Brindisi: differenze tra le versioni

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Versione delle 12:14, 7 giu 2012

« Lecce e Bari, merde alla pari »
(Tifosi brindisini che si dimenticano la differenza tra la loro squadra (serie D) e quelle dei conterranei (serie A))
« Nui simu brindisini la la la la la, e addò sciamu sciamu la la la la la la, lu cori vi lassamu la la la la la la, lu culu vi spaccamu la la la la la la »
(Motto della città )
« ...Ma proprio in questa cacchio di città dovevo morire?!  »
( Il poeta Virgilio su Brindisi)
Brindisi
"Uè mà, mi faci li stacchioddi cu lu sucu e li purpetti?"

(Motto)

Posizione geografica Albania occidentale
Anno di fondazione 1765 a.S. (avanti Silvio)
Abitanti Ubriachi
Etnia principale Cacafave
Lingua Lu brindisinu
Sistema di governo Monarchia assoluta di Albano I
Moneta Olive e Marlboro di contrabbando
Attività principale Contrabbando (in calo dal 2000), Guardia di Finanza (in aumento dal 2000), mettere bombe nelle scuole (in aumento nel 2012)
Patrono San Ghiatoru
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Brindisi

Brindisi è un ridente sobborgo della città pòppita, ma ai brindisini non importa: tanto hanno una voce più bella sia su Nonciclopedia che su Wikipedia.

I leccesi credono che Brindisi sia il nome dell'aeroporto di Lecce, ma ai brindisini non importa: è sempre meglio che viaggiare con i treni a gasolio come fanno i poppiti.

Storia

La città è famosa ai più per l'unico fatto di rilievo storico avvenuto sul suo suolo all'incirca 2000 anni or sono: la morte del poeta Virgilio. Brindisi al tempo di Roma era un importante porto di collegamento con l'Oriente e la via Appia fu creata apposta per questo. L'unica pecca è che la famosa colonna terminale che gli abitanti donarono a Lecce per ex-voto a S. Oronzo è da essi pretesa indietro, ma i cugini leccesi ,che non si lasciano intimidire dal quotidiano " Senza Colonne" , sono disposti solo a restituire il TOTEM (PENSATE QUALE).

Durante la fuga di Vittorio Emanuele III, alla fine della II guerra mondiale, Brindisi è stata capitale d'Italia (questo è vero, ma fa ridere quindi è giusto che stia qui).

Dagli anni '70 agli anni '90 Brindisi è stata nuovamente capitale, ma del contrabbando di sigarette.

Questo ha lasciato un profondo influsso sulla lingua brindisina; infatti il termine che gli indigeni usano per indicare l'azione del correre, cosa che il brindisino notoriamente paddone fa solo in casi di estrema necessità, è "scappare", proprio perché se si corre è solo per scappare da qualcuno, di solito la finanza dopo che si son pescate le sigarette. Esempi: - "Ehi Santu co! ce motu! scappa assai?" trad: "Ehi, sommo ominide, che vespino stupendo! corre molto?" - "Ti Sanghiadoru scinnu scappu abbasciu alla marina" trad. "per la festa del santo patrono, san Teodoro, vado a fare jogging giù al porto"

Altro retaggio di questo periodo storico si ha nella sala di rappresentanza della provincia, in cui è presente un affresco che illustra in maniera allegorica le ricchezze delle provincia di Brindisi: il mare con i suoi pescatori, le vigne, ed il dio Mercurio, notoriamente protettore di mercanti, ladri e contrabbandieri.

Geografia

Brindisi fa parte del Salento, sebbene se ne vergogni.

La ridente cittadina insiste su un porto naturale dell'Adriatico meridionale che, puta caso proprio all'altezza della città, forma un'insenatura a forma di corna di cervo. Tale fatto è eloquente e basterebbe per descrivere la situazione del maschio brindisino: un cornuto di prima categoria.

Altra peculiarità del mare brindisino è la pulizia. Chiazze nere ondeggiano sull'acqua del porto 25 ore su 24 mentre di inverno, gli stessi brindisini, vanno sulle spiagge con i loro cavalli a farli cagare in mezzo alla sabbia. D'estate invece non c'è un giorno dove non te ne esci dalle spiagge con i piedi sporchi di Petrolio scaricato a mare dalle navi (oltre che alla puzza di merda di cavallo che nonostante i mesi trascorsi si sente ancora).

Il porto, a partire dalla caduta del muro di Berlino, ha conosciuto un turismo sempre crescente di Albanesi e altri popoli ricchissimi d'oltremare, i quali apprezzano così tanto le bellezze della città che tendono a rimanervi anche diversi anni.

Società

Le donne

Miss Sant'Anna 2009

Le brindisine usano bighellonare sul lungomare (abbasciu alla marina) o sui corsi della città il sabato tra le 20 e le 22 piene di paiette, stivali di pelle, mega cinte D&G false, giubbotti verniciati rigorosamente rosa, minigonne rasopiccione per rimorchiare con la tipica frase "frati mia ci si beddu!!" A tutti i monopolitani, poppiti e baresi, (gente notoriamente "amica" del maschio brindisino) che casualmente passano per la ridente cittadina.

Se un esemplare maschio brindisino, si accosta ad una brindisina, per salutarla o semplicemente complimentarla, la risposta di rigore per la brindisina è: "CE CAZZU UEI!? Ci no ti ndi vai amprima mo chiamo frauma cu ti crepenta ti mazzati." In tempi passati, la frase si confomrava al linguaggio più colorito ed antiquato: "CE CAZZU UEI?! Ci no la spicci mo chiamo frauma cu ti sbarra tantu di siddoni!" Questa risposta automatica delle brindisine ai maschi brindisini è una delle cause principali dell'esistenza e diffusione della varietà idiota di maschio: essendo così caldamente ricevuti, i maschi brindisini concludono che l'unico modo di accedere al tanto ricercato "piccione" è quello di trattare le brindisine come delle troglodite. Quindi, più sono attratti dall'esemplare femminile, più lo insultano.

