Fatina

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Tipico esempio di "fatina", pronta a colpire.
Peter Pan : Io non credo nelle fate!
Trilli : Ogni volta che qualcuno dice "io non credo nelle fate" da qualche parte c'è una fata che cade morta...
Peter Pan : Io non credo nelle fate!

La fatina conosciuta anche come fata, folletta, falletta, gnoma con le ali, zanzaretta fatata o "ma non era meglio 'no gnomo?" appartiene a quella razza di creature fatate citate un po' ovunque nel mondo, sotto una moltitudine di nomi. I tratti generali comprendono un'altezza compresa tra uno sputo e uno sputo e mezzo, orecchie appuntite tipo Spock, tratti del viso come quelli di Bjork e la tendenza a sembrare una figlia dei fiori rincoglionita.

Solitamente una fatina va in giro vestita con due-tre stracci di color rosa o verde pisello (verde, non rosa), scalza (tanto non cammina...) e in testa porta una ghirlanda di fiori o due filtri di FiltroFiore Bonomelli.


Fenomenologia

Alcune fatine mentre rompono le palle, credevate stessero svolazzando placide nei boschi?
Effetti collaterali.

Le fate o fatine sono ben note per le loro peculiari attività. Di solito dividono equamente il proprio tempo libero (cioè il 100%) tra lo svolazzare placide e serene sui prati e nei boschi e la dedizione a svolgere un importante passatempo: rompere le palle. Come varianti possono anche, quando ben stimolate, dedicarsi a tutta una serie di attività collaterali, come rompere i coglioni, rompere le scatole, sfrantoiare i testicoli e anche, più raramente, spaccare le pelotas.

A livello storico le fatine hanno popolato migliaia di storie nei tempi antichi, scomparendo placidamente per tutto il periodo post-rinascimentale per poi tornare a rompere i coglioni nel 2000, sotto forma di costosissime statuette che ricoprono milioni di scaffali di negozi o bancarelle. Tali statuette sono soggette a un potente incantesimo (di origine ovviamente fatata, mortacci loro) che rende rincoglionita qualsiasi creatura di sesso femminile passi loro davanti. Ciò spinge fidanzate, mogli e sorelle a tramutarsi in languidi trita-palle nei confronti del fidanzato/marito/fratello di turno.

L'incantesimo si abbatte sulla vittima (e di riflesso sullo sventurato accompagnatore) in 3 fasi consecutive e ben distinte:

  1. La fase "OOOOH!": la vittima si impietrisce di fronte a una distesa di fottute statuine di fatine e inizia a sudare copiosamente, venendo colta da tremiti ed emettendo gridolini tipo "Iiiih!" o "Eeeeeh!", accompagnati da un inconfondibile "Oooooh!" di sottofondo. È praticamente impossibile distogliere la vittima dalle statuine fatate, a meno di non provvedere a tramortirla o distraendola con qualcosa di più costoso e appariscente, tipo un anello con diamante da 4600 Euro.
  2. La fase "Ne scelgo solo una!": può durare dalle tre ore ai sei giorni (sebbene si abbia sentore di casi di acquisto compulsivo risolti in soli 20 minuti, con l'acquisto però di soggetti fatati multipli). Durante questo lasso di tempo la soggetta continua a osservare convulsamente le statuine di queste cazzo di fatine, cercando inutilmente di decidersi su quale portarsi a casa (facendola pagare al povero stronzo lì di lato...). La fase "Ne scelgo solo una!" è anche resa più traumatica dalla perfida abitudine di quelle fate bastarde di staccarsi un'appendice (un'orecchia, un dito, un pezzo d'ala, una chiappa) proprio quando la fatale scelta viene compiuta, con conseguente eliminazione della fata candidata all'acquisto e ritorno alla fase di selezione. (Frase comune: "Ma cavolo! Avevi mica visto che l'orecchia è sbeccata? Peeeeccaaato!"). Tacciamo per pudore i prezzi medi di tali infami statuette.
  3. La fase "E ora dove la metto?": la più terribile, che può protrarsi per settimane intere e risbucare periodicamente nei mesi successivi all'infame acquisto. Durante questa fase il soggetto fatato viene dislocato in ogni angolo di casa, nel disperato e inutile tentativo di trovarle una collocazione che non stoni con le suppellettili circostanti.

Figure di sesso femminile (oppure Emo di entrambi i sessi) che rimangono soggette più volte all'incantesimo delle fatine tendono a sviluppare sgradevoli effetti collaterali, avvicinando progressivamente il proprio aspetto e comportamento a quello di una fata. Si parte dall'abbigliamento per passare poi ai modi (che diventano eterei e molleggiati) fino a giungere a un'insana voglia di spiccare il volo. Ci sono casi documentati di neo-fate che si sono catapultate dal sesto piano di un palazzo indossando una tenda a fiori e gridando "Ihihihihi!". Ragazze afflitte dalla "fatite" tendono anche a sviluppare repulsione verso le rane, le piante grasse, il sesso, Silvio Berlusconi e le canzoni di Avril Lavigne.

Una pericolosa variante: la fatina buona del cazzo

L'unica apparizione testimoniata del suddetto mostro

La fatina buona del cazzo è quella creatura mitologica che rovina le favole dei bambini tramutando i personaggi fighi in personaggi morti e i protagonisti in ciellini.

Figlia della Fata Turchina e di Padre Ignoto, la suddetta fatina non muore ma si reincarna continuamente sotto forma di esseri ancora più odiosi. Tipo la mamma, la professoressa di italiano, la luce alla fine del tunnel e l'invisibile unicorno rosa. Caratteristica particolare di questo essere è quella di non esserci mai quando potrebbe servire a qualcosa e di svignarsela dopo aver combinato un sacco di casini, lasciando a voi la colpa.

