Steven Bradbury

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Bradbury taglia meritatamente il traguardo mentre gli avversari si inchinano davanti alla sua superiorità.
« Non ero certamente il più veloce, ma non penso di aver vinto la medaglia col minuto e mezzo della gara. L'ho vinta dopo un decennio di calvario. »
(Steven Bradbury su botta di culo)
« Il più grosso scandalo sportivo della storia. »
(Gialappa's sulla vittoria di Steven Bradbury)
« Mi sono chinato, ho sentito un forte rumore, poi ho capito che avevo fatto un bradbury. »
(Dio sulla Creazione)

Steven Bradbury è un ex pattinatore australiano, passato alla storia per le sue straordinarie doti tecniche e atletiche.
Bradbury infatti sapeva pattinare con il sedere, e per questo, a detta di molti appassionati, le sue vittorie sono da attribuire al culo.
Era uno specialista dello short track e delle pettinature alla cazzo di cane, nonché l'uomo che ha definitivamente sputtanato la credibilità delle Olimpiadi.

Gli inizi e l'infortunio

Bradbury impegnato in una delle sue leggendarie rimonte.

Steven Bradbury inizia a pattinare alla tenera età di trentotto anni nei numerosi laghetti e palaghiaccio che, come tutti noi sappiamo, affollano l'Australia.
Nonostante i genitori tentino di avviarlo verso la più consona attività di scuoiatore di canguri, Steven presenta una predisposizione naturale per lo short track e non tarda ad affermarsi come uno dei giovani più promettenti di questo sport (che per chi non lo sapesse, consiste nel continuare a girare in tondo su una pista di ghiaccio portando in testa un casco da cantiere edile e rischiando in continuazione di buscarsi broncopolmoniti e arrossamenti dello scroto).
La sfiga sembra però accanirsi su Bradbury perché, dopo essere nato con una faccia da koala colitico, il baldo pattinatore incorre anche in un incidente che ne pregiudica la carriera.
I suoi avversari, invidiosi del suo innegabile talento, fanno infatti a gara nel tentativo di sabotarlo, riuscendoci finalmente nel 1994, quando il povero Bradbury viene pugnalato alle spalle con ventitré colpi di lama di pattino dal collega italiano Marco Giunio Bruto.
Steven Bradbury perde 48 litri di sangue, l'occhio sinistro, l'uso delle gambe e del batacchio, la carta di credito e, a detta dei medici, non riuscirà più a suonare il pianoforte come prima.
Il pattinatore tuttavia stupisce il mondo, non tanto per il livello delle sue prestazioni che dopo l'infortunio resta di merda, ma per la folle idea di partecipare alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City.

Il meritato trionfo

Alle Olimpiadi di Salt Lake City Steven Bradbury, considerato da tutti gli altri atleti una simpatica mascotte a cui fare allegri sparticulo per stemperare la tensione delle gare, prende parte alle gare dei 1500 m (dove viene eliminato subito, arrivando al traguardo addirittura tre giorni dopo) e ai 1000 m short track.

Quel gran farfallone di Steven in tutta la sua straripante avvenenza.

‎ Qui nei quarti di finale la sua avventura olimpica sembra già finita, perché non fa neppure in tempo ad allacciarsi i pattini che viene già doppiato dagli avversari: il vincitore Marc Gagnon viene tuttavia squalificato per essere giunto al traguardo guidando una Vespa, e pertanto la giuria decide di ripescare il prode Bradbury, che nel frattempo ha ottenuto un dignitosissimo penultimo posto sorpassando il giapponese Naoya Tamura, colto da infarto miocardico.

In semifinale ci sono un tedesco, un francese e un italiano che... ah, la sapete già? Vabbè, passiamo a Bradbury: la sua partenza è così brutta, ma così brutta che il ghiaccio decide di sciogliersi per protesta. Rassegnato alla sconfitta, Bradbury pattina guardandosi attorno come se fosse in gita di piacere, mentre nelle prime posizioni gli altri atleti si prendono a gomitate sui denti nel tentativo di superarsi l'un l'altro.
All'inizio dell'ultimo giro il secondo, il terzo e il quarto in classifica hanno la brillante idea di cadere come pere marce, dopodiché restano a terra e continuano a picchiarsi: con uno scatto da pensionato settantenne Bradbury riesce pertanto a superarli e a posizionarsi secondo dietro al cinese Li Jiajun, fra i lazzi e gli sputi di scherno del pubblico.

In finale Steven Bradbury, contento comunque di essere arrivato fin lì senza saper pattinare, decide di non provare neppure a partire, visti i suoi evidenti handicap motori e la sua incapacità di fare le curve.
Mentre gli avversari danno battaglia tre giri avanti, Bradbury decide di partire per permettere alla folla sugli spalti di scattare foto ricordo alla sua bellissima acconciatura. Accade però l'imponderabile: Jiajun capitombola a terra dopo essere inciampato su una buccia di banana, il canadese Mathieu Turcotte si gira a deriderlo e sbatte contro un palo della luce, il sudcoreano Ahn Hyun-Soo viene linciato da un gruppo di reduci del Vietnam che fraintendono le sue origini e lo statunitense Apolo Ohno decide di fermarsi al più vicino McDonald's per festeggiare con un triplo cheeseburger la sua imminente vittoria.
Ad aggiudicarsi l'oro olimpico è così Bradbury, che giunge al traguardo tra l'ilarità generale e subito chiede ai giudici:

« Siamo su Candid Camera, vero? Dov'è il grassone che fa sempre battute di merda? »

Un culo con un uomo attorno


Curiosità

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  • Vergognandosi come un ladro per questa vittoria, Steven Bradbury decide di ritirarsi dopo le Olimpiadi e di dedicarsi all'automobilismo, campo nel quale si dimostra ancora una volta dotato di un culo pazzesco molto abile e preparato, tanto da venir definito a più riprese "il nuovo Fernando Alonso".
  • Il governo australiano ha coniato una serie di francobolli commemorativi di Bradbury: la particolarità di questi francobolli è che non rappresentano la faccia del pattinatore, ma il suo sedere.
  • Probabilmente, così come il già citato Alonso, è uno dei tanti figli illegittimi di Gastone.


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