Utente:Manjusri/I tre regni (Romanzo)

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La copertina dell'edizione americana del libro.
Un'antica illustrazione del romanzo originale; il pannello sinistro ritrae Liu Bei, impegnato a convincere un anziano a votare per lui, mentre il pannello destro raffigura Cao Cao mentre gioca a Warhammer. La scritta ai bordi è l'ennesima pubblicità di Mediaset Premium.

I Tre regni, (in giappocinese Sānguózhì Pínghuà, 三國誌評話,per gli amici 三国志评话), è un romanzo fantastorico Made in China. In esso vengono narrate le vicende dell'antica Cina, dalla caduta della dinastia Han, alla nascita dei Tre Regni di Qui, Quo e Qua Wu, Shu e Wei fino ad una specie di rinascita dell'Impero Celeste con la creazione della dinastia Jin.

Scritto da un qualche antenato di Bruce Lee[1] durante il XV secolo, a cavallo tra la dinastia Ming e quella Bar Mario, I Tre Regni è considerato uno dei quattro classici della letteratura cinese, assieme a I Briganti, Il Sogno della Camera Rossa e la prima serie di Dragonball.

La trama

Amicizia! Fratellanza! Passione! Guerra! Eroi! Sangue! Fedeltà! Tradimenti! Intrighi! Esplosioni! Fuoco! Strategie! Duelli! Fiumi! Meteorologia! Sole! Cuore! Amore! Cavalli! Elefanti! Concubine! Imperatori! Reggenti! Tiranni! Eunuchi!

Tutto questo ed anche di più, tra le pagine del romanzo I Tre Regni!

I Turbanti Gialli s'indignano

Accurata ricostruzione storica di un membro dei Turbanti Gialli.

La gloriosa dinastia cinese degli Han era ormai in un periodo di completa decadenza; mentre il Sovrano Celeste passava le sue giornate davanti giocando al Wii, l'Impero era manovrato dai perfidi Eunuchi di corte. I diabolici castrati abusavano quotidianamente del loro potere, compiendo malefatte d'ogni genere. Nefandezze come la tassa sugli occhi a mandorla e l'editto imperiale che imponeva il rosa per i vestiti della servitù non fecero altro che rendere il popolo più povero ed infelice. La miseria dilagava, l'imperatore si grattava e gli Eunuchi sperperavano i soldi dell'impero in borse di paillettes e scarpette fucsia.

Fu in questo momento che emerse la figura di Zhang Jiao, un sedicente mago girovago. Costui, attraverso il suo blog e degli spettacoli teatrali, incitava la popolazione alla rivolta nei confronti del potere. Nonché all'acquisto Per soli 100 Yuan, da pagare in comode rate dell'esclusiva sciarpa gialla, simbolo della protesta. Pian piano, piccoli scioperi e manifestazioni si trasformarono in un gigantesco movimento che arrivò persino ad assediare la capitale dell'Impero Celeste. I seguaci del movimento si facevano chiamare Turbanti Gialli, perché nessuno aveva capito come andava usata la sciarpa.

Liu Bei festeggia la fratellanza mostrando a dei compiaciuti Guan Yu e Zhang Fei un prezioso giornalino sporcelloso risalente all'epoca Qin.

Durante questo caos, un parente lontano lontano dell'imperatore che rispondeva al nome di Liu Bei stava passeggiando per il mercato rionale di un paesino cinese[2]. Mentre ansimava gemeva di dolore pensando alla decadenza del Celeste Impero, si trovò ad assistere al litigio tra due uomini, Guan Yu e Zhang Fei; i due si stavano scontrando per decidere chi avesse la precedenza alla fila alla bancarella del pesce. Liu Bei, rimase colpito dalla potenza dei due, che avevano distrutto mezzo mercato. E si stavano semplicemente fissando. Decise dunque di fermarli, capendo che entrambi erano uomini di giustizia e grande valore. In quel momento, senza nessun motivo, i tre decisero di lasciar perdere risse e mercati vari ed andarono ad ubriacarsi a casa di Zhang Fei. Si svegliarono la mattina successiva, tutti e tre nello stesso letto, nudi e coi nomi degli altri due tatuati sulle rispettive natiche. I tre decisero di non parlare con nessuno della faccenda; per dissimulare strinsero un patto di fratellanza in un giardino di peschi in fiore, promettendo di morire tutti e tre nello stesso giorno. E se non è amore questo...

Nel frattempo, l'esercito imperiale si trovava in serie difficoltà di fronte a così tanti manifestanti. I soldati erano divenuti pigri e deboli a causa degli anni trascorsi unicamente a portare le valigiette rosa shocking che gli eunuchi usavano per fare shopping. La corte iniziò a reclutare armate di volontari al grido di "Salvate gli Han" e "Rialzati, Cina". Approfittando della situazione, molti signorotti locali acquisirono fortuna e fama massacrando con le loro armate centinaia di poveri manifestanti, i quali non avevano ancora capito contro chi stessero protestando. I tre fratelli, animati da un imperituro spirito di giustizia, decisero a loro volta di unirsi alla lotta contro i Turbanti Gialli per salvare l'Impero. Grazie alle varie armate autofinanziate, lo sciopero venne sedato in fretta. A forza di mazzate. Zhang Jiao venne arrestato; il suo processo è tutt'ora in corso. La piccola armata di Liu Bei ottenne diversi successi in battaglia, grazie ai quali l'ex-nobile squattrinato riuscì finalmente ad ottenere un posto come sindaco della piccola regione cinese conosciuta come Molise.

Gli Eunuchi tirano fuori le palle

Sedata la rivolta, per riportare l'impero degli Han al loro splendore, non restava che togliere di mezzo gli eunuchi. Ad accollarsi il compito fu il generalissimo He Jin, fratello dell'imperatrice madre ed ennesima prova che i raccomandati esistono da sempre. He Jin decise di ordinare ad uno dei suoi generali dello stato di frontiera del Liang, Dong Zhuo, di marciare sulla capitale al comando dei suoi soldati. I suoi sottoposti però non la ritennero una grande idea:

- Un Generale: “Ehm, signore, ma è sicuro di voler far venire i soldati del Liang nella capitale? La loro seconda lingua, dopo il cinese mandarino, è il grugnito incazzato.”
- Un altro Generale: “Anche quel Dong Zhuo non me la conta giusta! L'ho visto rubare dalle offerte dalla chiesa!”
- L'ennesimo Generale: “Io l'ho visto scaricare immagini lolicon!”
- He Jin: “Piantatela. Dong Zhuo è efficiente ed i suoi soldati spietati ma abili.”
- Un altro generale: “Ma, Signore, è assurdo! Autorizzare Dong Zhuo a marciare sulla capitale con quei barbari è come assegnare Xu Chu[3] a gestire la mensa!”

