Utente:Mikima/Sandbox: differenze tra le versioni

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Esaltato dall’evento, Ernesto fa una trasferta a [[New York|Niù Yorc]], dove oltre ad una gara di insulti con gli allenatori di tutte le nazionali scopre il [[flipper]], il [[sodomia|boogie woogie]] e fa la conoscenza di [[Armani]] e [[D&G]].
Esaltato dall’evento, Ernesto fa una trasferta a [[New York|Niù Yorc]], dove oltre ad una gara di insulti con gli allenatori di tutte le nazionali scopre il [[flipper]], il [[sodomia|boogie woogie]] e fa la conoscenza di [[Armani]] e [[D&G]].


Questa esperienza lo spinse a creare la sua personale collezione di magliette, tutte raffiguaranti il suo faccione. Visto il successo, cominciò a mettere il suo logo anche su accendini, spille, stufe a gas, libri, fiction, cartoni (vedi Pokemon) e action figures. Al culmine della sua fama, creò la ricercatissima agenda "del Che", che divenne il pezzo forte di moltissime librerie. Poi si dedicò ai calendari ed avendocelo molto grande ebbe tanto successo, se non con Calderoli, il quale ha dichiarato in un'intervista di "Tutto quello che avreste voluto sapere e non avete mai osato chiedere perché sapevate benissimo che come risposta avreste avuto una marea di cazzate", che il pene del "Che" lo arrapa un casino.
Questa esperienza lo spinse a creare la sua personale collezione di magliette, tutte raffiguaranti il suo faccione. Visto il successo, cominciò a mettere il suo logo anche su accendini, spille, stufe a gas, libri, fiction, cartoni (vedi [[Pokemon]]) e action figures. Al culmine della sua fama, creò la ricercatissima agenda "del Che", che divenne il pezzo forte di moltissime librerie. Poi si dedicò ai calendari ed avendocelo molto grande ebbe tanto successo, se non con [[Calderoli]], il quale ha dichiarato in un'intervista di "Tutto quello che avreste voluto sapere e non avete mai osato chiedere perché sapevate benissimo che come risposta avreste avuto una marea di cazzate", che il [[pene]] del "Che" lo arrapa un casino.


Divenne ben presto il più grande magliettista mondiale, e il suo lavoro si ridusse a stampare la sua bella faccia su centinaia di migliaia di magliette di improbabili marche, tutte smazzate da qualche [[negro|negro]] vucumbrà.
Divenne ben presto il più grande magliettista mondiale, e il suo lavoro si ridusse a stampare la sua bella faccia su centinaia di migliaia di magliette di improbabili marche, tutte smazzate da qualche [[negro|negro]] vucumbrà.

Versione delle 16:13, 10 giu 2009

Il partito approva questo utente, soprattutto quando si scola mezza bottiglia di vodka e inizia a cantare:

☭ ... Москва не делать глупых этот вечер ... ☭
(Mosca nun fa' la stupida stasera)

Nonquote contiene deliri e idiozie (forse) detti da o su Mikima/Sandbox.


« Se.ScRiVeRe.CoSì.Fa.RiVoLuZiOnArIo.Il.ChE.fAcEvA.pRiMa.A.sCrIvErE.cOsI.iNvEcE.dI.cOmBaTtErE.!!!! »
(Chiunque su truzzi "rivoluzionari")
« Pronto, Che Guevara? »
(Qualcuno che ha telefonato in una casa di Cuba)
« Hasta la vista! »
(Che Guevara a chiunque)
« Visto che asta?!!!!!!!! »
« Ah, sì! Il tizio delle magliette! »
(Italiano medio su Che Guevara)
Ritratto di Ernesto Pizzufico preso di spalle, a pochi centimetri dalla sua dignità

Ernesto Sparalesto "Che" Guevara (Pontremoli, 23 gennaio 1957 - Liverpool, 28 agosto 1989) è stato un noto puttaniere, un trafficante di sigari cubani e un famoso magliettista e disegnatore di agende telefoniche e calendari. Ma lui ha fatto la rivoluzione: il resto passa, perciò, del tutto in secondo piano.

