Cagliari

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Cagliari

(Stemma)

"Sbirro Infame"

(Motto)

Posizione geografica In fondo al cespuglio a sinistra. Accanto a uno stivale e un po' più su di un tramezzino.
Anno di fondazione In un'era imprecisata a cavallo tra il Dopofloris e il Doposoru Avanti Cristo
Abitanti 1 ogni 2 chilometri
Etnia principale Casteddai 35%; ex biddunculi 10%; cinesi-filippini-africani-pakistani 25%; meticci(vale a dire altri Casteddai mischiati a Biddai)30%
Lingua Lunga.Non sanno mai quando é ora di tapparsi la bocca
Sistema di governo Sultanato
Moneta Francusu
Attività principale Cercare pelo e tentare murighi
« La via Roma era stipata di senegalesi e marocchini che non si capiva bene dove andassero, cosa facessero, mentre la finanza, nascosta dietro le colonne della Rinascente, accendeva di panico, terrore, disperazione, i volti di quelli uomini di colore fantastici »
(Gianfranco Zola, Il Diario di Anna Frank, 1947)
« Cagliari, la figa della Sardegna. »
(Cagliaritano su Cagliari)
« Cagliari? Be', direi che è la San Francisco sarda: sproporzionata, piena di irritanti dislivelli, situata esattamente dall'altra parte rispetto a dove converrebbe. Come faccia il porto a mantenersi in attivo è un mistero. »
(Turista su Cagliari)

Cagliari è una ridente città del Nord-Africa, detto anche Sud Sardegna. È Capitale del sultanato Sardo e loco di una sede affiliata alla Lega Nord. Il centro ha millemilacentottoquindicimillanta abitanti, tutti di origine berbera, a parte qualche marinaio di lontane origini siciliane. Sono ben noti i caratteristici branchi di ibridi tra pecore e capre,vestiti con sciarpe di colore rosso e blu, situati in una stalla vagamente somigliante a uno stadio di calcio, che di solito urlano all'indirizzo di spaesati esseri deformi, probabilmente risultanti da un incrocio tra Quasimodo e il diavolo del Jersy, dai piedi irrimediabilmente storti all'infuori, che errano senza parvenza di meta alla ricerca di un pallone, probabilmente smarrito nel 5 secolo a.C.

Storia

Viale Regina Elena

Cagliari nacque nel nonmeloricordo/anzinonlosò a.C., dopo che uno dei primi pescherecci carichi di extracomunitari che volevano arrivare in Europa s'incagliò in uno scoglio davanti a quello che oggi è conosciuto come Golfo degli Angeli (ma i losangelini disapprovano).

Arrivati a riva, decisero di stabilirsi, nonostante le popolazioni sarde dell'interno abbiano a più riprese cercato di rispedirli verso Cartagine, da dove venivano. Cresciuta e dotatasi di un castello, Cagliari cominciò a tiranneggiare in buona parte dell'Isola, imponendo nelle zone a lei limitrofe la sua lingua d'ascendenza berbera-romana-pisana-aragonese-echipiunehapiunemetta e, a tutta la Sardegna, la sua festa nazionale, nota come Sagra di Sant'Ef(f)isio, un omuncolo che da quasi quattrocento anni obbliga i devoti a partecipare a una processione a piedi lunga diverse decine di Km. Da far notare che il cocchio del santo e i pesanti carri dei gruppi folkloristici (le "traccas"), sono trainati da buoi enormi, perciò il corteo è riconoscibile anche dalle escrezioni lasciate lungo il cammino: il fenomeno è conosciuto come "i cagalloni di maggio", giacché la loro presenza sull'asfalto perdura per tutto il mese di maggio e, a volte, anche oltre.

Cagliari è nota per la "munificienza" verso le province della Sardegna che si trovano a Nord del Tirso, altrimenti detto Linea dell'Equatore: infatti spesso arriva loro ben il 15% dei contributi regionali.

Lingua

NonNews

NonNotizie contiene diffamazioni e disinformazioni riguardanti Cagliari.

