Nelson Mandela: differenze tra le versioni

Da Nonciclopedia, la cosa che cosa.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
Nessun oggetto della modifica
m (Annullate le merdifiche di Software3928.xyz (rosica), riportata alla versione precedente di Agent Isai)
Etichetta: Rollback
 
(21 versioni intermedie di 13 utenti non mostrate)
Riga 1: Riga 1:
{{FA|en}}
To Graça Machel and the Mandela family; to President Zuma and members of the government; to heads of state and government, past and present; distinguished guests - it is a singular honour to be with you today, to celebrate a life unlike any other.
[[File:Morgan freeman.jpg|thumb|250px|Nelson Mandela riceve il premio Nobel per la pace nel [[1993]].]]
To the people of South Africa – people of every race and walk of life – the world thanks you for sharing Nelson Mandela with us. His struggle was your struggle. His triumph was your triumph. Your dignity and hope found expression in his life, and your freedom, your democracy is his cherished legacy.
{{Cit2|Non c'è nessuna strada facile per la libertà. L'unica cosa che possiamo fare è ammazzare quei fottuti bianchi!|Nelson Mandela parlando dei delicati equilibri della convivenza fra razze diverse.}}
{{Cit2|Modestamente, l'ho sbattuto io in galera!|[[Horatio Caine]] su Nelson Mandela.}}
{{Cit2|Solo ventotto anni di carcere per un delinquente del genere? È una vergogna! L'indulto ha rimesso in libertà la peggior feccia del pianeta!|[[Lega Nord]] su Nelson Mandela.}}
{{Cit2|Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero.|Nelson Mandela.}}
{{Cit2|Bellissime parole, peccato che sia negro!|[[Roberto Calderoli]] su precedente discorso.}}


'''Nelson''' "''Oba Oba''" '''Mandela''' ([[1918]] - [[2013]]) è stato un uomo tutto di un pezzo, un [[:Categoria:eroi nazionali|eroe nazionale]], un [[politico onesto]], un [[pacifista]] che sa quand'è il caso di ricorrere a un po' di sana ed educativa [[violenza]], un martire che in nome della libertà e dell'uguaglianza ha vissuto anche il duro clima del [[carcere]].<br />Peccato solo che fosse [[negro]].


== Errori di gioventù ==
It is hard to eulogise any man – to capture in words not just the facts and the dates that make a life, but the essential truth of a person – their private joys and sorrows; the quiet moments and unique qualities that illuminate someone's soul. How much harder to do so for a giant of history, who moved a nation toward justice, and in the process moved billions around the world.
[[File:Bill Clinton e Morgan Freeman durante il Mandela day.jpg|thumb|220px|Mandela in visita alla [[Casa Bianca]] abbraccia la first lady [[Bill Clinton]].]]
Venuto al mondo in un'arretrata e oligarchica [[Tim Tribù|tribù]] [[Sudafrica|sudafricana]], Nelson Mandela venne inizialmente battezzato con il nome di Rolihlahla Dalibhunga, che nella lingua locale significa "bambino che da grande romperà i maroni a tutti con le sue menate sulla libertà".<br />I primi passi della sua carriera di oppositore li compì a sei anni, cioè quando [[nomi che nessuno vorrebbe mai avere|realizzò di avere un nome di merda]] e organizzò un sit-in di protesta all'[[Ufficio Anagrafe]]. Qui, nell'ordine, appiccò il fuoco a una scrivania, pisciò sulla [[moquette]] dell'ufficio, ripulì le tasche ai presenti e minacciando gli impiegati con un pezzo di vetro li costrinse a modificargli il nome in Nelson Mandela.<br />La sua vita scorreva placida e serena, tra un incendio doloso e una spedizione punitiva ai danni di qualche negoziante bianco, finché a 22 anni Nelson si fregò con le sue mani e mise incinta la figlia del capotribù, che per dovere di cronaca era pure racchia.<br />In quel frangente il futuro presidente diede sfoggio delle sue indiscutibili doti morali e umane: mentre tutti gli altri uomini sarebbero fuggiti usando l'ignobile scusa di andare a comprare le sigarette, Nelson si prese le sue responsabilità e accettò di sposare la ragazza, che per dovere di cronaca oltre a essere brutta puzzava come un operaio di una ditta di spurghi fognari dopo un turno lavorativo di dodici ore.<br />Una settimana dopo il matrimonio, tra l'altro pagato dalla famiglia della sposa, il prode Nelson inscenò un finto [[suicidio]] con tanto di lettera d'addio e scappò come un ladro a [[Johannesburg]], una metropoli che offriva [[Negro che tenta di venderti i fazzoletti|immense possibilità lavorative per un giovane con tante speranze e la pelle nera]].


