo

La fenice è una delle bestiacce esotiche più conosciute del pianeta: ella è rappresentata nei graffiti preistorici del Madagascar e nei profili delle tombe egiziane, nel monte Monte Rushmore del Dakota e nei meme di internet. Ella ha toccato tutti i vertici del globo e ovunque ha lasciato un segno del suo passaggio. È infatti solita passeggiare sparpagliando in giro sacchetti di plastica con la sua firma impressa.

Cina

In Cina la fenice è la conservatrice degli antichi Testi Sacri e componente fissa dei quattro Re Kaioh assieme a:

In effetti parrebbe che i guardiani dell'universo siano cinque, ma la tigre, la più piccola e ultima arrivata, è considerata riserva in panchina e le viene appioppato dai colleghi arroganti tutto lo sporco lavoro.

India

Prima che diventasse la Simmenthal, era la fenice l'animale sacro del popolo Indù. Era una donna con il corpo tutto d'oro, tranne gli occhi di vetro, che provava un forte risentimento verso serpenti e draghi, che regolarmente uccideva per cibarsene. L'astio derivava da una vecchia lite durante una riunione di condominio che coinvolse Kadre, madre di tutti i serpenti, e sua mamma. Quest'ultima rimase mortalmente ferita da un televisore vagante lanciato da Kadre e, in punto di morte, supplicò vendetta alla figlioletta neanche adolescente.
Leggenda vuole che un vescovo buddista tentò di mettere fine alla crudeltà della fenice, insegnandole l'astinenza, ma gli andò buca:

« Ho già perso mia mamma, ora vuoi convincermi a smettere di scopare?! Ma va' a dar via i ciapp! »
(L'Araba fenice, congedandosi maleducatamente)

USA

In America del nord hanno preso lucciole per lanterne e ancora la fenice viene associata all'uomo-orso-maiale.

Giappone

In Giappone la fenice si è venduta alle multinazionali di videogiochi e ora compare solo nelle schermate dei game boy in veste di pokemon leggendario, peraltro persino debole in difesa, disobbediente e con un verso simile a un gargarismo.

Effettivamente rinascere dalle proprie ceneri si può...

Inghilterra

In Inghilterra la sorte della fenice non è stata migliore della collega giapponese: l'ultimo avvistamento a lei attribuito è stato nel XII° secolo mentre, liuto alla mano e passo tranquillo, canticchiava Urca urca tirulero.

Nativi indo-lettoni della Patagonia meridionale del sud

Presso le grandi tribù degli Yaghan, o Yámana, o Yamme jà, la fenice era Quetzalcoatlptrqwrimstbubù, una creatura temuta e onorata con sacrifici equini[1]: era infatti solita defecare in volo e, dal momento che la sua cacca è 25 volte più corrosiva di quella del piccione, si accaparrò meritatamente il nickname di "uccello del tuono".

Fra ebrei e cristiani non metter le mani

Dopo che Eva mangiò la mela proibita, divenendo una mortale, decise, qual prima stronza della storia, di trasmettere la maledizione anche agli animali dell'Eden. Tutti mangiarono un pezzetto di quello stesso frutto, ma alla fenice rimase solo il picciolo, indigeribile. Indignata, si ritirò in una città isolata e fortificata e ancora oggi, ogni volta che qualcuno prova a suonarle per scambiare due parole e farla ragionare, ella serra le tendine e alza il volume dell'hi-fi al massimo.

Altre fregnacce

  • All'Araba fenice sono state dedicate numerose canzoni, poesie, almanacchi, suicidi, ma neanche una pellicola: essendo composto di infiammabilissimo nitrato d'argento[2], non è mai stato possibile concludere una ripresa decente senza che il nastro andasse istantaneamente in cenere.
  • Phoenix è una delle più grandi città americane e deve il suo nome proprio a "fenice" e non "fogna", come sostengono i propri abitanti.
  • Hi no Tori (La Fenice) era il progetto più ambizioso di Osamu Tezuka. La serie si è interrotta dopo la morte del maestro. Ma, parlando di Araba fenice, non è ancora detta l'ultima parola...

Note immortali

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  1. ^ Ci vollero un paio di secoli prima che gli europei portatori di vaiolo e tortillas esportassero i cavalli nel Nuovo Mondo. Ancora oggi non si capisce cosa diavolo sacrificassero alla fenice quel branco di straccioni.
  2. ^ Si ringraziano i bastardi per le informazioni carpite al nemico.