Organizzazione Gladio

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
(Rimpallato da Gladio)
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A sinistra il logo ufficiale, a destra quello usato alla Cerimonia del giuramento.
« In silenzio servo la libertà. »
(Motto ufficiale dell'organizzazione.)
« Silenziosamente demolisco la democrazia. »
(Vabbè, più o meno siamo lì.)

L' organizzazione Gladio era una struttura clandestina di tipo "stay-behind" ("stare dietro, in retroscena") promossa dalla NATO per contrastare una possibile invasione sovietica, o degli alieni comunisti, attraverso atti di sabotaggio e di guerriglia dietro le chiap linee nemiche. Durante la guerra fredda, la NATO creò strutture simili in quasi tutti i paesi dell'Europa occidentale, compreso Poggibonsi. Qualcuno si starà chiedendo:

« Come hanno fatto a creare in Italia un'organizzazione di natura militare, senza che la nostra intelligence ne sapesse nulla? »

O magari:

« Da quando ai servizi segreti arruoliamo dei coglionazzi? »

Questa mancanza di fiducia negli uomini che lavorano per la nostra sicurezza[da verificare] è quasi irritante. Ovviamente Gladio era conosciuta, dal presidente del Consiglio Giulio Andreotti, dal sottosegretario alla difesa Francesco Cossiga[1], dal fornaio di via Marzullo ad Alghero, dai deputati Aldo Moro, Paolo Emilio Taviani e Gaetano Martino (della DC), da alcuni rappresentanti di formaggi veneti, da mio cuggino, nonché dai generali Ettore Musco e Giovanni de Lorenzo (a capo del SIFAR). A questo punto, appare chiaro che di "clandestino" non c'era una beata minchia. Bisogna comunque evitare un facile errore, quello di individuare in Gladio la chiave interpretativa di tutte le vicende della strategia della tensione e delle stragi in Italia, un paio possiamo sicuramente escluderle.

Le origini

Gladio è sempre stato un centro per lo studio delle armi antiche, è solo che dagli stemmi precedenti non si capiva.
NATO : Vi forniremo una struttura di informazione, risposta e salvaguardia.
Governo : Eh?
NATO : Servizi segreti deviati.
Governo : Ah, ecco!

Gladio viene costituita ufficialmente il 26 novembre 1956, ma i vertici di SIFAR e CIA erano già stati a cena diverse volte e l'unica cosa su cui non si erano messi d'accordo, era se sulla carbonara andasse o meno il pecorino. Nello stesso giorno si svolge a Milano il V Congresso del Movimento Sociale Italiano, la fazione capeggiata da Pino Rauti lascia il partito e fonda Ordine Nuovo. Qualcuno pensò che, con tutti questi personaggi che volevano mettere "ordine" si poteva stare tranquilli, invece si generò una confusione micidiale e conflitti di competenze a non finire, tanto che per la maggior parte delle stragi (avvenute durante gli anni di piombo) non si riuscì mai a stabilire i colpevoli. Il problema era fondamentalmente l'atavico vizio dell'italiano medio di tenere i piedi in due staffe, da cui scaturisce il recente vizio dei politici di avere sei-sette incarichi. Il terrorista Vincenzo Vinciguerra, che attualmente sconta l'ergastolo per la strage di Peteano, svolgeva contemporaneamente "lavoretti" sia per Avanguardia Nazionale che per Ordine Nuovo, inoltre, durante il suo processo emerse che il C-4 usato a Peteano forse proveniva dal deposito armi di Gladio. Lo stesso imputato dichiarò che per la sua fuga in Spagna era stato aiutato dai servizi segreti. Per completare il quadro, diciamo anche che le indagini iniziali furono affidate al colonnello Dino Mingarelli, braccio destro del generale De Lorenzo[2], che diresse oculatamente la sua inchiesta[3] verso gli ambienti eversivi di estrema sinistra, tra i quali Lotta continua e la frangia rivoluzionaria delle Giovani Marmotte, capeggiata dal triumvirato Qui, Quo, Qua. Comunque, non ci si doveva stupire tanto se un tizio faceva parte dell'esercito, del clan dei marsigliesi, del SIFAR, di Gladio, di un gruppo di estrema destra, della P2 e del Circolo Canottieri Aniene, era l'Italia del boom economico.

L'addestramento

È probabile che uomini di spicco di Gladio abbiano partecipato al rapimento di Aldo Moro, o che comunque sapessero in anticipo che sarebbe avvenuto.
« Sapevo che presso il CAG si effettuavano dei corsi di addestramento alla guerriglia, al sabotaggio e all’uso degli esplosivi, al fine di infiltr impiegare le persone in caso di sovvertimenti di piazza, o in caso che il PCI avesse preso il potere. Quello che non immaginavo è che poi sarebbero serviti davvero. »
(Luigi Tagliamonte, capo dell’ufficio amministrazione del SIFAR, durante la testimonianza.)

