La copertina dell'edizione americana del libro.
Un'antica illustrazione del romanzo originale; il pannello sinistro ritrae Liu Bei, impegnato a convincere un anziano a votare per lui, mentre il pannello destro raffigura Cao Cao mentre gioca a Warhammer. La scritta ai bordi è l'ennesima pubblicità di Mediaset Premium.

I Tre regni, (in giappocinese Sānguózhì Pínghuà, 三國誌評話,per gli amici 三国志评话), è un romanzo fantastorico Made in China. In esso vengono narrate le vicende dell'antica Cina, dalla caduta della dinastia Han, alla nascita dei i Tre Regni di Qui, Quo e Qua Wu, Shu e Wei fino alla rinascita dell'Impero Celeste. Più o meno.

Scritto da un qualche antenato di Bruce Lee[1] durante il XV secolo, a cavallo tra la dinastia Ming ed il Bar Mario, I Tre Regni è considerato uno dei quattro classici della letteratura cinese, assieme a I Briganti, Il Sogno della Camera Rossa e la prima serie di Dragonball.

La trama

Amicizia! Fratellanza! Passione! Guerra! Eroi! Sangue! Fedeltà! Tradimenti! Intrighi! Esplosioni! Scioperi! Sindacati! Fuoco! Strategie! Duelli! Fiumi! Meteorologia! Sole! Cuore! Amore! Cavalli! Elefanti! Concubine! Imperatori! Reggenti! Tiranni! Eunuchi!

Tutto questo ed anche di più, tra le pagine del romanzo I Tre Regni!

Lo sciopero dei Turbanti Gialli

 
Uno dei turbanti gialli durante una feroce rivolta.

La gloriosa dinastia cinese degli Han era ormai in un periodo di completa decadenza; mentre il Sovrano Celeste passava le sue giornate davanti giocando al Wii, l'Impero era manovrato dai perfidi Eunuchi di corte. I diabolici castrati abusavano quotidianamente del loro potere, compiendo malefatte d'ogni genere. Nefandezze come la tassa sugli occhi a mandorla e l'editto imperiale che imponeva il rosa per i vestiti della servitù non fecero altro che rendere il popolo più povero ed infelice. La miseria dilagava, l'imperatore si grattava e gli Eunuchi sperperavano i soldi dell'impero in borse di paillettes e scarpette fucsia.

Fu in questo momento che emerse la figura di Zhang Jiao, un sedicente mago girovago. Costui, attraverso il suo blog e degli spettacoli teatrali, incitava la popolazione alla rivolta nei confronti del potere. Nonché all'acquisto Per soli 100 Yuan, da pagare in comode rate dell'esclusiva sciarpa gialla, simbolo della protesta. Pian piano, piccoli scioperi e manifestazioni si trasformarono in un gigantesco girotondo che arrivò persino a circondare la capitale dell'Impero Celeste. Nacque il movimento dei Turbanti Gialli, così chiamato perché nessuno aveva capito bene come andava usata la sciarpa.

 
Liu Bei festeggia la fratellanza mostrando a dei compiaciuti Guan Yu e Zhang Fei un prezioso giornalino sporcelloso risalente all'epoca Qin.

Durante questo caos, un parente lontano lontano dell'imperatore che rispondeva al nome di Liu Bei stava passeggiando per il mercato rionale di un paesino cinese[2]. Mentre ansimava gemeva di dolore pensando alla decadenza del Celeste Impero, si trovò ad assistere al litigio tra due uomini, Guan Yu e Zhang Fei; i due si stavano scontrando per decidere chi avesse la precedenza alla fila alla bancarella del pesce. Liu Bei, colpito dalla potenza dei due, che avevano distrutto mezzo mercato e non avevano neanche iniziato a picchiarsi, decise di fermarli, capendo che entrambi erano uomini di giustizia e grande valore. In quel momento, senza nessun motivo, i tre decisero di lasciar perdere risse e mercati vari ed andarono ad ubriacarsi a casa di Zhang Fei. Si svegliarono la mattina successiva, tutti e tre nello stesso letto, nudi e coi nomi degli altri due tatuati sulle rispettive natiche. I tre decisero di non parlare con nessuno della faccenda; per dissimulare strinsero un patto di fratellanza in un giardino di peschi in fiore, promettendo di morire tutti e tre nello stesso giorno. E se non è amore questo...

Nel frattempo, l'esercito imperiale si trovava in serie difficoltà di fronte a così tanti manifestanti. I soldati erano divenuti pigri e deboli a causa degli anni trascorsi unicamente a portare le valigiette rosa shocking che gli eunuchi usavano per fare shopping. La corte iniziò a reclutare armate di volontari al grido di "Salvate gli Han" e "Rialzati, Cina". Approfittando della situazione, personaggi quali Sun Jian e Cao Cao si fecero un nome massacrando con le loro armate centinaia di poveri manifestanti, i quali non avevano ancora capito contro chi stessero protestando. I tre fratelli, animati da un imperituro spirito di giustizia, decisero a loro volta di unirsi alla lotta contro i Turbanti Gialli per salvare l'Impero. Grazie alle varie armate autofinanziate, lo sciopero venne sedato in fretta. A forza di mazzate. Zhang Jiao venne arrestato; il suo processo è tutt'ora in corso. La piccola armata di Liu Bei ottenne diversi successi in battaglia, grazie ai quali l'ex-nobile squattrinato riuscì finalmente ad ottenere un posto come sindaco di Mongolia.

