Pugilato del Santo Padre

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   La stessa cosa ma di più: Armi di distruzione di messa.


« Ci vediamo domenica in Chiesa! »
(Prete su Rocky Balboa)

Il pugilato del Santo Padre è lo stile di combattimento ufficiale della Santa Sede e delle comunità cristiane occidentali. Discendente dal più antico pugilato dei tre pugni, conta tutt'oggi una notevole ramificazione in tutte le caste del clero cristiano.

Storia

Il pugilato del Santo Padre nacque secondo fonti storiche circa 2000 anni fa nelle zone circostanti Gerusalemme. Si dice che in quel tempo Gesù insegnasse ai pastori e pescatori del luogo un semplice e rudimentale metodo di combattimento per difendersi dalle costanti aggressioni dei briganti nabatei. Questo metodo di combattimento, ancora elementare per essere facilmente apprendibile dai pescatori ignoranti dell'epoca, fu il seme da cui poi si sviluppò il pugilato del Santo Padre per com'è concepito oggi.

Si dice che Pietro fosse stato il primo grande maestro del pugilato del Santo Padre, avendo tratto gli insegnamenti da Gesù in persona, e che li avesse organizzati in un complesso organico di Sante Tecniche. Egli strutturò lo studio del Pugilato su otto tecniche, alle quali se ne aggiunsero poi, nei secoli successivi, altre due, per un totale di dieci attualmente in uso.

Il Pugilato era fondamentale per gli uomini di Chiesa più o meno quanto la pedofilia. Immaginate un'epoca in cui erano frequenti il brigantaggio e gli attacchi ai monasteri: come poteva un solo prete difendere la Casa del Signore da un attacco di un gruppo di banditi? La risposta sta nello studio del pugilato del Santo Padre. I preti divennero quindi delle vere e proprie macchine da combattimento: docili e premurosi con gli umili, ma implacabili e devastanti con i prepotenti.

Lo studio del pugilato

Gesù insegna a Pietro la tecnica per sfuggire alla crocefissione. Per qualche motivo i discepoli successivi non la ritennero abbastanza efficace da essere aggiunta al numero delle Sante Tecniche.

Lo studio del pugilato del Santo Padre inizia al quarto anno di seminario (come diceva il primo Pontefice: "Fateli riflettere tre anni, al quarto iniziate a far usar loro le mani. Non necessariamente per benedire.") e dura tutta la vita. Il grande maestro del Pugilato, nonché guida spirituale della Chiesa, è il Papa. Le armi sono vietate per ragioni morali e di etichetta canonica, quindi l'intero studio del pugilato del Santo Padre ruota attorno al condizionamento del fisico del prete, che deve divenire duro come l'acciaio e resistente come la roccia.

Questo stile presenta unicamente Tecniche effettuate con la parte alta del corpo, ovvero mani, braccia, gomiti e testa. Le gambe non sono utilizzate per colpire.

Frequente come metodo d'allenamento è l'utilizzo di tronchi d'albero che il prete deve colpire ripetutamente con manate e possenti pugni. Lo sradicamento dello stesso albero per opera di un ben piazzato pugno è il segno del favore di Dio, di un ottimo allenamento e del raggiungimento di un livello di abilità superiore: è quindi il momento di passare a tronchi più resistenti o ad eretici scelti al momento.

Generalmente si comincia con i tronchi di betulla, per poi passare a faggio, abete, pino, magnolia e, ai livelli più avanzati (tra cui il Papa), baobab.

Il segreto del pugilato del Santo Padre sta nell'esecuzione rigorosa di poderosi pugni e sonanti schiaffi con i quali annientare, schiacciare, distruggere, sbriciolare l'avversario o gli avversari che minacciano la Casa del Signore. Il prete viene allenato a non provare paura, terrore o pietà, poiché la pietà, come testimonia la storia, non è una qualità adatta ad un sacerdote.

Una volta iniziato un combattimento, il prete darà sfogo alla poderosa arte del pugilato del Santo Padre, e si fermerà solo con il nemico a terra, completamente inerme e inoffensivo.

Le Tecniche del Pugilato del Santo Padre

Il Pugilato del Santo Padre è costituito da dieci tecniche fondamentali, attorno alle quali ruota l'intero insegnamento. Le prime otto vennero organizzate da Pietro, che prese le prime tre direttamente da Gesù, portandole nelle successive cinque a definitivo compimento. Le ultime due si aggiunsero nei secoli successivi.

