Neoborbonismo

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« Perché two Sicilies is meglio che one »
(Slogan pubblicitario neoborbonico sul regno delle Due Sicilie)
« Garibaldi ladro! »
(Intercalare di un neoborbonico a cui hanno pestato un piede)
« Prima che arrivassero i polentoni si stava meglio! »
(Neoborbonico su tutto)
Simbolo dei neoborbonici.

Chiamansi neoborbonici coloro che aderiscono al movimento di pensiero e religione, diffusa in molte aree della Terronia, che afferma la vera verità storica sul Sud. Originariamente si chiamavano filoborbonici, ma dopo l’uscita del film Matrix il prefisso è stato cambiato in neo perché indubbiamente fa più figo.

Il credo, o movimento di pensiero, si basa sulla fede

secondo cui la seconda guerra d'indipendenza e l’impresa di Giuseppe Garibaldi siano stati una conquista del Sud Italia da parte del Padanistan e che i re Borboni fossero degli dei in terra, che nel 1860 abbiano promesso di ritornare, nel giorno del finale giudizio, per ristabilire il potere dei terroni sui polentoni.

Non sono mai state condotte ricerche volte a quantificare il numero dei professanti di questo pensiero, ma si stimano in 161.750.000 persone, di cui circa il -10,0% è realmente consapevole di quanto asserisce, ovvero ogni 10 persone circa 11 non sanno ciò di cui parlano.

La vita degli adepti al pensiero consiste nel

revisionare la storiografia del Risorgimento

al fine di far emergere la verità sul fatto che tutti i mali dei terroni sono stati causati dai polentoni.

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Dogmi dei neoborbonici

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Revisionismo sul Risorgimento

Esistono dei dogmi fondamentali nel pensiero neoborbonico, che assicurano alla religione una struttura di base, ma non esiste una unica dottrina condivisa ma tutta una serie di

credi.

Primo dogma: inizio della storia

Per i neoborbonici la storia inizia il 10 aprile 1734, giorno in cui lo spagnolo Carlo III di Borbone, trovandosi nei pressi di Napoli, forò una gomma del suo cavallo e, chiesto l’aiuto di un carrozziere, divenne re della città e del relativo regno.

I neoborbonici negano ogni avvenimento storico avvenuto prima di questa data, o lo riconducono a dopo questo giorno e ne attribuiscono il merito a un re Borbone o a un suo suddito.

Ad esempio:

  • l’impero romano è un’invenzione di Alberto Angela escogitata per scrivere libri insulsi sulla storia di Roma;
  • la scoperta dell’America avvenne il 10 gennaio 1816 a opera di Tinto Brass (famoso suddito neoborbonico) che cercava un continente vergine per un suo film;
  • il Maschio Angioino fu costruito da Ferdinando I delle Due Sicilie per dimostrare la sua virilità messa in discussione dai comunisti.

    In base a questo, i neoborbonici rifiutano l’evoluzionismo, ed inoltre usano l’aggettivo borbonico per indicare tutto ciò che è stato fatto al Sud prima della propria data di nascita.

    Secondo dogma: prosperità del regno delle Due Sicilie

    Secondo i neoborbonici, il regno delle Due Sicilie era il vero paradiso terrestre. La gente non moriva mai e tutti erano contenti, lasciandosi andare spesso a grandi manifestazioni di sana goliardia.

    Per dimostrare tutto questo i neoborbonici hanno dei documenti storici. Da qualche parte.

    Esistevano solamente tre ceti sociali: gli stra-ricchi, i ricchi e i diversamente ricchi. La nobiltà era politicamente all’avanguardia e di sani principi. Il popolo era il più popoloso dell’Italia preunitaria e i sovrani erano amati. La tassazione diretta era bassissima . A Napoli era stata inaugurata la prima ferrovia italiana che non faceva altro che mostrare al mondo intero il prodigioso avanzamento tecnologico dello stato: basta pensare che nel 1860 la linea ferroviaria duosiciliana raggiungeva ben 168.400 metri di lunghezza contro gli 850 km del Piemonte. Il regno delle Due Sicilie era il terzo stato più industrializzato del mondo, ed il più ricco della Terronia. Quest’ultimo dato è dimostrato dal fatto che dopo l’arrivo di Garibaldi, i polentoni presero 443 milioni di lire d’oro dal Sud, pari al 68% di tutta la ricchezza italiana, e li portarono in Padania, dove fino ad allora si usavano le conchiglie come moneta.