Gli Eunuchi tirano fuori le palle

Sedata la rivolta, per riportare l'impero degli Han al loro splendore, non restava che togliere di mezzo gli eunuchi. Ad accollarsi il compito fu il generalissimo He Jin, fratello dell'imperatrice madre ed ennesima prova che i raccomandati esistono da sempre. He Jin decise di ordinare ad uno dei suoi generali di frontiera, Dong Zhuo, di marciare sulla capitale al comando di millemila soldati. Alcuni tra i suoi sottoposti però non la ritennero una grande idea:

- Un Generale: “Dong Zhuo non è esattamente affidabile, signore. A parte il fatto che a momenti si faceva ammazzare dai Turbanti Gialli e che se non fosse stato per i tre fratellini giurati a quest'ora sarebbe cibo per vermi, ci sono voci non proprio assicuranti su di lui.”
- Un altro Generale: “È vero signore! L'ho visto rubare dalle offerte dalla chiesa!”
- L'ennesimo Generale: “Io l'ho visto scaricare immagini lolicon!”
- He Jin: “Piantatela. Dong Zhuo è efficiente e spietato. Saprà tagliare le palle a quei maledetti eunuchi.”
- Un Generale: “Signore, non credo ci sia molto da tagliare...”
- Un altro generale: “Ma è assurdo! Mandare Dong Zhuo con un esercito sulla capitale è come mandare Michael Jackson a dirigere un asilo nido!”

He Jin però non volle sentire ragioni ed ordinò a Dong Zhuo di iniziare la sua marcia. Gli Eunuchi, nel frattempo, avevano organizzato una trappola; invitarono He Jin a recarsi in piena notte nel palazzo della regina madre, sostenendo che avevano organizzato un rave a base di spogliarelliste ed erba gatta in suo onore. He Jin, ottimista come un agnello a Pasqua, si diresse spedito e da solo nel palazzo. Dopo venti minuti qualcuno lanciò oltre le mura del palazzo la testa del povero pirla He Jin ai soldati che lo aspettavano fuori, assieme ad un foglietto con su scritto "Ecco che succede a dare posti di rilievo a parenti ed amici!". Stanco di aspettare, Yuan Shao, suo braccio destro e altro raccomandato generale di nobile discendenza, prese di sua iniziativa un manipolo di soldati e fece fuori senza troppe cerimonie tutti gli eunuchi.

Nel frattempo arrivò Dong Zhuo col suo esercito; approfittando del casino creato dagli eunuchi e dai Turbanti Gialli accalappiò l'imperatore, costringendolo ad abdicare in nome del fratellino minore, che si era innamorato a prima vista di lui dopo averlo scambiato per Babbo Natale. Il generale divenne così il nuovo dittatore Presidente del Consiglio dei Ministri dell'impero Cinese.

Il governo di Dong Zhuo

Nel palazzo imperiale, sotto il comando di Dong Zhuo, era una continua festa. Le Escort... pardon, volevo dire le concubine giocavano felici libere dall'ingombro degli indumenti e l'alcool scorreva a fiumi a casa di quel simpatico porcello del Dong. Nel frattempo, fuori dal palazzo, la gente pativa la fame ed i nobili fedeli agli Han sembravano capaci soltanto di piangere ripensando ai tempi in cui la dinastia era potente, l'impero funzionava ed i treni arrivavano in orario. Il popolo soffriva e, dato che a quell'epoca non esistevano telegiornali o quotidiani che potessero dare tutta la colpa alla sinistra o alla stampa estera, il malcontento nei confronti della tirannia di Dong Zhuo cresceva.

Quei pochi che avevano avuto le palle di prendere in mano una lancia, una spada, un forcone o un mattarello e combattere il tiranno si dovettero scontrare con un enorme ostacolo: Lu Bu, l'uomo più forte della storia del Celeste Impero, aveva giurato fedeltà a Dong Zhuo. Il leggendario guerriero inizialmente era al servizio di uno degli oppositori di Dong Zhuo, ma il tiranno riuscì a convincerlo ad entrare al suo servizio promettendogli che, in caso di vittoria, gli avrebbe fatto vedere la tetta destra di una delle concubine. E dire che le cinesi di solito hanno la prima.

Eppure, i dissensi non tardarono ad arrivare: Durante uno dei suoi festini Yuan Shao, il raccomandato di prima, litigò con Dong Zhuo al termine d'una feroce partita a Go e se ne andò dal palazzo sbattendo la porta, ma non prima di promettere che avrebbe creato un suo esercito, con blackjack e squillo di lusso. Anzi, senza blackjack. E senza esercito. Fortunatamente per Dong Zhuo, Yuan Shao era un cretino. Sfortunatamente per lui, era pieno di soldi, e questo bastò a diversi signorotti locali e personaggi diventati famosi per aver massacrato impunemente dei Turbanti Gialli per dichiararsi alleati di Yuan Shao.

L'alleanza bussa alla porta di Hu Lao

Il Picco Rosso

Il Regno di Shu

Shu è il regno fondato a fatica da Liu Bei, grazie all'aiuto della sua cricca. Il Regno di Shu viene spesso chiamato anche Regno di Shu Han, in quanto Liu Bei, dopo aver fatto stampare il suo albero genealogico ad una fiera di paese, scoprì d'essere cugino di terzo grado d'uno degli eredi al trono della gloriosa dinastia Han.

Shu era il regno dove tutti erano più buoni anche quando non era Natale, dove i forti aiutavano i deboli invece di pestarli e fregargli i soldi per la merenda e dove le vecchiette potevano attraversare le strade senza rischiare di essere investite da un risciò.

Liu Bei

Liu Bei (pron. Liu Pei) è il fondatore ed il primo imperatore del regno di Shu e l'eroe di grandi e piccini. È anche un po' sfigato, ma si sa, la sfortuna fa simpatia. Guardate Paperino.