Non è chiaro il motivo per cui i brindisini maschi vogliano accedere al famigerato piccione, in quanto è risaputo che le femmine brindisine sono notoriamente ignoranti della propria anatomia e raramente si sentono in dovere di manutenere il proprio equipaggiamento genitale. È luogo comune la storiella della tipica brindisina che al terzo anno di scuola media, quando è incinta per la terza volta, si senta in dovere di correggere professori e compagni circa la lezione di anatomia genitale femminile, essendo convinta che infatti ci sia solo un buco "dda ssotta" e non tre.

Il truzzo brindisino

Da questa predisposizione del sesso femminile originario di Brindisi, nasce l'indole violenta del maschio brindisino truzzo, meglio noto al mondo con l'aggettivo di cacafave. Il tipico cacafave si atteggia a persona erudita, frequenta i locali più in della città, veste solo Prada, D&G, Richmond, Gucci (tutti ovviamente taroccati), adorna la sua automobile con fari al neon dei colori più sgargianti e sveglia tutta la città con canzoni napoletane propagate nell'aria dai subwoofer posti nel vano posteriore dell'auto più diffusa sul territorio adriatico: la Punto nera, degna erede delle ormai estinte Uno Turbo e Punto GT e ancora prima la mitica Alfetta.

Tutto ciò avviene solo al sabato sera, allorquando l'onestissima amministrazione comunale apre le gabbie dei ghetti dove i cacafave sono stati confinati sin dai tempi di Virgilio. Ovvero, i quartieri Paradiso, Sant'Angelo, Perrino, Sant'Elia, La Rosa, Villaggio San Paolo e San Pietro nonché Tuturano (gloriosa frazione di contadini e truzzi); fortunatamente resistono a danni irreversibili da infestazione di cacafave i quartieri Centro, Bozzano, Santa Chiara, Casale e parte del quartiere Commenda.

Il luogo di maggior proliferazione naturale di questa specie è la Curva Sud del campo sportivo della città, dove, ogni domenica, avviene il raduno cittadino dei cacafave per fare il tifo per la squadra locale che milita in serie C2, oppure al campo da basket, la squadra milita in serie A1. La riunione speciale con cadenza annuale avviene, invece, durante la prima settimana di settembre allorquando il truzzo brindisino sfoggia tutta la sua bravura nel corso della festa patronale. Appostatosi nei pressi delle giostre (attese per 364 giorni), aspetta il suo turno per esibirsi nel "salto sul tagadà in movimento", lo sport più praticato in città e il miglior metodo di rimorchio vista le innumerevoli ricottare che sbavano sotto la giostra per accaparrarsi il saltatore di tagadà più bravo.

Va ricordato che nella maggior parte dei casi chi si cimenta in questo sport estremo finisce nel pronto soccorso cittadino dopo essere stato deriso, picchiato e oltraggiato (con la tipica frase: "mannagghia chitestramuèrtu ma fattu cateri puru a mei!") dagli altri cacafave; vittime a loro volta della stessa sorte appena 5 minuti dopo.

Cacafave d'estate

Nel periodo di calura estiva esistono 4 tipi di cacafavis brundisinus:

  1. cacafavis bradipus, solito appollaiarsi sulle panchine e fare frequente uso del grido d'amore per importunare le ricottare.
  2. cacafavis imperterritus, impeccabile nel pedinamento della pollastra adocchiata nel corso della mattinata nella spiaggia più caratteristica del litorale: "La conca", fino all'esaurimento della stessa.
  3. cacafavis evolutus, il quale preferisce muoversi con un mezzo mobile per fare incetta di ricottare, ovviamente con tanto di clacson suonato a ogni canecchia|piccionazzo incrociata.
  4. cacafavis musicum solito Brindisino che ogni sera girovaga per la citta con il suo proprio mezzo di trasporto alzando a 'Palla' la propria autoradio mettendo in mostra il proprio subwoofer e altoparlanti,(comprati tutti da melchioni i famosi woofer da 6.5 euro e i tweeter da 4 euro) andando in giro per i paninari e santa teresa con canzoni anni 90 tipo gigi d'agostino o prezioso
  5. cacafavis Mummificatus, il solito Brindisino di una certa età, padre di famiglia ormai ultranovantenne, che, distrutto da una vecchiaia malportata infesta la costa andando avanti e indietro per la spiaggia ad inveire contro le autorità della città e cercando costantemente rituali di violenza con altri esemplari della propria specie. Non smette mai di rimpiangere "I bei tempi del contrabbando di sigarette, quando tutti stavano bene" ed è violento, psicotico e quando parla non si capisce niente perchè ormai utilizza una forma dialettale risalente al 1815 e ormai incomprensibile ai più.

Nel video che segue possiamo notare un esemplare di cacafave marittimo Mummificatus che risponde allegramente ad un telegiornale locale, spiegando con la ben nota galanteria locale, usi e costumi della microsocietà brindisina dinnanzi al ritrovamento di bombe inespolose della seconda guerra mondiale proprio in quel ritaglio di mare in cui egli suole fare il bagno. Si possono notare, alle sue spalle delle bellissime[senza fonte] donne, che cercano di sedurre lo spettatore con le loro grazie.