== L'attività politica e l'arresto ==


{{quote|... Si accende la candela, mi appare Mandela, mi dice buonasera poi mi fa le menate, perché per molto meno ha sclerato in una cella. Ma quante candele avrà consumato Mandela? Perché uno è presidente non può essere stato in prigione? Lo vedi sorridente e non ci pensi, coglione. Sei proprio un coglione!|}}[[File:Nelson mandela.jpg|260px|left|thumb|Nelson ride felice pensando ai 28 anni passati a cazzeggiare in cella facendosi mantenere dai contribuenti.]]
Born during world war one, far from the corridors of power, a boy raised herding cattle and tutored by elders of his Thembu tribe - Madiba would emerge as the last great liberator of the 20th century.


L'impatto con Johannesburg fu subito proficuo per Nelson: mentre si scannava con un [[barbone]] per il possesso dei resti di un cosciotto d'agnello trovato in un cassonetto, venne notato da Oliver Tambo, aspirante [[avvocato]] di colore, redattore del giornale del quartiere e quando capitava anche [[aborto|abortista]] abusivo.<br />Oliver plasmò la coscienza politica di Mandela, trasformandolo da semplice picchiatore di strada a picchiatore istruito di strada. I due aprirono anche l'ufficio legale Mandela & Tambo con l'intento di fornire assistenza gratuita o a basso costo a molti neri che sarebbero rimasti altrimenti senza rappresentanza legale: in parole povere Oliver si occupava della parte burocratica del processo e Nelson rapiva i figli del giudice di turno per assicurare la vittoria al loro assistito.<br />Nel 1948 il vagamente razzista regime sudafricano confinò tutti i cittadini di colore in baraccopoli senza luce elettrica, piano-bar e vasche a idromassaggio. Fu la goccia che fece traboccare il vaso: Nelson Mandela si mise a capo di una falange armata, assaltò tutte le edicole della capitale, requisì tutte le copie della [[Settimana Enigmistica]] e ordinò ai suoi uomini di barrare di nero tutte le caselle dei cruciverba, in segno di sfida e disprezzo a tutti i lettori bianchi.<br />Seguì un aggressivo processo, al termine del quale Mandela venne condannato all'[[ergastolo]] e costretto a pagare un'ammenda all'Associazione Nazionale Cruciverbisti.<br />Nonostante la prigionia, Mandela rimase coinvolto nell'opposizione all'apartheid, continuando a ricevere notizie dai compagni di lotta grazie ai pizzini che nascondeva in ogni orifizio, e si lanciò in pannelleschi [[sciopero|scioperi]] della fame, che decise però di interrompere dopo aver perso venti chili ed essersi reso conto che se anche fosse crepato di stenti al direttore del carcere non sarebbe fregato nulla.<br />Mandela divenne così un simbolo della resistenza al dispotico regime, nonché la dimostrazione vivente del livello di infermità mentale a cui può spingersi un negro quando viene privato della possibilità di giocare a basket.<br />Gli slogan "Free Mandela" o "Se Nelson Mandela avesse la ruote sarebbe una carriola" divennero l'urlo di tutte le campagne anti-apartheid del [[mondo]].