Cagliari è una città poliglotta, infatti la maggioranza degli abitanti è capace di parlare a cazzo di cane diverse lingue. Tra le principali ricordiamo:

  • l'Italiano, parlato unicamente in qualche squoletta, nei licei e nello Stagno di S. Gilla, è considerato lingua morente, se non già morta, dato che nel resto della Sardegna viene tuttora considerato una lingua straniera al pari del Bantu, compreso con molte difficoltà dagli over 30 e dagli anziani, che preferiscono esprimersi nell'amato Casteddaio o nel Sardo.
  • il Sardo, parlato da sempre meno persone, è la lingua dei padri e la lingua più stuprata della città. Per molti eruditissimi cittadini[citazione necessaria] infatti, per esprimersi in un brillante discorso in perfetto sardo basta prendere le parole italiane, aggiungere ad ognuna di esse una "u" alla fine e metterci in mezzo qualche "g" dolce a random facendo del tutto un suono vagamente spagnoleggiante. È la lingua delle citazioni dotte, degli scambi commerciali e della commedia. Ad oggi, rimane l'ultima forma di comunicazione efficace verso i popoli dell'entroterra sardo, i quali, quando vedono arrivare qualcuno estraneo alla bidda dotato di minacciosi veicoli ancora temono che si tratti di nuovo di Saraceni o di Nazisti.
  • il Casteddaio (da Casteddu, nome di Cagliari in Sardo), che a dispetto del nome è assai più simile all'hittita, è in assoluto la lingua più parlata, anche se varia leggermente da quartiere a quartiere (in peggio). Mostra forti infiltrazioni dal truzzese italico standard, dall'asseminoquartese e recentemente dall'essemmessese, specialmente ora che MSN ha contribuito a far cadere le barriere linguistico-culturali e reso definitivamente impossibile, nonché inutile, l'apprendimento dell'italiano corretto. Mutua grammatica e sintassi dal Sardo e vocaboli dall'Italiano, cosa che lo rende del tutto incomprensibile a qualsiasi italiano normoistruito e a qualsiasi sardo non cagliaritano.
  • il Selargino-quartese comune, diffusosi dopo l'inizio delle invasioni barbariche del sabato sera da parte degli abitanti dei comuni limitrofi. Cagliari è infatti costituita al 90% da bar, pub, ristoranti, trattorie, bettole, viali per puttan tour, piazze abbastanza spaziose per poter lanciare bottiglie da sbronzi, e soprattutto panchine, che attirano bestie da tutta la Sardegna meridionale. Misto 50% e 50% tra Sardo e Italiano correggiuto, non è parlato da nessuno ma compreso da tutti grazie alle iscrizioni lasciate dai tamarri su panchine, cabine telefoniche, monumenti, asfalto, pali, cessi, cartelli stradali, cassonetti e, più raramente, persone. Presenta rare analogie col truzzese italico standard e col casteddaio, ma è fondamentalmente una lingua a sé.

Popolazione

Gli aBBitanti di Cagliari sono conosciuti per la loro estrema accoglienza con i turisti stranieri: se siete uno straniero infatti, potrete facilmente aspettarvi un'accoglienza del tipo "O brutu calloni tontu, torrainci in su cunnu 'e mamma tua bagassa", modo simpatico per dirvi di tornare da dove siete giunti in questa valle di lacrime, ovvero la fica, l'apparato genitale femminile che è circondato dalle vostre madri.

Di seguito, un approfondimento sulla popolazione Cagliaritana compresa tra i 14 e 27-40 anni.

Truzzus Kalaritaniensis

Gigi D'Agostino, celebrità locale e patrono del Truzzus Kaliaritanensis.

Dove: Cagliari centro, piccole zone di Quartu e dintorni

La mandria truzza è sicuramente una delle due più note e numerose della città, sempre in competizione con la folta schiera di Mordor, di cui fanno parte i grezzi e tutte le loro sottospecie.

La loro giornata normale è spesa dormendo tra i banchi di scuola o direttamente a casa se fanno finta di essere studenti universitari, andando nei soliti 2 o 3 baretti squallidi che per loro sono "solo fighi" e nei quali non dare presenza porta a forti problemi di tipo psico-sociale; facendo vedere in Viale Europa la nuova BMW, Smart, Classe A o Mini che gli ha regalato papà e ammazzando i pochi neuroni litigiosi rimasti con qualche sano tiro di joint di hashish tagliato col calfort.

Si segnala un grande amore per il calcio a cinque: il truzzo cagliaritano infatti non è capace di giocare al calcio vero; chi gioca sullo sterrato dei campi locali rischia di rovinarsi le nuove nike e di sporcarsi di terriccio, nonchè, tremate, di sbucciarsi un ginocchio. Il calcetto consiste in un'accozzaglia fastidiosa di movimenti scordinati e inutili che i giocatori amano definire rabona, doppio passo o sombrero, eseguiti indossando la maglia numero dieci di Zola del Cagliari Calcio.