Il Metallaro

Nota è anche la parte metallara/fintocomunista o fascista della popolazione brindisina. Questi ultimi oltre a passare ore a scrivere articoli di basso livello lessicale su Nonciclopedia, fanno finta di interessarsi a determinati partiti politici solo per fumarsi liberamente vari tipi di tabacco (o droghe leggere) nei luoghi nei quali poi si ritrovano a fare riunioni. Per nascondere l'odio verso i ricci ribelli della loro folta chioma bestemmiano e invocano Satana senza motivo, alcuni studiosi della Svervegia affermano che durante la bestemmia il metallaro raggiunge l'apice del piacere nonché l'orgasmo. Quest'odio si scarica soprattutto su qualunque tipo di specie umana ritenuta diversa dalla sua, specialmente verso gli emo, che, poverini, pur non cagandoli di striscio e fregandosene di questi, i metallari cercano sempre e comunque di prenderli per culo, probabilmente invidiosi di come questi mantengano i lunghi ciuffi lisci e rilucenti.

I metallari sono politeisti per questo ogni anno si radunano per adorare le loro divinità al Gods of Metal. Essendo privi di personalità non fanno altro che copiare qualunque battuta e qualunque atto facciano i gruppi che loro ascoltano, per questo se un cantante dice di odiare gli emo o l’intera razza umana, loro lo fanno, cosi come, se li venisse chiesto di bruciarsi vivi, farebbero anche quello.

Consumano circa 3.249.582.345.092.039.509.346.293.485.712.394.029.384 litri di birra al mese e molti di loro hanno forme avanzate di ulcera. Per cantare le loro canzoni preferite non hanno bisogno di imparare particolari parole in quanto l’importante è gridare fino alla rottura delle corde vocali per poi emettere strani suoni simili a rutti o peti, che loro adorano ascoltare per via della loro indole feticista.

Eroi brindisini

Un gruppo di Brindisini che fanno un brindisi a Brindisi.

La città pare che sia stata fondata da un antico personaggio mitologico denominato Antonino, il quale viene ancora osannato da taluni cacafave che hanno usufruito della sua benevolenza e sono stati assunti in qualità di operatori socialmente utili abbandonando il loro impiego nella SCU, e anche dalle vecchiette per l'installazione di fantastiche fioriere lungo i corsi (sentito da una vecchietta: "almeno quiddu nde misu li crasti"). Nel mentre però, Antonino svaligiava le casse degli imprenditori del capoluogo richiedendo piccoli contributi per la realizzazione di una dimora personale faraonica, per poter mostrare luoghi esotici alla sua combriccola di amici e poter campare indisturbato una volta scoperto l'inganno.

Eroe meritevole di essere menzionato è anche "Rino Capustorta" che ha subito i danni frutto dell'evoluzione tecnologica ed economica. Dieci anni fa si muoveva nei meandri della terra brindisina dotato di lettore musicassetta e si esibiva al modico prezzo di mille lire. Oggi dopo avere combattuto altre figure che hanno tentato di avvicinarsi a lui, gira in centro con I-pod e si esibisce al prezzo di due euro e cinquanta.

Un altro eroe contemporaneo della storia Brindisina è il mitico Orlando (detto "Delle Bicocche") appassionato di debiti divide il suo amore con un altro eroe, anzi ora eroina, Francesca.

Non dimentichiamo inoltre il celebre Rizza e la sua frase mitica passata alla storia il "Pon Pon con ritocco finale in bocca". E se Manzoni disse "Dalle Alpi alle Piramidi dal Manzanarre al Reno" come dimenticare El Patè "Da Brindisi a Castromendiano da Torre dell'Orso a Lecce" la sua furia d'amore fece sì che il grande eroe detto il "masculazzo amaro" potesse abbandonare definitivamente Papichulo altra eroe storica portatrice di guerra odio e papillomi.

I luoghi di ritrovo

Il pranzo

Una delle caratteristiche tipiche del brindisino è l'ossessione rituale per il cibo. Il pranzo è il vero luogo di ritrovo di ogni brindisino. Tutti i brindisini " A mmenzatdia " ( trad: mezzogiorno ) si radunano con urla scimmiesche e proteste a tavola. Ci sono due tipi di pranzi, i pranzi quotidiani e i pranzi della domenica. Il pranzo quotidiano è un semplice raduno di un nucleo famigliare di cacafave, la domenica, invece è un raduno esteso di un branco di cacafave. Nei pranzi giornalieri si assiste alla solita scena nonchè pantomima di una realtà praticamente immodificata dai tempi in cui gli uomini erano maiali.

Il figlio arriva a casa presto inventandosi una scusante per l'ennesimo giorno di "zumpo" a scuola, il padre che solitamente è disoccupato e non ha un cazzo da fare tutto il giorno è semplicemente tornato dal bar dove va a parlare con i suoi quattro conoscenti di malaffare sui problemi di brindisi senza rendersi conto di essere egli stesso il problema della città. Chiameremo i componenti maschili con i nomi di 'Ntoniu il figlio e Vitucciu il padre. Appena i due si incontrano scoppia la rissa, il padre è incazzato perché il figlio " teni la capustorta e ti mberda e non ci vola vai alla scola cussi faci nù futuru " ( Trad: È una persona enigmatica e dalle idee custra in maniera allegorica le rstema scolastico italiano per costruirsi un futuro )e sopratutto non vuole che il figlio finisca come lui, povero in canna, ignorante e incazzato con la repubblica italiana perché non gli da denaro gratis per acquistare vestiti di marca, una casa a tre piani, un motoscafo, un bmw conosciuto come Lu Machinoni e altre sciocchezzuole mondane che possono permettersi solo persone poco abbienti come Berlusconi e il papa. La rissa tra padre e figlio si estende per mezz'ora all'incirca, qui, il dialetto si infittisce e dimentica la presenza di vere e proprie parole di senso compiuto, la tipica cadenza finale con la U dialettale diventa sempre più simile ad un urlo di gibbone inferocito delle pampas inferiori.


Esempio di conversazione padre-figlio durante il pranzo:

Figlio: Auiii papai ma ciè cazzzuuuuu uheeeeiii??

Padre: Cussiiii si rispondiiii a ttanuttaaa chitemmuerthuuuu!!

Figlio: Ahei ma no si po diri nienti intra shta casa ahou!