He Jin però non volle sentire ragioni ed ordinò a Dong Zhuo di iniziare la sua marcia. Gli Eunuchi, nel frattempo, avevano organizzato una trappola; invitarono He Jin a recarsi in piena notte nel palazzo della regina madre, sostenendo che avevano organizzato un rave a base di spogliarelliste ed erba gatta in suo onore. He Jin, ottimista come un agnello a Pasqua, si diresse spedito e da solo nel palazzo. Dopo venti minuti qualcuno lanciò oltre le mura del palazzo la testa del povero pirla He Jin ai soldati che lo aspettavano fuori, assieme ad un foglietto con su scritto "n00b pwnd". Stanco di aspettare, Yuan Shao, suo braccio destro e altro raccomandato generale di nobile discendenza, prese di sua iniziativa un manipolo di soldati e fece fuori senza troppe cerimonie tutti gli eunuchi. Cosa che avrebbero potuto fare sin dall'inizio, ma poi il romanzo non andava avanti.

Nel frattempo arrivò Dong Zhuo col suo esercito di feroci soldati del Liang; approfittando del casino creato dagli eunuchi e dai Turbanti Gialli accalappiò l'imperatore, costringendolo ad abdicare in nome del fratellino minore, che si era innamorato a prima vista di lui dopo averlo scambiato per Babbo Natale. Il generale divenne così il nuovo dittatore Presidente del Consiglio dei Ministri dell'impero Cinese e si insediò a Luoyang, la capitale Han.

Il governo di Dong Zhuo

Nel palazzo imperiale, sotto il comando di Dong Zhuo, era una continua festa. Le Escort... pardon, volevo dire le concubine giocavano felici libere dall'ingombro degli indumenti e l'alcool scorreva a fiumi a casa di quel simpatico porcello del Dong. Nel frattempo, fuori dal palazzo, la gente pativa la fame ed i nobili fedeli agli Han sembravano capaci soltanto di piangere ripensando ai tempi in cui la dinastia era potente, l'impero funzionava ed i treni arrivavano in orario. Il popolo soffriva e, dato che a quell'epoca non esistevano telegiornali o quotidiani che potessero dare tutta la colpa alla sinistra o alla stampa estera, il malcontento nei confronti della tirannia di Dong Zhuo cresceva.

Nessuno sembrava in grado di contrastare Dong Zhuo; persino l'eroico Cao Cao, che aveva tentato di assassinarlo con l'antico stratagemma cinese noto come 八門金鎖陣, ossia "Senti com'è caldo qui", fu costretto ad una rocambolesca fuga.

Quei pochi che avevano avuto le palle di prendere in mano una lancia, una spada, un forcone o un mattarello e combattere il tiranno si dovettero scontrare con un enorme ostacolo: Lu Bu, il guerriero più forte della storia del Celeste Impero, noto ai suoi avversari come tipregononuccidermisonoancoravergine, aveva giurato fedeltà a Dong Zhuo. Il leggendario eroe era inizialmente al servizio di uno degli oppositori di Dong Zhuo, ma il tiranno riuscì a convincerlo ad entrare al suo servizio promettendogli che, in caso di vittoria, gli avrebbe fatto vedere la tetta destra di una delle concubine. E dire che le cinesi di solito hanno la prima.

Eppure, i dissensi non tardarono ad arrivare: Durante uno dei suoi festini Yuan Shao, il raccomandato di prima, litigò con Dong Zhuo al termine d'una feroce partita a Go e se ne andò dal palazzo sbattendo la porta, ma non prima di promettere che avrebbe creato un suo esercito, con blackjack e squillo di lusso. Anzi, senza blackjack. E senza esercito. Fortunatamente per Dong Zhuo, Yuan Shao era un cretino. Sfortunatamente per lui, era nobile e pieno di soldi, e questo bastò a diversi signorotti locali e personaggi diventati famosi per aver massacrato impunemente dei Turbanti Gialli per dichiararsi alleati di Yuan Shao.

Qualcuno bussò alle porte di Hu Lao

In breve tempo Yuan Shao assieme al cugino Yuan Shu riuscì creare un'alleanza con cui combattere Dong Zhuo raccattando un po' chiunque gli capitasse sotto mano; nobili locali con eserciti, signori della guerra, mercenari vari ed ultras della SS Lazio. Grazie all'intercessione di Cao Cao, venne persino accettato l'esercito di Liu Bei, composto da ben 3 persone[4], tra le risate degli altri membri dell'alleanza, che, per mostrare il loro rispetto nei suoi confronti, continuarono a fargli sparticulo a tradimento durante ogni vertice.

Obiettivo dell'alleanza era sconfiggere il perfido tiranno e restituire il potere alla celeste dinastia degli Han. Pfff, ahahah, scusate, scusate, torno serio dai. Anche se il motto dell'alleanza era "Morte al traditore, gloria agli Han e la torta a me", in realtà i vari signori della guerra ormai consideravano l'Imperatore Celeste un pupazzetto da sbatacchiare qua e là a seconda delle necessità e partecipavano all'alleanza solo nella speranza di conquistare nuovi terreni o, al limite, arraffare quanti più soprammobili possibili dal palazzo imperiale una volta riconquistato.

Sebbene combattessero assieme, le varie armate si ostacolavano a vicenda per cercare di primeggiare, passando dal fregarsi le provviste destinate ai propri alleati allo slacciare le scarpe dei altri soldati delle altre armate per arrivare per primi alle zone da saccheggiare. Il tutto, sempre nel nome della gloriosa dinastia Han. Nonostante tutto, inizialmente l'alleanza funzionò ed incassò numerosi successi. In gran parte il merito fu dell'armata Sun Jian, che iniziava le battaglie da solo mentre gli altri stavano ancora decidendo in che ordine far sfilare gli stendardi.

