Papa Gelasio II: differenze tra le versioni

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Nacque dal ramo pisano dell'illustre famiglia Caetani, una discendenza minata dalla mancanza assoluta di avvenenza. Era infatti sbieco e contorto come un tralcio di [[vite]]. Questa evidente mancanza di forme aggraziate lo espose presto agli sberleffi dei coetanei che, quando vogliono, sanno essere davvero cattivi. In effetti, il soprannome di ''"Mefisto: l'uomo più brutto che fece Cristo"'' poteva essere un tantinello esagerato, [[ma anche no]].<br /> Ad ogni buon conto {{s|[[Mastercard]] Gold}}, nel [[1081]], divenne [[San Benedetto|monaco benedettino]] di Montecassino, dove fu cancelliere e bibliotecario. Non avendo ben compreso la natura del suo compito, cancellò alcuni preziosi documenti risalenti a [[Papa Telesforo]] (137 ca.) con un solvente naturale (ma molto corrosivo) a base di dragoncello, calendula e malva. L'abate Büchwald [[Prendi questo, brutto figlio di puttana|lo rimproverò bonariamente]] e pregò la Santa Sede di estirparlo dal suo [[monastero]]. Con la forza se necessario.<br /> Giunto in una [[Roma]] sconvolta da tumulti e scontri, fu incaricato di fare da mediatore tra le opposte fazioni: quelle filo-papaline, avverse all'antipapa Manubrio III, e quelle filo-imperiali, alleate con quelle filo-di [[Scozia]]. La speranza era quella di levarselo dalle [[palle]]. L'improvvisa morte di papa [[Pasquale II]] pose il collegio cardinalizio in grande emergenza, serviva qualcuno sacrificabile da dare in pasto alle truppe dell'imperatore [[Enrico V]].<br /> Il [[24 gennaio]] [[1118]] Gelasio II divenne il nuovo pontefice e già col discorso di insediamento entrò subito nel cuore della gente.
Nacque dal ramo pisano dell'illustre famiglia Caetani, una discendenza minata dalla mancanza assoluta di avvenenza. Era infatti sbieco e contorto come un tralcio di [[vite]]. Questa evidente mancanza di forme aggraziate lo espose presto agli sberleffi dei coetanei che, quando vogliono, sanno essere davvero cattivi. In effetti, il soprannome di ''"Mefisto: l'uomo più brutto che fece Cristo"'' poteva essere un tantinello esagerato, [[ma anche no]].<br /> Ad ogni buon conto {{s|[[Mastercard]] Gold}}, nel [[1081]], divenne [[San Benedetto|monaco benedettino]] di Montecassino, dove fu cancelliere e bibliotecario. Non avendo ben compreso la natura del suo compito, cancellò alcuni preziosi documenti risalenti a [[Papa Telesforo]] (137 ca.) con un solvente naturale (ma molto corrosivo) a base di dragoncello, calendula e malva. L'abate Büchwald [[Prendi questo, brutto figlio di puttana|lo rimproverò bonariamente]] e pregò la Santa Sede di estirparlo dal suo [[monastero]]. Con la forza se necessario.<br /> Giunto in una [[Roma]] sconvolta da tumulti e scontri, fu incaricato di fare da mediatore tra le opposte fazioni: quelle filo-papaline, avverse all'antipapa Manubrio III, e quelle filo-imperiali, alleate con quelle filo-di [[Scozia]]. La speranza era quella di levarselo dalle [[palle]]. L'improvvisa morte di papa [[Pasquale II]] pose il collegio cardinalizio in grande emergenza, serviva qualcuno sacrificabile da dare in pasto alle truppe dell'imperatore [[Enrico V]].<br /> Il [[24 gennaio]] [[1118]] Gelasio II divenne il nuovo pontefice e già col discorso di insediamento entrò subito nel cuore della gente.
{{cit2|Al posto dell'ostia potrete avere il cono o la coppetta, il sangue di Cristo sarà un variegato all'amarena.|Gelasio II in un'ardita azione di [[marketing]].}}
{{cit2|Al posto dell'ostia potrete avere il cono o la coppetta, il sangue di Cristo sarà un variegato all'amarena.|Gelasio II in un'ardita azione di [[marketing]].}}
Cencio Frangipane, partigiano dell'imperatore, arrestò il Papa e lo fece incatenare in una torre. Una sollevazione popolare dei Romani liberò il Pontefice che, da uomo mite che era, perdonò il suo carceriere. I Romani sulla questione "[[perdono]]" avevano però idee contrastanti: [[qualcuno]] voleva frustare a [[morte]] il Frangipane in ''piazza del Popolo'', [[qualcun altro]] cospargerlo di pece e dargli fuoco. Prevalse il buon senso, l'intero quartiere ''Testaccio'' si recò a casa del Frangipane e violentò la giovane figlia. La notizia della barbarie giunse al sant'uomo come un fulmine a ciel sereno, ma stava giocando a [[zecchinetta]] col cardinal Koumantarakis e non si lasciò distrarre (era già sotto di dieci Petecchioni d'oro).<br /> I restanti nove mesi di pontificato furono per Gelasio II intensi:
Cencio Frangipane, partigiano dell'imperatore, arrestò il Papa e lo fece incatenare in una torre. Una sollevazione popolare dei Romani liberò il Pontefice che, da uomo mite che era, perdonò il suo carceriere. I Romani sulla questione "[[perdono]]" avevano però idee contrastanti: [[qualcuno]] voleva frustare a [[morte]] il Frangipane in ''piazza del Popolo'', [[qualcun altro]] cospargerlo di pece e dargli fuoco. Prevalse il buon senso, l'intero quartiere ''Testaccio'' si recò a casa del Frangipane e violentò la giovane figlia. La notizia della barbarie giunse al sant'uomo come un fulmine a ciel sereno, ma stava giocando a [[zecchinetta]] col cardinal Koumantarakis e non si lasciò distrarre (era già sotto di dieci Petecchioni d'oro).
[[File:Papamobile che vende gelati.jpg|right|thumb|320px|La [[papamobile]] voluta da Gelasio II.]]
[[File:Papamobile che vende gelati.jpg|right|thumb|320px|La [[papamobile]] voluta da Gelasio II.]]
I restanti nove mesi di pontificato furono per Gelasio II intensi:
* fu preso a sassate nella Basilica di Santa Prassede e, dopo lo scioglimento della [[prognosi]], ordinò subito che i [[Sampietrino|sampietrini]] all'ingresso fossero divelti e sostituiti col [[porfido]];
* fu preso a sassate nella Basilica di Santa Prassede e, dopo lo scioglimento della [[prognosi]], ordinò subito che i [[Sampietrino|sampietrini]] all'ingresso fossero divelti e sostituiti col [[porfido]];
* fu costretto ad andare in esilio a [[Benevento]], che nel 1118 era una landa desolata e di enorme arretratezza culturale, come adesso;
* fu costretto ad andare in esilio a [[Benevento]], che nel 1118 era una landa desolata e di enorme arretratezza culturale, come adesso;

