Bicicletta: differenze tra le versioni

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Fino alla fine del XIX secolo, il mezzo di trasporto più diffuso era la carrozza: fino all'avvento delle automobili, infatti, le persone erano costrette a spostarsi in questa specie di cabina telefonica con le ruote trainata da un cavallo. Essa fu per lungo tempo l'unico modo per raggiungere in poco tempo città tra loro distanti anche centinaia, ma che dico, migliaia di metri.


Fino alla fine del XIX secolo, il mezzo di trasporto più diffuso era la carrozza: fino all'avvento delle automobili, infatti, le persone erano costrette a spostarsi in questa vasca da bagno con le ruote trainata da [[cavallo|cavalli]]. Essa fu per lungo tempo l'unico modo per raggiungere in poco tempo<ref>alcuni mesi.</ref> città tra loro distanti anche centinaia, ma che dico, migliaia di metri.
A seconda dell'impiego a cui erano adibite, esistevano vari tipi di carrozze, ma tutte quante avevano dei difetti comuni: il consumo eccessivo di combustibile (il fieno per i cavalli), la bassa velocità ma soprattutto la costante puzza di [[merda]]. Non dimentichiamoci del povero conduttore, sistemato al di fuori della carrozza ed esposto alle intemperie; costretto a queste avversità, cercava di sfogarsi come poteva frustando i poveri cavalli (che comunque continuavano ad andare lenti).


A seconda dell'impiego a cui erano adibite, esistevano vari tipi di carrozze, ma tutte quante avevano dei difetti comuni: il consumo eccessivo di combustibile<ref>il fieno per i cavalli.</ref>, la bassa velocità ma soprattutto la costante puzza di [[merda]]. Non dimentichiamoci del povero conduttore, sistemato al di fuori della carrozza ed esposto alle intemperie; costretto a queste avversità, cercava di sfogarsi come poteva frustando i poveri cavalli (che comunque continuavano ad andare lenti).
Si iniziò così a pensare ad un nuovo e rivoluzionario mezzo di trasporto che sapesse unire esercizio fisico, vita all'aria aperta, riduzione dei consumi, maggiori velocità e rispetto per l'ambiente (e per i [[cavallo|cavalli]]).

Si iniziò così a pensare ad un nuovo e rivoluzionario mezzo di trasporto che sapesse unire esercizio fisico, vita all'aria aperta, riduzione dei consumi, maggiori velocità e rispetto per l'ambiente (e per i cavalli).


Era la nascita {{s|dell'[[automobile]]}} della bicicletta.
Era la nascita {{s|dell'[[automobile]]}} della bicicletta.

Versione delle 14:39, 18 lug 2011

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« È un piacere investirle! »
(Automobilista su bicicletta.)
« Io vado in bicicletta perché così non inquino! »
(Ciclista che morirà a breve a causa dello smog.)
« La bicicletta ha un sacco di vantaggi. E poi la manutenzione è praticamente nulla! »
(Pirla che sta per schiantarsi contro un platano perchè non ha controllato i freni.)
« Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala! »
(Papà a suo figlio.)
« Guarda che io avevo chiesto una moto! Sei il solito tirchio! »
(La replica del figlio.)


La bicicletta è un veicolo a pedali che permette di sudare e di arrivare in ritardo, il tutto rispettando l'ambiente. Mica come quelle automobilacce inquinanti!


Nascita della bicicletta

Fino alla fine del XIX secolo, il mezzo di trasporto più diffuso era la carrozza: fino all'avvento delle automobili, infatti, le persone erano costrette a spostarsi in questa vasca da bagno con le ruote trainata da cavalli. Essa fu per lungo tempo l'unico modo per raggiungere in poco tempo[1] città tra loro distanti anche centinaia, ma che dico, migliaia di metri.

A seconda dell'impiego a cui erano adibite, esistevano vari tipi di carrozze, ma tutte quante avevano dei difetti comuni: il consumo eccessivo di combustibile[2], la bassa velocità ma soprattutto la costante puzza di merda. Non dimentichiamoci del povero conduttore, sistemato al di fuori della carrozza ed esposto alle intemperie; costretto a queste avversità, cercava di sfogarsi come poteva frustando i poveri cavalli (che comunque continuavano ad andare lenti).

Si iniziò così a pensare ad un nuovo e rivoluzionario mezzo di trasporto che sapesse unire esercizio fisico, vita all'aria aperta, riduzione dei consumi, maggiori velocità e rispetto per l'ambiente (e per i cavalli).

Era la nascita

della bicicletta.

Le High Bicycle

Le high bicycle sono quelle biciclette che usa ancora tuo nonno. Massì, dai, quelle con la ruota davanti tanto tanto tanto grande!

L'inventore di questa meraviglia fu un certo Eugene Meyer; riportiamo qui di seguito il dialogo tra Meyer e i suoi operai, che portò alla nascita di tale opera:


- Eugene Meyer: “In che modo possiamo creare delle biciclette più veloci? Avete qualche idea?”
- Operaio 1: “Scusate, non possiamo metterci sopra un motore?”
- Eugene Meyer: “Geniale!”
Che meraviglia!


Poi si accorsero che qualcosa di simile esisteva già. Si chiamava motocicletta.

« FUSTIGATE QUELL'OPERAIO! »
(Eugene Meyer su quel genio che aveva avuto l'idea.)


Il problema sorse daccapo.