Nato in una famiglia nobile purtroppo caduta in disgrazia, visse un'infanzia segnata dalla povertà e dall'assenza del padre, uscito una sera con gli amici per andare a piazza Tienanmen e mai più ritornato. La madre lo crebbe da sola, grazie ai soldi guadagnati rivendendo pannolini usati, da cui il celebre detto cinese "Rendere pampers focaccia". Una volta divenuto adulto, Liu Bei riuscì grazie ad una sequenza di borse di studio ed amicizie in alto ad emergere dalla povertà, ed ad assumere incarichi importanti.

Il suo sogno era quello di unificare la Cina e creare un impero dove la gente potesse vivere in pace senza timore d'una guerra, un regno in cui l'amore avrebbe prevalso sugli intrighi e i sordidi inganni della vita di corte, un posto in cui un uomo sarebbe stato libero di amare i suoi fratelli adottivi e passeggiare in strada mano nella mano con loro, mentre carezzava la folta barba ed i muscoli dei due. Ecco, avete capito, insomma.

Guan Yu

Guan Yu era un tipo tosto. Abbastanza tosto da farsi una partita a Go con un braccio mentre lo stavano operando all'altro. Senza anestesia.

A Guan Yu viene offerta la possibilità di arrendersi e passare al nemico, offerta che ovviamente il guerriero rifiutò. Figuriamoci se avrebbe mai tradito il suo amore fratello. I tizi di Wu decisero dunque di decapitarlo e conservare la sua testa, che poi avrebbero rivendenduto su eBay. Prima di morire però Guan Yu giurò che si sarebbe vendicato su Lu Meng. Purtroppo per quest'ultimo, il defunto guerriero non era esattamente tutto chiacchiere e distintivo. Neanche il tempo di festeggiare la vittoria, che il povero Lu Meng si presentò in piena notte in camera di Sun Quan, urlante e sbavante, chiedendo vendetta. Era lo spirito di Guan Yu, che aveva posseduto il poveraccio. Fortunatamente le guardie di Sun Quan intervennero in tempo ed il sovrano di Wu se la cavò con un cambio di mutande. Lu Meng, in compenso, morì di lì a poco, spruzzando sangue da ogni orifizio[3].

Sun Quan capì che forse era il caso di liberarsi della testa di Guan Yu; decise dunque di spedirla a Cao Cao come regalo per il suo onomastico. Cao Cao, da simpatico ma educato burlone, una volta aperto il regalo e visto il volto del defunto generale di Shu, iniziò a parlare alla testa.

- Cao Cao: “Ehilà, Guan Yu! Quanto tempo! Come te la passi?”
- Testa di Guan Yu: “Mah, prima di morire stavo meglio.”

Dopo due settimane di coma farmaceutico ed un intervento di bypass, il reggente di Wei seppellì la testa di Guan Yu con tutti gli onori d'una divinità. Perché non si sa mai come gli può girare a 'sti spiriti.

Zhang Fei

Zhuge Liang

 
La copertina autografata del primo bestseller di Zhuge Liang.
« Ma che cazz...? »
(Un confuso Testimone di Geova uscito da casa di Zhuge Liang che si è appena arruolato nell'esercito di Shu)

Zhuge Liang (pron. Giughe Lian), noto anche come Kongming, è stato il primo presidente del Consiglio dei Ministri primo ministro del regno di Shu. Prima ancora è stato lo stratega di Liu Bei, il suo confidente nelle faccende amorose e colui che gli creava i mazzi per giocare a Magic contro Cao Cao. Zhuge Liang era un individuo estremamente intelligente e versatile, ed oltre ad essere politico ed stratega era anche un letterato, un abile musicista ed un inventore; secondo gli storici fu lui ad inventare la balestra, il frigo a legna ed a programmare la primissima versione del Mac OS X.

Zhuge Liang si mostrò inizialmente restio ad unirsi alla causa di Liu Bei, ed infatti rifiutò le sue prime due richieste. Tuttavia la terza volta Zhuge Liang decise di accettare e partecipare alla fondazione del regno di Shu. Il motivo di questo repentino cambiamento d'idea non è ancora chiaro; secondo l'autore del romanzo, Zhuge Liang, come un Buddha, non poteva rifiutare una richiesta fatta per tre volte. Alcuni glottoteti sostengono invece che alla terza visita Liu Bei portò con se la foto di sua sorella. Al contrario, Gigi il Troione sostiene che che portò quelle di tua sorella.

Zhuge Liang è passato alla storia per le sue strategie incredibili, alcune delle quali figurano nel suo celebre libro Le barzellette di Totti Le Trentasei Strategie.

 
Zhuge Liang sembra intento a comunicare mentalmente con l'uccello. In realtà quest'ultimo gli ha semplicemente espletato nella mano, ma lo stratega sta dissimulando egregiamente.

Particolarmente memorabile la sua ultima apparizione pubblica, che fece in qualità di cadavere, durante la guerra di Wu Zhang. Dopo che l'esercito di Wei ed il suo rivale Sima Yi ebbero appreso da fonti certe che Zhuge Liang era morto, decisero di attaccare; durante la battaglia però lo videro sul campo, si cagarono in mano e scapparono via, temendo chissà quale trappola o strategia assurda. Da qui venne il detto "Meglio uno Zhuge morto che un Sima vivo".

In realtà anche Zhuge Liang ha dovuto assaggiare l'amaro calice della sconfitta, esattamente come tutti gli altri personaggi. Anche perché, in caso contrario, non si spiegherebbe come mai il regno di Shu non sia stato in grado di rivoltare come un calzino gli avversari ed unificare la Cina nel giro di una decina d'anni. Se Zhuge è stato ricordato come il miglior stratega di tutti i tempi è perché, in caso di sconfitta, sapeva sempre tirar fuori una qualche scusante:

Si può chiaramente vedere come tra i vari talenti di Zhuge Liang fosse presente anche quello dello scaricabarile.