== Mandela for president ==
Like Gandhi, he would lead a resistance movement . a movement that at its start held little prospect of success.
[[File:Mandela Ubriacone.jpg|thumb|left|260px|Anche i Premi Nobel hanno le loro piccole debolezze.]]
Like King, he would give potent voice to the claims of the oppressed, and the moral necessity of racial justice. He would endure a brutal imprisonment that began in the time of Kennedy and Khrushchev, and reached the final days of the Cold War. Emerging from prison, without force of arms, he would - like Lincoln - hold his country together when it threatened to break apart.
Tornato a piede libero nel [[1990]] <del>dopo aver sgozzato un secondino ed essersi nascosto nel camion della biancheria sporca</del> grazie alla caduta del regime minoritario, Mandela diventò ben presto il personaggio più popolare del Sudafrica e il candidato più adatto a governare il paese: le sue conferenze ottenevano sempre il tutto esaurito, le [[adolescente|adolescenti]] volevano farsi fotografare assieme a lui, gli [[Anziano|anziani]] gli cedevano il loro posto a sedere in [[tram]] e la gente faceva la fila per ore davanti alla sua abitazione per offrirgli [[crostata|crostate]] fatte in casa.<br />Durante le elezioni del [[1994]] Nelson Mandela venne eletto a furor di popolo come presidente, e ottenne il 115% dei voti, dato che i suoi sostenitori pur di farlo vincere si recavano ai seggi elettorali anche quattro o cinque volte a testa: Mandela era così amato che persino il suo sfidante, il leader uscente [[Frederik Willem de Klerck]], votò per lui.<br />Proprio come l'[[Italia]], finalmente anche il Sudafrica aveva come capo del governo un individuo con precedenti penali!
Like America's founding fathers, he would erect a constitutional order to preserve freedom for future generations – a commitment to democracy and rule of law ratified not only by his election, but by his willingness to step down from power.


La stima nei confronti di Nelson Mandela scemò tuttavia nel tempo, anche a causa di alcune controverse scelte politiche operate dal suo governo, tra cui la blanda lotta alla diffusione dell'[[Aids]]: a causa della lunga prigionia e della penuria di informazioni dal mondo esterno Mandela sapeva poco di questa malattia, e perciò la considerava alla stregua di un [[raffreddore]] particolarmente fastidioso. Le sue uniche contromisure consistettero nel consigliare alla popolazione di non prendere freddo e nel fornire ai cittadini coperte di lana e spremute d'arancia gratis.


== Mandela nell'immaginario collettivo ==
Given the sweep of his life, and the adoration that he so rightly earned, it is tempting then to remember Nelson Mandela as an icon, smiling and serene, detached from the tawdry affairs of lesser men. But Madiba himself strongly resisted such a lifeless portrait. Instead, he insisted on sharing with us his doubts and fears; his miscalculations along with his victories. "I'm not a saint," he said, "unless you think of a saint as a sinner who keeps on trying."


Dopo aver abbandonato la carica di presidente nel [[1999]], Mandela ha annunciato di volersi ritirare dalla vita politica per dedicarsi esclusivamente all'[[Abbordatore da strada|abbordaggio di giovani sbarbine]], una gioia di cui non ha potuto godere per ovvi motivi durante la lunga permanenza in carcere.<br />[[File:Nelson mandela statua.jpg|thumb|250px|Un Nelson Mandela ingigantito da una dieta a base di [[ormoni]] si appresta al suo [[hobby]] preferito: calpestare i caucasici.]]Come tutti gli uomini di colore colti in flagranza di reato, ha poi clamorosamente smentito se stesso ed è tornato alla ribalta mediatica intervenendo come ospite a un sacco di conferenze sull'Aids, trasmissioni d'avanspettacolo, concerti, feste dell'oratorio e cerimonie d'inaugurazione di [[ospedale|ospedali]] e [[supermercato|supermercati]].<br />Nonostante la veneranda età Nelson Mandela vanta tuttora numerosi record ufficiali, tra cui:


* primo [[presidente]] del Sudafrica eletto democraticamente dopo la fine dell'[[apartheid]].
It was precisely because he could admit to imperfection – because he could be so full of good humour, even mischief, despite the heavy burdens he carried – that we loved him so. He was not a bust made of marble; he was a man of flesh and blood – a son and husband, a father and a friend. That is why we learned so much from him; that is why we can learn from him still. For nothing he achieved was inevitable. In the arc of his life, we see a man who earned his place in history through struggle and shrewdness; persistence and faith. He tells us what's possible not just in the pages of dusty history books, but in our own lives as well.
* primo presidente negro del Sudafrica eletto democraticamente dopo la fine dell'apartheid.
* sudafricano che ha passato il maggior numero di anni in carcere a causa di proteste futili, insignificanti e di cui [[a nessuno importa]].
* [[Premio Nobel]] per la miglior acconciatura sale e pepe.
* unico Premio Nobel per la Pace la cui moglie è stata accusata di [[omicidio]], [[sequestro di persona]] e [[crimini contro l'umanità]] <ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/24/nuovo_Sudafrica_processa_Winnie_Mandela_co_0_97112411453.shtml Eh già, l'amore è cieco...]</ref>.
* persona al mondo con più cittadinanze onorarie e onorificenze all'attivo. Nelson Mandela ha infatti ricevuto premi per la sua opera di scartavetramento di coglioni a Johannesburg, [[Firenze]], [[Parigi]], [[Vancouver]], [[Manchester]], [[Paperopoli]], [[Bangkok]], [[Llanhyfryddawelllehynafolybarcudprindanfygythiadtrienusyrhafnauole]] e a [[Castellammare di Stabia]].<br />Durante una visita in [[Padania]] ha ottenuto solo numerosi sputi, diverse manganellate e un mandato di estradizione.


La sua ultima apparizione pubblica risale al giugno [[2008]] a [[Londra]], in occasione del grande concerto internazionale in onore dei suoi novant'anni e dei 464 civili bianchi da lui personalmente uccisi durante la guerra civile <ref>Un dato di cui Mandela si è sempre vantato con comprensibile orgoglio.</ref>.<br />A sorpresa Nelson Mandela ha duettato con [[Amy Winehouse]], ha sfasciato una chitarra sulla testa di un esterrefatto [[Paul Rodgers]], ha accusato in mondovisione i [[Simple Minds]] di essere delle [[Checca|checche]] che si sono arricchite dedicandogli una canzone mentre lui sputava sangue in prigione, e infine è stato portato via dalla sicurezza mentre urlava a squarciagola: "''Potere ai fratelli! Morte al potere bianco! Morte al potere bianco!''"


Nelson Mandela è stato trovato morto il [[5 dicembre 2013]] nella sua casa di Johannesburg. Il medico legale ha stabilito che in realtà era già morto da cinque anni e che quelli che tutti hanno scambiato per toccanti discorsi inneggianti all'uguaglianza erano in realtà fuoriuscite di aria post mortem.
Mandela showed us the power of action; of taking risks on behalf of our ideals. Perhaps Madiba was right that he inherited, "a proud rebelliousness, a stubborn sense of fairness" from his father. Certainly he shared with millions of black and coloured South Africans the anger born of, "a thousand slights, a thousand indignities, a thousand unremembered moments … a desire to fight the system that imprisoned my people".