Le femmine, non escono con meno di 12.000 euro indosso più una borsa disegnata da qualche stilista consumatore di mescalina, si infilano nei bar fumando sigarette da quando avevano dieci anni, e si bagnano assorbendo le radiazioni di trasmissioni spazzatura tipo Amici, Uomini e donne o Verissimo, sognando anche loro di diventare un giorno troniste, ballerine o cantanti, opinioniste del gossip o anche solo veline.

Ultimamente fa parte della scena truzzo-cagliaritana un esemplare chiamato truzzopizzaiolo oppure truzzogelataio. Presenti comunque anche nella varietà in rosa, arancione o rosso bordeaux, sono coloro che indossano dei raccapriccianti pantaloni bianchi e che amano scorrazzare in branco, infatti non è raro incappare in gruppi di truzzopizzaioli con addosso la loro divisa.

Il Grezzo

Ecco l'ospizio, ehm... cioè il teatro lirico a pagoda di Cagliari.

Tale macrocategoria comprende un numero infinito di varianti e correnti che si rincorrono e che per semplicità possiamo dividere nei tre seguenti gruppi, in grado crescente di aberrazione

  • Il Gaggio, diffuso omogeneamente su tutto il territorio ma che raggiunge picchi di concentrazione soprattutto in certi quartieri e nell'hinterland, è la più numerosa ma meno pericolosa categoria di esseri sub-umani.

Solitamente avrebbero tutte le risorse affettive ed economiche per essere persone normali e condurre una vita interessante, ma inevitabilmente la loro esistenza è ristretta al picchiarsi con gli amici, preparare l'F10, mettere incinta la loro pivella mentre ascoltano del bellissimo reggaeton ed esibire tute da ginnastica e nike shox. Solitamente escono dagli istituti tecnici industriali e dal famoso nautico, sapendo ancora meno di quando ci sono entrati. Se pure riescono a conseguire il diploma scientifico, continueranno a bruciarsi la faccia controllando il livello della benzina dei loro scooter, infilando argutamente l'accendino dentro il tappo del serbatoio per far luce. Il loro totale rifiuto a qualsiasi tipo di apprendimento o studio riduce la percentuale di questi individui iscritti all'università del -251,666%, costringendoli a svolgere solo mestieri quali operaio nullafacente, portapizze, spacciatore di coca o, per i più fortunati, meccanico del tuning.

  • Il Burdo è il secondo stadio evolutivo del grezzo comune e rappresenta la seconda più pericolosa variante.

Originari di zone degradate e ignote ai più, conducono la loro vita cercando di morire al più presto. Non che lo desiderino veramente, ma la somma delle loro azioni è inequivocabilmente portata a conseguire rapidi decessi. Basti considerare la loro propensione a massaggiarsi vicendevolmente con le nocche anche solo per motivi futili quali sguardi fraintesi, debiti per 2 euro, o divergenze riguardo a cosa scrivere sullo striscione degli Sconvolts '87. A tutto questo, aggiungiamo il fatto che tali individui non escono di casa senza una pattada arburese da 30 cm alla Crocodile Dundee e non percorrono mai le strade cittadine con la Clio a meno di 105 km/h, tranne nei sensi unici contromano dove si tengono sugli 85 km/h.
Solitamente hanno la terza media conseguita sfasciando il mobilio scolastico e minacciando di morte gli insegnanti, e un background lavorativo notevole. Sin da giovanissimi si sono distinti in un numero spropositato di mestieri dei quali nemmeno la metà si potrebbe definire legale. I più bravi hanno portato pizze, imparato a fare il tornitore, riparato carrozzerie e scaricato mobili mentre il restante 95% ha solitamente venduto qualcosa di rubato sul baratto, scippato vecchiette in scooter, ricattato altre persone per estorcere denaro e finalmente rapinato le Poste Italiane o venduto droghe di qualsiasi tipo anche negli asili nido.

  • Il Gabillo (o Gaurro) è lo stadio più pericoloso di tutti perché ha origine biddaia o di quartiere malfamato, girano con macchine strafighe (frutto di onesti impieghi) ma comunque truccate e modificate in maniera spaventosa tanto che nemmeno i cinesi potrebbero.

I gabilli son soliti vagare per Cagliari con impianti stereo da concerti heavy metale il volume così alto che coprirebbe il suono creato dall'eruzione del vulcano Krakatoa. La musica preferita dai gabilli non potrebbe essere che quella classica, specialmente di artisti come Don Omar, Fabri Fibra o Rapper made in Sardinia. Il gabillo è riconoscibile inoltre perché ignora la segnaletica stradale, saluta educatamente le fanciulle e passa dentro a Piazza Giovanni con lo scooter rischiando (e forse tentando) di investire gli scout della parrocchia. Ogni gabillo che si rispetti ha un auto carica di luci al neon, lampadine di Natale sia dell'albero che del presepe, bajour sui fianchi, tante luci psichedeliche e un grande faro sul tettuccio dell'auto. Tutto questo può far pensare ad un maurro di altri tempi che per le vie di Casteddu girino bordelli su ruote. E ancora i gabilli son soliti montare i motori da più di 600 cavalli (anche motori da 1000 cavalli delle barche) su auto dello scorso millennio con ovvi risultati quali l'esplosione del veicolo o la fusione nucleare del motore stesso. Per il resto i gabilli vanno a pivelle, fanno gli scherzi ai ragazzini delle medie, vanno in discoteca e bevono ettolitri di birra o vino importati direttamente dal paese. Tra i vari accessori di un gabillo ci sono anche le leppe pattadesi, guspinesi, lussurgesi pronte, naturalmente, a tagliare il formaggio oltre ad un arsenale di attrezzi trovati in giro come picconi, katane o molotov. I gabilli sono impiegati come guardie del corpo o sicari, almeno una volta hanno dato buffetti con il coltello sulla pancia di qualcuno, rubato un auto della polizia o svaligiato la Conad.

Cosa vedere

Una panoramica delle zone periferiche cagliaritane.

È consigliata l'antica kasbah, detta anche quartiere di Marina, e il quartiere di Sant'Elia, sede locale del commercio al dettaglio di farina e cioccolato oltre che sede del celebre stadio omonimo. Da non sottovalutare cittadine dell'hinterland quali Quartucciu (detta anche Parigi data la nota affidabilità dei suoi abitanti) e Selargius, con un commercio di farina tagliata e Thè da far invidia anche alla Torino del lingotto e della proprietaria famiglia. La spiaggia cagliaritana, detta anche Poetto, è l'attrazione principale per tutti i giovani che vogliono andare alla ricerca di pelo e che svolgono attività utili e costruttive quali bere, fumare, commentare culi e tette, senza poi tralasciare il bagnare a sfregio con l'acqua gelida le amiche ben rilassate mentre prendono il sole. Degno di nota anche il Bastione di St. Remy, composto da diverse terrazze, gradini, aiuole, passeggiate coperte e quant'altro, che fungono da ritrovo abituale di punkabbestia e alternativi. Inoltre viene utilizzato come "ring" per risse tra frequentatori abituali ma soprattutto come terrazzo-trampolino per suicidarsi.

La principale attrazione turistica cagliaritana è fino a prova contraria Giorgia Palmas.

Il Grande Cagliari

   La stessa cosa ma di più: Cagliari Calcio.

Il Grande Cagliari è il club che nella stagione 1969/70 di Serie A vinse lo scudetto. Era formato da 10 giocatori anonimi il cui unico scopo era fornire palloni a Gigi Riva, che poi con un leggero tocco di piede li teletrasportava alle spalle del portiere avversario.

Piatti tipici della cucina cagliaritana

Esperimento di un piatto New Age realizzato con la collaborazione di Franco Battiato e Antonella Clerici a Linea Blu.
  • I Malloreddus: Allevati e nutriti appositamente presso i cimiteri di San Michele e di Bonaria, sono di vari colori a seconda del tipo di allevamento dal quale provengono. Si cucinano con un buon sugo alla campidanese che si ottiene facendo rosolare la polpa di pomodoro con bambini morti.
  • Spaghittus cun arrizzonis (spaghetti ai ricci): Si fanno cuocere in abbondante acqua di Giorgino gli spaghetti. Nel frattempo in un tegame largo si fa il soffritto con oGLio, aLLio, peperoncino e si getta dentro la carcassa del riccio ripulito da tutta quella schifezza della polpa interna. Quando gli spaghetti saranno al dente, si versano nel tegame e si fa saltare tutto insieme con un po' di dinamite. Piatto sconsigliatissimo a chi ha problemi di piorrea.
  • La Bottarga: L'origine è ancora ignota. secondo alcuni integerrimi studiosi, uomini di chiesa, storici e veggenti, è il ricavato dell'intestino di un malato del Brotzu, fatto essiccare al sole per quaranta giorni, quaranta notti e quarantotto settimane (deve essere un numero pari altrimenti impazzisce come la maionese), che viene usato anch'esso per condire gli spaghetti o viene servito come antipasto condito con un po' d'olio e talvolta anche carciofi. Questo prezioso alimento ha suscitato anche l'invidia dei siciliani che gridavano ai sardi "figghi'e bottarga!!", così i cagliaritani decisero di importare la bottarga anche da loro in modo tale da essere tutti felici e contenti.

