John Galliano

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John Galliano quando fu eletto Miss Calippo nel 2000.
« Stilisticamente: Gucci è Sophia Loren; Yves Saint Laurent è Catherine Deneuve. Io mi sento più Sailor Moon. »
(John Galliano descrive la sua idea di moda.)

John Galliano, nato Juan Carlos Antonio Taffetà Galliano, chiamato affettuosamente Organzino (Gibilterra, 28 novembre 1960), è uno stilista inglese tuttora in attività, cosa che non deve sorprendere perché i manicomi li hanno tutti chiusi, perfino in Inghirlanda.
È noto principalmente per la sua collaborazione con il marchio Christian Dior, unica maison abbastanza spavalda ed irresponsabile da offrirgli un lavoro. Le sue creazioni si distinguono per la sfrenata eccentricità, i colori sgargianti spesso in contrasto tra loro e i prezzi nocivi per le coronarie. Un suo abito può arrivare a costare diciassunomila sterline, cifra giustificata dalla qualità eccelsa dei tessuti, dall'esclusività dei modelli e dal fatto che i ricchi cretini stanno via via diminuendo. Quelli cretini.
Ha recentemente affermato di appartenere alla comunità LGBT, dividendosi equamente con turni da 6 ore in ciascuno dei sottogruppi.
Ha raccolto idealmente l'eredità di Alexander McQueen, portando avanti concetti stilistici estremi, come quando: invitato a Buckingham Palace, si è presentato di fronte alla regina vestito da astronauta. È stato solo grazie al suo elogio per l'abito giallo canarino della regina Elisabetta che ha evitato l'accusa di lesa maestà, reato che nel Regno Unito prevede ancora oggi l'estirpazione degli arti a mezzo cavalli da tiro.
È stato premiato come Stilista Britannico dell'Anno nel 1987, nel 1994 e nel 1995, facendo sfilare le modelle nude con una piuma di struzzo infilata nell'ano, cambiandone però il colore in ciascuna edizione.

Biografia

Nel corso degli anni ha evoluto il suo look da Nerd a Merd.
« Mio padre voleva un maschietto, mia madre una femminuccia. Non me la sono sentita di deludere uno dei due. »
(John Galliano parla della sua infanzia.)

John Galliano nasce da genitori spagnoli, ma appartenenti ai cosiddetti Genovesi di Gibilterra, liguri arrivati in quelle terre nel XVI secolo spinti dalla sete di avventura e di sangria. Queste origini si manifestano chiaramente nel padre, talmente spilorcio da comperare al figlio pannolini di seconda mano. Al piccolo Juanito saranno necessari due anni affinché il suo sedere smetta di assomigliare a quello di un babbuino, altri dieci anni per scrollarsi di dosso la sensazione che la sua: sarà una vita di merda.
La vena creativa viene fuori appena riceve la sua prima scatola di pennarelli, quella sul collo della madre appena lei si accorge che le pareti sono scarabocchiate ovunque. Come gli altri bambini ha disegnato la sua famiglia, con la differenza che il padre indossa guêpière e calze a rete, la madre è vestita da pompiere. Lui non compare, a meno che non sia il vaso di ortensie che si vede di lato.
A scuola trova finalmente la sua dimensione. La maggior parte dei docenti lo definisce bonariamente "un penoso inetto", ma il suo professore di educazione fisica ha visto in lui delle potenzialità, soprattutto in ambito calcistico, e gli ritaglia un ruolo da protagonista: dovrà realizzare le nuove maglie per la squadra dell'istituto.
La delicatezza dell'incarico frena inizialmente la sua creatività poi, dopo una decina di tentativi, ottiene un risultato che lo soddisfa molto.