Il Centro Addestramento Guastatori (conosciuto con l'acronimo di C.A.G., o anche come fucina di bastardi) era situato nella Sardegna nord-occidentale, a capo Marrargiu, pochi chilometri a sud di Alghero, in pieno territorio biddes biddaio. In quel luogo, ostile all'insediamento umano quanto il deserto del Mojave nella stagione dell'accoppiamento dei crotali, venivano preparati gli uomini di Gladio, sotto il comando del colonnello Camillo Guglielmi. Guardando la foto a lato, risulta abbastanza incomprensibile il come, uno con la faccia di Claudio Lippi, possa far pensare ad uno spietato addestratore di spie. Era invece proprio questa la forza di Gladio, avere agenti insospettabili, killer con la faccia da norcino, magari con calvizie incipiente e la panza da birra, ma erano comunque uomini duri e pronti ad entrare in azione in qualsiasi momento. Uno degli aspetti negativi di far parte di Gladio era proprio questo, l'attesa. Basti pensare che quelli del rapimento Moro erano stati addestrati tredici anni prima, al ché la considerazione sorge spontanea: "Dopo che ti sei martoriato le palle in un buco di merda per tredici anni, se ti dicono di indossare un fratino con la scritta BR, o mettere una bomba alla stazione di Bologna, ti domandi se è giusto o sbagliato?"

Le "sorelle" di Gladio

Il tesserino di riconoscimento dei "gladiatori" di tutta Europa.

Gladio non era figlio unico, la CIA aveva finanziato organizzazioni simili in molti paesi europei. Nel 1990, in un articolo sull'International Herald Tribune, scritto dal giornalista Joseph Fitchett, si legge di queste reti anticomuniste che ebbero diversi nomi, a seconda del Paese:

  • in Svizzera P26 (dal nome della pistola Hämmerli P26 in dotazione),
  • in Austria OWSGV (che tradotto dal tedesco è l'acronimo di "Chi cazzo ci paga lo stipendio?"),
  • in Belgio SDRA8 (dove SDRA è il rumore di una sprangata sulle gengive e 8 è un numero a caso),
  • in Danimarca Absalon (che è la contrazione di AB salon, base segreta della struttura ricavata nel negozio da parrucchiere di Anders Børresen, che ne è a capo),
  • in Germania TD BJD (che nemmeno loro sanno cosa vuol dire),
  • nei Paesi Bassi I&O (ispirato da Ivanhoe e Orlando per sfoggiare presunte qualità cavalleresche).

Inoltre c'erano in Norvegia ROC, in Grecia LOK e in Turchia Flick e Flock.
I nomi in codice degli eserciti segreti degli altri paesi rimangono ad oggi sconosciuti, i bene informati parlano di Touché in Francia, Olé in Spagna e Maddeché a Tor Marancia. Almeno chiamandola Gladio non avevamo fatto una delle nostre solite figure di merda.

Rivelazione dell'esistenza

Nonostante le accorate richieste, alcuni fatti restano avvolti dal mistero.

Il "bubbone" venne fuori durante un'inchiesta del Tg1 trasmessa in quattro puntate tra il 28 giugno e il 2 luglio del 1990. Due testimoni, che si qualificarono come ex agenti della Cia, fecero rivelazioni sconcertanti sui rapporti degli USA con la destra italiana, con la P2 e coi nuclei clericali rivoluzionari. Oswald Le Winter, ex generale di brigata dell'esercito americano, parlò di notevoli somme di denaro destinate alla P2 per destabilizzare l'Italia, mentre Richard Brenneke accennò a Gladio. Il fatto che queste rivelazioni, destinate a minare i capisaldi della democrazia, fossero incastonate nel palinsesto Rai mentre si giocavano i quarti di finale dei mondiali di calcio italiani è sicuramente un caso[dicono]. Purtroppo la trasmissione fu vista, come al solito ci sono i soliti quattro guastafeste che, per apparire intelligenti, rifiutano di vedere il calcio. Uno di loro era un giudice di Venezia, Felice Casson, che investigava sui depistaggi operati da carabinieri e servizi segreti, e stava iniziando ad ipotizzare due cose:

  1. l'esistenza di una struttura occulta come quella accennata da Brenneke,
  2. di fare un'assicurazione sulla vita se fosse stata vera la 1.