Frasi tipiche del luogo

  • Minca mia a tui! Dal latino "Mentula mea tibi". Esclamazione di stupore per la vista di una bella ragazza.
  • Pillittu miu t'affràchiri Esclamazione di stupore alla vista di un bel ragazzo.
  • Sesi 'nu tanallu Insulto rivolto a qualsiasi continentale.
  • A su Cunn'è mamma tua bagassa Commento riguardante la madre dell'interlocutore
  • Cunnu chi ti 'n da bogau Modo per definire la madre dell'interlocutore
  • Ceeeeh ses tottu accallonau! Letteralmente, "Sei completamente rincoglionito".
  • Pitticcu su caghinu! Critica rivolta a una terza persona, rigorosamente assente.
  • O bruttu fill'è bagassa nuda!!! Insulto riferito al proprio interlocutore, che fa leva su un suo genitore, o entrambi se ha due madri.
  • Cravvadinci in su cunnu! Gentile modo di mandare una persona a farsi una vacanza.
  • Ti Caghi! Esclamazione di stupore.
  • Cess Altra esclamazione di stupore, non ha niente a che vedere col sanitario omonimo.
  • Fiaaaaaaaaaaamma! Esternazione di apprezzamento di qualcosa.
  • Scoppiau Perdiu! Esclamazione di simpatia per qualcuno.
Lo Stadio Sant'Elia, casa del Cagliari Calcio.
  • Oh, fiore? Ti posso cogliere? Modo cortese per rimorchiare una ragazza.
  • Maaa....Se te la chiedevo...Me la davi? Altro modo cortese per rimorchiare una ragazza.
  • Poooba! Esclamazione pronunciata al sentire la lettera "A". Gioco introdotto da famiglie nobiliari nel XVIII secolo.
  • Ziraaaaaaa Espressione utilizzata per esprimere opinione negativa su una ragazza.
  • Arrori ghi du coddidi... Difficilmente traducibile, la più verosimile è "Che un accidenti lo fotta!".
  • Oh cunn'e predi! Letteralmente "Oh figa di prete", invocazione per richiamare l'attenzione di una ragazza poco simpatica.
  • Oh la ga ti unfru!! tagazzuuu! Frase usata per minacciare l'interlocutore.
  • Oh conch'e caramella succiara Letteralmente "Testa di caramella succhiata". Questa frase viene rivolta alle persone senza capelli.
  • Oh conch'e ginugu Letteralmente "testa di ginocchio". Come sopra.
  • Minch'e cuaddu! Esclamazione di stupore verso qualcosa. È possibile esternare il proprio grado di stupore aggiungendo dopo tale esclamazione termini rafforzativi: burdu, leggiu, cagau, sprattu, coddau, in cullu, e via così fino all'infinito.
  • Zaccando molto!! / A pestata!! Due sinonimi che stanno a indicare l'intensità di un azione o un concetto.
  • Ti coddiri! Frase di risposta di un cagliaritano appena sente la parola "cavallo".
  • Na oh, Gio Uein! Espressione utilizzata per intimare a qualcuno di stare al proprio posto/abbassare la cresta.

Curiosità

La sede di Cinecittà nella Sella del Diavolo
  • Dopo La Mecca, Callonia è la seconda meta del pellegrinaggio islamico mondiale.
  • È il luogo dove viene cagliato il 90% del formaggio italiano.
  • Il sindaco di Cagliari è il Mullah Omar. I vigili di Callonia consultano il Corano per le contravvenzioni.
  • Per tutto il perdurare del periodo estivo Cagliari viene invasa da simpatici amici animali noti col nome scientifico di Periplaneta americana, adorabili scarrafoni muniti di ali e acuminate zampe velocissime che tengono compagnia e allietano le serate casalinghe con il loro correre e imperversare domestico. Numerosi editti comunali esortano i cittadini ad allevare o per lo meno soddisfare il fabbisogno nutrizionale di queste endemiche specie di insetti, col fine ultimo di aumentare il numero di residenti e richiedere maggiori finanziamenti europei.

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