Go (gioco)

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(Rimpallato da Go)
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Stampa antica raffigurante un generale cinese ferito gravemente da una pietra avversaria durante una partita.
« Dai, è facile giocarci, ci sono solo 4 regole da imparare! »
(Giocatore esperto mentre tenta di attirare in trappola una vittima innocente)

il go (碁), o igo (囲碁), è un gioco da tavolo asiatico, molto datato, nato in Cina, diffuso in Giapponia e propagatosi, successivamente, in tutto il mondo. In questo gioco vengono utilizzate delle pedine lucide bianche e nere di forma circolare meglio definite "pietruzze" (spesso scambiate per confetti, sono la maggior causa di intossicazione alimentare) e una sorta di reticolato con zampe elefantine meglio definito Goban (碁盘). Lo scopo del gioco è quello di circondare la maggior quantità di territorio possibile collocando le pietre sulle intersezioni, onde avviare un business di residenze e discariche abusive e allo stesso tempo riuscire a circondare, catturare e ridurre in ostaggio le gang di pietre avversarie. Queste pietre catturate, o prigioniere, verranno poi restituite come schiave di guerra al termine della partita in condizioni degradanti e disonoranti dopo essere state costrette a costruire ferrovie e a maneggiare rifiuti tossici.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Go (gioco)

La nascita

Vi sono svariate leggende sulla nascita di questo antico gioco: c'è chi dice che fu fatto inventare da un certo imperatore cinese Yao della dinastia Mao, al fine di punire il suo sciagurato figlio Danzhu, il quale tornava sempre ubriaco di sakè la sera tardi, sperando che, costringendolo ogni giorno dalle tre di mattina alle due del pomeriggio a giocare partite su partite e a ingoiare tutte le pietre che gli venivano catturate, si sarebbe finalmente deciso a tornare sulla retta via.

Ai principianti è spesso consigliato iniziare a giocare con goban di dimensioni minori di quelle normali. Questo dovrebbe essere adatto all'italiano medio.

Altre fonti dicono che il creatore sia, in realtà, l'altrettanto leggendario WilChin WonKan, il bis-bis-bis-nonno cinese del cacaotico Willy Wonka, in quanto sperava che creando un gioco che necessitasse di un elevato numero di pedine colorate sarebbe finalmente riuscito a piazzare sul mercato orientale le sue partite invendute di confetti al travertino.

In ogni caso, secondo l'autore di questo articolo, la prima partita a go risale al lontano lontano 6.000 a.C., in una sperduta pianura della Cina Centrale. A quel tempo, vi erano due pastori di pecore perennemente in conflitto tra di loro. Un giorno, i due iniziarono a discutere su a chi appartenesse una zolla di terreno erboso di forma quadrata (precisamente di 19 metri per 19); quella che all'inizio era una discussione civile degenerò in una rissa violenta piena di insulti da parte di entrambi. A un certo punto però, uno dei due pastori prese una gran pietra sferica di colore nero e la collocò sul punto centrale di terreno erboso[1] a mo' di confine urlando:

« Onegai shimasu! »
(Pastore incavolato)

Termine che in giapponese equivale a una formula di cortesia utilizzata proprio all'inizio di una partita, ma che in cinese antico sta a significare letteralmente "vattene dal mio fottuto giardino".

L'altro pastore, offeso oltre ogni limite, rispose collocando a sua volta un pietrone sferico di colore bianco accanto a quello nero.[2] Iniziò, così, una lunga e faticosa lotta a base di pietroni da un quintale e mezzo collocati al fine di circondare il territorio che spettava a loro nonché la rimozione dei pietroni avversari dal proprio, creando così le regole base di quello che è uno dei giochi da tavolo orientale più diffuso nel mondo.[3]

La leggenda vuole che questa prima storica partita si concluse in parità, in quanto, non esistendo la regola del ko,[4] i due contadini creparono entrambi di ernia bilaterale dopo aver ripetuto un'ottantina di volte la stessa mossa di cattura.

