Socrate

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Foto al naturale della carta di identità di Socrate rilasciata dal Comune di Atene.
« Io di non sapere »
(Qualcuno cita Socrate, senza avere idea di quanto realmente non sappia, a partire dall'indicativo presente)
« Salutam' à Socrate »
(Tutti prendendo in giro il filosofo.)
« Cosa cazzo avete detto che ho bevuto?!? »
(Socrate sul cocktail di cicuta ordinato al bar)

Socrate era uno scrittore, poeta, matematico, fisico, regista, porno attore, camionista, trapezista, addetto alla manutenzione, giocoliere, tappezziere, ragioniere, bicchiere, corridore, pattinatore, sceneggiatore, scassinatore ateniese del IV secolo a.C. Fonti alternative sostengono che fu anche un valoroso soldato, indifferente al freddo e alla fatica, nonché un filosofo di grande valore e integrità morale. Ma noi sinceramente non crediamo alle dicerie.

Nonquote contiene deliri e idiozie (forse) detti da o su Socrate.


Vita e fonti

Socrate non lasciò scritto nulla, quindi, a ben vedere, potrebbe anche essere stato uno spazzino. Tutto ciò che sappiamo sulla sua vita e il suo pensiero proviene da scritti di altri filosofi e studiosi dell'epoca, perciò non è che possiamo fidarci molto. Non ce la sentiamo di darvi delle certezze. Quindi diremo che probabilmente Socrate nacque in Grecia, quasi sicuramente studiò, forse fu un filosofo di rilievo. Qualcuno dice che magari combatté in diverse battaglie, che potrebbero essere per esempio quelle di Anfipoli e di Delio; ma per quello che ne sappiamo potrebbe anche aver militato nella guerra dei mandarini che si tenne durante un banchetto a casa di Alcibiade. Chi ci dice che non andò così? Per il resto, della sua vita conosciamo i gossip, visto che i greci, in quanto gay, erano dei gran pettegoli. Forse sposò una donna brutta e antipatica, in perenne fase premestruale, che portava il nome di Santippe: proprio a causa di questo nome e della sua scarsa avvenenza i discepoli del presunto filosofo erano soliti prendere in giro il povero Socrate con motti molto irriverenti ma al contempo orecchiabili:

« Socrate con Santippe: tutta 'na vita de pippe! »

Ma il saggio Socrate si curava poco di tutto ciò, sia perché era superiore a queste battutine di bassa leva, sia perché tanto era gay. Fonti di importanza universale sostengono anche che Socrate fosse brutto e con un'inclinazione all'alcolismo, che avesse tradito la moglie, che si mangiasse le unghie dei piedi e che il suo colore preferito fosse il blu. Sappiamo inoltre che per racimolare qualche dracma il nostro filosofo cercò di lanciare una simpatica bevanda frizzante, chiamata Cicuta, a effetto purgativo-diarroico. Purtroppo non ebbe successo perché i consumatori non sopravvivevano alla bibita.

Il pensiero filosofico

Predicando di casa in casa, Socrate fu l'antesignano del Testimone di Geova. Al solo vederlo i cittadini fuggivano temendo di essere catturati e costretti ad ascoltarlo fino all'autocombustione per noia.
Come abbiamo già sottolineato, Socrate non lasciò nessun scritto. Forse perché, intelligente e colto com'era, non sapeva scrivere. Questo non lo sappiamo, perciò dobbiamo tenerci il dubbio. Ad ogni modo, qualche filosofo si interessò delle idee di Socrate e si preoccupò di tramandarle alle generazioni a venire, non solo nell'antica Grecia, ma fino ai giorni nostri, tant'è che nel 2010 per gli studenti di tutti i licei arriva il momento di fare i conti con questo tale di nome Socrate. Certo, se tutti si facessero i cazzi propri sarebbe davvero un mondo migliore; ma questo non succede mai.

La bevanda con cui Socrate fu costretto a suicidarsi. Sì, è orribile: pensate, se ci buttate dentro una monetina da cinque centesimi, dopo due giorni non la troverete più!

Conoscere se stessi e sapere di non sapere

Socrate esordisce con una frase trovata in un Bacio Perugina: "Conosci te stesso!" Cioè comprendi i tuoi limiti, non credere di essere più di quello che sei, [1]cerca di conoscere il tuo corpo attraverso l'autoerotismo. E già qui i greci approvavano.
Ma con l'affermazione "Io so di non sapere" Socrate praticamente vince alla lotteria. È un caprone ignorante, ma tutti i critici lo prendono per un cazzone di proporzioni esagerate, un figo, uno che ne sa a pacchi, che merita proprio di essere studiato. Ora, cerchiamo di essere razionali: questo tipo si alza e decide di smetterla di fare la parte dell'intellettualoide. Ammette le sue colpe insomma, lo dice chiaro e tondo: lui non sa. Lui non ci fa: lui c'è. Detto questo, potremmo dargli il premio per l'ignoranza e poi buttarlo nel camino per usarlo come legna da ardere, ma no! A noi questo tizio piace perché è sincero, perché è consapevole di non sapere! E quindi? Ci ha detto che non sa un cazzo, che è meglio non starlo ad ascoltare. Ma il popolo sceglie, lui sì che sa sempre qual è la mossa giusta da fare!