Le numerose polemiche che ne seguirono causarono giustamente[citazione necessaria] le dimissioni del capro espiatorio di turno, ossia il direttore del Tg1 Nuccio Fava, che si era azzardato a parlare di qualcosa di diverso dai gol di Salvatore Schillaci. Tutti gli altri "cascarono dal pero" e, subito dopo, iniziarono le prime "picconate" di Francesco Cossiga[4], che fino a cinque minuti prima si dava un gran da fare con i mattoni. Ovviamente Cossiga sapeva tutto di Gladio (almeno del periodo di cui ne era stato supervisore) ma, per problemi di etichetta costituzionale[boh!], la patata bollente toccò a Giulio Andreotti, che finì per doverne rispondere davanti alla Commissione parlamentare stragi.

Sul rapimento di Aldo Moro permangono molti dubbi.
Andreotti : Ritengo improbabile che il Congresso degli Stati Uniti d'America abbia potuto autorizzare un'operazione di destabilizzazione condotta contro un paese amico ed alleato come l'Italia.
Commissione : E da quando la CIA chiede il permesso per farlo?
Andreotti : Beh, in effetti... Comunque, a quanto mi risulta, Gladio è solo un club dove si fanno giochi di ruolo a tema spionaggio.
Commissione : Ah, ecco! Tutto a posto allora, grazie onorevole.

Andreotti si impegnò comunque a consegnare un fascicolo con maggiori dettagli su Gladio. La commissione lo ricevette il 18 ottobre, era composto di dodici pagine. Il giorno dopo tuttavia sparì, per ricomparire quattro giorni più tardi leggermente cambiato[citazione necessaria]. Su una pagina c'erano alcune ricette di Suor Germana, due furono sostituite con altrettante pagine dell'elenco telefonico, al posto di altre tre si trovarono quelle di Cappuccetto Rotto, un albo molto in voga in quegli anni. In quelle restanti c'erano alcune correzioni fatte col bianchetto.

Documento originale Documento modificato
Gladio era posta sotto il diretto controllo dei vertici SIFAR Gladio era posta sotto il diretto Firenze-Livorno delle 17:45
Gladio si è adoperata per infiltrare agenti provocatori nelle manifestazioni, per giustificare così la reazione della polizia Gladio si è fatta carico di portare parole di pace durante le manifestazioni, per aprire un dialogo costruttivo con la polizia
agenti di Gladio erano presenti durante il rapimento di Aldo Moro, hanno sviato le indagini e probabilmente aiutato le BR nella fuga agenti di Gladio erano presenti durante il rapimento di Aldo Moro, casualmente comperavano mazzancolle dal pescivendolo di via Fani
« È inoltre da rilevare l'abnorme mole di documenti distrutti col fuoco nei giorni intercorrenti tra il 29 luglio e l'8 agosto 1990, e cioè in concomitanza con l'accesso del giudice Casson al Servizio per la consultazione di documenti. »
(Giuseppe De Lutiis, perizie per conto del Tribunale di Bologna n° 219/A/86. Rggi e n° 1329/A/84 Rggi.)

Eeeeeh, lo fanno, lo fanno!

Che fine ha fatto Gladio?

Perché sciogliere una cosa che funziona così bene? (Basta qualche ritocchino).

Il governo ne ordinò lo scioglimento il 27 luglio 1990, ringraziando con una lettera[5] tutti i "gladiatori" per il loro operato. Ovviamente il sindacato CISL (Confederazione Italiana Spie Licenziate) ebbe da ridire. Erano tempi in cui contavano ancora qualcosa e stavano dalla parte dei lavoratori, quindi mandarono un pacco bomba alla sede del SIFAR, che tornò indietro perché il destinatario era stato sostituito col SISDE, o forse col SISMI, ma c'era confusione sulle competenze e sugli indirizzi. Per non perdere ulteriore tempo telefonarono a tutti i servizi segreti e, per sicurezza, anche a quelli evidenti.

« Dica al suo capo che se non saremo subito reintegrati renderemo pubblica la verità sulla morte di Enrico Mattei, sulla strage della questura di Milano, sul commissario Calabresi, su Gianni Nardi e sul caso Moro. Questo sarà solo l'inizio! Mi faccia chiamare alla Safe House "Magliana", lui capirà. »
(Gladiatore esodato)

In meno di venti minuti furono richiamati da tutti i servizi segreti, da metà parlamento, dal Papa, dai vertici dei corpi militari, dall'Anonima sequestri e dal proprietario del Bar Mafalda di Alghero, che stava ancora aspettando i soldi di un rinfresco mai saldato.

Note

  1. ^ che aveva proprio delega alla sovrintendenza di Gladio, ossia la comandava lui
  2. ^ non è un parente, è proprio quello del SIFAR
  3. ^ e fu condannato in seguito per questo depistaggio
  4. ^ all'epoca Presidente della Repubblica Italiana
  5. ^ è successo davvero

Voci correlate