== Voci tolleranti ==
* [[Martin Luther King]]
* [[Madre Teresa di Calcutta]]
*[[Malala Yousafzai]]
* [[Muammar Gheddafi]]
* [[Nero razzista]]
* [[Razzismo]]
* [[Nonnonegro]]
* [[Orazio Nelson|Un altro Nelson meno pacifico]]
* [[Nonbooks:Lanciare un'iniziativa non ben precisata]]


== Note ==
But like other early giants of the ANC – the Sisulus and Tambos – Madiba disciplined his anger; and channelled his desire to fight into organisation, and platforms, and strategies for action, so men and women could stand-up for their dignity. Moreover, he accepted the consequences of his actions, knowing that standing up to powerful interests and injustice carries a price. "I have fought against white domination and I have fought against black domination," he said at his 1964 trial. "I've cherished the ideal of a democratic and free society in which all persons live together in harmony and with equal opportunities. It is an ideal which I hope to live for and to achieve. But if needs be, it is an ideal for which I am prepared to die."


{{Note|2}}


{{terroristi}}
Mandela taught us the power of action, but also ideas; the importance of reason and arguments; the need to study not only those you agree with, but those who you don't. He understood that ideas cannot be contained by prison walls, or extinguished by a sniper's bullet. He turned his trial into an indictment of apartheid because of his eloquence and passion, but also his training as an advocate. He used decades in prison to sharpen his arguments, but also to spread his thirst for knowledge to others in the movement. And he learned the language and customs of his oppressor so that one day he might better convey to them how their own freedom depended upon his.
{{Latrina|giorno=25|mese=03|anno=2012|votifavorevoli=14|votitotali=15|argomento=storia}}


[[Categoria:Attaccabrighe]]
[[Categoria:Persone da evitare]]
[[Categoria:Morti]]


[[da:Nelson Mandela]]
Mandela demonstrated that action and ideas are not enough; no matter how right, they must be chiselled into laws and institutions. He was practical, testing his beliefs against the hard surface of circumstance and history. On core principles he was unyielding, which is why he could rebuff offers of conditional release, reminding the Apartheid regime that, "prisoners cannot enter into contracts". But as he showed in painstaking negotiations to transfer power and draft new laws, he was not afraid to compromise for the sake of a larger goal. And because he was not only a leader of a movement, but a skilful politician, the Constitution that emerged was worthy of this multiracial democracy; true to his vision of laws that protect minority as well as majority rights, and the precious freedoms of every South African.
[[eo:Nelson Mandela (konkistadoro)]]

[[en:Nelson Mandela]]

[[es:Nelson Mandela]]
Finally, Mandela understood the ties that bind the human spirit. There is a word in South Africa- Ubuntu - that describes his greatest gift: his recognition that we are all bound together in ways that can be invisible to the eye; that there is a oneness to humanity; that we achieve ourselves by sharing ourselves with others, and caring for those around us. We can never know how much of this was innate in him, or how much of was shaped and burnished in a dark, solitary cell. But we remember the gestures, large and small - introducing his jailors as honored guests at his inauguration; taking the pitch in a Springbok uniform; turning his family's heartbreak into a call to confront HIV/AIDS - that revealed the depth of his empathy and understanding. He not only embodied Ubuntu; he taught millions to find that truth within themselves. It took a man like Madiba to free not just the prisoner, but the jailor as well; to show that you must trust others so that they may trust you; to teach that reconciliation is not a matter of ignoring a cruel past, but a means of confronting it with inclusion, generosity and truth. He changed laws, but also hearts.
[[fi:Nelson Mandela]]

[[pt:Nelson Mandela]]
[[sv:Nelson Mandela]]

For the people of South Africa, for those he inspired around the globe - Madiba's passing is rightly a time of mourning, and a time to celebrate his heroic life. But I believe it should also prompt in each of us a time for self-reflection. With honesty, regardless of our station or circumstance, we must ask: how well have I applied his lessons in my own life?


It is a question I ask myself - as a man and as a President. We know that like South Africa, the United States had to overcome centuries of racial subjugation. As was true here, it took the sacrifice of countless people - known and unknown - to see the dawn of a new day. Michelle and I are the beneficiaries of that struggle. But in America and South Africa, and countries around the globe, we cannot allow our progress to cloud the fact that our work is not done. The struggles that follow the victory of formal equality and universal franchise may not be as filled with drama and moral clarity as those that came before, but they are no less important. For around the world today, we still see children suffering from hunger, and disease; run-down schools, and few prospects for the future. Around the world today, men and women are still imprisoned for their political beliefs; and are still persecuted for what they look like, or how they worship, or who they love.