Zhao Yun

Se per disgrazia Peter Jackson venisse messo alla regia d'un film basato sul romanzo dei Tre Regni, Zhao Yun (pron. Giao Iun) sarebbe senza alcun dubbio il belloccio che fa lo sborone senza ritegno del film e verrebbe interpretato dall'idolo delle pornobimbe di turno.

L'impresa che lo rese celebre fu quella di aver salvato il figlio di Liu Bei durante la fuga di massa da Chang Ban; quando il futuro sovrano di Shu, a metà fuga, si accorse d'essersi dimenticato a casa lo spazzolino, le mutande, la moglie ed il figlio, Zhao Yun fece dietrofront e, attraversando da solo le linee nemiche, andò a recuperare la roba che quel distratto di Liu Bei aveva lasciato a casa. Purtroppo non riuscì a salvare la moglie che, affetta dalla tipica Sindrome di The Ring che sembrava colpire tutte le consorti di Liu Bei, si gettò in un pozzo per agevolare la fuga del figlio[5]. Tra indicibili difficoltà Zhao Yun riuscì a riportare colui che sarebbe diventato il futuro Liu Chan al padre. Inaspettatamente, invece di ringraziare il suo amico, Liu Bei scaraventò con violenza il figlio a terra, infuriato per aver rischiato di perdere un valoroso guerriero per colpa d'un marmocchio col pannolino sporco.

« Non dovevi farlo! Ma lo capisci che i guerrieri sono preziosi, mentre di bambocci posso sfornarne quanti ne voglio, cazzo!? »
(Liu Bei)

Non fa una grinza. Oppure no.

Liu Shan

Liu Shan (pron. Liù Scian) è il figlio più celebre di Liu Bei, nonché colui che, tra mille vicissitudini, eredita il regno di Shu alla sua morte. L'autore del romanzo non si trattiene dal definirlo un povero fessacchiotto ogni qualvolta ne abbia la possibilità, sottolineando con enfasi come il giovane riesca a perdere con estrema facilità tutto quello che il padre ed i suoi allegri compari hanno conquistato con lacrime, sangue e sudore.

In realtà il povero Liu Shan non ha colpe; dal DNA generato da Liu Bei ed una tizia la cui più grande idea è stata suicidarsi, non ci si può di certo aspettare nasca un abile diplomatico od un fine stratega. Come se il fattore genetico non avesse infierito abbastanza, bisogna ricordare che quando Liu Shan era ancora un neonato il padre lo ha sbattuto violentemente a terra, dando il colpo di grazia al suo povero cervello. Il palleggio di Liu Bei non fu l'unico episodio in cui il romanzo sottolinea l'amore che il sovrano provava per figlio. Sul letto di morte, Liu Bei convocò Zhuge Liang per dargli le sue ultime disposizioni:

« Se quel cretino di mio figlio continua a fare le sue solite stronzate, non farti troppi problemi, anzi, deponilo e governa tu al suo posto. E fai ministro quel cavallo. »
(Liu Bei)

Insomma, il padre che tutti vorremmo.

Il Regno di Wei

Cao Cao

« Preferisco metterlo in culo al prossimo prima che il prossimo lo metta in culo a me »
(La filosofia di vita di Cao Cao)

Cáo Cāo (pron. §ao §ao) è colui che posò le fondamenta per la creazione del regno di Wei. Dipinto a volte come un eroe, a volte come la sorgente di tutti i mali, può essere definito con una semplice locuzione; cortese pezzo di merda. Era individuo tanto spietato quanto gentile; trattava sempre con estrema educazione i suoi ospiti, anche se aveva già deciso di decapitarli e trasformare i loro teschi in boccali per la birra cinese. Cao Cao era il tipo di persona capace di mettersi a recitare delle poesie sul Fiume Giallo, ammazzare un membro del suo seguito che aveva osato criticare le sue doti poetiche ed infine celebrare il suo funerale con tanto di onori militari al merito. Il tutto nel giro di mezz'ora.

Poco dopo che Dong Zhuo posò il suo grasso sedere unticcio vicino al trono imperiale ed iniziò a fare un po' come cazzo gli pareva, Cao Cao si imbucò in un banchetto tenuto dal padre di quella gnocca di Diao Chan, il consigliere Wang Dun. Durante la festa gli invitati, quasi tutti vecchi nobili, passarono tutto il tempo a piangere e lamentarsi di quanto Dong fosse brutto e cattivo e quanto volessero che sparisse. All'improvviso i piagnisdei furono però interrotti da un Cao Cao un po' sbronzo, che rise in faccia ad i nobili e sbottò:

« Eccheccazzo, hic... Siete solo capaci di lamentarvi senza fare niente... Siete inutili... Hic... Siete peggio del PD... Mo ve lo faccio vedere io come si ammazza un tiranno! Oste, un'altra birra! »

Dopodiché Cao Cao prese la famosa "spada delle sette gemme" di Wang Yu, rivelatasi in seguito Made in China e quindi fasulla, e giurò a tutti che con quella avrebbe ucciso Dong Zhuo, restaurato la gloria della dinastia Han e debellato il cancro in 3 anni.

Il giorno successivo, Cao Cao, risvegliatosi tutto nudo nel prato di casa che abbracciava un pesco in fiore, tra una sboccata ed un mal di testa, ricordò la promessa fatta ai nobili. Avrebbe preferito desistere, ma purtroppo per lui nell'antica Cina chi prometteva a cazzo di cane non otteneva consensi dagli elettori meno intelligenti, ma maledizioni e disonore per sette generazioni. Cao Cao era molto simpatico a Dong Zhuo da quella volta che gli presentò sua cugina, perciò non fu difficile per lui ottenere un'udienza privata presso il Dong, che lo aspettò nella sua camera da letto. Tra un convenevole ed una leccata di culo, Cao Cao si lamentò col tiranno di quanto il suo cavallo fosse lento. Dong non perse tempo e mandò il figlio adottivo Lu Bu a cercare un cavallo più veloce da donare al leccaculo di turno. Approfittando dell'assenza di guardie e della distrazione del tiranno, impegnato a farsi la tinta, Cao Cao tirò fuori la spada e la puntò contro Dong Zhuo. Purtroppo per lui Dong vide tutto da uno specchio rosa shocking lasciato dagli eunuchi e si girò di scatto. Come se non bastasse, nel mentre ritornò Lu Bu col cavallo.