Padre: Ahheeeeiii! Vagno' Ohuuu? Ce tha misu ancampu? AHOOUUU!?

Figlio: Aheyyyy! Ahouuu?!!

Padre: AHOOOOUUUUUUU! AHEEEE!


Nel momento in cui la lite è più accesa arriva la madre, che chiameremo Ntunietta. La madre appena arriva butta a terra le buste della spesa e si aggiunge alla rissa fortificando il padre con urla agghiaccianti di consenso per dare una lezione a quel bricconcello scapestrato del figlio che ha marinato ancora una volta la scuola per andare a bighellonare nel centro storico. La madre si incazza, la madre urla, la madre si fa rossa e indica il figlio cercando di invitare il padre a colpire ripetutamente il figlio. Se il figlio è piccolo la madre inciterà il padre a colpire il figlio " Addai dho no si veti " o esclamando " Danci anculu! Vitucciu! Vitù! Dacci ancculu! " che tradotto significa colpire lì dove non si vede o colpire il malcapitato sul sedere, se il figlio è adolescente la donna inciterà il padre ad atti di violenza più clamorosi e che rischiano di sfociare in un pestaggio vero e proprio al grido di " Spacchici li musi a dda capu ti gnanda! " oppure " Fanci sputari sangu a du chinu ti mberda! " che tradotto significa " Spaccagli le labbra a quel testa di ghianda! " e " Fagli sputare sangue a quel ripieno vivente di escrementi !". Dopo le urla si passa alla forza bruta, il padre colpisce più volte il ragazzo con ripetuti pugni, schiaffi e calci. Il rumore delle percosse è sempre molto forte, molto persistente perché sia il padre che il figlio, non si sa come, appena superano la soglia di casa sono automaticamente in mutande sia in estate che in inverno, quindi, la violenza e il contatto con la pelle umana amplifica il rumore delle percosse. Le urla e il casino finiscono quando la madre dice di non farcela più perché ogni giorno della sua vita è identico e merdoso e che quella scenetta la rende triste.

Il padre smette di menare il figlio lanciando contro quest'ultimo un messaggio che ha terrorizzato centinaia di brindisini in tenerà età: POI SCUNTAMU QUANDU NO NCI STA MAMBITA. Che significa: Poi riprenderemo e riavrò ciò che mi spetta quando non sarà presente tua madre.

A questo punto, la madre si morde una mano fissando il figlio e ripetendo come se fosse una preghiera: " Mammmammmaaaammmaa mammmaaa maaaammmaaa ce ti facja ci no nci stafva leggi! " che tradotto significa " Mamma mamma mamma mamma che ti farei se non ci fosse legge a protezione dei minori! ". La madre continua a ripetere la stessa litania aggiungendoci qualche parolaccia o bestemmia nei confronti del santo locale, san Teodoro martire delle bestemmie della sua città, intanto cucina nervosamente facendo un baccano assurdo con i piatti che praticamente sbatte sul tavolo con la leggiadria di una cameriera di alta società. Ubriaca, cocainomane e mutilata, naturalmente. La madre in quel momento inizia ad agitarsi dicendo che non sa che pene di fine abbia fatto sua figlia di quattordici anni che chiameremo per l'occasione Grazia, che, letto in brindisino diventa KraZZZZia.

Il padre la chiama al telefono urlando " Si pò saperi cie cazzu ti fini ha fattu?! Ka qua sta mangiamu!"

La figlia risponde che sarà lì presto.

Passa mezz'ora. La figlia non si vede.

Passa un ora. La figlia non si vede.

Passa un ora e mezza e la figlia arriva.

Appena arriva a casa la figlia viene picchiata dal padre, dal fratello e dalla madre che sono affamati come mandrilli e proprio come questa razza di scimmie mordono, sputano, colpiscono con pugni la ragazza.

La ragazza piange e viene minacciata perché fa la zoccola con quello stronzo che l'ha accompagnata col motorino truccato e perché passa tutto il tempo CON QUEL CAZZO DI CELLULARE!

Finalmente, sono tutti a tavola. Iniziano le preghiere di ringraziamento al buon gesù e si mangia.. Macché! Naturalmente scoppia un' ennesima lite. Questa volta per il possesso della televisione. Tutti vogliono vedere un programma e ognuno ha una sua buona ragione.

La madre vuole vedere Beatiful per sapere " Ciè cazzu sta succeti inhtra ddu programma dho rashkunu tutti ku tutti " che significa " Che cosa sta accadendo in quel programma dove tutti hanno rapporti con tutti ". Il figlio, da buon cacafave vuole vedere DragonBall. Le sue buone ragioni sono semplici urla e manie di protagonismo. Il padre invece, vuole vedere un telegiornale pronunciando la frase " Mha m'hata fa viteri nù cazzu ti teleggiornali Oscì? Li muerti ti quella terra?! " che significa " Perfavore, oggi, mi fareste vedere un pene di giornale? Gli antenati di quel pianeta?! ". (Per chi non è brindisino potrà sembrare una frase senza senso ma il dialetto di questa splendida città a volte ha frasi di senso compiuto solo per chi ci vive o ci ha vissuto.)

La figlia, invece, vuole vedere Amici della De Filippi cercando di interessare tutti agli ultimi problemi di coppia tra il tronista e la prostituta di turno del programma.

Ennesima rissa, urla urla e ancora urla. Il padre la vince con un gesto di superiorità sul branco di bestie agitando il telecomando come suo nuovo scettro di potere.

