Lodi

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Una giornata di sole a Lodi.
« Lodi chi? »
(Milanese su Lodi.)
« Che è sto odore di m...a? »
(Tutti all'ingresso di Lodi.)
« Uno non entra semplicemente così a Lodi, senza prendersi un tumore. »
(Boromir su Lodi)
« Seropram, Elopram, Cipralex, Entact, Zoloft, Daparox, Eutimil, Seroxat, Prozac, Fevarin, Dumirox... »
(Lodigiano fa i conti con la sua gioia.)
« Lodi fa schifo. »
(Tutti su Lodi.)
« Sarà, ma a me Lodi piace »
(Cancro su Lodi.)
« Ragazzi vedete dove abitiamo noi? Qui c'è il sole tutto l'anno, il profumo dei vigneti, la gente ha sempre il sorriso e campa fino a cent'anni. Adesso immaginatevi un po' che ho sentito che in Europa c'è un posto che si chiama come il nostro ma c'è la nebbia tutto l'anno, c'è odore di merda, la gente è sempre depressa e schiatta di tumore a quarant'anni. »
(Abitanti di Lodi California su Lodi Lombardia.)

Lodi, chiamata anche Laus Pompinia o Laus Padania, è uno scarto della periferia sud di Milano espulso dal capoluogo molti anni prima della nascita di Fiorani e bloccatosi, chissà come, nel punto dove la nebbia era più fitta e i tumori più mordaci. Lodi si distingue per il titolo di città dello psicofarmaco e capitale europea della depressione clinica (anni 2014, 2013, 2012 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0). Da notare che ormai da molto tempo la città si contende il primato di capitale del tumore e della mutazione genetica insieme a Chernobyl, Fukushima e Nagasaki. La Nutria è l'animale onorario: sporco come l'Adda, solare come i lodigiani, epidemico e radioattivo come l'aria della città.

Storia

I primi abitanti della città furono i Celti Buoi, un gruppo di vacche e manzi che avevano una scorza abbastanza dura per sopportare le punture di zanzara, e una vista a raggi X che permetteva loro di vedere attraverso la nebbia. I Celti Buoi furono poi ammaestrati e macellati senza pietà dai romani per fare posto al nascente bordello di Laus Pompinia, amministrato dai grandi Mario Maximo della Binasca, Muzius Scemus e Marco Pisellonio. Dopo che i romani furono tutti sterminati dai tumori e dalle malattie endemiche dovute a zanzare e umidità, numerose popolazioni si avvicendarono sulle sponde dell'Adda: i Longocazzi, gli Incontinenti, i Tarli e i Vucumprà. Milano, accortasi dell'orribile vicino, cercò di distruggere la città numerose volte, ma Lodi, come l'erbaccia dei canali, ricresceva. Fu così che Federico Barbarossa decise di venire a patti con i lodigiani donando loro l'uscita dell'A1, il Bennet e la tangenziale. Per anni la città fu protettorato dei Negri e dei Fiorani, fino ad essere occupata dai nazisti che la rielessero "città dell'amore" con sindaco Joseph Mengele, e Borghezio ad assessore della cultura. Dopo la fine della guerra la città cadde in preda al degrado più totale, divenendo un gigantesco cottolengo dove mutazioni genetiche e malati di mente potevano vivere in libertà, dividendo lo spazio con i tossicomani e le nutrie. Verso la fine del secolo Milano, stufa di dover annoverare fra i comuni della sua provincia un tale scempio umano e architettonico, concesse a Lodi di farsi la sua provincia, un luogo ameno dove i tumori potessero crescere in pace, e le nutrie riprodursi.

Clima

Lodi è nota per avere un clima essenzialmente umido, malaticcio, sub-tropicale ma allo stesso tempo siberiano. Tuttavia anche qui, come più meno ovunque, si possono distinguere quattro stagioni:

  • Estate: l'estate lodigiana presenta un insieme di fenomeni quali il sudore appicicaticcio in tutto il corpo, le palle sudate, le zanzare nell'orifizio anale, la noia, lo smog africano (che aumenta sensibilmente la percentuale di tumori) e l'umidità seconda solo alle foreste del Vietnam.
  • Primavera: è una stagione sconosciuta, ma quando c'è dura almeno due giorni: il tempo di spegnere il riscaldamento e il tempo di accendere il condizionatore. Per rendersi conto della percezione di questa stagione basta entrare in una qualunque salumeria lodigiana e ascoltare le conversazioni dei pochi anziani rimasti, quelli sopravissuti ai tumori.
  • Inverno: la stagione più lunga, e anche un po' quella più merdosa. Si caratterizza per la nebbia pressoché costante che non lascia passare neanche il più piccolo raggio di sole. Tipiche di questa stagione sono le fughe a Milano, i suicidi e il consumo di psicofarmaci (ah no queste sono tipiche di Lodi e basta).
  • Autunno: anche qui una stagione piuttosto anonima, con la differenza delle cimici nella minestra, e della nebbia nelle mutande. Ci si prepara al grande inverno, un po' come la Wehrmacht nel '42.
la nutria, l'animale più amato dai lodigiani.

Gastronomia locale

Il cibo, quando è commestibile e non cancerogeno (cosa che capita raramente), si basa sui pochi e umili ingredienti della cucina lodigiana: il latte (di nutria), il mais, il riso e la marijuana. I lodigiani sono fantasiosi e amano sperimentare, quindi per i più arditi c'è il riso di marijuana, il mais con il riso, il latte con la marijuana, la nutria di riso e via dicendo. Per il resto rimane il solito formaggio di plastica, la Raspadüra, che è una copia del grana padano e fa oggettivamente cagare.