John Galliano mentre lavora al suo modello Hellraiser.
  • Maglia di prova 1: una semplice maglia a righe bianche e rosse, impreziosita da un copricapo con pon pon in perfetto stile Braccio di Ferro. Un chiaro omaggio alle sue origini marinare, tuttavia poco apprezzato perché: con quel berretto, la squadra rischia di essere scambiata per un reparto di malati terminali sotto chemio.
  • Maglia di prova 2: maglia nera con fulmine stilizzato, a simboleggiare rapidità nel colpire gli avversari. Scartata perché ritenuta troppo infantile e comunque, la metà dei giocatori della squadra sono lenti, molto lenti, una via di mezzo tra Andrade e Thiago Motta.
  • Maglia di prova 3: si passa ad un rosso accesso con inserto razzista, utile per deconcentrare gli avversari di colore. Scartata nel rispetto delle recenti normative inerenti l'istigazione alla violenza negli stadi.
  • Maglia di prova 4: questo modello riprende i colori spagnoli, ma viene ritenuto dalla dirigenza "leggermente poco in linea con la classica figura dell'atleta e del suo vigore fisico".
  • Maglia di prova 5: nel tentativo di interpretare il rifiuto del modello precedente, Juan prova a dare una svolta virile alle sue creazioni, ottenendo solo la promessa di essere preso a calci se tirerà fuori un'altra stronzata del genere.
  • Maglia di prova 6: stavolta è sicuro di aver incontrato le idee della dirigenza, nella sua maglia c'è tutta la mascolinità che si possa desiderare. Il calcio nelle palle che ne consegue però dice il contrario, inoltre gli danneggia il pomo di Adamo.
  • Maglia di prova 7: con questo modello non ottiene nemmeno che gli aprano la porta.
  • Maglia di prova 8: questo completo ottiene l'OK per quanto concerne i colori, ma gli suggeriscono di eliminare gli accessori in eccesso, peraltro non autorizzati dal regolamento.
  • Maglia di prova 9: presi per sfinimento, i dirigenti scolastici approvano questa maglia, consapevoli che: arrivando ultimi per la ventordicesima volta consecutiva, non inciderà più di tanto sulle risate che si faranno gli avversari.

Questo primo successo riempie di orgoglio Galliano, gli atleti della squadra lo riempiono invece di mazzate.
Uscito dalla clinica si trasferisce a Londra, che negli anni '80 è una fucina di artisti senza precedenti, o comunque non risultano sulla fedina penale. Nel 1984 si diploma in design della moda al Fountain Sister College of Art and Design, con una collezione ispirata alla Rivoluzione francese chiamata Les Incaprettables[1], per la quale riceve critiche positive e la minaccia di essere giustiziato (a mezzo ghigliottina) se oserà mettere piede in Francia. A questo punto cambia nome in John e inizia la sua carriera come drag que stilista.

Carriera

Per circa dieci anni lavora presso la Fashion Caritas, dove rammenda calzini per barboni. Nel frattempo, cerca di convincere le maggiori case di moda europee a prendere in cosiderazione i suoi disegni, ma l'unico a prendere qualcosa è lui, e si deve anche chinare per riuscirci. Poi, quando iniziava a perdere le speranze, arriva improvvisamente l'occasione della vita: una Fiat Ritmo usata dell'82 ancora in buo una maison francese lo assolda.

Givenchy

1995 - Sfilata per Givenchy
  1. Rosa meccanica: abito da sera in alluminio zincato e verniciatura a forno, sormontato da un puff per gatti.
  2. Allegro Biddaio: abito da sposa in montone rovesciato raffreddato ad aria, top in organza e mutande in spugna assorbi sudore.
  3. Bolivia e Olé: abito da ricovero in manicomio, preziosa gonna "flamenco" sormontata da una coperta navajo e bombetta boliviana.
  4. Vedova nera: abito da questua in taffetà nero, busta di carta con bottiglia di Tavernello e cappello da funerale piovoso.
  5. Flusso abbondante: abito per quei giorni, tessuto in silicone espanso melamminico (moderatamente tossico) e piumaggio da bersagliere disponibile in varie sfumature.
  6. Safari a Bombassa: abito da abbattimento con fucile di precisione, guanti in pelliccia di licaone e copricapo contenente un mappamondo in ghisa per trovare la Culonia.

Dopo questa bravata, costata all'azienda un processo per offesa alla pubblica intelligenza, viene incaprettato e lasciato nottetempo davanti al portone della Christian Dior, nella speranza che siano abbastanza scemi da prenderlo con loro. Il piano ha inaspettatamente successo.

Dior

1997 - Sfilata per Dior
  1. Popeye: abito da stupro su mercantile libanese, apertura facilitata con nodo Savoia e naso da clown per fare le cose in allegria.
  2. Anubi: abito premaman in teflon rigido, collo in vetroresina e maschera-dildo con buco anteriore per eventuale pompino a superdotato.
  3. Sushi: abito da perdigiorno interamente realizzato in Tecfish, tessuto ricavato dagli scarti di lavorazione dei capodogli, illegale perfino in Gabon.
  4. Quaglia: abito in tessuto mimetico con vistoso piumaggio di fasianide, ideale per suicidarsi facendosi sparare in testa nella boscaglia.
  5. Balloon: abito da sparacazzate, ideale per intrattenere conversazioni demenziali, durante le quali nessuno sospetterà che il QI da mazzancolla che dimostrate sia tristemente reale.
  6. Samurai: abito da sera in ghisa lavabile, indispensabile per una passeggiata dopo cena in Marocco, disponibile anche con maschera protettiva per la bocca.
  7. Fatina: abito da fata Turchina, impreziosito da un tappeto persiano sul davanti, scialle in pelo di Bigfoot e un cucciolo di bue muschiato per colbacco.
  8. Vampirla: abito in latex rosso con cinturoni di cuoio, barba finta da cantante dei ZZ-Top e peluche a forma di pipistrello che emette un tanfo nauseabondo appositamente creato da Chanel.
  9. Guascóne: divisa da moschettiere in pelle, ricamata in oro zecchino e sormontata da un enorme basco in lycra e lana d'alpaca, trattato con antipulci.
  10. Minnie: abito di chiffon, peli pubici, seta e nei, ideale per un pigiama party tra ricchi e per vincere il premio Soggetto più perculato su Youtube dell'anno.
  11. Le Petit Chaperon Rouge: abito da notte fonda, indispensabile per aggirarsi in quartieri malfamati e provare esperienze sessuali prive di coinvolgimenti affettivi.