- Eugene Meyer: “In che modo possiamo creare delle biciclette più veloci?”
- Operaio 2: “Beh, io avrei in mente una cosa chiamata “cambio”...”
- Eugene Meyer: “Aspettate, mi è venuta un'idea! Se facessimo le ruote più grandi?”
- Operaio 2 (borbottando tra sé e sè): “Boh, mi sembra una cazzata...”
- Eugene Meyer: “Ho deciso, faremo delle ruote di tre metri di diametro!”
- Operaio 2: “Ma non è un po' troppo?”
- Eugene Meyer: “Troppo poco, vero? Facciamo 5 metri di diametro! Più grossa è la ruota, più metri si percorrono ad ogni pedalata!”
- Operaio 2: “Ok, ma come ci si arriva ai pedali? Nessuno ha le gambe così lunghe...”
- Eugene Meyer: “FUSTIGATE QUELL'OPERAIO! Sarà un successone, vedrete!”


Alla fine la ruota anteriore venne ingrandita solo fino al limite della misura interna della gamba del ciclista. Poi, siccome a Meyer piaceva l'asimmetria, rese quella posteriore microscopica. Inoltre capì che una bicicletta pesante come Giuliano Ferrara non era il massimo della comodità: quindi sostituì il telaio in piombo con uno in ghisa ed inventò i raggi (invenzione che venne usata anche dal Sole).


La mountain bike

File:ET e Elliot in bicicletta.jpg
Beh, non potrai andarci sull'asfalto...però puoi sempre volarci!

La mountain bike è il sogno di ogni bambino. È una bicicletta che può andare praticamente ovunque (Gesù ne aveva una che andava addirittura sull'acqua), salvo che sull'asfalto. Infatti, mentre è possibile scalarci l'Everest, non è possibile andare a più di 2 km/ora in strada, perchè le 43 sospensioni presenti sulle ruote disperdono tutta l'energia della pedalata.


Uso consigliato: una simpatica gita con gli amici sul Kilimangiaro.


Bicicletta a pedalata assistita

« Bello, questo motorino! »
(Niubbo su bicicletta a pedalata assistita.)


Chi vuole passare per ciclista, ma è troppo pigro per impegnarsi seriamente, deve comprare assolutamente questa bicicletta; infatti, il piccolo motore celato nel telaio vi permetterà di superare ogni salita[3]. In alternativa, potete sempre pedalare rimanendo attaccati alla presa di corrente con l'apposito cavo (quindi basta avere una bella prolunga per andare lontano). Inoltre, a meno che non siate dei vecchietti di millemila anni, se la comprate molto probabilmente passerete per degli scansafatiche. In realtà non avevate neanche i soldi per un ciao.


Uso consigliato: qualunque, basta che abbiate almeno qualche km di prolunga e una presa di corrente.


BMX

Le BMX, dette anche bici per nani, sono biciclette monomarcia, leggere e robuste ideate per i truzzi che vogliono apparire spettacolari. Sono talmente piccole che su di esse vengono spesso montate le ruote dei monopattini. Siccome i tracciati di gara riservati a queste bici sono caratterizzati da dossi, curve paraboliche, botole e massi rotolanti, solitamente chi le compra crede di essere entrato nel mondo del motocross.


Uso consigliato: per chi vuole rendere ricco un suo amico dentista.


Tandem

   La stessa cosa ma di più: Tandem.
O uno dei due si è seduto al contrario, oppure è un tandem dell'Ikea e l'hanno montato male. Comunque, entrambi lo scopriranno quando andranno a stamparsi contro un palo. Diciamo tra poco.
« Ma certo, che sto pedalando! »
(Stronzo che siede dietro su tandem.)


Questa è la bici ideale per chi vuole provare l'ebbrezza di sedersi su un sellino, facendo però pedalare un altro. Il risultato finale assomiglia quindi a quello ottenuto con la bicicletta a pedalata assistita.


Uso consigliato: ogniqualvolta avrete voglia di prendere per i fondelli un ciclista. Basterà infatti far credere al suddetto ciclista che siete appena diventati appassionati di ciclismo e siete ansiosi di praticare questo nobile[citazione necessaria] sport, magari con l'aiuto di un vero esperto (ovvero lui). Poi fatelo sedere nel posto davanti; quando siete stanchi, semplicemente alzate le gambe. Occhio a non farvi sgamare...risate assicurate!


Bicicletta a scatto fisso

Incontro tra un'auto e alcune biciclette a scatto fisso. Cosa hanno in comune? Sia quest'auto che le bici non hanno i freni.
« Bella, ma dove sono i freni? »
(Uno che non ha capito bene cosa si intende per scatto fisso. )


La bicicletta a scatto fisso è un tipo di bicicletta dove, per mancanza di voglia dei costruttori, mancano il cambio, le marce, i freni e qualche volta anche il sellino (es. bici per sole donne o diversamente maschi). Questo implica la totale mancanza di meccanismi a ruota libera, ovvero la pedalata viene trasmessa direttamente alla ruota. Sarebbe quindi teoricamente possibile andare in retromarcia pedalando all'indietro, ma qualcuno ha decretato che questo metodo serva a fermarsi. La risposta dei nostri esperti è stata boh.


Uso consigliato: solo per gli amanti dell'adrenalina pura. Infatti nel 98,7% dei casi una frenata con questo tipo di bicicletta porta inevitabilmente alla rottura dei tendini delle gambe.

Nemici della bicicletta


Note

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  1. ^ alcuni mesi.
  2. ^ il fieno per i cavalli.
  3. ^ ma solo per 5 minuti, perchè poi si scarica.


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