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Le '''janas''' sono creature leggendarie diffuse in [[Sardegna]]. In realtà sono comuni [[Fata|fatine]], molto simili a quelle diffuse in tutto il mondo, ma le janas hanno un accento spiccatamente sardo.<br />Qualcuno si chiederà perché mai la Sardegna sia così ricca di creature fantastiche, leggendarie o semplicemente strampalate. Il fatto è che la solitudine conduce la mente a divagare oltre i confini della razionalità, ma non solo: in tutta l'isola si produce da sempre un'ottima [[marijuana]] e lo [[stramonio]] cresce spontaneo in ogni suo angolo. Esso viene assunto, sotto le più svariate forme, dalla popolazione autoctona con la scusa che sarebbe efficace contro gli attacchi d'[[asma]], trascurando volutamente i suoi [[LSD|lisergici]] [[effetti collaterali]].
Le '''janas''' sono creature leggendarie diffuse in [[Sardegna]]. In realtà sono comuni [[Fata|fatine]], molto simili a quelle diffuse in tutto il mondo, ma le janas hanno un accento spiccatamente sardo.<br />Qualcuno si chiederà perché mai la Sardegna sia così ricca di creature fantastiche, leggendarie o semplicemente strampalate. Il fatto è che la solitudine conduce la mente a divagare oltre i confini della razionalità, ma non solo: in tutta l'isola si produce da sempre un'ottima [[marijuana]] e lo [[stramonio]] cresce spontaneo in ogni suo angolo. Esso viene assunto, sotto le più svariate forme, dalla popolazione autoctona con la scusa che sarebbe efficace contro gli attacchi d'[[asma]], trascurando volutamente i suoi [[LSD|lisergici]] [[effetti collaterali]].


L'iconografia ufficiale descrive le janas come piccole donnine esili e graziose, dalla pelle chiara e delicata, ma piena di foruncoli sulla schiena. Indossavano abiti di colore rosso, soprattutto durante il [[ciclo mestruale]]; sul capo portavano un fazzoletto ricamato con fili d’argento e al collo pesanti collane d’oro, che a lungo andare provocavano loro seri problemi di [[artrosi cervicale]]. Ovviamente, possedevano decine di migliaia di scarpe. Potevano emanare una luce così abbagliante da essere usate nell'illuminazione pubblica e non solo: quando il [[Cagliari Calcio|Cagliari]] di [[Gigi Riva]] vinse il suo finora unico scudetto, le fotoelettriche del vecchio Stadio Amsicora non erano altro che gabbioni con al loro interno delle janas prigioniere.
L'iconografia ufficiale descrive le janas come piccole donnine esili e graziose, dalla pelle chiara e delicata, ma piena di foruncoli sulla schiena e la lanugine nell'[[ombelico]]. Indossavano abitini [[Hello Kitty]] di colore rosso, sul capo portavano un fazzoletto ricamato con fili d’argento e al collo pesanti collane d’oro, che a lungo andare provocavano loro seri problemi di [[artrosi cervicale]]. Ovviamente, possedevano decine di migliaia di scarpe. Potevano emanare una luce così abbagliante da essere usate nell'illuminazione pubblica e non solo: quando il [[Cagliari Calcio|Cagliari]] di [[Gigi Riva]] vinse il suo finora unico scudetto, le fotoelettriche del vecchio Stadio Amsicora non erano altro che gabbioni con al loro interno delle janas prigioniere.


== Abitudini e stile di vita ==
== Abitudini e stile di vita ==

Versione delle 22:10, 1 dic 2014

Template:Creature leggendarie

Veduta notturna del vecchio Amsicora illuminato a giorno dalle janas.
« Mala jana ti hurrada! »

Le janas sono creature leggendarie diffuse in Sardegna. In realtà sono comuni fatine, molto simili a quelle diffuse in tutto il mondo, ma le janas hanno un accento spiccatamente sardo.
Qualcuno si chiederà perché mai la Sardegna sia così ricca di creature fantastiche, leggendarie o semplicemente strampalate. Il fatto è che la solitudine conduce la mente a divagare oltre i confini della razionalità, ma non solo: in tutta l'isola si produce da sempre un'ottima marijuana e lo stramonio cresce spontaneo in ogni suo angolo. Esso viene assunto, sotto le più svariate forme, dalla popolazione autoctona con la scusa che sarebbe efficace contro gli attacchi d'asma, trascurando volutamente i suoi lisergici effetti collaterali.

L'iconografia ufficiale descrive le janas come piccole donnine esili e graziose, dalla pelle chiara e delicata, ma piena di foruncoli sulla schiena e la lanugine nell'ombelico. Indossavano abitini Hello Kitty di colore rosso, sul capo portavano un fazzoletto ricamato con fili d’argento e al collo pesanti collane d’oro, che a lungo andare provocavano loro seri problemi di artrosi cervicale. Ovviamente, possedevano decine di migliaia di scarpe. Potevano emanare una luce così abbagliante da essere usate nell'illuminazione pubblica e non solo: quando il Cagliari di Gigi Riva vinse il suo finora unico scudetto, le fotoelettriche del vecchio Stadio Amsicora non erano altro che gabbioni con al loro interno delle janas prigioniere.

Abitudini e stile di vita

   La stessa cosa ma di più: Domus de janas.

La crisi degli alloggi in Sardegna ha radici antiche: persino le janas ne furono vittime. Pur occupando i primi posti della graduatoria per l'assegnazione di un appartamento IACP, sono sempre state scavalcate dai soliti raccomandati. L'unica strada percorribile era quella dell'occupazione. Il collettivo autogestito Jana pro domo sua occupò dapprima tutti i nuraghi sfitti, poi alcune aperture strette e profonde scavate nella roccia dagli antichi Shardana, usate da questi ultimi per l'occultamento di cadaveri, droga e clandestini. Nel tempo, questi angusti pertugi hanno assuno il nome di domus de janas.

All'interno delle loro casette le janas trascorrevano solo le ore diurne, per lo più dormendo, facendo manicure, spettegolando sull'ultima liaison andro-ovina del pastore Peppeddu o sottraendosi a vicenda rossetti, smalti, fondotinta e biancheria intima, lanciandosi l'un l'altra le accuse più infamanti. Dopo il tramonto uscivano all'aperto, per far ritorno alle loro domus solo all'alba, non prima di aver fatto una capatina allo Spizzico dello svincolo di Sedilo Nord, dove per colazione era possibile trovare cornetti caldi al casu marzu e brodo bollente di pecora appena sgrassato: un must per i nottambuli dell'isola.

Fatine buone o cattive?

Le janas e la loro ricchezza