    Terzo dogma: Garibaldi massone

    Drammatizzazione di come, secondo i neoborbonici, i settentrionali si avventarono sulle ricchezze del Sud.

    Secondo i testi sacri neoborbonici, Garibaldi era un criminale di guerra che si rese responsabili dei seguenti atti contro natura:

    • conquistare il regno con solo Mille padani ingrifati;
      • rubare i soldi del banco di Sicilia;
      • sbancare il banco di Napoli;
      • sbancare al casinò di Montecarlo;
      • raccomandare Stefania Prestigiacomo al consiglio dei ministri;
      • aver parcheggiato abusivamente nel porto di Marsala;
      • aver tentato di copiare il taglio di barba e capelli di Chuck Norris;
      • aver aperto la prima discarica abusiva a Napoli;
      • aver fatto cessare l’attività eruttiva del Vesuvio causando un calo dei flussi turistici;
      • aver pagato camorristi e prostitute con i soldi del regno, e non aver spartito neanche un po’ i servizi.
      Garibaldi sbarcò a Marsala cercando una bottiglia dell’omonimo vino. Non trovandola, volle conquistare l’intera isola per cercarne una. A Calatafimi corruppe l’esercito borbonico, che si vendette in cambio della promessa di posti in prima fila nel pubblico di una trasmissione di Maria De Filippi.

      Garibaldi era inoltre un massone. Non è possibile scrivere qui dei suoi rapporti con la massoneria perché, dato che ci sono di mezzo anche la Chiesa cattolica e vari complotti internazionali, i diritti d’autore sulla storia sono stati comprati da Dan Brown che sta scrivendo un libro (che diventerà poi un film) sulla cosa.

      Quarto dogma: le industrie

      Il regno delle Due Sicilie era il terzo stato più industrializzato del mondo, dopo il Kurdistan e la Cambogia.

      La prova fotografica dello sbarco borbonico sulla Luna.

      Esistevano i cantieri navali di Castellammare di Stabia dove venivano costruite le prime navi spaziali usate da Roberto Giacobbo per capire se gli UFO esistano o meno, l’opificio di Pietrarsa dove venivano costruiti treni e trenini giocattolo, l’industria siderurgica della Mongiana in Calabria, la FIAT di Melfi in Basilicata, la fabbrica di preservativi di Bari, il centro spaziale di Avellino, l’osservatorio astronomico di Somma Vesuviana dove si fabbricavano stelle e pianeti, l’osservatorio di donne nude di Caserta dove si fabbricavano donne nude, e gli stabilimenti di Termini Imerese con le maestranze in costante sciopero.

      Queste industrie garantivano grande ricchezza ai meridionali, che però non si affaticavano a lavorarci perché il lavoro pesante veniva svolto dai clandestini tunisini e libici che scappavano dalla Padania.

      Quando poi arrivò Garibaldi, questi le chiuse tutte e si portò via le chiavi.

      Quinto dogma: i briganti patrioti

      Un fondamentale dogma dei neoborbonici consiste nel credere fermamente che il fenomeno del brigantaggio meridionale fu una rivolta armata della popolazione contadina che voleva dire “no” ai Savoia e “si” ai Borboni (e a Valsoia). Il fatto storico è avvalorato dai numerosi documenti esistenti, come quelli in cui il brigante Carmine Crocco dice di aver sposato la causa borbonica perché Garibaldi gli aveva fregato la ragazza, quelli che raccontano di come la popolazione della Basilicata fu sempre fedele ai re di Napoli, e soprattutto perché Sanremo è Sanremo.

      Tutti i detti documenti sono conservati da Lele Mora in casa sua.

      Sesto dogma: il Sud non ha dato patrioti al Risorgimento

      Un dogma, non sempre di ostentata professione, ma ben radicato nella fede neoborbonica, è quello che ricorda la totale assenza di coinvolgimento di uomini del Sud nei moti risorgimentali che hanno portato all’Unità, ed in particolari in quelli palesemente contro la monarchia napoletana.