Le porte di Hu Lao, di fronte a Luoyang, ospitarono la battaglia decisiva. Inizialmente si mise male per gli alleati; uno dei generali di Dong Zhuo, Hua Xiong, sfidò tutti i migliori guerrieri a duello. Dopo che i primi quatto vennero fatti fuori, gli altri iniziarono a soffrire di una terribile malattia cinese conosciuta come "gomito che fa contatto con il ginocchio", e si rifiutarono di scendere in battaglia. Il povero Sun Jian, che era già al fronte, rimase solo contro tutti ed iniziava a pensare che tutto sommato quest'idea della coalizione non fosse un gran ché, da cui l'antico detto cinese "meglio solo che male accompagnato".

La battaglia iniziò a volgere a favore della coalizione quando Guan Yu si offrì di uccidere Hua Xiong. Cao Cao a parte, i generali alleati si sbellicarono da ridere e stavano già preparando la bara per il tizio sconosciuto con la barba. Guan Yu, senza scomporsi troppo, uscì dall'accampamento e tornò poco dopo con la testa di Hua Xiong ed una confezione di Birra Poretti. I generali, sbigottiti, commentarono la vittoria di Guan Yu con la storica frase "幸福!", traducibile come "Me Cojoni!". La coalizione, rinvigorita, iniziò il suo assalto. L'armata di Dong Zhuo era in difficoltà e lo stesso Lu Bu scese in battaglia; i soldati si stavano già cacando in mano quando Zhang Fei, Guan Yu e Liu Bei sfidarono il guerriero invincibile che, messo in difficoltà, pensò bene di scappare.

L'esercito di Dong Zhuo iniziava ad essere in grosse difficoltà. Il tiranno, rimasto senza Hua Xiong e Lu Bu, si ritrovò costretto ad elaborare una sottile strategia; saccheggiò la sua stessa capitale Luoyang, fregandosi anche i gioielli sepolti con i vecchi imperatori morti, e bruciò tutto per poi scappare altrove. Un vero esempio di amore e compassione. La coalizione riuscì dunque ad entrare a Luoyang, ma trovò soltanto cenere. Fu più fortunato Sun Jian, che trovò il sigillo imperiale, dimenticato da un Dong Zhuo troppo impegnato a saccheggiare dalle tombe.

Tira più un pelo di Diaochan che un esercito di alleati

Nonostante la riconquista di Luoyang, anche se un pelo troppo cotta, l'alleanza era giunta al suo termine. Sun Jian, trovato il sigillo imperiale,


Cao Cao contro tutti

Il sottile Picco Rosso

=

Il Regno di Shu

Shu è il regno fondato a fatica da Liu Bei, grazie all'aiuto della sua cricca. Il Regno di Shu viene spesso chiamato anche Regno di Shu Han, in quanto Liu Bei, dopo aver fatto stampare il suo albero genealogico ad una fiera di paese, scoprì d'essere cugino di terzo grado d'uno degli eredi al trono della gloriosa dinastia Han.

Shu era il regno dove tutti erano più buoni anche quando non era Natale, dove i forti aiutavano i deboli invece di pestarli e fregargli i soldi per la merenda e dove le vecchiette potevano attraversare le strade senza rischiare di essere investite da un risciò.

Liu Bei

Liu Bei (pron. Liu Pei) è il fondatore ed il primo imperatore del regno di Shu e l'eroe di grandi e piccini. È anche un po' sfigato, ma si sa, la sfortuna fa simpatia. Guardate Paperino.

Nato in una famiglia nobile purtroppo caduta in disgrazia, visse un'infanzia segnata dalla povertà e dall'assenza del padre, uscito una sera con gli amici per andare a piazza Tienanmen e mai più ritornato. La madre lo crebbe da sola, grazie ai soldi guadagnati rivendendo pannolini usati, da cui il celebre detto cinese "Rendere pampers focaccia". Una volta divenuto adulto, Liu Bei riuscì grazie ad una sequenza di borse di studio ed amicizie in alto ad emergere dalla povertà, ed ad assumere incarichi importanti.

Il suo sogno era quello di unificare la Cina e creare un impero dove la gente potesse vivere in pace senza timore d'una guerra, un regno in cui l'amore avrebbe prevalso sugli intrighi e i sordidi inganni della vita di corte, un posto in cui un uomo sarebbe stato libero di amare i suoi fratelli adottivi e passeggiare in strada mano nella mano con loro, mentre carezzava la folta barba ed i muscoli dei due. Ecco, avete capito, insomma.

Guan Yu

Guan Yu era un tipo tosto. Abbastanza tosto da farsi una partita a Go con un braccio mentre lo stavano operando all'altro. Senza anestesia.

A Guan Yu viene offerta la possibilità di arrendersi e passare al nemico, offerta che ovviamente il guerriero rifiutò. Figuriamoci se avrebbe mai tradito il suo amore fratello. I tizi di Wu decisero dunque di decapitarlo e conservare la sua testa, che poi avrebbero rivendenduto su eBay. Prima di morire però Guan Yu giurò che si sarebbe vendicato su Lu Meng. Purtroppo per quest'ultimo, il defunto guerriero non era esattamente tutto chiacchiere e distintivo. Neanche il tempo di festeggiare la vittoria, che il povero Lu Meng si presentò in piena notte in camera di Sun Quan, urlante e sbavante, chiedendo vendetta. Era lo spirito di Guan Yu, che aveva posseduto il poveraccio. Fortunatamente le guardie di Sun Quan intervennero in tempo ed il sovrano di Wu se la cavò con un cambio di mutande. Lu Meng, in compenso, morì di lì a poco, spruzzando sangue da ogni orifizio[5].

Sun Quan capì che forse era il caso di liberarsi della testa di Guan Yu; decise dunque di spedirla a Cao Cao come regalo per il suo onomastico. Cao Cao, da simpatico ma educato burlone, una volta aperto il regalo e visto il volto del defunto generale di Shu, iniziò a parlare alla testa.

- Cao Cao: “Ehilà, Guan Yu! Quanto tempo! Come te la passi?”
- Testa di Guan Yu: “Mah, prima di morire stavo meglio.”

Dopo due settimane di coma farmaceutico ed un intervento di bypass, il reggente di Wei seppellì la testa di Guan Yu con tutti gli onori d'una divinità. Perché non si sa mai come gli può girare a 'sti spiriti.

Zhang Fei

Zhuge Liang

La copertina autografata del primo bestseller di Zhuge Liang.
« Chi realizzerà che la vita è solo un sogno? Nessuno eccetto me conosce il mio destino. Dormo nel mio capanno in primavera mentre là fuori i giorni passan lenti. »
(La frase pronunciata da Zhuge Liang tutte le mattine al risveglio, anche se non c'è nessuno ad ascoltarlo. No, sul serio.)