« Quest'uomo non sa? Fico! Ehi amici accorrete, questo tipo sa di non sapere, seguiamolo e facciamoci insegnare le cose che non sa! »

Il demone socratico

Un punto molto importante, che però fece perdere punti al caro Socrate, è la questione del demone. Una specie di entità a metà strada tra uomini e divinità, che suggeriva a Seneca cos'era bene fare e cosa no. In ultima analisi questo significa che Socrate soffriva di personalità multipla: egli si trasferì dalla popolosa Grecia ad un piccolo paese della Valle d'Aosta, dove si sposò ed ebbe un figlio di nome Samuele. Una mattina però il demone socratico gli suggerì di ammazzare il piccolo primogenito: iniziava così a coagularsi attorno al filosofo un certo dissenso, e benché si dichiarasse innocente, venne infine condannato a morte.
Il demone socratico interveniva in questioni morali, laddove la voce della coscienza necessitava di farsi sentire e Socrate si trovava costretto a seguirla; dalle fonti abbiamo ricavato uno spaccato di quotidianità tra Socrate e le sue personalità multiple: il filosofo si trovava in un ascensore affollato e rifletteva sulla civiltà necessaria per stare in uno spazio tanto angusto con persone sconosciute. Fu allora che il demone socratico iniziò a bisbigliare:

« Dai Socrate... Scoreggia! Fallo e incolpa il tuo vicino. Nessuno dubiterà della tua parola! »

Naturalmente Socrate, che dopotutto sapeva distinguere un atto di maleducazione dalla civiltà, si rifiutò e discusse a lungo col demone. La questione si concluse con una frase pronunciata dall'adirato filosofo che gli storici tramandarono nei secoli:

« Che odore nauseabondo! Eraclito? Dì la verità, sei stato tu! »

Questo dialogo naturalmente si svolse a voce alta, così che tutti i presenti poterono ascoltare la discussione tra le personalità socratiche e tramandarlo ai giorni nostri.

La morte per lo Stato: un esempio di vita

La morte di Socrate è per molti un mistero, ma gli studiosi, dopo una lunga serie di ricerche e analisi, sono giunti ad una conclusione sconvolgente, un vero colpo di scena:

« Socrate è morto. »

Egli, accusato di infettare i giovani ateniesi con il morbo delle personalità multiple e di aver ucciso in un raptus il figlio, fu condannato a morte. Ciononostante, si dimostrò un esempio di onestà intellettuale e rispetto per la legge intesa come "regole di vita" dell'uomo moderno: non solo evitò con coraggio di scappare da Paolo Meneguzzi mentre decantava i suoi versi mortali, ma nel testamento chiese di essere caramellato e spalmato su un wafer gigante. Siccome il cantante era impegnato in una tournée all'isola di Delo dovette anche subirsi un mese di discorsi da parte di Gigi Marzullo.

File:Bere la cicuta.jpg
Socrate viene costretto a scolarsi la schifezz... la cicuta. Ma siamo sicuri che sia proprio cicuta?

Non si sa per certo come andarono le cose al momento della sua morte; ecco una possibile versione dei fatti:

(Socrate è in prigione e Agatone, un suo discepolo, va a trovarlo)

- Agatone: “Salve, mio buon amico e vecchio saggio. Come ti va in prigionia?”
- Socrate: “Sai, il mio corpo è rinchiuso, ma la mia mente vaga libera, e ti domando: esiste forse il carcere?”
- Agatone: “Ma se volessi fare una passeggiata?”
- Socrate: “Domanda pertinente. Non potrei!”
- Agatone: “Ti porto cattive notizie, sei stato condannato a morte.”
- Socrate: “Ah, mi rattrista aver provocato un acceso dibattito al Senato...”
- Agatone: “Nessun dibattito. Unanimità.”
- Socrate: “Ehmmmm, speravo su un po' più di appoggio!”
- Agatone: “Il Senato è su tutte le furie per la tua tesi sullo Stato Utopistico.”
- Socrate: “Mi sa che non avrei dovuto suggerire un re filosofo...”
- Agatone: “Sì, specie quando continuavi a indicare te stesso e schiarirti la gola...”
- Socrate: “Eppure io non considero malvagi i miei carnefici.”
- Agatone: “Neanche io.”
- Socrate: “Imperocché... ehm... beh... cos'altro è il male se non un eccesso di bene??”
- Agatone: “In che senso?”
- Socrate: “Mettila in questi termini: se uno canta una bella canzone è una gioia. Se continua però ti dà il mal di testa.”
- Agatone: “Vero!”
- Socrate: “E se non la smette più ti vien voglia di ficcargli una palla di calzini in bocca.”
- Agatone: “Molto vero.”
- Socrate: “Comunque quando sarà eseguita la sentenza?”
- Agatone: “Che ore sono?”
- Socrate: “Oggi stesso??”
- Agatone: “Gli serve questa cella...”
- Socrate: “E sia. Mi tolgano pure la vita. Si tramandi che io preferii morire piuttosto che rinnegare i miei principi! Non piangere Agatone!”
- Agatone: “Non piango, è solo allergia.”
- Socrate: “Per l'uomo razionale la morte è un inizio, non una fine.”
- Agatone: “Come mai?”
- Socrate: “Ecco... ehm... fammici pensare... è vero o no che l'uomo non esiste prima della nascita?”
- Agatone: “Vero, vero.”
- Socrate: “E non esiste dopo la morte.”
- Agatone: “Sì, e quindi?”
- Socrate: “Ehmmmmmm... aspetta un attimo... ho un po' di confusione... sai, qui non ci danno altro che zampone, a pranzo e a cena, ed è sempre mal cotto.”
- Agatone: “So che molti considerano la morte come la fine di tutto, quindi la temono.”
- Socrate: “La morte è uno stato di non essere, e ciò che non è non esiste. Quindi la morte non esiste. O almeno credo... come dovrei morire?”
- Agatone: “Cicuta.”
- Socrate: “Mi domando se sia dolorosa...”
- Agatone: “Noooo, sa di chinotto scaduto.”
- Socrate: “ Sarò franco: io non voglio morire! Voglio inventare qualche nuova forma per il triangolo, scoprire perché i pesci nuotano e tutte le altre domande fondamentali!”
- Agatone: “Ma è la tua occasione di morire per la verità!”
- Socrate: “Non fraintendermi. Io sono per la libertà, ma sai, dovrei andare a cena a Sparta, tocca a me offrire, non vorrei mai che per questo facessero un'altra guerra... Leonida è piuttosto incazzoso ultimamente...”
- Agatone: “Sarebbe un codardo, il più saggio dei filosofi?”
- Socrate: “No, ma neanche un eroe... una via di mezzo...”
- Agatone: “Un vile verme?”
- Socrate: “Più o meno quello che intendevo io...”
- Agatone: “Ma tu dimostrasti che la morte non esiste!”
- Socrate: “Io ho dimostrato tante cose, ma lo faccio per guadagnare il pane! Sai com'è, una teoria qui, un aforisma là... è più facile che zappare la terra!”
- Agatone: “Ma hai dimostrato che l'anima è immortale!”
- Socrate: “E lo è! Ma in teoria... la filosofia non è applicabile alla realtà, raramente funziona!”
- Agatone: “Ma hai detto che la morte è come il sonno.”
- Socrate: “Sì, ma se sei morto e suona la sveglia ti riesce difficile trovare le pantofole...”

(Entra il boia con la cicuta)

- Boia: “Per chi è la cicuta?”
- Agatone: “Per lui.”
- Socrate: “Mamma che tazzona... deve fumare così?”
- Boia: “Sì, e scolatela bene, a volte il veleno rimane sul fondo...”
- Socrate: “No! No! No! Non voglio morire! Aiuto! No, vi prego!!!”

(Entra un messaggero)

- Messaggero: “Fermi tutti, la sentenza è revocata! La tua teoria è stata rivalutata e otterrai onori e gloria!”
- Socrate: “Finalmente hanno capito! sono libero, libero! Prima di lasciare la cella, però, vi voglio raccontare una parabola.”
- Agatone: “ ok...”
- Socrate: “Degli uomini vivono in una caverna e non sanno che fuori c'è il sole e tutta la natura. Loro vivono al buio con le candele. Poi un giorno uno esce dalla grotta e scopre il mondo in tutta la sua bellezza.”
- Agatone: “Lo racconta agli altri, che non gli credono... no?”
- Socrate: “No, non lo racconta a nessuno.”
- Agatone: “Non dice niente??”
- Socrate: “No, mette su una rivendita di carne, sposa una ballerina e muore di emorragia cerebrale a 42 anni.”

A questo punto lo agguantano e gli fanno ingoiare a forza la cicuta.

Note

  1. ^ cioè una povera merda