Coratella

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La Coratella (tipico piatto pasquale) accompagnata dal Panettone (tipico dolce natalizio).  ?!!... (anche fosse un pandoro sarebbe strano lo stesso... boh!! sarà una ricetta di Gualtiero Marchesi)

Coratella è il termine con il quale si indicano parti delle interiora degli animali di piccola taglia come agnello, coniglio o immigrati bengalesi. È il diminutivo di corata, che ha il medesimo significato per le interiora degli animali di grossa taglia (immigrati congolesi). Invece coratona se lo scrivi su Google viene fuori Cortona e quindi si finisce in un vicolo cieco.

Questo piatto si inserisce nella "Trilogia della Cucina Povera", assieme ai Rigatoni con la Pajata e alla Coda alla vaccinara. Vanta tentativi di imitazione in varie parti del mondo, praticamente ovunque ci sia la vera fame. In Italia le preparazioni più apprezzate sono la coratella con i carciofi (romana) e quella con le cipolle (ligure o umbra). Alcune regioni la cucinano fritta o in umido. Gualtiero Marchesi ha provato a farci il carpaccio e l'ha fatto vilmente assaggiare a un suo collaboratore. Il malcapitato, dopo aver vomitato la cena della suocera di 3 giorni prima, ha tentato di assassinare il cuoco a mestolate.

« Coratella, sei bona e cara, ma digeritte è cosa assai rara! (burp) »
(Ignazio Sifone, poeta carpentiere, all'osteria "De Noantri" davanti al grappino.)

Origini storiche

Lo stemma del Sacro Ordine Della Coratella Dell'Agnello di Dio. Istituito da Papa Giulio II nel 1509.

Le prime segnalazioni storiche, dell'esistenza della coratella, sono dell'inizio del XVI° secolo. Ci giungono dal diario di Mangolfo da Soratte, un falegname che operava negli Stati Pontifici. Costui era stato incaricato da Papa Giulio II, di costruire l'impalcatura sulla quale Michelangelo avrebbe affrescato la Cappella Sistina. Giulio II, noto come "il Papa guerriero", era nato ad Albisola in provincia di Savona, essendo quindi abbastanza ligure, era anche svariatamente "di braccino corto". Mangolfo fu testimone (lo racconta nel suo diario) dell'estenuante trattativa tra il Papa e l'artista.

Giulio II : ...mi ci metti pure 20 puttini e 7 Arcangeli.
Michelangelo : Guarda, per i puttini siamo d'accordo, ma d'Arcangeli te ne faccio al massimo 4.
Giulio II : E mi te calo 7 petecchioni d'oro.
Michelangelo : Allora va bene per gli Arcangeli, ma lasci le monete e ci metti vitto e alloggio.
Giulio II : Mi son d'accordo. (allungando la mano)
Michelangelo : Damme er 5, è ita!!(stringendo la mano al pontefice)

Fu una grande imprudenza, l'artista era si un mago del pennello, ma a mercanteggiare Giulio II era secondo[1] solo ad Aziz el-Chedid (mitico venditore egiziano di cianfrusaglie, di stanza al bagno "Rosina" sul lungomare di Riccione).
Michelangelo dovette dormire in un confessionale, a pranzo e cena riceveva un piatto fatto con gli scarti dell'abbacchio "a scottadito" di cui era ghiotto il Pontefice. Mangolfo appuntò in un suo scritto le amare parole del pittore riguardo la pietanza.

« « Lo magro pasto nomeato coratella, avrebbe a mangiollo quella troia de la sorella! » »
(Mangolfo da Soratte: Putti, pittori e puttanate (Roma, 1511).)

Esausto e affamato, l'artista rivolse una supplica al Papa per avere cibo migliore, la risposta fu lapidaria e all'uso savonese:

« « Gràttite e zenogge e fatte e lasagne » (grattati le ginocchia e fatti le lasagne) »
( Papa Giulio II spietatamente rivolto a Michelangelo Buonarroti (Roma, luglio 1511))

Il buon Mangolfo pagò di propria tasca il cuoco personale del Pontefice, affinché apportasse una variante alla coratella sostituendo la cipolla con dei carciofi. Il gesto poteva sembrare quello di una persona mossa a pietà, con l'obiettivo di apportare miglioramenti ad una dieta povera di sodio e vitamine. In realtà, il gesto fu motivato dal fatto che Michelangelo, dopo che aveva mangiato, aveva una fiatella che ricordava molto la discarica di Malagrotta.