Zhuge Liang (pron. Giughe Lian), meglio noto come il drago addormentato per via del suo modo di russare, conosciuto anche col nome di cortesia Kongming o con quello di scortesia Brutto saccente del cazzo con le orecchie a sventola se non smetti di ridere ti infilo quel cazzo di ventaglio nel tuo piumato deretano, è stato la "mente" che gestiva le forze di Liu Bei; fu suo stratega, suo consigliere diplomatico, suo confidente nelle faccende amorose e colui che gli creava i mazzi per giocare a Magic contro Cao Cao. Alla fondazione del regno di Shu ne divenne primo ministro e, alla morte di Liu Bei, fu eletto sommo babysitter del suo erede Liu Shan.

Zhuge Liang era un individuo estremamente intelligente e versatile, ed oltre ad essere un fine diplomatico ed uno stratega impareggiabile era anche un letterato, un abile musicista ed un inventore; secondo gli storici fu lui ad inventare la balestra, il frigo a legna ed a programmare la primissima versione del Mac OS X.

Inizialmente Zhuge Liang si mostrò restio ad unirsi alla causa di Liu Bei, ed infatti rifiutò le sue prime due richieste, adducendo scuse bislacche come "Non sono in casa, passa più tardi" ed "Esco adesso da una storia con un tipo". Tuttavia la persistenza di Liu Bei fu ripagata e la terza volta Zhuge Liang decise di accettare e partecipare alla fondazione del regno di Shu. Il motivo di questo repentino cambiamento d'idea non è ancora chiaro; secondo l'autore del romanzo, Zhuge Liang, come un Buddha, non poteva rifiutare una richiesta fatta per tre volte. Alcuni glottoteti sostengono invece che alla terza visita Liu Bei portò con se la foto di sua sorella. Al contrario, Gigi il Troione sostiene che che portò quelle di tua sorella.

Zhuge Liang è passato alla storia per le sue strategie incredibili, alcune delle quali figurano nel suo celebre libro Le barzellette di Totti Le Trentasei Strategie.

Zhuge Liang sembra intento a comunicare mentalmente con l'uccello. In realtà quest'ultimo gli ha semplicemente espletato nella mano, ma lo stratega sta dissimulando egregiamente.

Particolarmente memorabile la sua ultima apparizione pubblica, che fece in qualità di cadavere, durante la guerra di Wu Zhang. Dopo che l'esercito di Wei ed il suo rivale Sima Yi ebbero appreso da fonti certe che Zhuge Liang era morto, decisero di attaccare; durante la battaglia però lo videro sul campo, si cagarono in mano e scapparono via, temendo chissà quale trappola o strategia assurda. Da qui venne il detto "Meglio uno Zhuge morto che un Sima vivo".

In realtà anche Zhuge Liang ha dovuto assaggiare l'amaro calice della sconfitta, esattamente come tutti gli altri personaggi. Anche perché, in caso contrario, non si spiegherebbe come mai il regno di Shu non sia stato in grado di rivoltare come un calzino gli avversari ed unificare la Cina nel giro di una decina d'anni. Se Zhuge è stato ricordato come il miglior stratega di tutti i tempi è perché, in caso di sconfitta, sapeva sempre tirar fuori una qualche scusante:

Si può chiaramente vedere come tra i vari talenti di Zhuge Liang fosse presente anche quello dello scaricabarile.

Zhao Yun

Se per disgrazia Hollywood decidesse di creare un un film basato sul romanzo dei Tre Regni e la regia venisse appioppata a Peter Jackson, Zhao Yun (pron. Giao Iun) sarebbe senza alcun dubbio il belloccio che fa lo sborone senza ritegno del film e verrebbe interpretato dall'idolo delle pornobimbe di turno.

L'impresa che lo rese celebre fu quella di aver salvato il figlio di Liu Bei durante la fuga di massa da Chang Ban; quando il futuro sovrano di Shu, a metà fuga, si accorse d'essersi dimenticato a casa lo spazzolino, le mutande, la moglie ed il figlio, Zhao Yun fece dietrofront e, attraversando da solo le linee nemiche, andò a recuperare la roba che quel distratto di Liu Bei aveva lasciato a casa. Purtroppo non riuscì a salvare la moglie che, affetta dalla tipica Sindrome di The Ring che sembrava colpire tutte le consorti di Liu Bei, si gettò in un pozzo per agevolare la fuga del figlio[7]. Tra indicibili difficoltà Zhao Yun riuscì a passare attraverso l'esercito enemico con tanto di poppante a tracolla ed a riportare colui che sarebbe diventato il futuro Liu Shan al padre. Inaspettatamente, invece di ringraziare il suo amico, Liu Bei scaraventò a terra con violenza il figlio, infuriato per aver rischiato di perdere un valoroso guerriero per colpa d'un marmocchio col pannolino sporco.

« Non dovevi farlo! Ma lo capisci che i guerrieri sono preziosi, mentre di bambocci posso sfornarne quanti ne voglio, cazzo!? »
(Liu Bei)

Non fa una grinza. Oppure no.

Liu Shan

inserire e tradurre questa: http://san.paulguo.com/img/comic/139.png

Liu Shan (pron. Liù Scian) è il figlio più celebre di Liu Bei, nonché colui che, tra mille vicissitudini, eredita il regno di Shu alla sua morte. L'autore del romanzo non si trattiene dal definirlo un povero fessacchiotto ogni qualvolta ne abbia la possibilità, sottolineando con enfasi come il giovane riesca a perdere con estrema facilità tutto quello che il padre ed i suoi allegri compari hanno conquistato con lacrime, sangue e sudore.

In realtà il povero Liu Shan non ha colpe; dal DNA generato da Liu Bei ed una tizia la cui più grande idea è stata suicidarsi, non ci si può di certo aspettare nasca un abile diplomatico od un fine stratega. Come se il fattore genetico non avesse infierito abbastanza, bisogna ricordare che quando Liu Shan era ancora un neonato il padre lo ha sbattuto violentemente a terra, dando il colpo di grazia al suo povero cervello. Il palleggio di Liu Bei non fu l'unico episodio in cui il romanzo sottolinea l'amore che il sovrano provava per figlio. Sul letto di morte, Liu Bei convocò Zhuge Liang per dargli le sue ultime disposizioni:

« Se quel cretino di mio figlio continua a fare le sue solite stronzate, non farti troppi problemi, anzi, deponilo e governa tu al suo posto. E fai ministro quel cavallo. »
(Liu Bei)

Insomma, il padre che tutti vorremmo.