Famoso per essersi schierato al fianco dei deboli in qualunque luogo della terra, la sua naturale intolleranza verso ogni tipo di sopruso era pari soltanto al suo carattere leggermente impulsivo.

Origini

Originario di Pontremoli e naturato argentino, Ernesto dimostra fin dalla più tenera età un innato talento come attaccante. Celebre il suo intervento all’asilo delle “Suore Adoratrici Ancelle del Santissimo Sacramento e della Castità Anale” nella partita contro la San Vito FC, conclusasi con due reti per la squadra di Ernesto, nonché la fucilazione del portiere avversario, di due suore ed un guardalinee. Da qui, la sua carriera come attaccante a trecentosessanta gradi conosce un vero boom: all’età di 10 anni polverizza la squadra del Santaolalla utilizzando un complesso sistema di cunicoli sotterranei da cui i sui giocatori tiravano imboscate agli avversari. Ancora oggi, ogni tanto, emergono dal terreno uomini barbuti che sono finalmente riusciti a trovare la via d’uscita. Indimenticabile la vittoria sul San Pedro, dove il piccolo Ernesto sfrutta l’esplosione delle tribune per piazzare il gol del 3-2.


La motocicletta

A 13 anni entra nelle giovanili della San Giulianese, dove conosce quello che diventerà successivamente suo amichetto di viaggio, Alberto Granado. Con lui nel ’51 si iscrive al torneo cileno, ed intraprende la traversata dell’America Latina a bordo di una lambretta truccata. All’altezza di San Pablo i due vengono fermati dalla polizia, a causa delle ruote troppo lisce e la marmitta non conforme. Qui hanno il tempo di un amichevole con la squadra del luogo, che si conclude con 89 reti per la coppia Alberto-Ernesto e 2 per la squadra dei lebbrosi.

A 18 anni debutta nella serie A guatemalana nella squadra del Los Bravos S.C. (Los Bravo 'Sti Cazzi), dove elabora le sue prime rivoluzionarie teorie proponendo il modulo “a cammello”, la “gruccia rovesciata” nonché il celebre “Pacco con sorpresa” che prevede, tra l’altro, l’uso di molotov e bombe carta. Per un primo breve periodo viene messo a giocare in porta, diventando "Che Guevara", che in boliviano significa "Chi è che Para?", frase tipica del portierone. Viene rimosso dal ruolo per il vizio di sparare al pallone ogni volta che si avvicinava alla sua area.

L'amicizia con Castro

Nel frattempo inganna il tempo iscrivendosi alla facoltà di medicina & chirurgia. Qui, il primo giorno di frequenza commette tutti i peccati capitali di una matricola, e nell’ordine sottoscrive un abbonamento di 123 anni a mondolibri, compra 16 pacchetti di fazzoletti di carta ad un marocchino e lascia il numero di cellulare ad una affascinate ragazza, combinando un appuntamento. Questo si rivela essere il più grave errore: la ragazza è in realtà una agguerrita militante marxista-leninista, e l’appuntamento una tavola rotonda dal nome “Europa-Cina il futuro del socialismo reale”. L’intrepido Ernesto però non si scoraggia e, dopo essersi chiavato la marxista dietro il palco del comizio, comincia a palleggiare facendosi notare dal coach Fedele Castrocaro. Questi gli fa firmare un contratto per la squadra “revolucionarios”, e comincia la stagione con una trasferta a Cuba.

La principessa Leida, capo della ribellione cubana

Il girone cubano si rileva più impegnativo del previsto. Il primo incontro a Niquero la squadra di casa colse a sorpresa i “revoluzionarios”, uccidendone la metà e torturando i restanti dopo aver subito la prima rete. La partita venne però sospesa per cattivo tempo. Nella ripresa la squadra del Che riprende terreno, e vince l’incontro. Non mancano simpatici e goliardici momenti per festeggiare la vittoria, quali l’incendio metodico delle caserme o la fucilazione degli allenatori avversari.