La frase fatidica è la seguente: QUESHTA ETI CASA MIA E CUMANDU IU! ( Questa è casa mia e comando io! ) Si inizia a mangiare, per mezz'ora c'è silenzio, tutti puntano con uno sguardo vuoto ed ebete la tv mangiando la solita pasta al sugo tracannandola con tre forchettate. Tre bottiglie di coca cola finiscono all'istante prosciugate da uno spirito divino ignoto, il padre, aiuta lo spirito divino a far sparire una bottiglia di vino scuro come il sangue del diavolo e il figlio fa sparire senza spirito divino tre quattro birre. E la figlia? Mbè la figlia beve acqua PICCE' STAI ATTIETA ovvero, perché segue scrupolosamente una dieta consigliatale da qualche amica che legge Cioè o che è semplicemente stronza e vuole convincerla a farla diventare bulimica in una delle città d'italia dove si mangia meglio.

Inizia un lieve brusio, il figlio chiede dei soldi per aggiustare la moto, la figlia chiede soldi per fare la zoccola. Scoppia un altra rissa con urla e piatti sbattuti sulla tavola. Il padre manda a quel paese il figlio dicendogli di andare a lavorare, cosa che lui, tra l'altro, in cinquanta anni di vita da vagabondo non ha mai fatto, invece, con la figlia è più delicato e paterno consigliandole di andare a defecare a mare. " VA KAKA A MARI ". Si arriva al secondo piatto. Tutti si ingozzano ancora in silenzio guardando in tv la nota emittente tv TelePuglia discutendo di quanto siano stronzi quelli del comune che non gli hanno ancora dato la quinta casa popolare gratuita per il figlio. Un figlio che non è certamente quel mascanzoncello di Ntoniu. Infatti, anche se vi sembrerà strano, Ntunietta e Vitucciu hanno più figli, almeno quattro.

Un figlio che, o lavora al battaglione San Marco, o che è in carcere, o che è morto schiantandosi con la macchina o che è andato al nord per studiare-lavorare per poi non farsi sentire mai più dai suoi consanguinei. Se è femmina si è semplicemente sposata con l'animale peloso che l'ha messa incinta a quattordici anni e ora ha bisogno di una casa popolare possibilmente vicino a casa " Della Mamma ".

Il pranzo si conclude solitamente con un ferito, una madre piangente, un padre che fuma settantanove sigarette di contrabbando una dietro l'altra e una figlia che va a parlare con un amica di quanto faccia schifo la sua famiglia.

Il pranzo domenicale è una versione gigantesca di questo Caos che vi è stato descritto così attentamente, di solito, si fa a turno se andare a casa dei genitori del padre o dei genitori della madre. Naturalmente c'è la famiglia al completo ( 79 persone ) che urla, inveisce, ruba polpette e alla fine mangia tre quintali di cozze crude per cercare di contrarre il tifo e sperare di morire in quella tragedia fantozziana che è la vita di una famiglia brindisina, che, può essere Zambra quantu uei ... ma è sempre casa tua...


Piccolo esempio di pranzo brindisino con un piccolo aiuto iniziale per capire la complessità del linguaggio brindisino:

La scalinata

Luogo caratteristico della movida brindisina è la Scalinata delle Colonne Romane, laddove i cacafave più alla moda fanno sfoggio di tutta la loro ricchezza morale ed economica. Ma il posto cult per eccellenza è il lungomare Amerigo Vespucci (volg. La Lega, date le sue immediate vicinanze con la lega navale cittadina) dove il cacafave si muove più a suo agio a branchi di circa 20/30 esemplari, rendendolo addirittura il suo habitat naturale durante i caldi mesi estivi, nel corso dei quali tutta la Brindisi folkoristica dal il meglio di sé, della propria sciatteria e nobiltà allo stesso tempo. I branchi di cacafave, in novello stile stilnovistico, apostrofano in maniera gentile qualunque bella donzella passi da quelle parti. Tra le frasi più ricorrenti nel vocabolario cacafaviano ricordiamo:

  1. "beddaaaa! ma ddi mmenni tutti tua sontu?" - trad. "bella ma quei bei seni sono tutti tuoi?" (se la donzella è catalogata nella categoria ricottara, la risposta è d'obbligo:"pircè tu li cugghiuni ccu ttanuta ti li sparti?"- trad. "perché tu dividi i testicoli con tuo padre?") oppure "nu picchi so mia, e nu picca so ti la culaperta ti mambita!" - trad. "un po' sono mie e un po' sono di quella donna dalla agevole defecazione di tua madre"
  2. "Cce belli uecchi ca tieni, comu quiddi ti l'Husky" - trad. "che begli occhi che hai, come quelli degli Husky" capitata a me personalmente
  3. "uè Santu Cò! mi li sprangi milliliri a cientu a cientu?" - trad. "Caro Giovinetto, me li cambi mille lire in monete da cento?"
  4. "Mannagghia li muerti ti li stramuerti tua e totta la rrazza tua! ce cazzu a decisu?" - trad. "Maledetti i tuoi antenati e quelli più remoti e tutta la tua stirpe! Che cosa hai deciso?"
  5. "Cè tieni cu guardi? nno lù sai ca eti la vagnona mia?"' - trad. "Cos'hai da guardare? Non sai che è la mia fidanzata?"
  6. "Ci ti ccio ti zzicco" - trad. "Se ti uccido ti prendo"(variante dislessica della più famosa ma banale "Ci ti zzicco ti ccio")
  7. "Giovini, lecchimi lu pesci" - trad. "Giovinetto, leccami il ..." pour elle
  8. "Chittemmorta, cce sì brutta" '- trad. "Maledetti i tuoi antenati, come sei poco gradevole" perché può capitare che la donzella in questione, seppur viva e respirante, sia inutillizzabile, con e senza cuscino (chi sa sa, chi non sa sappia)
  9. "Aheeeeeeeeiiiiiiiii" - trad. "Ciao, come stai, tutto bene? È da una vita che non ci vediamo, guarda il tempo come passa...prima ce la facevamo sempre insieme alla Salvarani, ricordi? Beh, è stato veramente un piacere, salutami tutti, alla prossima!"
  10. "Uuuuuiiiiiiiiiiiiii" - variazione sul precedente saluto, usata nel caso in cui non ci si è visti veramente da anni, specialmente se uno dei due interlocutori è emigrato all'estero.
  11. "A chiangiri stu muertu... so lacrimi pirdute" - trad. "A piangere questo cadavere sono lacrime sprecate".
  12. "we cuppa che cazzu di fini a fattu??"- trad. "Amico mio da quanto tempo che non ci si vede" tra 2 amici.