  1. Lo schiaffo del Signore;
  2. Il pugno dell'Evangelista;
  3. Il manone redentore;
  4. L'arguzia del chierichetto;
  5. Il Pugilato del Frate Vittorioso;
  6. La Sonata delle quattro campane;
  7. Il Monaco intransigente;
  8. Il prete ubriaco;
  9. L'Agostina;
  10. La Luterana;
  11. Jesus attack.

Le Tecniche vengono tutte insegnate, anche se logicamente ogni prete si specializza poi col tempo nella tecnica per la quale ha maggior predilezione.

Interessante notare che ogni tecnica ha nome strettamente riguardante la sua esecuzione: così ad esempio il Pugilato del Frate Vittorioso è una tecnica formata principalmente da colpi diretti e devastanti, che l'esecutore deve compiere con posa fiera e orgogliosa tipica di un frate che con grande coraggio e maestria difende il suo monastero. L'arguzia del chierichetto, invece, si basa su colpi che sfruttano l'astuzia, tipica del chierichetto che va di nascosto a rubare le ostie al prete, mentre la sonata delle quattro campane è una tecnica prevalentemente formata da continui schiaffi e colpi a mano aperta, atta soprattutto a stordire l'avversario (che sentirà a seguito dei violenti e incalzanti colpi tirati ad altezza delle orecchie un rimbombo quasi campanaro nella sua testa) per poi disintegrarlo con un'altra tecnica, maggiormente distruttiva.

Riguardo alle ultime due tecniche aggiunte successivamente: la nona fu creata dal grande maestro Agostino, che si diceva fosse secondo nella pratica del Pugilato soltanto a Pietro, mentre la decima fu creata da Martin Lutero, e fu utilizzata ampiamente nella famosa rivolta luterana.

L'efficacia dello stile

Nessuno può contrastare la potenza dello stile Prete

Il pugilato del Santo Padre è da duemila anni considerato una delle discipline occidentali più efficaci e letali. La sua forza deriva dall'esecuzione fiera e rigorosa di poderosi colpi in grado in un solo secondo di sbriciolare fisicamente e psicologicamente un avversario di media stazza.

Testimonianze storiche dell'efficacia del Pugilato sono i cartigli d'epoca di briganti e signori della guerra che hanno avuto la sfortuna di doverlo affrontare; eccone un esempio:

« Ei vedemmo un modesto cortile ove vi era una chiesa e in codesto cortile ei vi era un umile frate vestito di cenci ch'ei spazzava armoniosamente il cortile e cantava inni al Signore. Noi raggiungemmo il frate e iniziammo affar losco con tanto baccano e il frate invitarci di andare altrove fece. Noi rifiutammo e con tanta stoltigia attaccammo l'umile frate. Il frate le maniche della tunica s'alzo e cominciò a sfoderare poderosi e tonanti pugni che un colpo di cannone silenzioso sembrava. Tempo poco e l'intera mia brigata a terra stava. Il frate allora con sguardo fiero e voce maestosa ci ripeté il suo primo invito, e noi vedemmo bene di dirigerci altrove. »
(Dal testamento di un anonimo latifondista inglese, XV secolo, Eastbourne)

Un frate allenato nella pratica del pugilato del Santo Padre riesce a padroneggiare doti fisiche eccezionali: è ad esempio in grado di sradicare alberi, distruggere muri con un solo pugno e schiacciare una noce di cocco con le nocche.

La preparazione al Pugilato da parte della Santa Chiesa avviene a pieno ritmo tutt'oggi, anche se con qualche agio in più rispetto a un tempo. Il suo studio è unicamente riservato al personale di Chiesa.

Curiosità

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  • Si dice che Pietro fosse particolarmente affezionato alla prima, terza e quinta tecnica del Pugilato del Santo Padre. Cosi amava definirsi a chi gli chiedeva cosa praticasse: "Spacco teste e faccio bene il mio lavoro".
  • Agostino secondo la leggenda introdusse la nona tecnica usandola per la prima volta contro i seguaci di Pelagio.
  • L'attuale Papa sembra abbia come tecniche predilette la quarta e la sesta.