Quindi se vedete una fatina buona del cazzo ricordatevi sempre di trucidarla prima di andare a dormire e di dire le preghiere dopo.

Caratteristiche

Il suo ruolo nelle fiabe è quello dell'archetipo della vittima delle colpe altrui, pronta a espiare i peccati del mondo scaricandoli sulle vostre spalle.

In realtà quella bastarda di una fatina è immortale e il suo unico fine è quello di farvi sentire in colpa per nulla. Sua attività peculiare è il presentarsi nei momenti meno opportuni e restare lì a spiegarvi la differenza tra bene e male nonostante il fatto che nessuno glielo abbia chiesto, che voi ne aveste già le palle abbastanza piene sia di Arthur Schopenhauer che del libro Cuore e che abbiate la pisciarella.

La sadica vi convincerà che è stato il vostro inconscio a convocarla per allontanarvi dalle brutte strade e si insedierà stabilmente in casa vostra, scroccandovi l'abbonamento a Sky e la riserva di pesche sciroppate. Per di più si tromberà tutti i vostri peluches, i quali inizieranno presto a volere più bene a lei che a voi. Col passare del tempo tutti si convinceranno che siete una brutta persona, mentre lei non smetterà di tormentarvi fino a quando anche il vostro cane non inizierà a guardarvi in modo diverso, chiedendosi dove ha sbagliato nell'educarvi. Ma la cosa più atroce sarà che sarete gli unici a vederla e sentirla, mentre tutti gli altri inizieranno a pensare che forse quella maratona di Full Metal Jacket vi ha fatto male sul serio.

La sanguinaria smetterà solo quando la vostra vita sarà abbastanza distrutta da ridurvi a votare Clementina Forleo e iscrivervi al WWF.

Al contrario di una normale fata, la fatina buona del cazzo non è mai scomparsa, nemmeno per un singolo istante, dalla storia dell'umanità. Beffandosi dell'Illuminismo e dell'era tecnologica, l'essere in questione si è evoluto al punto da non essere più distinguibile da un qualunque essere umano di sesso femminile. Non c'è rimedio ai suoi incantesimi ma data la sua femminilità intrinseca c'è una scappatoia: trombarsela e donare l'8 per mille alla Comunità islamica.

Ma se nemmeno questo vi convince dell'esistenza e della pericolosità della fatina buona del cazzo, allora è il caso che guardiate questo video.

La fatina del Philadelphia

C'è qualcosa di marcio nel tuo frigo
« Chiudi il frigo, che fa corrente! »
(Fatina del Philadelphia a te)

È quel buffo esserino rompicoglioni che appare nella pubblicità della famosa crema bianca; alta circa quindici centimetri, con le alucce da moscerino, è bionda ossigenata e indossa un vestitino bianco che non cambia da anni. La fatina occupa abusivamente il nostro frigorifero, si piazza lì appena compriamo della Philadelphia e non se ne va mai più.
Si nutre ovviamente solo di formaggio Philadelphia costringendoci con un bieco ricatto morale ad acquistarne altro per non farla crepare di fame.

Dato che è in grado di sopravvivere a tempo indeterminato a temperature glaciali, gli studiosi sostengono che la Fatina sia figlia di qualche eschimese. Gli acquirenti del Philadelphia sono più propensi a definirla figlia di buonadonna perché una volta acquistato il formaggio spalmabile ci sputa subito dentro, così sarà solo lei a mangiarselo.
Inoltre, visto che il frigo una volta chiuso è completamente buio, si sospetta che sia dotata di una vista a raggi infrarossi come quella di Superman ma che lei, a differenza di Superman, non usa per arrostire le bistecche di manzo.
Le sue ali poi devono essere in grado di battere circa 2 miliardi di volte al secondo per riuscire a sostenere il suo peso, una frequenza pari al battito d'ali un colibrì epilettico.

Queste abilità la rendono un nemico temibile e da non sottovalutare: una volta toccataci la sfortuna di averla in casa è quindi opportuno continuare ad assecondarla ospitandola nel nostro frigo e comprando Philadelphia in continuazione.

Famose vittime della "fatite"

Casi di persone influenzate dalle fate nel passato recente

  • Sir Arthur Conan Doyle: un tipico caso clinico del periodo vittoriano. Secondo gli esperti, le sue [1] erano solo delle figurine di carta ritagliata, messe di fronte, e fotografate su sfondo floreale. In seguito l'inventore di Sherlock Holmes affermò anche di essere in possesso di svariate foto dal vero dei dinosauri, del mostro di Loch Ness, dei Pokémon e di alcune mucche di razza Ottonese-Varzese.

Voci correlate

  • Titania: questa super-eroina è la regina delle fate nelle commedie di Shakespeare.
  • Fatina dei denti: baratta i soldi in cambio di denti (in concorrenza con il topolino dei denti, che fa la stessa cosa). Ma cosa se ne fa di tutti quei denti? (Non pensate a come dev'essere fatta la sua casa. Ho detto di non pensare alla sua casa!)
  • Folletto: nel folclore inglese, le voci "fata" e "folletto" sono imparentate. In quello cinese no.
  • Fiore: secondo un'altra tradizione, le fatine sono associate ai fiori.
  • Puffo: secondo Peyo, i puffi rientrano nelle categoria delle piccole creature magiche, e quindi delle fate.
  • Alieni: alcuni alieni vengono rappresentati come umanoidi di piccole dimensioni, azzurri e con le orecchie a punta, dotati eventualmente di alucce insettoidi. Sono delle fate scambiate per alieni o sono le dolci fatine a essere degli immigrati extraplanetari? E cosa ne pensa Fox Mulder?
  • I piccoli nemici dell'igiene
  • L'Uomo del Monte