Paradiso fiscale

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Le banconote tendono a mimetizzarsi, adattandosi ai colori dell'ambiente, come i camaleonti.

Un paradiso fiscale è un luogo favoloso con spiagge bianchissime, lagune turchesi e barriere coralline ricche di flora marina, dove si può mandare i propri commercialisti a sudare in giacca e cravatta affinché i propri soldi trovino la pace e la quiete che la vita in città non permette loro. È infatti sbagliato pagare le tasse al proprio Paese quando è possibile mandare i propri soldi in giro per il mondo facendo divertire loro e risparmiare il contribuente.

Oltre alla riduzione della pressione fiscale il Paradiso offre altre interessanti attrattive quali la protezione di brevetti vietati altrove, bassi costi di manodopera, e assoluta riservatezza su qualunque porcata il cliente ci voglia fare.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Paradiso fiscale

Storia

Il paradiso fiscale non è un'invenzione recente, nasce infatti con l'usanza degli Spartani di far pagare le proprie tasse agli Ateniesi, che ringraziavano anche per il privilegio di non venire sbudellati.

Ai tempi del proibizionismo, per aggirare le restrizioni ci si imbarcava su delle navi al di fuori delle acque territoriali, sulle quali si poteva bere alcol e giocare d'azzardo, da cui il termine offshore, che oggi invece identifica corse di barchette velocissime finanziate dagli sceicchi, che invece le tasse le pagano interamente al proprio governo. Che sono loro stessi. Interessante.

Caratteristiche

L'OCSE impone quatto criteri minimi affinché un paese emergente possa ambire al ruolo di paradiso fiscale:

  • è tutto pulito, a parte i soldi;
  • la tassazione va espressa in centesimi di dollaro per milione;
  • il nativo più ricco sopravvive senza mangiare i figli;
  • i posti più belli e le cose più buone da mangiare sono riservati agli stranieri con la grana.

Nei paradisi fiscali lo sport nazionale è il poker, anche perché sono vietati tutti gli sport senza scambio di valuta. Il regime fiscale è mediamente per il 99% a carico dei nativi, che per pagare le tasse sono costretti al crimine; fortunatamente per loro tutti i reati sono puniti con remunerativi lavori forzati come camerieri, cuochi e mignotte di lusso.

A riprova del notorio disinteresse della donna per i beni materiali, i paradisi letteralmente pullulano di mega-gnocche ingioiellate che accompagnano vecchi con la pancetta.

Principali paradisi fiscali

Un gendarme fa la guardia all'ingresso di Gardaland, uno dei paradisi fiscali più famosi.

Alcuni sono convinti che i paradisi fiscali siano Berlusconia, Gardaland, Mirabilandia, Paperopoli, l'Isola dei Famosi. Si ingannano.

Date due situazioni ipotetiche, situazione Frank Lo Sciancato, che ha rapinato una banca, e situazione Luigi Maria Danè, che ha più auto di lusso che capelli, il problema di entrambi è dove nascondere il grano. La soluzione è di andare in vacanza in uno dei seguenti paradisi fiscali:

  • Svizzera
  • Uruguay
  • un microstato sul Mar Cinese Meridionale (Hong Kong, Macao, Taiwan)
  • un'isola dei Caraibi o delle Antille (Isole Vergini, Bermuda, Isole Cayman)
  • qualche pseudo-repubblica del centro America (Panama, Belize)
  • un microstato europeo o del Mediterraneo (Vatikan, Andorra, San Marino, Monaco, Gibilterra, Liechtenstein, Malta, Cipro)
  • un microstato del golfo persico (Bahrein, E.A.U., Gibuti, Oman)
  • un'isola dell'Oceano Pacifico (Singapore, Brunei, Tonga, Nauru, Isole Marshall, Hawaii)
  • un'isola dell'Oceano Indiano (6-celle)
  • uno degli scogli della Manica (Guernsey, Alderney, Isola di (bat)Man, Sark, Jersey)

Come si capisce dall'elenco, l'evasione fiscale nasce in stati più grandi della Svizzera o più piccoli della Svizzera, in certi casi grandi esattamente quanto la Svizzera (ad esempio, la Svizzera), luoghi che senza il magnanimo turista fiscale non sarebbero una lieta isola profumata di dollari, sesso e droga, ma resterebbero un punto indefinito dove si va a testare l'efficacia di ordigni nucleari da 30 chilotoni.