Nino Bixio

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« Un sistema di sangue è stato stabilito nel Mezzogiorno. C’è l’Italia là, signori, e se volete che l’Italia si compia, bisogna farla con la giustizia, e non con l’effusione di sang... ehi, quell'attendente mi ha guardato male. Fucilatelo! »
(Nino Bixio)

Gerolamo Nino Bixio (Genova, 1821 - Sumatra, 1873) fu politico, patriota e patetico. Tra i più noti protagonisti del Risorgimento, fu definito "l'ernia destra di Garibaldi".
È conosciuto anche come Nino Biperio, ma solo tra gli studenti idioti.

Dall'Istituto Tecnico Nautico alla carboneria

Giovanissimo, orfano di madre e dotato soltanto dell'asciutta comodità del suo Pampers Dry Nites, si arruolò nella marina del Regno di Sardegna, disertando mezz'ora dopo, in aperta ostilità con il suo caporale maggiore, reo di avergli confiscato il game boy e le carte di Magic: The Gathering.

Tornato nella natia Genova, si avvicinò alla causa indipendentista, che perorò con una serie di clamorose azioni di protesta civile, come ad esempio scrivere SAMPDORIA MERDA nei caruggi. Una sera venne trovato in un cassonetto, privo di sensi e con la bava alla bocca: era in overdose da focaccia di Chiavari.

Garibaldi e Bixio tallonati da un pakistano che tenta di vendergli le rose
Tela su tela, autore sconosciuto, National Portrait Gallery di Scafati.

Per aiutarlo a vincere la tossicodipendenza, i familiari gli trovarono un impiego come mozzo sull'Olandese Impanato, il battello di Capitan Findus, che allora come oggi batteva il litorale romagnolo alla ricerca di bagnanti da impanare e spacciare per bastoncini di merluzzo norvegese.

Bixio e Capitan Findus scoprirono ben presto di odiarsi e, dopo che Bixio ebbe sfasciato una scialuppa durante una gara clandestina contro il Tonno Insuperabile, i due arrivarono alle mani. Aiutato dagli altri bambini dell'equipaggio, stanchi delle angherie del capitano, Bixio chiuse in gabbia il vecchio trincone (non potendolo uccidere per via della celebre maledizione), prese il comando della nave e urlò:

« Facciamo rotta sull'Oktoberfest! »

L'Olandese Impanato riuscì a raggiungere Monaco di Baviera, incurante del fatto che il mare era finito qualcosa come cinquecento chilometri prima, e si arenò davanti allo stand della Paulaner. La ciurma si diede a un indecoroso saccheggio, quantificato il giorno dopo dal Der Spiegel in:

  • centoquattordici casi di ubriachezza molesta.
  • ottomila boccali frantumati.
  • ventuno risse.
  • diciassette gravidanze indesiderate (tra cui lo stesso Bixio).

Estradato dalla Germania a calci sulle gengive, Nino rifugiò a Parigi, dove fu ospite del fratello Claudio, un comico fallito. Lì conobbe Mazzini e la sua ragazza dell'epoca, Brigitte Bardot. Assieme a Mazzini fondò il centro sociale Giovine Italia e inventò la cinghiamattanza, che però non ebbe un gran successo in quanto la formula originale prevedeva che le cinghiate venissero rivolte contro dei passanti ignari.
Un giorno, mentre giocava a stecca, Mazzini gli presentò una persona destinata a cambiargli la vita. Era un uomo barbuto, con gli occhi azzurri, lievemente zoppo per via di un colpo di pistola, burbero eppure affascinante.
Il dottor House.

Più tardi, Mazzini gli presentò anche Garibaldi.

Sotto i tacchi di Garibaldi

- Giuseppe Garibaldi: “Caro Nino, qui si fa l'Italia o si muore.”
- Nino Bixio: “E se andassimo a baretti invece?”
:- Garibaldi: “Visto? È così che si costruisce una tenda indiana con i fucili!”
- Bixio: “Sbalorditivo, dotto'.”

Garibaldi fece di Bixio il suo cane da guardia. Bastava urlare: "Attacca!" e quello si lanciava contro i cannoni nemici ringhiando. L'unico inconveniente era che doveva pagargli lo stipendio in Friskies.

Bixio combattè la prima e la seconda guerra d'indipendenza, e si trovò talmente bene che nella pausa tra i due conflitti rimase là a sparare agli austriaci.
Fu tra i più valorosi difensori della Repubblica Romana: seppur ferito, ordinò un attacco alla baionetta e lo guidò personalmente, facendosi scudo con la suocera. Purtroppo le sue condizioni erano così gravi che i medici furono costretti ad amputargli il baffo destro. Garibaldi, colpito da tanto coraggio, lo nominò maggiore e gli rifilò un coppino che gli lussò tre vertebre.

Incaricato da Mazzini di rapire l'imperatore Francesco Giuseppe, Bixio venne catturato dalla polizia austriaca quando, armato di bombe a mano e kalashnikov, entrò nella questura di Vienna chiedendo:

« Scusate, per il palazzo dell'imperatore? »

Bixio subì tremende torture ma continuò a ripetere che non sapeva un cazzo. E in effetti non sapeva un cazzo.