- Dong Zhuo: “A Cao, ma che cazzo fai?”
- Cao Cao: “Ehm... Ehi, sire, dato che lei è così magnanimo, forte e bello, volevo regalarle la famosa "spada delle sette gemme". Le ho mai detto quanto è affascinate la sua barba?”
- Dong Zhuo: “Sì, però...”
- Cao Cao: “Guardi che impugnatura finemente cesellata! Guardi che lama, con questa può tagliare qualunque cosa; scatole, barattoli, lattine, concubine... E con un sol colpo. È proprio un'arma adatta ad un nobile del suo lignaggio, e poi si intona col suo cappello! Io non sono degno d'un arma del genere, insomma, guardi che nome stupido che ho!”
- Dong Zhuo: “Ma...”
- Cao Cao: “Oh, ma guarda come si è fatto tardi! Devo proprio scappare! Grazie del nuovo cavallo! Si riguardi, eh!”

E nel giro di cinque minuti sparì dalla città.

Una mezz'ora dopo Dong Zhuo si rese conto di quello che era appena successo ed emise un ordine di cattura per tentato assassinio nei confronti di Cao Cao.

Cao Pi

Piercao Cao, meglio conosciuto col nome postumo di Cao Pi, è uno dei figli di Cao Cao nonché il suo degno erede e primo imperatore di Wei.

Xiahou Dun

 
Aaaaaaaaaaaaam!

Xiahou Dun (pron. Shiaù Tun) era uno dei cuggini e generali della famigghia di Cao Cao.

Le sue epiche gesta in battaglia furono senza pari tra i guerrieri di Wei e la sua fedeltà nei confronti di Cao Cao era a dir poco leggendaria; quando morì il suo amato cuggino, Xiahou Dun venne nominato generale e riempito di soldi da Cao Pi. Ciononostante, decise di morire pure lui, per poter servire il suo padrone in paradiso. (Povero pirla)

In realtà non fu il suo valore che lo fece passare alla storia, quanto una sua peculiare abitudine culinaria. Secondo le leggende durante una battaglia contro l'esercito dell'onnipresente Lu Bu, Xiahou Dun venne colpito ad un occhio da una freccia. Il guerriero, con nonchalanche, estrasse la freccia con annesso bulbo oculare. In quel momento pronunciò una frase che si potrebbe tradurre dal cinese con "Quest'occhio è un dono prezioso conferitomi dai miei genitori, non posso separarmene per via d'una misera ferita di guerra". Tuttavia, la natura della lingua cinese permette di tradurre anche come "Occhio, m'hai provocato ed io me te magno". Quale che sia la miglior interpretazione di quella frase, dopo averla pronunciata, Xiahou Dun si mangiò il suo stesso occhio, accompagnato da un piatto di fave e del buon Chianti, e continuò a combattere come se nulla fosse.

Sima Yi

Sima Yi (pron. Simaì) entra a far parte del cast soltanto durante la seconda serie dopo la battaglia di Chi Bi. Cao Cao, avendo riconosciuto le sue abilità come stratega, manda suo cuggino per reclutarlo. Purtroppo pare proprio all'epoca dei Tre Regni gli strateghi fossero più capricciosi di Paris Hilton e non fosse possibile assumerne uno semplicemente offrendogli un posto di lavoro a tempo indeterminato. Sima Yi, da bravo fancazzista, si dà per malato ed il cuggino di Cao Cao è costretto a tornarsene a casa a mani vuote. Il Primo Ministro, non pago, ci prova una seconda volta, presentandosi però di persona. Sima Yi, messo di fronte ad un'offerta che non può rifiutare, si trova costretto ad unirsi alle forze di Wei.

La posizione di stratega costringe Sima Yi a scontrarsi più volte in battaglie psicologiche contro il primo ministro di Shu, Zhuge Liang, tra tattiche di battaglia, lotte psicologiche e seghe mentali che farebbero impallidire persino i personaggi di Death Note. In realtà il povero Sima Yi viene continuamente maltrattato dal più anziano ed esperto Zhuge Liang, in grado di prevedere qualunque cosa avesse in mente il suo rivale. Il povero Sima Yi sviluppò col passare del tempo una vera e propria Sindrome di Vegeta, anche perché Zhuge Liang oltre a sconfiggerlo aveva l'abitudine di pigliarlo un po' per il culo. Durante la lunga guerra di di Wu Zhang, Sima Yi si mostrava restio ad attaccare temendo chissà quale trappola astrusa; Zhuge Liang, per festeggiare l'avvenimento, gli fece arrivare un regalo. Un bellissimo vestito da sera. Da donna. Le sue truppe lo presero per il culo per settimane.

Secondo le leggende, Sima Yi poteva ruotare la propria testa di 180° gradi, a mo' di bambina dell'Esorcista.

Il regno di Wu

Il regno di Wu serve solo a far numero. Se tra i suoi esponenti non vi fossero stati i principali artefici della vittoria nella Battaglia del Picco Rosso e alcuni di loro non avessero causato la morte di Guan Yu probabilmente l'autore avrebbe messo al posto del terzo regno qualcosa di più interessante, tipo i marziani o i perfidi turisti giapponesi.

Secondo la Koei, la sviluppatrice di Dynasty Warriors, il regno di Wu è abitato esclusivamente da vecchi, bimbette e giovani efebici con evidenti indecisioni a livello cromosomico.

La famiglia Sun

 
Sun Jian porta avanti il glorioso stendardo della famiglia Sun.

I membri della famiglia Sun sono i capi ed i fondatori dell'impero di Wu. Hanno costruito la loro fortuna grazie alle vendite del libro pubblicato dal loro celebre antenato Sunzi[6], che gli hanno permesso di creare un'azienda di successo nella Silicon Valley. I Sun iniziarono la loro carriera nel campo della guerra approfittando del casino creatosi durante Sciopero dei Turbanti Gialli e da lì in poi non li fermò più nessuno[l'importante è crederci].

La famiglia viene guidata innanzitutto da quel vecchio marpione di Sun Jian (pron. Sun Gianni), guerriero noto come "La Tigre del Sud" per via di quell'accento siciliano che proprio non riusciva a togliersi. Sun Jian acquistò una posizione di prestigio mentre combatteva in prima linea contro Dong Zhuo; in quell'occasione il destino gli fece trovare il preziosissimo Sigillo Imperiale degli Han all'interno di un Ovetto Kinder. Piuttosto che ridare il sigillo agli Han, quel marpione di Sun Jian pensò bene di tenerselo. Insospettiti dal suo perenne sorriso a trentadue denti, gli altri generali gli chiesero se si fosse iniettato del botulino. O se per caso stesse nascondendo qualcosa.

« Che possa morire atrocemente se sto nascondendo il Sigillo Imperiale! »
(Sun Jian, rivolto al cielo)

Ed ecco che, mentre stava andando a bullarsi con la moglie d'aver trovato il sigillo, Sun Jian cadde in un'imboscata nella quale venne ucciso a colpi di macigno da un tizio a caso. Mai fare giuramenti a cazzo di cane. Mai.

Suo successore alla guida della famiglia fu Sun Ce (pron. sun tzé), il primogenito di Sun Jian. Sun Ce proseguì l'opera del padre, combattendo anch'esso sempre in prima linea. Le sue imprese gli valgono il titolo di "Piccolo Conquistatore", per via di quel problema che, a quell'epoca, proprio non si poteva risolvere[7]. Purtroppo per lui una notte, mentre andava da solo a caccia di panda[8], fu vittima di un'imboscata a causa della quale riportò diverse ferite. Fortunatamente, nessuna era particolarmente grave, tranne quella alla guancia, che lo uccise dopo alcuni giorni di agonia.

Suo successore è il secondogenito di Sun Jian, Sun Quan (pron. Sun Ciuan). Secondo gli storici, quando il fratello morente lo nominò nuovo capo della famiglia, Sun Quan commentò così:

« Oh, cazzo! »
(Sun Quan, toccando con la sinistra un'armatura di ferro e con la destra il proprio pacco)
 
La famiglia Sun al completo. Quello col forcone è Sun Jian. La bambina con lo sguardo incredulo è Sun Shang Xiang. La mezza testa che sbuca da dietro uno dei tizi senza nome appartiene invece a Gabriele Paolini.

Fu in quest'occasione che nacque il detto "Morto un Sun se ne fa un altro". Sun Quan fu famoso non aver mai passato una notte da solo in una qualche foresta e per non aver attraversato luoghi sospetti senza aver prima mandato avanti qualcun altro. Questo non gli è valso titoli altisonanti come "Generale della Tigre", "Gallo Ruspante" o "Cavallo Goloso", ma, se non altro, gli ha permesso di invecchiare. Sun Quan riuscì a farsi proclamare primo imperatore di Wu, da cui il detto "Chi va piano, va sano e va lontano".

Quel vecchio marpione di Sun Jian aveva svariati altri figli, ma a parte i due suoi successori l'unica a passare alla storia fu la sua sola figlia, Sun Shang Xiang (pron. Sun Scianscian). La giovane, grazie ad un matrimonio combinato, venne data in sposa a Liu Bei, diventando la sua terza moglie. Sua madre e suo fratello Sun Quan speravano di poterla usare come arma contro il sovrano di Shu, convincendola a compiere nefandezze come nascondere i figli ottenuti dalle altre mogli o cucinare con lo zucchero al posto del sale. Questa però finì per innamorarsi veramente di lui. Dopo la morte di Guan Yu, Sun Shang Xiang viene costretta suo malgrado a tornare a casa della madre e, in seguito alla notizia della morte di Liu Bei, si suicida, gettandosi dentro un pozzo[9]. Alla faccia del matrimonio combinato.

Zhou Yu

Altra gentaglia

Lu Bu

« Io ho i pugni nelle mani! »
(Lu Bu fa la sua comparsa sul campo di battaglia)

Lu Bu (pron. AAAARGH! MORIREMO TUTTI!) è semplicemente il guerriero più forte dell'intera storia. La sua abilità in battaglia era così immensa da permettergli di sconfiggere intere armate con un braccio solo mentre con l'altro si dedicava al cruciverba senza schema dell'ultimo numero della Settimana Enigmistica. E tutto ciò senza scomodare discendenze divine né farsi bagni nell'ambrosia o nel sangue di drago, Lu Bu ce l'aveva semplicemente lungo, e non aveva neanche punti deboli[10]. Alla faccia vostra, Ercole, Achille e Sigfrido!

 
Lu Bu abbraccia di nascosto quella gran gnoccona di Diao Chan.

Oltre ad essere un gran guerriero, Lu Bu era anche un gran figlio di buona donna; per ben due volte viene un suo superiore decise di diventarne il padre adottivo ed in entrambe le occasioni finì per ammazzarlo con le sue stesse mani. Il primo a subire questa sorte fu un povero generale che ebbe la malaugurata idea di mettersi contro Dong Zhuo. Inizialmente Lu Bu massacrò le truppe del dittatore; questo però capì subito che quello che non poteva il suo esercito, potevano i suoi soldi. Presto si presentò al guerriero offrendo un fottìo di soldi, uno scaldavivande ed il meraviglioso cavallo Lepre Rossa in cambio della testa del patrigno/generale. Lu Bu si presentò dieci minuti dopo con la testa incartata con tanto di fiocco e nastrini. Dong Zhuo, soddisfatto dell'assassinio compiuto da Lu Bu decise di adottarlo, dimostrando l'ottimismo d'un dodo. Inizialmente il rapporto tra i due sembrò funzionare, ma le cose degenerarono a breve, quando Lu Bu manifestò alcune rimostranze sulla scarsità della sua paghetta settimanale. L'hobby di Dong Zhuo di lanciare delle alabarde contro il figlio adottivo per scaricare lo stress non era esattamente d'aiuto. La goccia che fece traboccare il vaso fu però una donna, ossia quella gran gnocca di Diao Chan. Entrambi reclamarono il diritto di trombarsela in esclusiva e nessuno dei due sembrava disposto a cederla. Lu Bu trovò una soluzione semplice ed efficace; fece fuori il padre/capo/rivale, accaparrandosi sia la gnocca che i suoi governi e territori.

Purtroppo per Lu Bu, forza ed abilità non riuscirono a compensare il fatto che fosse un po' citrullo. In alcune occasioni la sua mancanza di strategia gli costò cara. Un esempio fu la battaglia ai cancelli di Hu Lao. In quell'occasione il guerriero, mentre faticava a risolvere il tre orizzontale, stava massacrando decinaia di nemici; quand'ecco che Lu Bu venne sfidato da Zhang Fei. Inizialmente Lu Bu sembrava avere la meglio, ma, quando videro il loro fratello in difficoltà, Liu Bei e Guan Yu giunsero in suo soccorso. I tre guerrieri, grazie a sopraffine tecniche di battaglia come "Attento! Hai un piede nella scarpa!", misero in difficoltà il povero Lu Bu, che si ritrovò costretto a salire sul suo cavallo e scappare via. I suoi avversari tentarono l'inseguimento ma, fortunatamente per lui, Lepre Rossa era abbastanza veloce da permettergli da seminare l'allegro trio e, già che c'era, fare una sosta per andare in toilette.

 
Lu Bu al termine d'un festino fetish.

La vita di Lu Bu dopo aver usurpato le possessioni di Dong Zhuo fu segnata da continui festini a base di alcool e donne, stile di vita che oltre a causare al suo esercito una sconfitta dopo l'altra, limitò le sue abilità combattive. A lungo andare il tutto degenerò nella crescita d'una simpatica barbetta e d'una trippa degna del miglior manovale.

La bella vita finì quando gli eserciti congiunti di Liu Bei e Cao Cao iniziarono ad assediare il suo castello, allagandolo spaccandogli di nascosto le tubature dei gabinetti; Lu Bu, costretto a difendere il castello giorno e notte, si addormentò in piedi. Due turisti giapponesi che passavano di lì per caso si imbatterono nel "guerriero" addormentato e, dopo averlo legato, lo consegnarono senza troppi complimenti a Cao Cao. I due ricevettero come ricompensa una simpaticissima Action Figure di Zhang He.

Lu Bu, portato a mo' di salame al cospetto di Cao Cao, offrì piangendo di mettersi al suo servizio.

- Lu Bu: “Ti prego! Risparmiami! Ti darò quello che vuoi! Mi metterò al tuo servizio! Ti faccio anche trombare quella gran gnocca di Diao Chan! Ti prego!”
- Cao Cao: “Che dici, Liu Bei?”
- Liu Bei: “Si bravo, prendilo al tuo servizio! Magari adottalo pure, conoscendo il tipo va a finire che ti ammazza mentre dormi e ci risparmiamo un bel pezzo del romanzo.”
- Cao Cao: “Cazzo, è vero. Vabbè, pazienza, segatelo.”
- Lu Bu: “I cazzi tuoi mai, eh!?”

Il Dio cinese doveva avere uno strano senso dell'ironia; l'unica buona azione che fece Lu Bu durante l'intera storia fu proprio soccorrere un Liu Bei in difficoltà durante un assedio. Dopo una vita passata a fare il bastardo ed a compiere patricidi, Lu Bu ricevette la sentenza di morte dalla sola persona che aiutò in un incomprensibile impeto di generosità, alla faccia del karma. Di lì a poco il guerriero più forte della Cina, ancora legato, venne strangolato senza neanche troppe cerimonie.

E questa fu la gloriosa fine di Lu Bu.

Dong Zhuo

Lepre Rossa

« Tra gli uomini, Lu Bu, Tra i cavalli, Lepre Rossa, tra le donne, Eva Angelina »
(La frase del romanzo che introduce Lepre rossa)
 
Un'illustrazione risalente alla dinastia Tang che raffigura Lepre Rossa dopo il suo incontro con Guan Yu.

Manto rosso, sguardo di fuoco, carattere fiero, nome di merda; Lepre Rossa è il cavallo più veloce e potente della storia[Fonte palesemente comunista]. Secondo le leggende, Lepre Rossa (pron. Lepre Rossa) poteva essere cavalcato solo dagli uomini più potenti, ma in compenso era capace di percorrere mille chilometri in un giorno, il tutto con un solo litro.

Il cavallo fece il suo trionfale ingresso nella storia quando venne dato in dono a Lu Bu da Dong Zhuo. Alcuni filologi sostengono che inizialmente l'equino avesse il pelo nero e che Lu Bu, trovando il colore sgradevole, sottopose il cavallo ad un servizio completo di tuning, con tanto di riverniciatura.

Dopo la morte di Lu Bu, Lepre Rossa venne preso dagli uomini di Cao Cao, ma nessuno nell'esercito di Wei è in grado di assoggettare una bestia così potente, che continuava a disarcionare chiunque provasse a cavalcarlo. Casualmente in quel periodo Guan Yu era al servizio di Cao Cao per via dell'ennesima offerta che non poteva rifiutare, e una volta saputo che il leggendario stallone indomabile era a portata di mano, ne approfittò. Guan Yu prese il cavallo e lo portò in uno stanzino. Dopo alcuni minuti i due uscirono ed il cavallo divenne stranamente mansueto. Nessuno sa cosa successe[11], ma Cao Cao decise di regalare il cavallo a Guan Yu, visto che comunque lui al massimo avrebbe potuto farci delle bistecche.

Con la morte di Guan Yu, il cavallo finì nelle mani del regno di Wu. In mezzo a quel branco di cazzoni non c'era nessuno così potente da poter ammansire Lepre Rossa, che, disperato per la morte del suo amante padrone Guan Yu, smise di mangiare e si lasciò morire d'inedia.

E questa fu la gloriosa fine di Lepre Rossa.

Diao Chan

Yuan Shao

Yuan Shao (pron. raccomandato), discendente della ricca e blasonata famiglia degli Yuan, fiero servitore dell'impero Han, celebre tra i popoli per la sua abilità nel mandare qualunque cosa toccasse a puttane. Durante la rivolta dei Turbanti Gialli rubava lo stipendio serviva la patria come braccio destro del generalissimo He Jin, fratellastro dell'imperatrice ed unica persona più raccomandata di lui in tutto il romanzo. E ne I Tre Regni ci sono migliaia di personaggi.

Yuan Shao mostrò subito il suo valore, prima appoggiando la decisione di He Jin di invitare Dong Zhuo a corte, e poi non riuscendo a convincere il suo capo ad andare da solo e senza armi ad incontrare gli eunuchi. Grazie al suo valido contributo il suo capo venne decapitato e Dong Zhuo riuscì ad instaurare un'allegra dittatura. Ma niente paura! Yuan Shao, aveva già una soluzione! Approfittando del suo nome altisonante, riuscì a riunire sotto di sé una potente coalizione di nobili generali incazzati con Dong Zhuo, chi per amore della patria, chi perché gli era passato con la cavalleria pesante sul giardino zen. Nonostante le vittorie iniziali, grazie alla sapiente guida ed al carisma di Yuan Shao, la coalizione si sciolse per via di dissidi tra i vari nobili. Fortunatamente, nel frattempo, l'egemonia di Dong Zhuo venne sconfitta ed il tiranno fu ucciso grazie ad una sottile strategia a base di gnocca. In tutto questo, fu importante l'apporto di Yuan Shao, che era distratto e non fece nulla per mandare a fanculo il piano.

Caduto Dong Zhuo, caduta definitivamente la dinastia Han, anche Yuan Shao partecipò al celebre reality "Conquista la Cina"; al primo turno si scontrò proprio con Cao Cao, suo amico d'infanzia, così da potersi finalmente vendicare di tutte quelle volte in cui quando erano bambini gli fregò le merendine mentre era distratto. Che ci volete fare, da ragazzino Cao Cao era povero, e Yuan Shao beh, aveva la stessa intelligenza. Yuan Shao poteva contare su di un esercito potente e compatto, mentre Cao Cao era stato indebolito dalla ribellione del suo ex-sottoposto Liu Bei e le sue forze erano decisamente minori. Tuttavia, grazie all'abilità di Yuan Shao di gestire la battaglia, venne brutalmente massacrato da Cao Cao.

Differenze tra il Romanzo il Mondo Reale™

  • Nessuna moglie di Liu Bei si è mai gettata in un pozzo.
  • La battaglia di Chi Bi non si è svolta a Chi Bi, ma in un paesino lì vicino. Il problema è che il nome del paesino significava "Collina Naso Rosso", risultando decisamente meno poetico rispetto a "Picco Rosso".
  • Nella battaglia di Chi Bi non vennero né interpretate forze magiche, né eseguiti rituali mistici. I preparativi per quanto concerne il vento si limitarono a Zhou Yu che chiese ad un pescatore del luogo: "Secondo te che tempo farà domani?"

Altri Media

Film e Telefilm

Videogiochi

Reperti audiovisivi


  • Lu Bu fu estremamente felice di ricevere in dono Lepre Rossa. Notate la faccia da bimbo ebete che ha appena visto una tetta per la prima volta.


  • Gli effetti della leggendaria alitosi di Zhang Fei sono in grado di respingere un'intera armata.

Curiosità

 
L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Secondo la Repubblica Popolare Cinese l'Iliade è un palese plagio del romanzo I Tre Regni.
  • Chiedere ad un anglofono di pronunciare il nome di Cao Cao in alcuni casi può far esplodere l'interessato. L'anglofono, non Cao Cao.
  • Metà dei personaggi muore prima che si formino effettivamente i Tre Regni.

Altri progetti

Note

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  1. ^ Cazzo ne so io chi è, tutti uguali 'sti cinesi...
  2. ^ Gli storici pensano che fosse Ariccia.
  3. ^ Che bella immagine.
  4. ^ In genere a questo punto il lettore si chiede: "E allora perché cazzo l'hai affidata a lui la missione?"
  5. ^ Plunf. E una.
  6. ^ Per i profani, Sun Tsu.
  7. ^ La medicina cinese, per quanto progredita, purtroppo era ancora all'oscuro delle proprietà del citrato di sildenafil.
  8. ^ Saggia mossa per il capo d'un esercito andare in giro da solo di notte. Tanto di cappello.
  9. ^ Plunf. E due.
  10. ^ Se escludiamo la stupidità
  11. ^ Probabilmente Guan Yu glielo aveva fatto vedere.