Svolgimento tipico di una partita

:giocatore 1 : A me piacciono quelle alla vaniglia!

 :giocatore 2 : De gustibus... io le preferisco al cioccolato

Pedine commestibili Willy Wonka, giocare a go non è mai stato così ingrassante!

Saluto e nigiri

I due giocatori si collocano sui due lati opposti del goban, fingendo un nobile rispetto reciproco, indi pronunciano la formula di cortesia eseguendo allo stesso tempo un inchino alla giapponese, cercando di dare una craniata potente all'avversario; tale fase risulta essere molto influente sull'esito della partita, in quanto il giocatore che riceve la craniata più forte rischia un non lieve offuscamento mentale.

Si passa poi al nigiri, ossia all'estrazione per decidere a chi toccheranno le pietre nere e quindi la mossa iniziale. Quest'azione consiste nel deporre un mucchietto di pietre in mezzo al goban per poi fare a gara a chi ne ingoia di più senza respirare; appena a un giocatore ne va una di traverso, è compito dell'altro[5] fargli sputare la causa dell'otturazione per poi controllarne il colore. Il colore della pietra sarà quello che toccherà al giocatore che l'ha ingoiata.

Fase iniziale

Se entrambi i giocatori sono sopravvissuti alle formalità, inizia la vera e propria partita: a turno, i due giocatori prelevano una delle loro pietre e la collocano sull'intersezione che desiderano occupare; il modo più utilizzato per afferrare una pietra è quello di tenerla tra l'indice e il medio, effettuando allo stesso tempo un'elevatissima pressione su di essa, cercando così di farla schizzare ad alta velocità e di conficcarla nell'occhio dell'avversario o, alla peggio, tra le sue costole. Se, invece, si preferisce evitare questo scontro diretto, è comunque consentito e raccomandato appoggiare la pietra con violenza sul goban emettendo il noto grido BANZAI!, al fine di spaccarlo a metà e di guadagnare così ben 20 punti bonus. Se, tuttavia, i due giocatori risultino troppo gracili e docili per entrambe le mosse, si esegue una normale partita a base di pietre collocate e di territori in via di formazione.[6]

Fase di combattimento

Quando uno dei giocatori inizia a prendere l'iniziativa e tenta di attaccare l'avversario per rubargli il territorio edificando un campo d'assedio con un paio di trambuchi, inizia un'autentica guerra tra gang, contornata da sparatorie, bestemmie inglesi e mitragliette in fiamme, al termine della quale o l'attaccante riesce a catturare le pietruzze avversarie o crea un gruppo di pietre vive nel suo territorio utilizzando la magia nera; oppure il difensore riesce a respingere l'offensiva catturando e trucidando le pietruzze nemiche.[7] Al termine della battaglia, il perdente deve, per penitenza, ingoiare un cubetto di wasabi puro.

Fine partita

Quando l'intero goban è stato occupato, i territori tutti fortificati e i giocatori hanno esaurito la loro scorta di armate e catapulte; entrambi i contendenti, dopo aver constatato ciò, passano il turno, e, dopo aver ringraziato la propria divinità di essere riusciti a tollerare l'ultimo boccone di wasabi senza riportare tumori, iniziano a numerare i propri territori ottenuti, contandone le intersezioni libere, sottraendone le pietre perdute, aggiungendo il komi, sottraendo mezzo punto per ogni ko, addizionando le crepe inflitte al goban, contando le pietre ingoiate durante il nigiri e passando il risultato ottenuto attraverso la seguente equazione:

Il giocatore che risulta vincitore ha come premio il diritto di lapidare l'avversario con tutte le pietre utilizzate durante la partita.

Note

  1. ^ L'attuale Tengen del Goban odierno.
  2. ^ Un approccio troppo diretto, secondo gli ultimi studi tattici sul go.
  3. ^ Figuriamoci gli altri.
  4. ^ Nel caso tu non sappia cosa sia, dai un'occhiata qui.
  5. ^ , in teoria
  6. ^ 'Na palla.
  7. ^ Morale: comunque vada ci rimettono sempre le pietruzze.