Galliano

Le sue creazioni maschili, velatamente "metrosexual", si rivolgono principalmente ad una clientela raffin esig di deficienti.

Oltre alle sue creazioni per Dior, Galliano ogni anno presenta una collezione di metà stagione, generalmente tra aprugno e magosto, utilizzando il suo marchio e tutti gli scampoli di tessuto avanzati. È solo allora che possiamo apprezzare la sua vera arte, assistere ad una sua personale è più divertente e folle che vedere un film dei Monty Python.
Particolare attenzione è posta agli accessori, non più esclusiva femminile ma efficaci dettagli con cui evidenziare la propria personalità, o il disturbo mentale di cui si è affetti. Tra quelli più usati possiamo trovare:

  1. pancera elastica del Dottor Gibaud;
  2. bustino antipancia in gomma;
  3. guêpière con stecche di balena;
  4. pantalone con sacca portascroto;
  5. mutanda indossata sui pantacollant;
  6. kilt con termo-sacca interna per tenere le palle in caldo;
  7. listello in cartongesso come cravatta;
  8. mazzancolla imperiale come cravatta.

Produce inoltre capi esclusivi per Charlize Theron, che ha più volte definito la sua musa, mentre il resto della popolazione mondiale, donne comprese, la definisce una megascopata. In occasione di eventi particolari come Premio Oscar, epiche sbronze, Razzie Awards e riunioni condominiali di un certo livello, hanno indossato i suoi abiti: Kate Moss, Mike Tyson, Céline Dion, la Sora Lella, Nicole Kidman, Nicolas Sarkozy e Prezzemolo. Molti altri non hanno avuto il coraggio di confessare di possedere un suo capo, a parte Robert De Niro, che ha detto di averne un paio ma di indossarli solo in occasioni molto speciali.

« Non dico che le sue creazioni siano brutte, ma quando ne indosso una e porto a spasso il cane, Puppy continua a pisciarmi su una gamba! »

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

Galliano ha un abito per ciascuna occasione: cocaina party, parto della vacca, parto per le vacanze, parto per l'aldilà, parto per Altrove e parto per un safari.
  • Per la sua nuova musa, la modella e attrice francese Eva Green, ha creato un abito interamente tempestato di swarovski. Dopo la Muraglia cinese, e un nano da giardino di Villa Certosa, è la terza opera dell'uomo visibile dalla Luna.
  • Una delle ultime novità firmata dallo stilista è il profumo Midnight Poison creato per Dior. La fragranza è stata definita: "una via di mezzo tra una camelia intinta nel sugo all'amatriciana e l'odore di un gibbone bagnato".
  • È noto per il rigore nell'esercizio fisico. Si alza la mattina molto presto, fa sessioni di 40 minuti di aerobica e un'ora di jogging tra i senzatetto lungo la Senna. A giorni alterni allena anche i bicipiti prendendone a bastonate qualcuno.
  • Ha recentemente dichiarato di aver visto il film La mia prima volta, interpretato da Sara Tommasi, circa venti volte. Non riesce ancora a capire se l'attrice è di scuola brechtiana o segue il metodo Strasberg.
  • Sa tenere in bilico sulla fronte il manico di una scopa, quando cammina sembra che l'abbia messo da qualche altra parte.
  • È capace di tradurre il termine "termoregolazione" in undici lingue, ma non ha la minima idea del suo significato.
  • Ha chiamato il suo cane Lucullo perché consuma, ogni settimana, la quantità di cibo necessaria a sfamare il Benin.
  • Spesso si soffia il naso con i calzini, mentre li indossa.

Note

  1. ^ ma non ci metteremmo la mano sul fuoco

Voci correlate