La finale viene giocata a Santa Clara, e diviene simbolo della genialità di Guevara, dove riesce ad applicare il temutissimo schema 37 “deragliamento del treno” portando subito in vantaggio i “revolucionarios”. La squadra avversaria viene battuta e fucilata, l’allenatore Batista la prende con sportività e si trasferisce in Italia dove tuttora allena la Digos.

In accordo al libro nero del comunismo, Guevara in questo periodo fucilò un fottilione di persone, tanto che, finiti i cubani, dovettero cominciare ad importare cittadini di altri stati.

Sbaragliate le squadre avversarie, a cuba resta poco da fare, e Fidel incarica Guevara di occuparsi della Banca Nazionale di Cuba, uno scherzo del destino per l’amante di una marxista-leninista. Per dimostrare la sua contrarietà Guevara usava pulirsi il culo con le banconote anziché firmarle, e da qui trae origine il detto cubano “il denaro è la merda dei governi”.

Nel frattempo si innamora del capo dei ribelli Leida, una ragazza che viene da una galassia lontana lontana ma questa è un'altra storia. Così scarica la marxista-leninista e si mette con la nuova fiamma. E siccome non c’è due senza tre, il Che ci prende gusto e comincia a trombarsi le madri di tutti i fascisti. Si, pure la tua.

Il Che non c'è! Dov'é?

Soldato sorveglia un lanciamissili cubano. In fondo a destra, sullo sfondo, la Florida.

Bruciato dalla mancanza d’azione il Che comincia a spostarsi per il mondo cercando di portare le proprie teorie rivoluzionarie. Molte voci circolano sul suo conto, alcuni dicono di averlo visto in Congo, altri in Lucania, mio cugino tuttora giura di averlo visto ai calcinculo di Vergate sul Membro.

In realtà aveva cominciato ad allenare sotto falso nome una squadra per vincere il campionato “S. Lenin” in cui avrebbero partecipato tutte le più importanti squadre comuniste. Che Guevara approfitta del fatto che tutti avevano la maglia rossa per reclamare tutti i goal segnati, vincendo de facto il campionato. Ernesto porta così a cuba il primo premio, consistente in un lanciamissili che scherzosamente punta verso gli Stati Uniti.

Gli americani non la prendono con il dovuto humor e sfidano a calcetto i cubani nella Baia dei Porci, collezionando una serie di brucianti sconfitte. Del resto, lo sanno tutti che gli americani a calcio sono delle seghe.

Il coach americano Gionfizgheraldchennedi commentò con la celebre frase “la vittoria ha cento padri, ma la sconfitta è sempre figlia di puttana”, che alla fin fine sono due modo per dire la stessa cosa.

New York, D&G e le magliette

Occhiali Rayban 130 €, Pantanloncini color kaki Zara 99 €, Basco improbabile 5 €, magliettina del Che edizione limitata 29,90 €. ¡Viva la Revoluciòn!

Esaltato dall’evento, Ernesto fa una trasferta a Niù Yorc, dove oltre ad una gara di insulti con gli allenatori di tutte le nazionali scopre il flipper, il boogie woogie e fa la conoscenza di Armani e D&G.

Questa esperienza lo spinse a creare la sua personale collezione di magliette, tutte raffiguaranti il suo faccione. Visto il successo, cominciò a mettere il suo logo anche su accendini, spille, stufe a gas, libri, fiction, cartoni (vedi Pokemon) e action figures. Al culmine della sua fama, creò la ricercatissima agenda "del Che", che divenne il pezzo forte di moltissime librerie. Poi si dedicò ai calendari ed avendocelo molto grande ebbe tanto successo, se non con Calderoli, il quale ha dichiarato in un'intervista di "Tutto quello che avreste voluto sapere e non avete mai osato chiedere perché sapevate benissimo che come risposta avreste avuto una marea di cazzate", che il pene del "Che" lo arrapa un casino.

Divenne ben presto il più grande magliettista mondiale, e il suo lavoro si ridusse a stampare la sua bella faccia su centinaia di migliaia di magliette di improbabili marche, tutte smazzate da qualche negro vucumbrà.

