Cazzo di cane
GIOITE, GIOITE!
Dopo aver letto questo articolo anche noi potremo dire: "Nonciclopedia ha questo articolo e Wikipedia no, papparappappero!" Alla facciazza tua, Wikipedia! |
L'espressione cazzo di cane indica il comune risultato che i giovani d'oggi[1] portano in essere dopo una qualsiasi richiesta. Essi potrebbero, anche senza fatica, ottenere un buon risultato ma una serie di motivazioni e cause li porta a fare appunto le cose alla cazzo di cane, anziché bene.
Tale espressione deriva da un segno zodiacale dell'oroscopo cinese, il cazzo di cane appunto. I nati sotto questo segno si distinguono per l'elevata incapacità in qualsiasi campo, da cui la frase fare le cose a cazzo di cane.
L'origine
Le cose un tempo o si facevano bene o non si facevano. Così ti raccontano i nonnini: ai miei tempi. Questo ovviamente non è vero, nell'antichità le cose si facevano, molto spesso, male non per cattiveria o apatia ma per una triste e comune ignoranza. Considerato che la stragrande maggioranza della popolazione era costituita da braccianti e miseri vaccari, poco si poteva chiedere. Eppure richieste assurde: unite gli stati italiani in un singola entità nazionale, risolvete il problema del Mezzogiorno oppure eliminate l'influenza della chiesa erano all'ordine del giorno.
Con la scolarizzazione di massa si pensava che tutto questo fosse finito: adesso la gente SA, quindi farà le cose per bene. Poveri illusi: venne il ventesimo secolo, il boom economico, il relativismo culturale filosofico, si abbassò il costo di droghe e alcool, il femminismo portò all'emancipazione della vagina e a un conseguente rilassamento dei costumi. Tutto questo unito alla presenza di catalizzatori del fancazzismo, in primis gli ovetti Kinder, portò le varie generazioni a un generale porsi la domanda: ma le cose devo farle bene ora?
La risposta
Ovviamente non poteva che essere NO. Però, non si poteva più dire che era colpa dell'ignoranza, ignorantia legis non excusat come recitano i latini, che Dio li stramaledica. Quindi si doveva risolvere la questione tornando agli assiomi.
Non bene o male: ma alla cazzo di cane, così si sarebbero dovute fare le cose.
E cioè?
Le cose, dicono, si possono fare bene o male. Oppure non fare del tutto. Esiste però anche una quarta opzione: farle alla cazzo di cane. Tale modalità non è avvicinabile al concetto di farla male, in quanto fare male le cose implica un'insita ignoranza e incapacità patologica nel portare in essere l'oggetto della richiesta. Quindi se vi chiedono di fare una riproduzione del David col pongo, voi non la farete alla cazzo di cane, ma male, visto che non fate di nome Michelangelo e anche nella sicuramente difficile ipotesi che voi facciate di nome Michelangelo il vostro cognome sarà Rossi, Bianchi, Berlusconi o al massimo Galli della Loggia. Nella pressoché impossibile ipotesi che voi risultiate all'anagrafe "Michelangelo Buonarroti", è 'sicuro' che non sareste in grado di riprodurre il David neanche con il solo pensiero, figuriamoci con un materiale infido come il pongo! Invece, se vi chiedono di portare la sorella alla mostra di vasi di vetro per esporre le sue opere, fra cui un preziosa ed estremamente delicata riproduzione della crocefissione del Cristo, voi ovviamente la porterete sulla vostra rombante Fiat Regata verde topo malaticcio dell '87 prendendo la strada più lunga che passa per le montagne, piste bianche, crateri lunari, in ritardo e facendola vomitare qualora la croce sia rimasta integra, sopra il vetroso golgota. Il tutto mentre ascoltate Gigi D'Alessio.
Nella serie televisiva Boris è stato (davvero!) ben spiegato come vengono girate le fiction e ciò è coinciso perfettamente con l'autodescrizione dello stile del regista stesso, cioè con lo stile "a cazzo di cane".
Note
- ^ No, questa nota non c'entra niente: è stata messa così, a cazzo di cane.