Acciuga

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Pizzanapolis saporitus

Un'"acciuga" un po' in carne mentre sguazza spensierata.
Stato di conservazione
Estinto
Classificazione scientifica
Regno Fitoplasma
Phylum Vertebrato delizioso
Famiglia Fottutamente numerosa
Genere Trancio d'asporto
« Ancora. Ancora! ANCORA!! »
(Dottor Zoidberg in astinenza da acciughe.)

L'acciuga (Pizzanapolis saporitus Gattuso, 14 aprile 1912 - XXIII° secolo D.C.) è un tipo di pesce azzurro e a volte terra di Siena bruciata noto fino alla fine degli anni '00 per essere una delle più inutili bestiacce popolanti il nostro pianeta. Le sue vere potenzialità furono scoperte per puro caso quando un pescatore veneto ubriaco se ne mise erroneamente in bocca una, credendolo un bastoncino di liquirizia.

Descrizione e distribuzione

L'acciuga è un organismo bidimensionale dotato di squame ma senza pinne, con gli occhi ma non il cervello, più la coda ma non le branchie (passa i suoi 30-40 anni di vita in totale apnea). È trasparente ed eterea, tanto che al momento di espulsione fecale si può ben notare una evidentissima linea marrone correrle lungo tutto il corpo. Infine una piccola nota riguardante le mascelle: per uno scherzo della natura[1] la mascella inferiore è più lunga di quella superiore, rendendola di fatto un ottimo posacenere e regalando alla simpatica bestiolina la tipica espressione idiota.
L'acciuga è un esserino che si adatta molto bene a qualunque tipo di territorio dotato di un minimo di umidità. Non è infatti difficile osservarne nella rugiada mattutina dedicarsi a toelettatura o nei nasi gocciolanti. Non trovarle nel loro ambiente naturale né in quello frizzante è raro, significa probabilmente che sono andate a una pizzata.

Pesca

Un gruppetto di acciughe durante una gara di nuoto sincronizzato nel Mar Mozzarello.

La pesca è un frutto commestibile prodotto dal pesco che Pescare le acciughe è una delle attività più difficili del mondo: il quantitativo di sale che contraddistingue le loro carni da altre specie meno succose rende l'ambiente marino circostante estremamente basico, troppo anche per le reti da pesca in fibra di diamante. L'unico modo per acciuffarle è aspirare una generosa porzione di mare e affrettarsi a gettare nella vasca ingenti quantitativi di succo di limone concentrato o Coca-Cola, per controbattere il PH elevato.
Essendo inoltre commestibili solo se tenute vive fino ai refrigeratori, s'impone il problema della loro alimentazione, risolvibile con 14 kg di paté di granchio in salsa rosa per ogni capo.

Vita dopo la morte

Spesso rimane nel frigorifero (di solito nel comparto più rottinculoso) per anni e ne consegue un decadimento radioattivo e simil-flatulenziale, tanto che quando si apre il frigorifero sorge spontanea la domanda: cosa è andato a male?
Dopo anni di ricerche si scopre che il contenuto del barattolino, da marroncino-giallognolo che era, è diventato verdastro, con sfumature color tartaro che molto spesso ricordano l'acqua del bidè del dopo cagata. Le acciughe ono spesso le vere colpevoli delle emergenze idriche nazionali: i degustatori di acciughe, post prandium, prosciugano gli acquedotti e se son pure dei non cultori di igiene orale, il caratteristico miasma causa di decesso olfattivo istantaneo viene percepito a distanza di terametri.

Curiosità

  • Il detto "portare via l'acciuga" è un'espressione tipica durante le serate di classe, quando si trovano i vassoi degli antipasti pieni di tartine vuote e le tasche degli invitati zeppe di pesci viscidi.
  • L'acciuga è così chiamata poiché molto ma molto magra. Se sei in mare e vedi l'acqua libera e sgombera attorno a te, potresti essere in mezzo a un banco di milioni di individui.

Note

  1. ^ E già che l'acciuga in termini di avvenenza non è proprio un "bijoux".