- Austriaco: “Quanto fa tre per tre?”
- Bixio: “Otto.”
- Austriaco: “La capitale del Giappone è...”
- Bixio: “Umh... Shangai?”

Rilasciato con una nota da far firmare ai genitori e l'invito a ripresentarsi a settembre, prese parte alla Spedizione dei Mille. L'11 maggio 1860 sbarcò a Marsala alla guida del Terrore dei Mari, il suo pedalò privato.
Prese poi parte alla Battaglia di Calatafimi, dove volle combattere in prima linea nonostante fosse affetto da un'ernia inguinale che lo costringeva a girare con una carriola sotto le palle.

Bixio ebbe un ruolo di primo piano anche durante l'incontro di Teano: fu infatti lui a immortalare con la sua Polaroid la storica stretta di mano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II.

La strage di Brontë

Busto di Nino Bixio al Gianicolo.

Ferito di striscio a un braccio nella battaglia di Calatafimi, commise l'errore di andarsi a curare all'ospedale di Palermo, dove in mezza giornata contrasse la rogna, lo scorbuto, la difterite, il vaiolo e, dopo aver limonato con un'infermiera, la mononucleosi.
Mentre lottava tra la vita e la morte, gli capitò tra le mani Cime tempestose di Emily Brontë. La lettura lo orripilò. Lui era abituato ai solidi romanzi d'azione di Andy McNab e Tom Clancy, non a quella roba smielata. Bestemmiando in gaelico, una cosa che gli riusciva solo quando era particolarmente incazzato, Bixio uscì dall'ospedale con ancora la flebo nel braccio, e ordinò alla sua flotta di far rotta per l'Inghilterra.

Giunto a Haworth, la città dove viveva Emily Brontë, Bixio si recò a casa sua e suonò il campanello. Alla porta comparve la scrittrice.

- Bixio: “Lei è Emily Brontë?”
- Emily Brontë: “Sì.”
- Bixio: “La Emily Brontë scrittrice?”
- Emily Brontë: “Sì.”
- Bixio: “La Emily Brontë che ha scritto Cime tempestose?”
- Emily Brontë: “Sì.”
- Bixio: “PRENDI QUESTO, MALEDETTA CAGNA!”

E la colpì con un gancio al mento. Dopo un breve processo in cui rivestì il duplice ruolo di testimone dell'accusa e giudice, la condannò a morte per lapidazione, ed eseguì la sentenza tirandole addosso le copie del suo romanzo in edizione cartonata. Non ancora soddisfatto, impiccò le sue sorelle, sparò al cane e passò sopra al gatto con un Dodge.
Il pesce rosso fu risparmiato, ma Bixio gli pisciò nella boccia.

L'opinione pubblica condannò il gesto di Bixio, pur riconoscendogli le attenuanti generiche, e Garibaldi lo degradò da luogotenente generale a pitale.

Le ultime imprese

« Animale di grande mole, con occhi piccoli e bislacche orecchie mobili; può superare i 2500 chilogrammi di peso. È dotato di due zanne prominenti e di una proboscide. Ha udito e olfatto sviluppatissimi, che compensano una vista piuttosto debole. Carattere irrequieto e vendicativo, con una proverbiale memoria per i particolari più irrilevanti. »
(Nino Bixio parlando o di un elefante o di sua moglie)

Nei suoi ultimi anni si dedicò a una carriera di esploratore-imprenditore, avviando un tranquillo commercio di badanti moldave. Nel 1869, forse a causa di una manovra sbagliata del suo secondo Francesco Schettino, Bixio fece naufragio sull'isola di Donkey Kong, dove sopravvisse per tre mesi cibandosi di arbusti e bevendo la propria urina. A dire il vero aveva a disposizione dieci barili d'acqua potabile, ma a Bixio piaceva bere la propria urina.
Nel 1870 l'amico Garibaldi lo richiamò nell'esercito e gli affidò il compito di espugnare la fortezza di Civitavecchia, che resisteva da mesi. Durante le trattative Bixio minacciò i civitavecchiesi di calarsi le braghe e di mostrar loro la sua ernia inguinale, che ormai era talmente grossa che quando Bixio camminava la gente gli chiedeva: "Ehi Nino, chi è il tuo amico?"
I civitavecchiesi si arresero.

Morì nel 1873 in seguito alle percosse subite durante una constatazione amichevole.

Onorificenze comprate su Ebay

  • Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
  • Grand'Ufficiale dell'Ordine Militare di 'Sto Ceppo di Minchia
  • Gran Bastoncino del Circolo Ricreativo dei Capitani di Domani
  • Medaglia commemorativa per l'Impresa di Marsala
  • Membro Barzotto dell'Ordine del Baffo Impomatato

Bibliografia

  • Nino Bixio, Cinque fiabe per bambini e una truculenta storia di massacri
  • Nino Bixio, Come fiocinare un cingalese e farla franca
  • Nino Bixio, Vita e morte di Nino Bixio (falso storico?)
  • Jean-Jacques Villard, Nino Bixio: un uomo, uno stronzo
  • Maurizio Gasparri, La strage di Bronte è colpa della sinistra