Il Regno di Wei

Cao Cao

   La stessa cosa ma di più: Cao Cao.
« Preferisco metterlo in culo al prossimo prima che il prossimo lo metta in culo a me »
(La filosofia di vita di Cao Cao)

Cáo Cāo (pron. §ao §ao) è colui che posò le fondamenta per la creazione del regno di Wei. Dipinto a volte come un eroe, a volte come la sorgente di tutti i mali, può essere definito con una semplice locuzione; cortese pezzo di merda. Era un individuo tanto spietato quanto gentile; trattava sempre con estrema educazione i suoi ospiti, anche se aveva già deciso di decapitarli e trasformare i loro teschi in boccali per la birra cinese. Cao Cao era il tipo di persona capace di mettersi a recitare delle poesie sul Fiume Giallo, ammazzare un membro del suo seguito che aveva osato criticare le sue doti poetiche ed infine celebrare il suo funerale con tanto di onori militari al merito. Il tutto nel giro di mezz'ora.

Cao Pi

Piercao Cao, meglio conosciuto col nome postumo di Cao Pi, è uno dei figli di Cao Cao nonché il suo degno erede e primo imperatore di Wei.

Xiahou Dun

Aaaaaaaaaaaaam!

Xiahou Dun (pron. Shiaù Tun) era uno dei cuggini e generali della famigghia di Cao Cao.

Le sue epiche gesta in battaglia furono senza pari tra i guerrieri di Wei e la sua fedeltà nei confronti di Cao Cao era a dir poco leggendaria; quando morì il suo amato cuggino, Xiahou Dun venne nominato generale e riempito di soldi da Cao Pi. Ciononostante, decise di morire pure lui, per poter servire il suo padrone in paradiso. (Povero pirla)

In realtà non fu il suo valore che lo fece passare alla storia, quanto una sua peculiare abitudine culinaria. Secondo le leggende durante una battaglia contro l'esercito dell'onnipresente Lu Bu, Xiahou Dun venne colpito ad un occhio da una freccia. Il guerriero, con nonchalanche, estrasse la freccia con annesso bulbo oculare. In quel momento pronunciò una frase che si potrebbe tradurre dal cinese con "Quest'occhio è un dono prezioso conferitomi dai miei genitori, non posso separarmene per via d'una misera ferita di guerra". Tuttavia, la natura della lingua cinese permette di tradurre anche come "Occhio, m'hai provocato ed io me te magno". Quale che sia la miglior interpretazione di quella frase, dopo averla pronunciata, Xiahou Dun si mangiò il suo stesso occhio, accompagnato da un piatto di fave e del buon Chianti, e continuò a combattere come se nulla fosse.

Sima Yi

Sima Yi (pron. Simaì) entra a far parte del cast soltanto durante la seconda serie dopo la battaglia di Chi Bi. Cao Cao, avendo riconosciuto le sue abilità come stratega, manda suo cuggino per reclutarlo. Purtroppo pare proprio all'epoca dei Tre Regni gli strateghi fossero più capricciosi di Paris Hilton e non fosse possibile assumerne uno semplicemente offrendogli un posto di lavoro a tempo indeterminato. Sima Yi, da bravo fancazzista, si dà per malato ed il cuggino di Cao Cao è costretto a tornarsene a casa a mani vuote. Il Primo Ministro, non pago, ci prova una seconda volta, presentandosi però di persona. Sima Yi, messo di fronte ad un'offerta che non può rifiutare, si trova costretto ad unirsi alle forze di Wei.

La posizione di stratega costringe Sima Yi a scontrarsi più volte in battaglie psicologiche contro il primo ministro di Shu, Zhuge Liang, tra tattiche di battaglia, lotte psicologiche e seghe mentali che farebbero impallidire persino i personaggi di Death Note. In realtà il povero Sima Yi viene continuamente maltrattato dal più anziano ed esperto Zhuge Liang, in grado di prevedere qualunque cosa avesse in mente il suo rivale. Il povero Sima Yi sviluppò col passare del tempo una vera e propria Sindrome di Vegeta, anche perché Zhuge Liang oltre a sconfiggerlo aveva l'abitudine di pigliarlo un po' per il culo. Durante la lunga guerra di di Wu Zhang, Sima Yi si mostrava restio ad attaccare temendo chissà quale trappola astrusa; Zhuge Liang, per festeggiare l'avvenimento, gli fece arrivare un regalo. Un bellissimo vestito da sera. Da donna. Le sue truppe lo presero per il culo per settimane.

Secondo le leggende, Sima Yi poteva ruotare la propria testa di 180° gradi, a mo' di bambina dell'Esorcista.

Il regno di Wu

Il regno di Wu serve solo a far numero. Se tra i suoi esponenti non vi fossero stati i principali artefici della vittoria nella Battaglia del Picco Rosso e alcuni di loro non avessero causato la morte di Guan Yu probabilmente l'autore avrebbe messo al posto del terzo regno qualcosa di più interessante, tipo i marziani o i perfidi turisti giapponesi.

Secondo la Koei, la sviluppatrice di Dynasty Warriors, il regno di Wu è abitato esclusivamente da vecchi, bimbette e giovani efebici con evidenti indecisioni a livello cromosomico.

La famiglia Sun

Sun Jian porta avanti il glorioso stendardo della famiglia Sun.

I membri della famiglia Sun sono i capi ed i fondatori dell'impero di Wu. Hanno costruito la loro fortuna grazie alle vendite del libro pubblicato dal loro celebre antenato Sunzi[8], che gli hanno permesso di creare un'azienda di successo nella Silicon Valley. I Sun iniziarono la loro carriera nel campo della guerra approfittando del casino creatosi durante Sciopero dei Turbanti Gialli e da lì in poi non li fermò più nessuno[l'importante è crederci].