We, too, must act on behalf of justice. We, too, must act on behalf of peace. There are too many of us who happily embrace Madiba's legacy of racial reconciliation, but passionately resist even modest reforms that would challenge chronic poverty and growing inequality. There are too many leaders who claim solidarity with Madiba's struggle for freedom, but do not tolerate dissent from their own people. And there are too many of us who stand on the sidelines, comfortable in complacency or cynicism when our voices must be heard.


The questions we face today - how to promote equality and justice; to uphold freedom and human rights; to end conflict and sectarian war - do not have easy answers. But there were no easy answers in front of that child in Qunu. Nelson Mandela reminds us that it always seems impossible until it is done. South Africa shows us that is true. South Africa shows us we can change. We can choose to live in a world defined not by our differences, but by our common hopes. We can choose a world defined not by conflict, but by peace and justice and opportunity.


We will never see the likes of Nelson Mandela again. But let me say to the young people of Africa, and young people around the world - you can make his life's work your own. Over thirty years ago, while still a student, I learned of Mandela and the struggles in this land. It stirred something in me. It woke me up to my responsibilities - to others, and to myself - and set me on an improbable journey that finds me here today. And while I will always fall short of Madiba's example, he makes me want to be better. He speaks to what is best inside us. After this great liberator is laid to rest; when we have returned to our cities and villages, and rejoined our daily routines, let us search then for his strength - for his largeness of spirit - somewhere inside ourselves. And when the night grows dark, when injustice weighs heavy on our hearts, or our best laid plans seem beyond our reach - think of Madiba, and the words that brought him comfort within the four walls of a cell:


It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.


What a great soul it was. We will miss him deeply. May God bless the memory of Nelson Mandela. May God bless the people of South Africa.

Versione attuale delle 15:44, 25 dic 2022

Nelson Mandela riceve il premio Nobel per la pace nel 1993.
« Non c'è nessuna strada facile per la libertà. L'unica cosa che possiamo fare è ammazzare quei fottuti bianchi! »
(Nelson Mandela parlando dei delicati equilibri della convivenza fra razze diverse.)
« Modestamente, l'ho sbattuto io in galera! »
(Horatio Caine su Nelson Mandela.)
« Solo ventotto anni di carcere per un delinquente del genere? È una vergogna! L'indulto ha rimesso in libertà la peggior feccia del pianeta! »
(Lega Nord su Nelson Mandela.)
« Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero. »
(Nelson Mandela.)
« Bellissime parole, peccato che sia negro! »
(Roberto Calderoli su precedente discorso.)

Nelson "Oba Oba" Mandela (1918 - 2013) è stato un uomo tutto di un pezzo, un eroe nazionale, un politico onesto, un pacifista che sa quand'è il caso di ricorrere a un po' di sana ed educativa violenza, un martire che in nome della libertà e dell'uguaglianza ha vissuto anche il duro clima del carcere.
Peccato solo che fosse negro.

Errori di gioventù

Mandela in visita alla Casa Bianca abbraccia la first lady Bill Clinton.

Venuto al mondo in un'arretrata e oligarchica tribù sudafricana, Nelson Mandela venne inizialmente battezzato con il nome di Rolihlahla Dalibhunga, che nella lingua locale significa "bambino che da grande romperà i maroni a tutti con le sue menate sulla libertà".
I primi passi della sua carriera di oppositore li compì a sei anni, cioè quando realizzò di avere un nome di merda e organizzò un sit-in di protesta all'Ufficio Anagrafe. Qui, nell'ordine, appiccò il fuoco a una scrivania, pisciò sulla moquette dell'ufficio, ripulì le tasche ai presenti e minacciando gli impiegati con un pezzo di vetro li costrinse a modificargli il nome in Nelson Mandela.
La sua vita scorreva placida e serena, tra un incendio doloso e una spedizione punitiva ai danni di qualche negoziante bianco, finché a 22 anni Nelson si fregò con le sue mani e mise incinta la figlia del capotribù, che per dovere di cronaca era pure racchia.
In quel frangente il futuro presidente diede sfoggio delle sue indiscutibili doti morali e umane: mentre tutti gli altri uomini sarebbero fuggiti usando l'ignobile scusa di andare a comprare le sigarette, Nelson si prese le sue responsabilità e accettò di sposare la ragazza, che per dovere di cronaca oltre a essere brutta puzzava come un operaio di una ditta di spurghi fognari dopo un turno lavorativo di dodici ore.
Una settimana dopo il matrimonio, tra l'altro pagato dalla famiglia della sposa, il prode Nelson inscenò un finto suicidio con tanto di lettera d'addio e scappò come un ladro a Johannesburg, una metropoli che offriva immense possibilità lavorative per un giovane con tante speranze e la pelle nera.

L'attività politica e l'arresto

« ... Si accende la candela, mi appare Mandela, mi dice buonasera poi mi fa le menate, perché per molto meno ha sclerato in una cella. Ma quante candele avrà consumato Mandela? Perché uno è presidente non può essere stato in prigione? Lo vedi sorridente e non ci pensi, coglione. Sei proprio un coglione! »
Nelson ride felice pensando ai 28 anni passati a cazzeggiare in cella facendosi mantenere dai contribuenti.

L'impatto con Johannesburg fu subito proficuo per Nelson: mentre si scannava con un barbone per il possesso dei resti di un cosciotto d'agnello trovato in un cassonetto, venne notato da Oliver Tambo, aspirante avvocato di colore, redattore del giornale del quartiere e quando capitava anche abortista abusivo.
Oliver plasmò la coscienza politica di Mandela, trasformandolo da semplice picchiatore di strada a picchiatore istruito di strada. I due aprirono anche l'ufficio legale Mandela & Tambo con l'intento di fornire assistenza gratuita o a basso costo a molti neri che sarebbero rimasti altrimenti senza rappresentanza legale: in parole povere Oliver si occupava della parte burocratica del processo e Nelson rapiva i figli del giudice di turno per assicurare la vittoria al loro assistito.
Nel 1948 il vagamente razzista regime sudafricano confinò tutti i cittadini di colore in baraccopoli senza luce elettrica, piano-bar e vasche a idromassaggio. Fu la goccia che fece traboccare il vaso: Nelson Mandela si mise a capo di una falange armata, assaltò tutte le edicole della capitale, requisì tutte le copie della Settimana Enigmistica e ordinò ai suoi uomini di barrare di nero tutte le caselle dei cruciverba, in segno di sfida e disprezzo a tutti i lettori bianchi.
Seguì un aggressivo processo, al termine del quale Mandela venne condannato all'ergastolo e costretto a pagare un'ammenda all'Associazione Nazionale Cruciverbisti.
Nonostante la prigionia, Mandela rimase coinvolto nell'opposizione all'apartheid, continuando a ricevere notizie dai compagni di lotta grazie ai pizzini che nascondeva in ogni orifizio, e si lanciò in pannelleschi scioperi della fame, che decise però di interrompere dopo aver perso venti chili ed essersi reso conto che se anche fosse crepato di stenti al direttore del carcere non sarebbe fregato nulla.
Mandela divenne così un simbolo della resistenza al dispotico regime, nonché la dimostrazione vivente del livello di infermità mentale a cui può spingersi un negro quando viene privato della possibilità di giocare a basket.
Gli slogan "Free Mandela" o "Se Nelson Mandela avesse la ruote sarebbe una carriola" divennero l'urlo di tutte le campagne anti-apartheid del mondo.

Mandela for president

Anche i Premi Nobel hanno le loro piccole debolezze.

Tornato a piede libero nel 1990 dopo aver sgozzato un secondino ed essersi nascosto nel camion della biancheria sporca grazie alla caduta del regime minoritario, Mandela diventò ben presto il personaggio più popolare del Sudafrica e il candidato più adatto a governare il paese: le sue conferenze ottenevano sempre il tutto esaurito, le adolescenti volevano farsi fotografare assieme a lui, gli anziani gli cedevano il loro posto a sedere in tram e la gente faceva la fila per ore davanti alla sua abitazione per offrirgli crostate fatte in casa.
Durante le elezioni del 1994 Nelson Mandela venne eletto a furor di popolo come presidente, e ottenne il 115% dei voti, dato che i suoi sostenitori pur di farlo vincere si recavano ai seggi elettorali anche quattro o cinque volte a testa: Mandela era così amato che persino il suo sfidante, il leader uscente Frederik Willem de Klerck, votò per lui.
Proprio come l'Italia, finalmente anche il Sudafrica aveva come capo del governo un individuo con precedenti penali!

La stima nei confronti di Nelson Mandela scemò tuttavia nel tempo, anche a causa di alcune controverse scelte politiche operate dal suo governo, tra cui la blanda lotta alla diffusione dell'Aids: a causa della lunga prigionia e della penuria di informazioni dal mondo esterno Mandela sapeva poco di questa malattia, e perciò la considerava alla stregua di un raffreddore particolarmente fastidioso. Le sue uniche contromisure consistettero nel consigliare alla popolazione di non prendere freddo e nel fornire ai cittadini coperte di lana e spremute d'arancia gratis.

Mandela nell'immaginario collettivo

Dopo aver abbandonato la carica di presidente nel 1999, Mandela ha annunciato di volersi ritirare dalla vita politica per dedicarsi esclusivamente all'abbordaggio di giovani sbarbine, una gioia di cui non ha potuto godere per ovvi motivi durante la lunga permanenza in carcere.

Un Nelson Mandela ingigantito da una dieta a base di ormoni si appresta al suo hobby preferito: calpestare i caucasici.

Come tutti gli uomini di colore colti in flagranza di reato, ha poi clamorosamente smentito se stesso ed è tornato alla ribalta mediatica intervenendo come ospite a un sacco di conferenze sull'Aids, trasmissioni d'avanspettacolo, concerti, feste dell'oratorio e cerimonie d'inaugurazione di ospedali e supermercati.
Nonostante la veneranda età Nelson Mandela vanta tuttora numerosi record ufficiali, tra cui:

La sua ultima apparizione pubblica risale al giugno 2008 a Londra, in occasione del grande concerto internazionale in onore dei suoi novant'anni e dei 464 civili bianchi da lui personalmente uccisi durante la guerra civile [2].
A sorpresa Nelson Mandela ha duettato con Amy Winehouse, ha sfasciato una chitarra sulla testa di un esterrefatto Paul Rodgers, ha accusato in mondovisione i Simple Minds di essere delle checche che si sono arricchite dedicandogli una canzone mentre lui sputava sangue in prigione, e infine è stato portato via dalla sicurezza mentre urlava a squarciagola: "Potere ai fratelli! Morte al potere bianco! Morte al potere bianco!"

Nelson Mandela è stato trovato morto il 5 dicembre 2013 nella sua casa di Johannesburg. Il medico legale ha stabilito che in realtà era già morto da cinque anni e che quelli che tutti hanno scambiato per toccanti discorsi inneggianti all'uguaglianza erano in realtà fuoriuscite di aria post mortem.

Voci tolleranti

Note

  1. ^ Eh già, l'amore è cieco...
  2. ^ Un dato di cui Mandela si è sempre vantato con comprensibile orgoglio.


Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 25 marzo 2012 con 93.3% di voti (su 15).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

Proponi un contenuto da votare  ·  Votazioni in corso  ·  Controlla se puoi votare  ·  Discussioni