Puzzola
Puzzola | |
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Una puzzola a cui è stata applicata la sicura, ma dalla parte sbagliata. | |
Classificazione scientifica | |
Regno | Animalia |
Phylum | Armi pelose |
Famiglia | Odorosi |
Genere | Pericolo pubblico secondo il protocollo di Kyoto |
La Puzzola è un'arma bio-chimica pericolosissima creata dall'esercito americano.
Creazione e diffusione
Nel freddo febbraio del 1961, durante la Guerra del Vietnam, in un laboratorio segreto della CIA, gli scienziati al soldo dell'esercito americano cercarono di creare l'arma bio-chimica più potente al mondo. Il procedimento era semplice: si spalmava uno strato spesso di vernice bianca radioattiva su un gatto nero, causando così una mutazione genetica che trasformava l'animale in un'arma letale mantenendo però intatto il suo aspetto puccioso. Il primo esemplare fu chiamato Napalmino.
Durante uno dei successivi esperimenti, dove si cercò di aumentare il potenziale chimico dell'arma con del pregiato formaggio francese, si sviluppò un esemplare anomalo, dallo spiccato accento parigino e la promiscuità di un coniglio, il quale fu quindi espatriato ed assunse il nome di Pepé le Pew.
Purtroppo, in un decisivo esperimento mirato ad eguagliare le potenzialità omicide della puzzola a quelle della bomba atomica, in seguito ad una formula chimica mal calcolata, una delle nuove puzzole esplose spontaneamente uccidendo tutti gli scienziati all'interno del laboratorio, permettendo così agli altri esemplari nel laboratorio di fuggire e di seminare il terrore in tutto il globo.
Struttura ed utilizzo
Questo pericoloso strumento di morte ha una forma abbastanza allungata, con zampe corte ma adatte ad essere impugnate da un soldato; contrariamente a quanto la sua forma suggerisce, la testa va rivolta verso di sé, con la bocca dell'arma rivolta verso il bersaglio. L'utilizzo è abbastanza semplice, almeno teoricamente: le munizioni, in genere fagioli e Chanel N°5, vanno infilate nella bocca; quando si sente un ruttino di sazietà da parte della puzzola vuol dire che l'arma è pronta per l'uso; una volta imbracciata e puntata l'arma, bisogna solo tirare il dito della puzzola per farla sparare. Venne usata con successo in un villaggio vietnamita la mattina 7 giugno 1961 da una milizia comandata dal Sergente Maggiore Hartman, il quale dichiarò che quella era stata la battaglia più puzzolente che avesse mai combattuto da quella volta che, in mancanza di proiettili, i coreani non avevano cominciato a lanciargli scimmie con la diarrea. Si contarono più di 300 vittime quel giorno, di cui 5 americane (dei soldati che volendo capire se la loro puzzola era carica si erano messi ad annusargli il sedere), e diversi feriti, i quali sopravvissero solo grazie alla bruciatura preventiva dei canali olfattivi via inalazione di wasabi puro, che gli permise di cavarsela solo con lo scioglimento dei bulbi oculari. Da allora, sotto le pressioni dell'ONU, in un raro gesto di umanità l'esercito americano limitò l'utilizzo di tale arma alle sole operazioni di sterminio e ai concerti di Ike Turner, il quale aveva comunque il senso dell'olfatto sputtanato da anni di cocaina e anzi apprezzava l'iniziativa dal punto di vista animalista (già da allora si diceva che attirasse figa).
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Un soldato ancora inesperto nell'uso di una puzzola.
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Una puzzola in azione contro un muso giallo.
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Effetti di una puzzola lanciata in un villaggio vietnamita.
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Un soldato si prepara a lanciare una granata
Comportamento ed alimentazione
Le puzzole vivono in branco, hanno un territorio di caccia amplissimo. Grazie alla loro tecnica della propulsione a scorregge possono superare i 600 Km/h di velocità. Inoltre amano entrare nelle case delle persone per rubare i cappucci delle penne da usare come proiettili[1].
Seguono una dieta rigida di nitroglicerina e casu marzu e fanno di tutto per procurarsene. Mio nonno ancora racconta di quando, nel 1976, un branco di puzzole inselvatichite (si poteva notare come ormai in loro fosse assente la tendenza a cambiarsi le mutande) mise a soqquadro mezzo Abruzzo alla ricerca dei suddetti cibi, dimostrando così di non sapere dell'origine satanica sarda del casu marzu e venendo rimandate a settembre a geografia alimentare. Le città coinvolte, dopo il passaggio dell'odoroso branco, furono messe in quarantena e poterono essere riutilizzate solo alla fine di novembre del 2009.[2]Successivamente, sia a causa del loro disgusto per gli spaghetti alla chitarra (che trovarono incredibilmente scordati) che all'intervento decisivo della forestale, la quale riuscì a attirare le puzzole con un pezzo di casu marzu portato tempestivamente con un elicottero a propulsione caprina direttamente dalla Sardegna, le puzzole arrivarono in Molise, dove furono risucchiate dal nulla cosmico che caratterizza questa regione.
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Una puzzola mimetizzata alla perfezione, in pochi riescono a vedere l'animale in questa immagine.