La famiglia viene guidata innanzitutto da quel vecchio marpione di Sun Jian (pron. Sun Gianni), guerriero noto come "La Tigre del Sud" per via di quell'accento siciliano che proprio non riusciva a togliersi. Sun Jian acquistò una posizione di prestigio mentre combatteva in prima linea contro Dong Zhuo; in quell'occasione il destino gli fece trovare il preziosissimo Sigillo Imperiale degli Han all'interno di un Ovetto Kinder. Piuttosto che ridare il sigillo agli Han, quel marpione di Sun Jian pensò bene di tenerselo. Insospettiti dal suo perenne sorriso a trentadue denti, gli altri generali gli chiesero se si fosse iniettato del botulino. O se per caso stesse nascondendo qualcosa.

« Che possa morire atrocemente se sto nascondendo il Sigillo Imperiale! »
(Sun Jian, rivolto al cielo)

Ed ecco che, mentre stava andando a bullarsi con la moglie d'aver trovato il sigillo, Sun Jian cadde in un'imboscata nella quale venne ucciso a colpi di macigno da un tizio a caso. Mai fare giuramenti a cazzo di cane. Mai.

Suo successore alla guida della famiglia fu Sun Ce (pron. sun tzé), il primogenito di Sun Jian. Sun Ce proseguì l'opera del padre, combattendo anch'esso sempre in prima linea. Le sue imprese gli valgono il titolo di "Piccolo Conquistatore", per via di quel problema che, a quell'epoca, proprio non si poteva risolvere[9]. Purtroppo per lui una notte, mentre andava da solo a caccia di panda[10], fu vittima di un'imboscata a causa della quale riportò diverse ferite. Fortunatamente, nessuna era particolarmente grave, tranne quella alla guancia, che lo uccise dopo alcuni giorni di agonia.

Suo successore è il secondogenito di Sun Jian, Sun Quan (pron. Sun Ciuan). Secondo gli storici, quando il fratello morente lo nominò nuovo capo della famiglia, Sun Quan commentò così:

« Oh, cazzo! »
(Sun Quan, toccando con la sinistra un'armatura di ferro e con la destra il proprio pacco)
La famiglia Sun al completo. Quello col forcone è Sun Jian. La bambina con lo sguardo incredulo è Sun Shang Xiang. La mezza testa che sbuca da dietro uno dei tizi senza nome appartiene invece a Gabriele Paolini.

Fu in quest'occasione che nacque il detto "Morto un Sun se ne fa un altro". Sun Quan fu famoso non aver mai passato una notte da solo in una qualche foresta e per non aver attraversato luoghi sospetti senza aver prima mandato avanti qualcun altro. Questo non gli è valso titoli altisonanti come "Generale della Tigre", "Gallo Ruspante" o "Cavallo Goloso", ma, se non altro, gli ha permesso di invecchiare. Sun Quan riuscì a farsi proclamare primo imperatore di Wu, da cui il detto "Chi va piano, va sano e va lontano".

Quel vecchio marpione di Sun Jian aveva svariati altri figli, ma a parte i due suoi successori l'unica a passare alla storia fu la sua sola figlia, Sun Shang Xiang (pron. Sun Scianscian). La giovane, grazie ad un matrimonio combinato, venne data in sposa a Liu Bei, diventando la sua terza moglie. Sua madre e suo fratello Sun Quan speravano di poterla usare come arma contro il sovrano di Shu, convincendola a compiere nefandezze come nascondere i figli ottenuti dalle altre mogli o cucinare con lo zucchero al posto del sale. Questa però finì per innamorarsi veramente di lui. Dopo la morte di Guan Yu, Sun Shang Xiang viene costretta suo malgrado a tornare a casa della madre e, in seguito alla notizia della morte di Liu Bei, si suicida, gettandosi dentro un pozzo[11]. Alla faccia del matrimonio combinato.

Zhou Yu

Zhou Yu (pron. Giau Iu) era un uomo che aveva ottenuto tutto dalla vita; nato in una famiglia nobile e ricca, era atletico, di bell'aspetto, colto, intelligente, aveva doti strategiche fuori dal comune ed era un raffinato musicista. Era così carismatico che al suo passaggio donne si stracciavano i vestiti urlando "Fammi tua!", mentre gli uomini iniziavano spontaneamente a leccargli gli stivali, cosa che gli creò non poco imbarazzo in più d'un occasione.

Fu molto vicino alla famiglia potente Sun, ed in particolare a Sun Ce, che lo considerava come un fratello, anche perché averlo a fianco lo aiutava a rimorchiare delle gnoccolone niente male. Presto divenne uno degli uomini più potenti della Cina, assumendo la carica di generale supremo dell'intero esercito del Sud. Inoltre sposò una delle celebri sorelle Qiao, celebri per aver posato discinte per una sequela di dipinti a china che fecero scalpore.

Purtroppo la vita perfetta di Zhou Yu incappò in un grosso ostacolo: l'esistenza di Zhuge Liang. I due si incontrarono in occasione dei preparativi della battaglia di Chi Bi, in cui gli eserciti di Liu Bei e di Sun Quan avrebbero dovuto collaborare per sconfiggere Cao Cao; presto Zhou Yu si rese conto che tutto quello lui che sapeva fare, Zhuge Liang lo sapeva fare meglio e collaborazione tra i due si trasformò in un'accesa rivalità. Zhou Yu aveva elaborato una strategia geniale? Zhuge Liang la aveva già pensata, scartata perché da niubbi e ne aveva proposta una più efficace. Zhou Yu aveva predisposto una trappola? Zhuge Liang l'aveva già prevista ed aveva preparato un modo di rovesciare la trappola. Zhou Yu aveva suonato impeccabilmente un brano sublime sul suo Guzheng‎? Zhuge Liang aveva appena improvvisato l'intera discografia di Satriani, e neanche sapeva suonare fino a cinque minuti prima. Zhou Yu ce l'aveva di 20 centimetri? Zhuge Liang ce l'aveva di 21 centimetri. Alla fine, poco prima della battaglia di Chi Bi, il generalissimo di Wu cercò di uccidere il rivale in un blitz, ma Zhuge Liang venne inaspettatamente salvato dalla moglie di Zhou Yu, che apparentemente si era resa conto di una delle cose in cui il buon Kongming era superiore al marito.

Da quel momento in poi Zhuge Liang divenne un'ossessione per il povero Zhou Yu, che ormai riusciva ad eccitarsi soltanto immaginandosi il cadavere del rivale.