Versione delle 20:32, 5 feb 2018

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Gelasio II
Definito dagli storici: "un uomo dai tiepidi entusiasmi, con un carattere freddo e distaccato".

Gelasio II, al secolo Giovanni Caetani, detto Calippo (Gaeta, ca. 1060 – Ghiacciaio Marmolada, 29 gennaio 1119), fu il 161º papa della Chiesa cattolica dal 1118 alla sua morte, ossia l'anno dopo. Lo stesso nome pontificale era appartenuto in precedenza solo a Gelasio I, ultimo Papa africano[1] dal 492 ad oggi, tristemente famoso per l'invenzione dei geloni. Gelasio II era membro dell'illustre famiglia Caetani, da cui discenderà in seguito anche Papa Bonifacio VIII. Come possa lo stesso DNA produrre prima uno sbiadito ometto come Gelasio II e poi un fenomeno della comunicazione come Bonifacio VIII è davvero un mistero, in parte spiegabile con le teorie di Darwin e forse perché sbagliando s'impara. Stando al Vaticano le prime sono tutte eresie, la seconda ipotesi è invece scarsamente supportata da valenza scientifica. Resta comunque il dubbio[2].
Parlare di Gelasio II non è comunque un perdere tempo a scrivere roba inutile, fu un personaggio fondamentale del suo tempo per due ragioni importantissime, che al momento però ci sfuggono. Di lui ci restano tuttavia alcune frasi emblematiche, tramandate verbalmente di padre in figlio, come ad esempio:

« Pittas patonzis reticula disturbia! »
(Nel XII secolo c'era molta ignoranza, come si può pretendere che ricordino frasi in latino?)

Ma anche profonde riflessioni teologiche come:

« Duo sunt meliora quam unum sapores! (Du gust is megl che uan!) »
(Frammento dell'enciclica Auspicatio granitae di Gelasio II.)

Fu il primo papa ad essere eletto cum clave (sotto chiave), poi quel malaccorto del cardinal Zibbeldo Torchiafava aprì la porta e Gelasio II riuscì a scappare.

Biografia

Papa Gelasio II tentò di rendere il "prodotto Chiesa" più accattivante e moderno. L'insipida ostia fu subito tolta dal menu.

Nacque dal ramo pisano dell'illustre famiglia Caetani, una discendenza minata dalla mancanza assoluta di avvenenza. Era infatti sbieco e contorto come un tralcio di vite. Questa evidente mancanza di forme aggraziate lo espose presto agli sberleffi dei coetanei che, quando vogliono, sanno essere davvero cattivi. In effetti, il soprannome di "Mefisto: l'uomo più brutto che fece Cristo" poteva essere un tantinello esagerato, ma anche no.
Ad ogni buon conto

, nel 1081, divenne monaco benedettino di Montecassino, dove fu cancelliere e bibliotecario. Non avendo ben compreso la natura del suo compito, cancellò alcuni preziosi documenti risalenti a Papa Telesforo (137 ca.) con un solvente naturale (ma molto corrosivo) a base di dragoncello, calendula e malva. L'abate Büchwald lo rimproverò bonariamente e pregò la Santa Sede di estirparlo dal suo monastero. Con la forza se necessario.
Giunto in una Roma sconvolta da tumulti e scontri, fu incaricato di fare da mediatore tra le opposte fazioni: quelle filo-papaline, avverse all'antipapa Manubrio III, e quelle filo-imperiali, alleate con quelle filo-di Scozia. La speranza era quella di levarselo dalle palle. L'improvvisa morte di papa Pasquale II pose il collegio cardinalizio in grande emergenza, serviva qualcuno sacrificabile da dare in pasto alle truppe dell'imperatore Enrico V.
Il 24 gennaio 1118 Gelasio II divenne il nuovo pontefice e già col discorso di insediamento entrò subito nel cuore della gente.

« Al posto dell'ostia potrete avere il cono o la coppetta, il sangue di Cristo sarà un variegato all'amarena. »
(Gelasio II in un'ardita azione di marketing.)

Cencio Frangipane, partigiano dell'imperatore, arrestò il Papa e lo fece incatenare in una torre. Una sollevazione popolare dei Romani liberò il Pontefice che, da uomo mite che era, perdonò il suo carceriere. I Romani sulla questione "perdono" avevano però idee contrastanti: qualcuno voleva frustare a morte il Frangipane in piazza del Popolo, qualcun altro cospargerlo di pece e dargli fuoco. Prevalse il buon senso, l'intero quartiere Testaccio si recò a casa del Frangipane e violentò la giovane figlia. La notizia della barbarie giunse al sant'uomo come un fulmine a ciel sereno, ma stava giocando a zecchinetta col cardinal Koumantarakis e non si lasciò distrarre (era già sotto di dieci Petecchioni d'oro).

La papamobile voluta da Gelasio II.

I restanti nove mesi di pontificato furono per Gelasio II intensi: