Tiro al terrone: differenze tra le versioni
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Questo gioco ha nobili origini. Si dice che [[Asterix]] e [[Obelix]] ci giocassero coi romani. Infatti, appena sentivano l'accento [[burino]] dei soldati di [[Giulio Cesare]] bevevano la loro pozione magica (costituita da acqua di fogna di [[Milano]], allora capitale dei celti) e con sommo gaudio si divertivano ad appallottolare i romani e lanciarli contro dei birilli di legno, fabbricati artigianalmente. Vinceva chi riusciva ad abbattere il maggior numero di birilli con un singolo lancio. Una folla numerosa si radunava per assistere all'evento e per scommettere sulla vittoria del proprio campione. Il vincitore riceveva in premio dieci legionari, con i quali poteva allenarsi per le successive sfide o per giocarci con la famiglia. |
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Fortunatamente nella seconda metà del secolo, con l'abbondante rifornimento di materia prima dal [[terronia|mezzogiorno d'Italia], attirata dalle prospettive di lavoro nei grandi centri urbani del settentrione, il gioco riprende notevole slancio. |
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Purtroppo attualmente, pur essendo lo sport preferito di tutti i votanti della [[Lega Nord]], la scarsezza di terroni autentici dovuta all'impossibilità (per colpa di una Legge assurda che anche su questo [[ |
Purtroppo attualmente, pur essendo lo sport preferito di tutti i votanti della [[Lega Nord]], la scarsezza di terroni autentici dovuta all'impossibilità (per colpa di una Legge assurda che anche su questo [[Nonciclopedia|sito umoristico]] non può non far gridare allo scandalo!) di usare i mezzosangue e quelli comunque nati al Nord come bersagli, ne rende difficile e costosa la pratica. |
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È facile oggi fare dietrologia: resta il fatto che attualmente il lancio del terrone è uno sport riservato alle sole elité e le giovani leve faticano a praticarlo per i notevoli sacrifici economici che esso comporta. |
È facile oggi fare dietrologia: resta il fatto che attualmente il lancio del terrone è uno sport riservato alle sole elité e le giovani leve faticano a praticarlo per i notevoli sacrifici economici che esso comporta. |
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Versione delle 22:17, 21 mag 2016
Il tiro al terrone è il gioco tradizionale della Padania.
Tutti in Longobardia, dai 3 ai 99 anni, si applicano con abnegazione nella pratica di questa disciplina sportiva.
Storia ed evoluzione
Questo gioco ha nobili origini. Si dice che Asterix e Obelix ci giocassero coi romani. Infatti, appena sentivano l'accento burino dei soldati di Giulio Cesare bevevano la loro pozione magica (costituita da acqua di fogna di Milano, allora capitale dei celti) e con sommo gaudio si divertivano ad appallottolare i romani e lanciarli contro dei birilli di legno, fabbricati artigianalmente. Vinceva chi riusciva ad abbattere il maggior numero di birilli con un singolo lancio. Una folla numerosa si radunava per assistere all'evento e per scommettere sulla vittoria del proprio campione. Il vincitore riceveva in premio dieci legionari, con i quali poteva allenarsi per le successive sfide o per giocarci con la famiglia.
Del gioco non si hanno più notizie sino al XVII secolo, con l'introduzione delle prime armi da fuoco. Le regole tuttavia mutano radicalmente rispetto a quelle antiche: il terrone viene legato ad un palo e sulla testa gli viene posta una mela. I concorrenti tirano al bersaglio usando il moschetto e vince chi riesce ad abbattere con un solo colpo il terrone senza che la mela riporti neppure un graffio.
Ne esiste una variante detta alla Guglielmo Tell, giocata con arco e frecce anziché il moschetto ed avente per bersaglio, inspiegabilmente, l'innocente mela anziché il volontario legato al palo: è proprio vero che gli svizzeri non capiscono un cazzo!
Nel XIX secolo
Agli inizi del XX secolo lo sport, in entrambe le varianti, conta ormai pochi appassionati e già alcuni nostalgici appassionati temono l'estinzione di questo passatempo un tempo tanto amato dalla gente. Fortunatamente nella seconda metà del secolo, con l'abbondante rifornimento di materia prima dal [[terronia|mezzogiorno d'Italia], attirata dalle prospettive di lavoro nei grandi centri urbani del settentrione, il gioco riprende notevole slancio.
Purtroppo attualmente, pur essendo lo sport preferito di tutti i votanti della Lega Nord, la scarsezza di terroni autentici dovuta all'impossibilità (per colpa di una Legge assurda che anche su questo sito umoristico non può non far gridare allo scandalo!) di usare i mezzosangue e quelli comunque nati al Nord come bersagli, ne rende difficile e costosa la pratica.
Va evidenziato che: Una scuola di pensiero afferma in merito che si sarebbero dovuti evitare i matrimoni misti dagli anni '60 del XX secolo; altri suggeriscono di usare negri e cinesi in sostituzione dei terroni; altri ancora di allettare con promesse di lavoro finte i terroni di modo da ripopolare le riserve faunistiche.
È facile oggi fare dietrologia: resta il fatto che attualmente il lancio del terrone è uno sport riservato alle sole elité e le giovani leve faticano a praticarlo per i notevoli sacrifici economici che esso comporta.
Si verificano anche degli eccessi che sfociano in violenza arbitraria, di modo che le regole del gioco diventano più
Oggi giorno si svolgono i mondiali di lancio al terrone ogni 4 anni.
La FILT (federazione internazionale lancio del terrone) assegna, col principio di rotazione, la sede dei mondiali.
I prossimi si terranno Bergamo, sede storica dei padani.
Tra quattro anni la FILT dovrà decidere tra una rosa di dieci candidati gloriosi: Bergamo, Pavia, Arcore, Sondrio, Brescia, Mantova, Lodi, Vercelli, Padova e Novara.
Curiosità
- Nella precedente edizione di Voghera, per la prima volta, il Kenya ha vinto togliendo alla Padania il sapore della vittoria e il titolo mondiale (nel tiro al terrone la Padania è come il Brasile o l'Italia nel calcio).
- A differenza di Umberto Bossi, che non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica (ma pare che dalla delusione abbia convinto una guardia padana a suicidarsi), Roberto Calderoli ha dichiarato: "Il Kenya tra 5 giorni non ci sarà più, lo invaderemo noi con le truppe padane".
- Nessun terrone lanciato ha mai rotto il silenzio stampa degli amici rilasciando un'intervista.