Altra gentaglia

Lu Bu

« Io ho i pugni nelle mani! »
(Lu Bu fa la sua comparsa sul campo di battaglia)

Lu Bu (pron. AAAARGH! MORIREMO TUTTI!) è semplicemente il guerriero più forte dell'intera storia. La sua abilità in battaglia era così immensa da permettergli di sconfiggere intere armate con un braccio solo mentre con l'altro si dedicava al cruciverba senza schema dell'ultimo numero della Settimana Enigmistica. E tutto ciò senza scomodare discendenze divine né farsi bagni nell'ambrosia o nel sangue di drago, Lu Bu ce l'aveva semplicemente lungo, e non aveva neanche punti deboli[12]. Alla faccia vostra, Ercole, Achille e Sigfrido!

Lu Bu abbraccia di nascosto quella gran gnoccona di Diao Chan.

Oltre ad essere un gran guerriero, Lu Bu era anche un gran figlio di buona donna; per ben due volte viene un suo superiore decise di diventarne il padre adottivo ed in entrambe le occasioni finì per ammazzarlo con le sue stesse mani. Il primo a subire questa sorte fu un povero generale che ebbe la malaugurata idea di mettersi contro Dong Zhuo. Inizialmente Lu Bu massacrò le truppe del dittatore; questo però capì subito che quello che non poteva il suo esercito, potevano i suoi soldi. Presto si presentò al guerriero offrendo un fottìo di soldi, uno scaldavivande ed il meraviglioso cavallo Lepre Rossa in cambio della testa del patrigno/generale. Lu Bu si presentò dieci minuti dopo con la testa incartata con tanto di fiocco e nastrini. Dong Zhuo, soddisfatto dell'assassinio compiuto da Lu Bu decise di adottarlo, dimostrando l'ottimismo d'un dodo. Inizialmente il rapporto tra i due sembrò funzionare, ma le cose degenerarono a breve, quando Lu Bu manifestò alcune rimostranze sulla scarsità della sua paghetta settimanale. L'hobby di Dong Zhuo di lanciare delle alabarde contro il figlio adottivo per scaricare lo stress non era esattamente d'aiuto. La goccia che fece traboccare il vaso fu però una donna, ossia quella gran gnocca di Diao Chan. Entrambi reclamarono il diritto di trombarsela in esclusiva e nessuno dei due sembrava disposto a cederla. Lu Bu trovò una soluzione semplice ed efficace; fece fuori il padre/capo/rivale, accaparrandosi sia la gnocca che i suoi governi e territori.

Purtroppo per Lu Bu, forza ed abilità non riuscirono a compensare il fatto che fosse un po' citrullo. In alcune occasioni la sua mancanza di strategia gli costò cara. Un esempio fu la battaglia ai cancelli di Hu Lao. In quell'occasione il guerriero, mentre faticava a risolvere il tre orizzontale, stava massacrando decinaia di nemici; quand'ecco che Lu Bu venne sfidato da Zhang Fei. Inizialmente Lu Bu sembrava avere la meglio, ma, quando videro il loro fratello in difficoltà, Liu Bei e Guan Yu giunsero in suo soccorso. I tre guerrieri, grazie a sopraffine tecniche di battaglia come "Attento! Hai un piede nella scarpa!", misero in difficoltà il povero Lu Bu, che si ritrovò costretto a salire sul suo cavallo e scappare via. I suoi avversari tentarono l'inseguimento ma, fortunatamente per lui, Lepre Rossa era abbastanza veloce da permettergli da seminare l'allegro trio e, già che c'era, fare una sosta per andare in toilette.

Lu Bu al termine d'un festino fetish.

La vita di Lu Bu dopo aver usurpato le possessioni di Dong Zhuo fu segnata da continui festini a base di alcool e donne, stile di vita che oltre a causare al suo esercito una sconfitta dopo l'altra, limitò le sue abilità combattive. A lungo andare il tutto degenerò nella crescita d'una simpatica barbetta e d'una trippa degna del miglior manovale.

La bella vita finì quando gli eserciti congiunti di Liu Bei e Cao Cao iniziarono ad assediare il suo castello, allagandolo spaccandogli di nascosto le tubature dei gabinetti; Lu Bu, costretto a difendere il castello giorno e notte, si addormentò in piedi. Due turisti giapponesi che passavano di lì per caso si imbatterono nel "guerriero" addormentato e, dopo averlo legato, lo consegnarono senza troppi complimenti a Cao Cao. I due ricevettero come ricompensa una simpaticissima Action Figure di Zhang He.

Lu Bu, portato a mo' di salame al cospetto di Cao Cao, offrì piangendo di mettersi al suo servizio.

- Lu Bu: “Ti prego! Risparmiami! Ti darò quello che vuoi! Mi metterò al tuo servizio! Ti faccio anche trombare quella gran gnocca di Diao Chan! Ti prego!”
- Cao Cao: “Che dici, Liu Bei?”
- Liu Bei: “Si bravo, prendilo al tuo servizio! Magari adottalo pure, conoscendo il tipo va a finire che ti ammazza mentre dormi e ci risparmiamo un bel pezzo del romanzo.”
- Cao Cao: “Cazzo, è vero. Vabbè, pazienza, segatelo.”
- Lu Bu: “I cazzi tuoi mai, eh!?”

Il Dio cinese doveva avere uno strano senso dell'ironia; l'unica buona azione che fece Lu Bu durante l'intera storia fu proprio soccorrere un Liu Bei in difficoltà durante un assedio. Dopo una vita passata a fare il bastardo ed a compiere patricidi, Lu Bu ricevette la sentenza di morte dalla sola persona che aiutò in un incomprensibile impeto di generosità, alla faccia del karma. Di lì a poco il guerriero più forte della Cina, ancora legato, venne strangolato senza neanche troppe cerimonie.

E questa fu la gloriosa fine di Lu Bu.

Dong Zhuo

Lepre Rossa

Un'illustrazione risalente alla dinastia Tang che raffigura il feroce Lepre Rossa sfidare Guan Yu.
« Tra gli uomini, Lu Bu, Tra i cavalli, Lepre Rossa, tra le donne, Eva Angelina »
(La frase del romanzo che introduce Lepre rossa)

Manto rosso, sguardo di fuoco, carattere fiero, nome di merda; Lepre Rossa è il cavallo più veloce e potente della storia[Fonte palesemente comunista]. Secondo le leggende, Lepre Rossa (pron. Lepre Rossa) poteva essere cavalcato solo dagli uomini più potenti, ma in compenso era capace di percorrere mille chilometri in un giorno, il tutto con un solo litro.