La ricetta

Uno dei partecipanti al reality "La Fattoria" apprende di essere in nomination.

Prepareremo la Coratella con i carciofi alla Romana. Per le altre preparazioni mandate un sms al 1¥234§5Ƿ scrivendo "ME TAPINO!"[2]
Riceverete una ricetta tutti i sabato di luna piena o, in alternativa, verremo a derubare il vostro appartamento.

Ingredienti

  • Cuore, polmone, fegato e rognoni di abbacchio
  • 5-6 carciofi romaneschi
  • Strutto
  • Olio extra vergine di oliva
  • Mentuccia
  • 1/3 di Bicchiere di vino bianco secco
  • Sale & pepe
  • Limone
  • Pecorino romano (facoltativo)

Preparazione

Piermatteo Bauscia (critico della Guida Michelin) in missione al ristorante Cencio la Parolaccia, poco prima di beccarsi un "ma vaffanculo!"
  1. Pulite le interiora dagli eccessi di grasso e tagliatele a cubetti (separando con cura cuore, polmone e fegato),
  2. percuotete col forchettone il gatto (stava approfittando di quello che credeva fosse il suo pasto),
  3. tagliate in 4 i rognoni e metteteli a bagno in acqua e aceto,
  4. vomitate pure tranquillamente, i rognoni devono restare a bagno circa 15 minuti,
  5. pulite i carciofi, fateli a spicchi e metteteli a bagno in acqua e limone,
  6. in una padella ponete strutto ed olio con il polmone cominciando a cuocere a fuoco basso, aggiungete il cuore e proseguite la cottura,
  7. suonano alla porta, i due Carabinieri armati (allertati dalla vicina alla quale è giunto l'odore nauseabondo) vi intimano di mostrargli il cadavere. Chiarito l'equivoco, offrite loro un marsala all'uovo e poi li salutate,
  8. sono passati circa 25 minuti, è tempo di mettere il fegato e i carciofi, sfumate con poco vino bianco,
  9. regolate di sale e pepe. Quando i carciofi saranno teneri e ben insaporiti togliete dal fuoco,
  10. servite nel piatto con mentuccia fresca spezzettata e una spruzzata di limone.

Per chi la gradisce, una leggera spolverata di pecorino o forfora.

Effetti collaterali

Gli effetti della coratella su mio cugino, poco avvezzo ai sapori delicati della cucina romana.

Non tutti gli stomaci sono in grado di fronteggiare la pietanza in questione. A dispetto degli altri ingredienti, è proprio la mentuccia che ha la stravagante caratteristica di riproporsi per lunghi periodi. La maggio parte dei dottori, concordano con l'uso di protettori per lo stomaco da prendere 20 minuti prima della coratella. Per la digestione consigliano mezza quintalata di bicarbonato di sodio, i meno tradizionalisti invece optano per 2 litri di Mastrolindo. In caso di occlusione gastro-intestinale operare come segue:

  1. far distendere la vittima persona sollevandogli la testa con un piede di porco,
  2. al presentarsi delle petecchie, eseguire la manovra di Mengele (saltando con le ginocchia ripetutamente sullo stomaco),
  3. pregare "Nostra Signora degli Occlusi" che, una volta rinvenuto, non abbia la forza di strangolarci,
  4. massaggiare delicatamente il basso ventre e, nel caso, praticare una fellatio o cunnilingus (che male non fa).

Se non vi sarà grato/a per avergli salvato la vita, almeno morirà col sorriso sulle labbra.

Curiosità

  • Il pregiudicato romano Urderico Chiavone (chiamato "Coratella" per il fatto che strippava le vitt era "bono de core") sarà uno dei protagonisti del nuovo reality "Ar Gabbio"
  • L'omogeneizzato di coratella ha vinto il premio "Alimento per l'Infanzia Sprocedata" edizione 2007.
  • La coratella fu inserita nel menu delle prigioni statunitensi nel 1987, fu la causa della sanguinosa rivolta nel carcere federale di Oakdale (Louisiana).

Voci correlate

Note

  1. ^ ripetizione inevitabile.
  2. ^ Costo: 4 rubini a settimana, servizio in abbonamento vitalizio.


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