Nelson Mandela: differenze tra le versioni

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{{Cit2|Solo ventotto anni di carcere per un delinquente del genere? È una vergogna! L'indulto ha rimesso in libertà la peggior feccia del pianeta!|[[Lega Nord]] su Nelson Mandela}}
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{{Cit2|Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero.
Ho coltivato l'ideale di una società libera e democratica nella quale tutti possano vivere uniti in armonia, con uguali possibilità. Questo è un ideale per il quale spero di vivere.|[[Nelson Mandela]]}}

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'''Nelson''' "''Oba Oba''" '''Mandela''' ([[1918]] - a momenti) è un uomo tutto di un pezzo, un [[:Categoria:eroi nazionali|eroe nazionale]], un [[politico onesto]], un pacifista che sa quand'è il caso di ricorrere a un po' di sana ed educativa [[violenza]], un martire che in nome della libertà e dell'uguaglianza ha vissuto anche il duro clima del [[carcere]].<br/>Peccato solo che sia [[negro]].
'''Nelson''' "''Oba Oba''" '''Mandela''' ([[1918]] - a momenti) è un uomo tutto di un pezzo, un [[:Categoria:eroi nazionali|eroe nazionale]], un [[politico onesto]], un pacifista che sa quand'è il caso di ricorrere a un po' di sana ed educativa [[violenza]], un martire che in nome della libertà e dell'uguaglianza ha vissuto anche il duro clima del [[carcere]].<br/>Peccato solo che sia [[negro]].



Versione delle 15:18, 12 giu 2010

Nelson Mandela riceve il premio Nobel per la pace nel 1993.
« Non c'è nessuna strada facile per la libertà. L'unica cosa che possiamo fare è ammazzare tutti quei fottuti bianchi! »
(Nelson Mandela parlando dei delicati equilibri della convivenza fra razze diverse)
« Modestamente, l'ho sbattuto io in galera! »
(Horatio Caine su Nelson Mandela)
« Solo ventotto anni di carcere per un delinquente del genere? È una vergogna! L'indulto ha rimesso in libertà la peggior feccia del pianeta! »
(Lega Nord su Nelson Mandela)
« Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero. Ho coltivato l'ideale di una società libera e democratica nella quale tutti possano vivere uniti in armonia, con uguali possibilità. Questo è un ideale per il quale spero di vivere. »
« Bellissime parole, peccato che sia negro! »
(Roberto Calderoli su precedente discorso)

Nelson "Oba Oba" Mandela (1918 - a momenti) è un uomo tutto di un pezzo, un eroe nazionale, un politico onesto, un pacifista che sa quand'è il caso di ricorrere a un po' di sana ed educativa violenza, un martire che in nome della libertà e dell'uguaglianza ha vissuto anche il duro clima del carcere.
Peccato solo che sia negro.

Errori di gioventù

Venuto al mondo in un'arretrata e oligarchica tribù sudafricana, Nelson Mandela venne inizialmente battezzato con il nome di Rolihlahla Dalibhunga, che nella lingua locale significa "bambino che da grande romperà i maroni a tutti con le sue menate sulla libertà".
I primi passi della sua carriera di oppositore li compì a sei anni, cioè quando realizzò di avere un nome di merda e organizzò un sit-in di protesta all'Ufficio Anagrafe. Qui, nell'ordine, appiccò il fuoco a una scrivania, pisciò sulla moquette dell'ufficio, ripulì le tasche ai presenti e minacciando gli impiegati con un pezzo di vetro li costrinse a modificargli il nome in Nelson Mandela.
La sua vita scorreva placida e serena, tra un incendio doloso e una spedizione punitiva ai danni di qualche negoziante bianco, finché a 22 anni Nelson si fregò con le sue mani e mise incinta la figlia del capotribù, che per dovere di cronaca era pure racchia.
In quel frangente il futuro presidente diede sfoggio delle sue indiscutibili doti morali e umane: mentre tutti gli altri uomini sarebbero fuggiti usando l'ignobile scusa di andare a comprare le sigarette, Nelson si prese le sue responsabilità e accettò di sposare la ragazza, che per dovere di cronaca oltre a essere brutta puzzava come un operaio degli spurghi fognari dopo gli straordinari.
Una settimana dopo il matrimonio, tra l'altro pagato dalla famiglia della sposa, il prode Nelson inscenò un finto suicidio con tanto di lettera d'addio e scappò come un ladro a Johannesburg, una metropoli che offriva immense possibilità lavorative per un giovane con tante speranze e la pelle nera.

L'attività politica e l'arresto

« ... Si accende la candela, mi appare Mandela, mi dice buonasera poi mi fa le menate, perché per molto meno ha sclerato in una cella. Ma quante candele avrà consumato Mandela? Perché uno è presidente non può essere stato in prigione? Lo vedi sorridente e non ci pensi, coglione. Sei proprio un coglione! »
Nelson ride felice pensando ai 28 anni passati a cazzeggiare in cella facendosi mantenere dai contribuenti.