Il cavallo fece il suo trionfale ingresso nella storia quando venne dato in dono a Lu Bu da Dong Zhuo. Alcuni filologi sostengono che inizialmente l'equino avesse il pelo nero e che Lu Bu, trovando il colore sgradevole, sottopose il cavallo ad un servizio completo di tuning, con tanto di riverniciatura.

Dopo la morte di Lu Bu, Lepre Rossa venne preso dagli uomini di Cao Cao, ma nessuno nell'esercito di Wei era in grado di assoggettare una bestia di siffatta potenza, che continuava a disarcionare chiunque provasse a cavalcarlo. Casualmente in quel periodo Guan Yu era al servizio di Cao Cao per via dell'ennesima offerta che non poteva rifiutare, e una volta saputo che il leggendario stallone indomabile era a portata di mano, ne approfittò. Guan Yu prese il cavallo e lo portò in uno stanzino. Dopo alcuni minuti i due uscirono ed il cavallo divenne stranamente mansueto. Nessuno sa cosa successe[13], ma Cao Cao decise di regalare il cavallo a Guan Yu, visto che comunque a lui neanche piaceva la carne di cavallo.

Con la morte di Guan Yu, il destriero finì nelle mani del regno di Wu. In mezzo a quel branco di cazzoni non c'era nessuno così potente da poter ammansire Lepre Rossa, che, disperato per la morte del suo amante padrone Guan Yu, smise di mangiare e si lasciò morire d'inedia.

E questa fu la gloriosa fine di Lepre Rossa.

Diao Chan

Yuan Shao

Yuan Shao (pron. raccomandato), discendente della ricca e blasonata famiglia degli Yuan, fiero servitore dell'impero Han, celebre tra i popoli per la sua abilità nel mandare qualunque cosa toccasse a puttane. Durante la rivolta dei Turbanti Gialli rubava lo stipendio serviva la patria come braccio destro del generalissimo He Jin, fratellastro dell'imperatrice ed unica persona più raccomandata di lui in tutto il romanzo. E ne I Tre Regni ci sono migliaia di personaggi.

Yuan Shao mostrò subito il suo valore, prima appoggiando la decisione di He Jin di invitare Dong Zhuo a corte, e poi non riuscendo a convincere il suo capo ad andare da solo e senza armi ad incontrare gli eunuchi. Grazie al suo valido contributo il suo capo venne decapitato e Dong Zhuo riuscì ad instaurare un'allegra dittatura. Ma niente paura! Yuan Shao, aveva già una soluzione! Approfittando del suo nome altisonante, riuscì a riunire sotto di sé una potente coalizione di nobili generali incazzati con Dong Zhuo, chi per amore della patria, chi perché gli era passato con la cavalleria pesante sul giardino zen. Nonostante le vittorie iniziali, grazie alla sapiente guida ed al carisma di Yuan Shao, la coalizione si sciolse per via di dissidi tra i vari nobili. Fortunatamente, nel frattempo, l'egemonia di Dong Zhuo venne sconfitta ed il tiranno fu ucciso grazie ad una sottile strategia a base di gnocca. In tutto questo, fu importante l'apporto di Yuan Shao, che era distratto e non fece nulla per mandare a fanculo il piano.

Caduto Dong Zhuo, caduta definitivamente la dinastia Han, anche Yuan Shao partecipò al celebre reality "Conquista la Cina"; al primo turno si scontrò proprio con Cao Cao, suo amico d'infanzia, così da potersi finalmente vendicare di tutte quelle volte in cui quando erano bambini gli fregò le merendine mentre era distratto. Che ci volete fare, da ragazzino Cao Cao era povero, e Yuan Shao beh, aveva la stessa intelligenza. Yuan Shao poteva contare su di un esercito potente e compatto, mentre Cao Cao era stato indebolito dalla ribellione del suo ex-sottoposto Liu Bei e le sue forze erano decisamente minori. Tuttavia, grazie all'abilità di Yuan Shao di gestire la battaglia, venne brutalmente massacrato da Cao Cao.

Differenze tra il Romanzo il Mondo Reale™

  • Il celebre giuramento sotto i peschi in fiore, probabilmente, non è mai stato fatto. Perlomeno nessuna cronaca o giornale scandalistico ne fa mai menzione. Tuttavia, secondo le Cronache dei Tre Regni, i tre avevano realmente un rapporto fraterno e, secondo Novella 300, spesso condividevano il letto. Cosa avrà voluto dire?
  • Nessuna moglie di Liu Bei si è mai gettata in un pozzo.
  • La battaglia di Chi Bi non si è svolta a Chi Bi, ma in un paesino lì vicino. Il problema è che il nome del paesino significava "Collina Naso Rosso", risultando decisamente meno poetico rispetto a "Picco Rosso".
  • Nella battaglia di Chi Bi non vennero né interpretate forze magiche, né eseguiti rituali mistici. I preparativi per quanto concerne il vento si limitarono a Zhou Yu che chiese ad un pescatore del luogo: "Secondo te che tempo farà domani?"

Altri Media

Film e Telefilm

Videogiochi

Reperti audiovisivi


  • Lu Bu fu estremamente felice di ricevere in dono Lepre Rossa. Notate la faccia da bimbo ebete che ha appena visto una tetta per la prima volta.

  • Gli effetti della leggendaria alitosi di Zhang Fei sono in grado di respingere un'intera armata.

Curiosità

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  • Secondo la Repubblica Popolare Cinese l'Iliade è un palese plagio del romanzo I Tre Regni.
  • Metà dei personaggi muore prima che si formino effettivamente i Tre Regni.

Altri progetti

Note

  1. ^ Cazzo ne so io chi è, tutti uguali 'sti cinesi...
  2. ^ Gli storici pensano che fosse Ariccia.
  3. ^ Xu Chu mangia tanto.
  4. ^ Lui ed i due fratelli
  5. ^ Che bella immagine.
  6. ^ In genere a questo punto il lettore si chiede: "E allora perché cazzo l'hai affidata a lui la missione?"
  7. ^ Plunf. E una.
  8. ^ Per i profani, Sun Tsu.
  9. ^ La medicina cinese, per quanto progredita, purtroppo era ancora all'oscuro delle proprietà del citrato di sildenafil.
  10. ^ Saggia mossa per il capo d'un esercito andare in giro da solo di notte. Tanto di cappello.
  11. ^ Plunf. E due.
  12. ^ Se escludiamo la stupidità
  13. ^ Probabilmente Guan Yu glielo aveva fatto vedere.