Altri luoghi

Ma il brindisino doc dà il meglio di sé nei frangenti di dialogo acceso con un suo simile, allorquando non esita a ricorrere al branco per difendere il suo territorio o la sua ricottara.

Infine, come non citare il luogo in cui il brindisino doc si reca per una serata romantica con la sua ragazza, al fine di preservare la specie dall'estinzione:

  1. La Diga di Punta Penna Riso (volg. La tica)
  2. Il Precampo dello stadio comunale (volg. Lu campu neru, addò si rasca - alias si tromba)
  3. Il Drive in zona limitrofa allo stabilimento balneare lido poste
  4. Il Bosco del Compare, amena area verde alle porte della città, che tra le altre cose é anche molto ben frequentata, come il nome stesso suggerisce. È qui che la specie cacafavis nobilis continua a riprodursi fertilmente. Recenti fonti confermano che alcune coppie sono state avvistate in zone più o meno popolate da gente comune, svolgere le loro attività riproduttive con fare del tutto normale, vedesi il lungomare, sopracitato, Amerigo Vespucci (volg. La Lega).
  5. Pizzeria da Romanelli classica la fritta da far riempire un lato di sale. La tradizione vuole che il consumatore si bruci la lingua col sugo bollente e se lo lasci cadere sulla maglietta nuova nuova comprata giovedì al mercato (con annessa la battuta urlata Sangu di Ddio, propria osci me l'è lavata mama).
  6. Panino da Guidone Super panino imbottito da gustare passeggiando con il proprio amore sul romantico lungomare della lega o a scelta sull'attiguo Bus Pub.
  7. Bar Betty/Vertigo In realtà non sono bar ma luoghi dove sfoggiare gli occhiali Ray-ban appena comprati o l'ultimo modello dei pantaloni Dolce&Gabbana, e non importa che in tasca non si abbiano i soldi per permettersi un caffè, tanto c'è sempre qualche anima pia che lo offre.

Economia

Un Brindisino tipo

Dopo il florido periodo dei Romani e della valigia delle Indie, dal 1900 in poi Brindisi basa la sua fiorente economia su un'associazione parapolitica denominata SCU (Sacra Corona Unita) che ha dato vita ai maggiori impieghi dei maschi brindisini (compresi fra i 10 e i 90 anni), quali:

  • Il contrabbandiere (in calo dal 2000)
  • La guardia di finanza (in aumento dal 2000)
  • Il pensionato
  • L'emigrato
  • L'operaio alla Montecatini
  • Il carcerato
  • L'operaio socialmente utile (l'ex-carcerato)

Accanto alla SCU, la maggior fonte di lavoro per i brindisini che non scappano via appena compiuti i 18 anni di età sono le industrie presenti nei dintorni del capoluogo (Enel, Montedison) le quali garantiscono ai propri lavoratori uno stipendio da nababbi e una morte sicura per cancro prima del compimento del sessantesimo anno di età.

In alternativa ci si può sostentare con la redditizia pesca nelle salubri acque del porto interno, grazie alla dilettevole caccia del cefalo gigante o cefalo merdarulu (pesce che notoriamente si nutre di MERDA!), specie tipica delle acque brindisine, dei cuggiuni, degli sparatieddi, i cazzi ti rre, li saraghi, le rascie (pesci che popolano il porto brindisino) o del lu caùru o dei suoi gustosi cugini caùru pilusu e caùru paddoni (caùro é l'espressione brindisina per identificare il succulento granchio). Piccola nota: Lega Ambiente e ARPA hanno realizzato degli studi nel fondale sulla fauna rilevando il preoccupante decremento di stelle marine e incremento delle pizze ti mare, a causa dell'inquinamento delle acque.

Ultimamente vi è una nuova professione emergente: il pulitore di chianche. Enigmatici personaggi che si aggirano di mattina sui corsi cittadini, salottini costruiti sopra un bel canale: la "mena". La loro opera è riconoscibile dall' incompleta inutilità di essa: puliscono, con acqua nera prelevata dalla cascata canalare del Cillarese, le bellissime chianche, in origine bianche, ma che dopo 5 minuti dall'installazione hanno attivato il chip acchiappa-smog, diventando di un bel colore grigio topo. Le chianche, oltre a dare lavoro, diventano attrazione ludico-turistica in estate quando, alla piacevole temperatura media di 38°, le gingomme -o chewing-gum- che lastricano le chianche nella loro totalità ritornano allo stadio semi-liquido, creando un universo di contorsioni e bestemmie per gli incauti passanti per la gioia degli occhi e delle orecchie di grandi e piccini. L' origine di questi pulitori si deve esclusiamente all'oculata politica "magno solo io" da parte dell' eroe di Brindisi.

Altre possibilità di lavoro non ce ne sono poiché tutti i posti disponibili presso gli Uffici Statali, scuole , Forze dell'ordine, Marina, Aeronautica e Battaglione s.Marco sono occupati dai leccesi.