Abitanti

Lodi è abitata per il 90 % da nebbia, nutrie e zanzare giganti. Il restante 10 % è composto da drogati, malati di mente che ti chiedono venti centesimi (non un centesimo di più), figli di papà, leghisti, figli di papà leghisti, relitti umani scampati alle radiazioni e ai tumori, bigotti, lebbrosi, vecchie MILF che vanno al mercato in pelliccia, rumeni, zoccole, albanesi, freaks, mosche del letame, vacche da latte e da monta.

Tipico volto di un uomo affetto da "Lodi"

Luoghi di interesse

  • Piazza della Vittoria: il vero gioiello del centro cittadino. Bello, peccato che nonostante la sua estrema bellezza non ci sia comunque mai un cazzo di nessuno.
  • Il castello: il castello più brutto della Lombardia, e forse di tutta l'Italia. Come diceva il mago Gabriel è brutto, ma brutto per davvero.
  • Il Belfagor: una statua orrenda, circondata da palazzi altrettanto orrendi e da una serie di giardinetti pregni di smog dove d'estate le zanzare celebrano il loro sabba quotidiano.
  • L'Adda: un fiume radioattivo e pestilente, consacrato dalle nutrie e dai drogati come proprio habitat naturale.
  • L'isola Carolina: il parco cittadino. Un luogo oscuro e insalubre colmo di ortiche, siringhe, scorie radioattive e la strega di Blair.
  • La sede della Banca Popolare di Lodi: il regno di papà Fiorani, un luogo color vomito di ubriaco spacciato per grande struttura architettonica d'avanguardia. In realtà fa schifo come il resto della città.

Sport

  • Calcio: la squadra lodigiana di calcio è il Fanfulla, che prende il nome da Fanfulla da Lodi, un noto puttaniere cavaliere del Cinquecento giustamente dimenticato dalla storia, ma innalzato a idolo dalla cittadinanza per aver preso parte con disonore alla disfida di Barletta e soprattutto per aver speso tutti i denari ivi guadagnati in beneficenza. Fondato nel 1908, il Fanfulla si disimpegna in Serie D e vanta nel suo palmarès una Coppa Italia Serie C, vinta ovviamente senza che nessuno se sia accorto.
  • Hockey su pista: gli abitanti, probabilmente a causa del clima pestilenziale e della nebbia nel cervello, impazziscono per questo sport[citazione necessaria], che nessuno conosce e di cui nessuno sentiva la mancanza, e per la squadra locale, l'Amatori Lodi, che milita nell'unica nella massima serie del campionato e vanta addirittura tre scudetti, vinti contro il cazzo di nessuno, la Puzzonia e il cortile del palazzo di fronte.
  • Slalom: disciplina molto in voga in terra lodigiana, praticata su due o quattro ruote nel tentativo, a volte purtroppo riuscito, di evitare le nutrie presenti sulle strette strade di campagna.

Personalità di spicco

  • Mariottide: noto cantautore ludesàn
  • Fiorani: lavoratore instancabile ed onesto, senza macchia e senza paura.
  • Kurt Cobain: eroinomane, amico di Lodi dal 1834
  • Idris: noto giornalista lodigiano, sembra negro ma in realtà è solo vittima delle scorie della centrale di Muntanàs.
  • Pagliaccio Baraldi: claun lodigiano, presidente della pro Loco e del Fanfulla Calcio.
  • Dracula: noto comico lodigiano
  • Bianca Balti: modella androgina, frutto del rapporto incestuoso fra Fiorani e Ranma 1/2
  • Burzum: attore drammatico, possiede la chiave onoraria della città (ma non delle sue chiese)
  • Ada Negri: poetessa dell'allegria, scriveva le sue poesie con i tossicomani sulla riva dell'Adda.
  • Adolf Hitler: noto pittore lodigiano, si ammazzava di noia e stufo di non sapere dove andare, sentì il bisogno di crearsi uno "spazio vitale".
Mariottide, cantautore ufficiale della saudade lodigiana

Principali paesi della provincia

  • Lodi Vecchio: conosciuta anche come Stalingrado Lodigiana per le sue precedenti affinità al PCI prima di diventare un paese di leghisti e bigotti, è la versione originale ma non meno merdosa di Lodi.
  • Casalpusterlengo: roccaforte italiana di Al Qaida. La lingua ufficiale è il berbero e il sistema giuridico è la sharìa. Gli abitanti si dividono in tunisini, Rom, Dervisci, Ottomani, Bantù, Lavavetri, Fratelli Musulmani. L'odore della città è acre e penetrante, tutti i meridionali che superano il Po sentono l’odore di merda proveniente da un’industria di mangimi.
  • Codogno: città dell'ignoranza dal 1806 al 2000mille. La specie che la abita è il codognino, un essere umano primitivo e rurale che ha come proprie caratteristiche la vecchiaia a 15 anni, la bigotteria, l'odio spassionato per Lodi e l'amore non ricambiato per Piacenza.
  • Tavazzano, Mulazzano, Galgagnano, Mairano, Quartiano, ecc..: tutti paesini delle campagne lodigiane che si caratterizzano per il suffisso in Ano (condiviso anche da Milano), che rimanda al legame stretto fra questa zona d'Italia e il buco del culo.
  • San Martino in strada: un paesino di campagna dove, magicamente sono scomparse le radiazioni, ma c'è perennemente odore di merda, e soprattutto, non c'è un cazzo di nessuno in giro, eccetto le nutrie, che mordono la gente facendola morire di peste.


Siamö padani, abiamö ün söniö nel cuöře, brüžare il tricölöre, brüžare il tricölöre!