Foto della nazionale boliviana che attende impaziente l'arrivo del Che

Tornato nuovamente a cuba, il che comincia a scassare i coglioni a Castro contestando la scelta di comprare alcuni giocatori della russia. Castro, sfiancato, organizza al Che una gita in Bolivia per una amichevole. Qui ad accoglierlo, oltre alla nazionale boliviana, trova gli amici americani, che giocano in panchina come rinforzo gentilmente ceduta dalla CIA.

La morte

Soldato indica a San Tommaso il punto in cui la lancia ha squarciato il costato.

Al termine della partita invitano Che Guevara a festeggiare negli spogliatoi. Qui, accade la tragedia: il Che venne ritrovato morto con le gambe spezzate, la bocca tumefatta, il costato squarciato nonché le mani tagliate. La verosimile ricostruzione fatta dai giocatori avversari è che Guevara doveva aver inciampato nel gradino d’ingresso e battuto la testa contro il termosifone.

Affranti dalla perdita di un campione ma rallegrati dal limpido chiarimento dell’enigma il mondo si preparò così ad assurgere il Che nell’olimpo degli eroi e dei criminali di guerra.

La resurrezione e la memoria

Vista la sua morte, ed accertata la sua probabile resurrezione, la popolazione boliviana ancora fresca di colonizzazione e confusa dalla nuova religione tuttora lo confonde con Gesù Cristo, creando non pochi problemi alla Congregazione per la Dottrina.

Oltre a loro, va citata la tribù dei sottonidi, che lo venerano come divinità e lo celebrano indossando sgargianti magliette rappresentati la sua faccia.

Infine, non meno importante è la pubblicazione che più ne ha ampliato la fama: il libro negro del comunismo, che cita Guevara a pagina I, II, V, XI, VF, CC, 4, 5, 7, 9, 10, 12, diciassei, diciassedici, ventordici, terzundici, 33, 35, quarantaquattrogatti, 51, 57, 63, tombola, 81 e millanta. Moltiplicando il numero delle vittime attribuite al che per il numero di pagina e sommandoli si ottiene 4741420374, che, oltre ad essere casualmente anche il numero di Noemi Letizia, non significa un cazzo ma fa niente.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Sull'origine del nomigniolo "Che Guevara" esiste, accanto a quella ufficiale, una versione accreditata sempre più da numerosi studiosi. Secondo questa tesi alternativa Ernesto Pizzufico fu anche un grande appassionato di cucina così da meritarsi il soprannome di "Chef Guevara", che in boliviano è "Chef che para", alludendo alle due grandi passioni di Ernesto. Esiste, inoltre, una celebre opera del Botticelli che sembrerebbe convalidare questa seconda versione, "Ritratto di Ernesto Pizzufico preso di spalle a pochi centimetri dalla scapola" (vedi foto sopra N.d.r.), durante la sua carriera di chef conia la sua frase di battaglia "Hasta il coperchio che butto la pasta!".
  • Secondo altre teorie, Ernesto era un po' sordo e tendeva a ripetere spesso la congiunzione "che?". Gli amici ironicamente gli hanno affibiato questo soprannome da rincoglionito.
  • Pare che il suo miglior amico fosse Fidel Castro, conosciuto durante una festa di Briatore.
  • Vive ancora e si nasconde nel portasigari di Fidel Castro.
  • Quando Ernesto e l'altro rincoglionito hanno "liberato" Cuba Chuck li ha lasciati fare perché era curioso di vedere come funzionava questo socialismo popolare. Da quella volta al Che non gliene è andata più bene una di rivoluzione.
  • Il suo film preferito è "L'importanza di Chiamarsi Ernesto" del premio Oscar Wilde.
Leonida, antenato di Ernestino, in una foto d'epoca
  • L'antenato di Ernesto è nientedimèno che Leonida, come dimostra la foto a fianco. Ma non ditelo a Leonida perché altrimenti resuscita solo per buttare Ernesto giù dalla rupe (tardivamente).
  • La prima faccia del Che raffigurata su una maglietta verde militare era rosso sangue: aveva appena alzato il pugno davanti a Chuck Norris
  • Da allora "hasta la victoria" non è più "siempre".