Rischi per la Salute

  • Brindisi pullula di emo, soprattutto della specie 15anni / più interessato ai vestiti che a qualunque altra cosa / myspace (decisamente la peggior specie). Gli esperti si chiedono come abbia fatto quest'insolita popolazione a stabilirsi in numeri così elevati senza destare sospetto. Ma d'altronde, gli emo brindisini sono noti per la loro elevata capacità di mimetizzazione. Sono in grado di passare inosservati di fronte a centinaia di cacafave (sarebbero troppo combattuti tra il deprimersi per i loro insulti o opporre una qualche barriera ideologica), tuttavia si mostrano frequentemente non appena succede qualcosa di "alternativo". In questi casi gli emo appaiono in tutta la loro maestosità, frange e vestiti a strisce al seguito. Si suppone che queste manifestazioni siano collegate a misteriosi rituali.
  • Assolutamente sconsigliato l'uso della bicicletta, o di qualsiasi altro mezzo di locomozione non provvisto di motore a scoppio. Rende il conducente del mezzo indegno di rispetto, risvegliando nel brindisino medio l'insano istinto di attaccabrighe col debole della situazione (il ciclista). Il suddetto consiglio è rivolto anche ai podisti e praticatori dello jogging.

Il vero brindisino

  1. Ha partecipato almeno una volta nella sua vita allo scarico di sigarette nei mitici anni novanta.
  2. Finita la giornata al mare al lido granchio rosso toglie la sabbia dai piedi usufruendo della fontanella sita nelle vicinanze (dove ferma la 4 sbarrata).
  3. Ha tirato il freno a mano della sua Fiat Panda/Seat Marbella sul piazzale del Duomo.
  4. Ha fatto il tuffo dalla punta della diga.
  5. Ha un sacco di compari.
  6. Scrive tante cazzate su internet,sulla città e sulla provincia solo per attirare turisti e mostrare la sua "bellezza".
  7. La prima sigaretta che ha fumato é stata una Marlboro 04 di contrabbando.
  8. Sciuvitia Marcatu - Giovedì Mercato (rituale ancestrale delle cui origini poco sappiamo, ma grazie a recenti ritrovamenti nello scavo archeologico di Egnatia gli scienziati hanno potuto constatare come un proto-mercato rionale nelle vicinanze del quartiere di Sant'Elia fosse già in auge ai tempi dei messapi).Si pensa che da questo luogo dall'alta percentuale di ricotteria, provengano i monili in schifosa arte cinese che i Cacafave usano per adornare la loro persona, scendendo spesso a compromesso con il cattivo gusto
  9. Chiama poppiti tutti i Leccesi e limitrofi (a ragione o torto, non sta a noi dirlo) e inveisce contro i cellerini e i tifosi avversari in curva (meglio se Foggiani, Monopolitani, Barlettani, Fasanesi, Andriesi, Ciociari e così via) guidati dai 200 irriducibili della curva sud.
  10. 10 minuti prima di tornare a casa prende il cellulare ed esegue il famoso mantra "Uè mà, sta vegnu, cala la pasta".
  11. Ha sempre un buon motivo per litigare.
  12. È un fumatore incallito ma non compra le sigarette...le scrocca!!!
  13. Maledice Lecce ed Ostuni ma ci passa tutti i sabati invernali ed estivi
  14. Non manca mai alla partita di basket "ca sta Studiu Cientu ca ndi 'nquadra e sciamu sobbra allu satelliti cussì putimu salutari totta la rrazza nostra ca sta sparpagghiata pi l'ItaGlia"
  15. Compra solo SenzaColonne (lurido giornale cittadino) per vedersi fotografato a petto nudo in spiaggia al fianco dell'amica bona. E se scopre che non c'è si lamenta con la redazione. Se non è stato fotografato lo compra uguale perché c'è l'articolo sul nonno che vive per la sua macchina o perché ha mandato un SMS e spera sia stato pubblicato.
  16. Non compra Quotidiano sol perché è di Lecce e la Gazzetta perché è di Bari (e fa niente se SenzaColonne il lunedì non esce...tanto mica contano le notizie!)
  17. Ascolta solo Ciccio Riccio o Radio Dara.
  18. Fa il bagno alla Conca o a Granchio Rosso, se proprio deve cambiare Apani tutta la vita.
  19. Porta la birra e il muloni sarginisco in spiaggia...oltre a 4-5 canne per sballarsi un po'
  20. Ha tatuato "Fidelitas Brvndisina" con realtivo logo del comune sulla schiena
  21. Va a prendere il gelato da "Rouge et Noire" (più noto come "da Romolo") perché fa chic, e per ammirare con gelosia tutta la gente facoltosa della città, che da parte loro, va lì solo per farsi ammirare dalla gente meno facoltosa della città. Spesso nel sudetto locale si incappa nell'imperdonabile richiesta del gusto pistacchio o puffo, venendo invitato in modo molto cafoniano dall'esercente ad "andare a consumare in quei baretti di giù la marina".
  22. Quando vuole mandare a fanculo qualcuno, in modo fine, dice "Piccione di mambata"
  23. Il sabato (prima di andare a Lecce) compra un panino rigorosamente "completo" ai paninari di piazzale Lenio Flacco, con conseguente colica notturna.
  24. Prova i test d'ingresso della Marina, dopo non essere riuscito a sfondare nel mondo del pallone.
  25. Se è d'un quartiere periferico quando deve recarsi in centro non dice "sto andando in centro" ma "sto andando a Brindisi".
  26. Pensa di essere cacafave anche quando non lo è e continua a esserlo finché non incontra un vero cacafave "ca lu stuta".
  27. Saluta le persone dicendo "ooooooooooooh...compà avi quantu tiempu? Tuttu appostu?" e ottenuta la risposta "Se se compa tuttu appostu! Tui?" risponde "Buenu compa..beh ndi vitimu! Statti buenu e saluta a casa" e va via. Dopo tempo indefinito ripete la stessa scena con il medesimo individuo del quale, ovviamente, ricorda a malapena il nome.
  28. Ha fatto il puttan tour a Restinco