      Infatti non sono mai esistiti i pugliesi Bonaventura Mazzella, Saverio Barbarisi, Giacomo Lacaita, Sigismondo Castromediano, Cesare Braico, Domenico dell’Antoglietta, Nicola Schiavone, Giuseppe del Drago, Gioacchino e Salvatore Stampacchia, Beniamino e Giovanni Rossi, Vincenzo e Alfonso Vischi, Lillo e De Giosa, Giuseppe Del Re, Giuseppe de Cesare, Luigi Zuppetta di Castelnuovo Dauno, Giuseppe Pisanelli, Pasquale Stanislao Mancini, Saverio Altamura, Vincenzo Lanza, Luca de Samuele Cagnazzi, Nicolò Mignogna, Camillo Boldoni; Domenico Romeo e i 220 calabresi morti combattendo per Garibaldi; i lucani Padre Antonio Maria De Luca, Michele e Pietro Lacava; Giacinto Albini, Francesco Pomarici, Nicola Capece, Emanuele Brienza, Gaetano Cascini, Rocco Brienza, Giambattista Matera, Nicola Maria Magaldi, Carlo Musio, Nicola Mennella, Achille D'Andrea, Achille Pierro, Francesco Pennella, Costantino Vitelli, Giambattista Pentassuglia, Giacomo Racioppi, Carmine Senise e i 2.500 uomini della «Brigata Lucana» unitasi a Garibaldi; Rosolino Pio, Francesco Crispi e i 6.000 siciliani insorti dopo lo sbarco di Marsala e pertanto non si ricordano nomi di meridionali nei libri di storia.

      Tra l’altro è provato storicamente che la Rivolta della Gancia, in Sicilia, fu fomentata e mossa dagli alieni massoni mandati dall’Inghilterra.

      Testi sacri

      Uno dei testi più sacri per i neoborbonici: la legge 1816 del 13 agosto 1850 con cui Ferdinando II di Borbone cancellò la libertà di stampa. Tanto a che serve?

      I testi sacri dei neoborbonici sono quelli che combattono la consueta versione storica del Risorgimento e propongono quella neoborbonica.

      I principali libri sacri sono:

      • Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861 di Giacinto De’ Sivo
      • La Conquista del Sud di Carlo Alianello
      • L’Alfiere di Carlo Alianello
      • L'unità d'Italia: nascita di una colonia di Nicola Zitara
      • Eiaculazione precoce: riflessioni e strategie per risolvere il problema di Valeria Randone
      • Maledetti Savoia! di Lorenzo Del Boca
      • Indietro Savoia! di Lorenzo Del Boca
      • A sinistra Savoia! di Lorenzo Del Boca
      • Un po’ più a destra Savoia! di Lorenzo Del Boca
      • Scacco matto Savoia! di Lorenzo Del Boca Juniors
      Sono inoltre considerati testi sacri tutti i libri scritti su grandi argomenti in maniera controcorrente da non riconosciuti esperti, come le opere sulla Chiesa cattolica di Corrado Augias, quelli di storia delle religioni di Piergiorgio Odifreddi, i libri di storia di Alberto Angela e Roberto Giacobbo, i libri di Antonino Zichichi, parecchi video di Youtube creati da ragazzini brufolosi col Windows Movie Maker ed in più tutti gli scarabocchi di bimbi al di sotto dei 4 anni.

      Struttura sociale dei neoborbonici

      Nella religione neoborbonica non esiste una gerarchia né un vero e proprio status di pontefici o leader.

      In ogni caso, si può abbozzare una linea guida degli adepti al pensiero: i sudditi d’è Rre sono coloro che credono a ciò che viene asserito dai revisionisti storici, persone che passano la vita a studiare la storia del Risorgimento per revisionarla e tirarne fuori la veramente vera verità storica. I primi sono i fedeli, i secondi sono paragonabili ai vescovi cattolici.

      I principali esponenti del movimento, da considerarsi quindi alla testa dello stesso, sono stati:

      Dal 2010 il titolo è conteso tra il giornalista Gigi Di Fiore e il redattore Pino Aprile.

      Famosi neoborbonici

      Famosi anti-neoborbonici

      Curiosità

      • Nel regno delle Due Sicilie il Molise esisteva!
      • Furono i Borboni ad inventare la penicillina
      • per farsi eleggere deputato Garibaldi cantò la canzone The Show Must Go On dei Queen in tournée per le principali città dell’antico regno
      • Mandando in play al contrario il film «Io sto con gli ippopotami» si può ascoltare un messaggio subliminale di Bud Spencer che inneggia ai Borboni

      Fonti bibliografiche