L'impatto con Johannesburg fu subito proficuo per Nelson: mentre si scannava con un barbone per il possesso di un cosciotto d'agnello rancido trovato in un cassonetto, venne notato da Oliver Tambo, aspirante avvocato di colore, redattore del giornale del quartiere e quando capitava l'occasione anche abortista abusivo.
Oliver plasmò la coscienza politica di Mandela, trasformandolo da semplice picchiatore di strada a picchiatore istruito di strada. I due aprirono anche l'ufficio legale "Mandela & Tambo" con l'intento di fornire assistenza gratuita o a basso costo a molti neri che sarebbero rimasti altrimenti senza rappresentanza legale: in parole povere Oliver si occupava della parte burocratica del processo e Nelson rapiva i figli del giudice di turno per assicurare la vittoria al loro assistito.
Nel 1948 il lievemente razzista regime sudafricano confinò tutti i cittadini di colore in baraccopoli senza luce elettrica, pianobar e vasche a idromassaggio. Fu la goccia che fece traboccare il vaso: Nelson Mandela si mise a capo di una falange armata, assaltò tutte le edicole della capitale, requisì tutte le copie della Settimana Enigmistica e ordinò ai suoi uomini di barrare di nero tutte le caselle dei cruciverba, in segno di sfida e disprezzo a tutti i lettori bianchi.
Seguì un aggressivo processo, al termine del quale Mandela venne condannato all'ergastolo e costretto a pagare un'ammenda all'ANC, l'Associazione Nazionale Cruciverbisti.
Per tutti i successivi anni di prigionia, Mandela rimase coinvolto nell'opposizione all'apartheid, continuando a ricevere notizie dai compagni di lotta grazie ai pizzini che nascondeva in ogni orifizio, e si lanciò in audaci proteste e in scioperi della fame, che decise però di interrompere dopo aver perso venti chili ed essersi reso conto che se anche fosse crepato di stenti al direttore del carcere non sarebbe fregato nulla.
Mandela divenne così un simbolo della resistenza al dispotico regime, nonché la dimostrazione vivente del livello di infermità mentale a cui può spingersi un negro quando viene privato della possibilità di giocare a basket.
Gli slogan "Nelson Mandela Free" o "Se Nelson Mandela avesse la ruote sarebbe una carriola" divennero l'urlo di tutte le campagne anti-apartheid del mondo.

Mandela for president

Anche i Premi Nobel hanno le loro piccole debolezze.

Tornato a piede libero nel 1990 dopo aver sgozzato un secondino ed essersi nascosto nel camion della biancheria sporca grazie alla caduta del regime minoritario, Mandela diventò ben presto il personaggio più popolare del Sudafrica e il candidato più adatto a governare il paese: le sue conferenze ottenevano sempre il tutto esaurito, le adolescenti volevano farsi fotografare assieme a lui, gli anziani gli cedevano il loro posto a sedere in tram e la gente faceva la fila per ore davanti alla sua abitazione per offrirgli crostate fatte in casa.
Durante le elezioni del 1994 Nelson Mandela venne eletto a furor di popolo come presidente, e ottenne il 115% dei voti, dato che i suoi sostenitori pur di farlo vincere si recavano ai seggi elettorali anche quattro o cinque volte a testa: Mandela era così amato che persino il suo sfidante Frederik Willem de Klerck votò per lui.
Proprio come l'Italia, finalmente anche il Sudafrica aveva come capo del governo un individuo con precedenti penali [1]!

La stima nei confronti di Nelson Mandela scemò tuttavia nel tempo, anche a causa di alcune controverse scelte politiche operate dal suo governo, tra cui la blanda lotta contro la diffusione dell'Aids: a causa della lunga prigionia e della penuria di informazioni dal mondo esterno Mandela conosceva poco di questa malattia, e perciò la considerava alla stregua di un raffreddore particolarmente fastidioso. Le sue uniche contromisure consistettero quindi nel consigliare alla popolazione di non prendere freddo e nel fornire ai cittadini coperte di lana e spremute d'arancia gratis.

Mandela nell'immaginario collettivo

Un Nelson Mandela ringalluzzito e tornato in forze dopo i lunghi anni di reclusione sta per mettere in atto il suo hobby preferito: calpestare i caucasici.

Dopo aver abbandonato la carica di presidente nel 1999, Mandela ha annunciato di volersi ritirare dalla vita politica per dedicarsi esclusivamente all'abbordaggio di giovani sbarbine, una gioia di cui non ha potuto godere per ovvi motivi durante la lunga permanenza in carcere.
Come tutti gli uomini di colore colti in flagranza di reato, ha poi clamorosamente smentito se stesso ed è tornato alla ribalta mediatica intervenendo come ospite a un sacco di conferenze sull'Aids, trasmissioni d'avanspettacolo, concerti, feste dell'oratorio e cerimonie d'inaugurazione di ospedali e supermercati.
Nonostante la veneranda età Nelson Mandela vanta tuttora numerosi record ufficiali, tra cui:

La sua ultima apparizione pubblica risale al giugno 2008 a Londra, in occasione del grande concerto internazionale in onore dei suoi novant'anni e dei 46664 civili bianchi da lui uccisi durante la guerra civile [3].
A sorpresa Nelson Mandela ha duettato con Amy Winehouse, ha sfasciato una chitarra sulla testa di un esterrefatto Paul Rodgers, ha accusato in mondovisione i Simple Minds di essere delle checche che si sono arricchite dedicandogli una canzone mentre lui sputava sangue in prigione, e infine è stato portato via dalla sicurezza mentre urlava a squarciagola: "Potere ai fratelli! Morte al potere bianco! Morte al potere bianco!"

Voci correlate

Note