  29. Nei momenti di riposo tra periodi di disoccupazione e periodi di sfruttamento canta "ed è per questo che son nato brindisino e non chiamarmi salentino!!!"
  30. Se ha un esercizio commerciale e capita un cliente straniero applica la mitica "ngiobba" sul prezzo e comunica a gesti da babbuino normodotato perché non conosce l'inglese.
  31. Da bambino ha visto "Ciak Castoro" sulle frequenze di Tele Radio Trans (TRT).
  32. Ha almeno un parente che è dentro per contrabbando
  33. La domenica mangia stacchioddi cu lu sucu ti li bbracioli(orecchiette col sugo degli involtini) e impreca la moglie se entro le ore 14.00 non è tutto pronto per andare allo stadio. Per capire l'attaccamento a questo piatto, si noti che uno striscione da stadio recitava: ne purpetti ne bbracioli solu Brindisi ntra lu cori
  34. Non allaccia il casco ed ha uno Scarabeo50 o viola o fucsia, ma fa il figo col casco MomoDesign con conseguente pianto con la polizia quando viene multato
  35. Non paga il biglietto quando prende la corriera per andare al mare, intona "se facciamo l'incidente muore solo il conducente" e scrive sui sedili "Sant'Elia come Scampia"
  36. Usa la macchina anche se deve fare 5 metri,
  37. Se c'è ressa al Betty e riesce a non farsi strappare lo scontrino (importo 2euro) lo rivende fuori dal bar per 1,50 euro così paga poco il gelato.
  38. Passa i tre mesi estivi alle Colonne Romane facendo finta di recarsi nei locali adiacenti, ma in realtà non consuma niente perché costa caro.
  39. A san Lorenzo e a Ferragosto trasloca letti, armadi, cucina, salone, televisione ecc...in spiaggia per fare il falò, prenota il posto montando i gazebo extralarge (100 ettari cadauno) e porta il divano in spiaggia perché la nonna deve stare all'ombra e comoda.
  40. Quando passeggia sul corso se riceve involontariamente una spallata percorre i 100 metri successivi con la testa girata per guardare bieco chi gliel'ha infilata così da scattare come un animale se quello ride o lo guarda o, anche, se chiede scusa. Insomma, se dai una spallata a Brindisi tieniti pronto, entro 30 secondi prendi botte!
  41. Legge fino a meta questa lista perché è tardi e deve andare a vedere li fuechi di San Ghiatoru.
  42. In gruppo fermano ragazzi in bicicletta,chiedendo se fossero fratelli di una fantomatica "Maria" e alla risposta negativa della povera preda rispondono "iddu eti" lo riempiono di botte e gli tolgono la bicicletta.
  43. A parte il calcio non pratica nessun altro sport ma,cadesse il mondo,in primavera deve iscriversi a "Brindisi in bicicletta" salvo poi ritirarsi al primo bar per nutrirsi
  44. Se incontra un altro brindisino in qualsiasi parte del mondo gli luccicano gli occhi e fa festa, perché in fondo "simu cristiani di cori" e Brindisi è unica.
  45. Riempie lo stadio solo quando la squadra è nei primi 3 posti della classifica e festeggia se si sale di categoria facendo il bagno nella fontana di piazza Cairoli.
  46. È estremamente volubile nel tifo: riesce a passare nell'arco di un minuto da una totale e ancestrale imprecazione verso il giocatore che sbaglia, a una auto-osannazione verso il medesimo giocatore che non sbaglia più "Atu vistu ca tinia raggioni cà quiddu è buenu cu scioca??!"
  47. I brindisini di origine poppita o barese sono i primi a lamentarsi della città quando è monotona, salvo poi rimanere a casa o andaresene fuori città quando vi è un grande evento in città.
  48. Quando vede qualche amico per la prima volta fumare, per ridicolizzarlo davanti a tutti usa la seguente frase: "vitiluu manku la respira!"
  49. Bestemmia platealmente ogni qualvolta debba prendere un autobus, che a sua volta è sempre in perfetto ritardo di minimo 15 minuti e massimo 12 anni.
  50. Ha comprato un panino (Volg. "Nu Wwrushtel completu") "a ddò marcellu" al Casale ed è rimasto platealmente soddisfatto dell'acquisto.
  51. Se della specie Fancazzista del Casale (età compresa tra i 2 e gli 80 anni) ha passato e passerà la propria vita tra uno dei 3 bar e le panchine del suddetto quartiere.
  52. Dice "se", non "si", anche se quando fa finta di parlare italiano.
  53. Gioca al "Pugno" giù alla marina, buttando via i soldi e le nocche della mano.
  54. Ha scritto una minchiata sulla pagina di Brindisi della Nonciclopedia, e da vero brindisino ne va fierissimo.

Curiosità

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  • A Brindisi è presente una variante dell'inversione russa: se in America quando muori vai in Paradiso, a Brindisi se vai al Paradiso muori.
  • Il piano regolatore, messo a punto al tempo dei gloriosi Messapi, prevedeva un uso smodato di Denominazioni di Santi per quelli che sarebbero poi diventati i nuclei abitativi, successivamente diventati i Rioni che a tutt'oggi conosciamo. L'equazione matematica utilizzata al tempo e rispettata ai giorni nostri è semplice: la concentrazione di cacafave è inversamente proporzionale alla popolarità del santo in questione. Fulgidi esempi ne sono Sant'Elia (invenzione popolare come la mitica, mai esistita sata Pupa), Sant'Angelo e San Paolo. In tutti i casi, comunque, la percentuale di rischio nel recarsi in questi quartieri non accompagnati dai locali è inversamente proporzionale ai Santi in Paradiso (quello vero) in concessione all'individuo.

Il brindisino medio risente ancora della presenza delle truppe di occupazione americane in quanto ha copiato da queste l'abitudine di andare in tuta a fare la spesa e di usare termini come Joking o Walking anzichè corsa o passeggiata.

Voci correlate


'O Sud, o com c'chiam'n allu nord, 'a Terronia

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