Tiziano Sclavi

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Tiziano Sclavi in una recente apparizione al Lucca Comics & Games.
« Ehi, non consideratemi solo come l'autore di Dylan Dog! Io sono anche un romanziere! Ho scritto "L'etichetta delle camicie"! »
(Tiziano Sclavi su fallimenti editoriali)
« Attualmente Dylan Dog è il miglior fumetto disponibile in Italia, e Tiziano Sclavi è il miglior sceneggiatore presente sul mercato, il che mi disturba in quanto vorrei che il miglior fumetto fosse Martin Mystère e il miglior sceneggiatore fossi io. »
(Alfredo Castelli su come mentire per pietà)
« Certo che sono felice del successo inaspettato di Dylan Dog, ma sono anche tanto preoccupato proprio per questo successo. Sento molto la responsabilità. »
(Tiziano Sclavi mentre cerca scuse banali per spiegare il suo problema di alcolismo)
« Tiziano Sclavi? E chi è? Ah sì, quello che ha scritto Dailan Dog!  »
(Finto appassionato di fumetti su Tiziano Sclavi)

Tiziano Sclavi è il logorroico creatore del fumetto Dylan Dog, opera alla quale deve la fama, il conto in banca a sei zeri e, conseguenza nient'affatto trascurabile, la sua colossale panza da uomo d'ufficio allergico al moto.

La dura gavetta

Tiziano Sclavi sacrificherebbe la propria madre a Xabaras pur di riuscire a inventare una battuta divertente.

Nato nel bel mezzo dell'Oltrepò Pavese nel 1953, Tiziano Ferro Sclavi passa l'intera infanzia e l'adolescenza nella nebbia, cosicché i familiari scoprono la sua esistenza solo quando il baldo giovane compie diciott'anni: data la sua maggior età appena raggiunta, la famiglia non si perde in convenevoli e lo manda a lavorare.
Il vulcanico Tiziano, che da quella volta che ha battuto la testa da piccolo ha sempre avuto velleità letterarie, riesce a farsi assumere da Il Messaggero dei Piccoli, nota rivista a sfondo pedopornografico; qui si adatta a svolgere i più umili e malretribuiti lavoretti: temperamatite, fattorino, correttore di bozze, trastullo sessuale del caporedattore, paroliere.
Nel 1973 impara anche a leggere e a scrivere, e da quel momento la sua carriera nell'editoria subisce una brusca e inspiegabile accelerata.
Negli anni seguenti infatti Sclavi collabora con tenacia e dedizione alla sistematica distruzione (con annesso sputtanamento) delle principali testate fumettistiche italiane: Zagor, Mister No, Ken Parker sono solo alcuni dei titoli a cui il mastodontico autore pavese infligge il colpo di grazia.
Non contento, Sclavi passa poi al Corriere dei Ragazzi (dove crea la rubrica Sottosopra [1] e il fumetto Altai & Johnson [2]) e a Il Giornalino, presso i quali si forma professionalmente e si guadagna la fama di sceneggiatore abile ma sottovalutato. Ma si sa, il tempo è galantuomo e rende giustizia a giudizi a volte frettolosi: solo anni dopo il pubblico capisce che invece Sclavi è scarso e sopravvalutato.
Nel 1984 si presenta l'occasione del girovita: a Sclavi viene affidata la direzione della rivista Pilot, esempio lampante di come sia possibile coniugare brillantemente informazione giornalistica, fumetti d'autore e pornazzi.
La rivista fallisce dopo 15 numeri.

Il meritato insuccesso: Dylan Dog

   La stessa cosa ma di più: Dylan Dog.
Tiziano Sclavi all'Horror Festival del 1986.

Dopo questo filotto di fallimenti da far impallidire persino il Governo Prodi, Tiziano Sclavi nell'anno di grazia 1985 passa all'elaborazione di un nuovo progetto destinato a cambiare le sorti del fumetto nazionale: nasce infatti Dylan Dog, un investigatore inglese sempre in bolletta che si occupa solo di panzane, casi dell'occulto e truffe ai danni di ignare vecchiette: la trama è così assurda e demenziale che non può che piacere all'erudito pubblico italiota.
Per far comprendere al suo manipolo di schiavi pagati al minimo salariale (detti "disegnatori" in gergo tecnico) le fattezze di Dylan, gran trombeur de femme, Sclavi dice loro di ispirarsi al "Rocco Siffredi de noartri", l'attore Rupert Everett: considerando che pochi giorni dopo Everett farà outing ammettendo al sua omosessualità, quella di Sclavi è stata proprio una bella scelta.
Nel frattempo Dylan Dog continua a rivelarsi un'inesauribile miniera d'oro, grazie a storie come L'alba dei morti viventi, Morgana, Jekill!, Il malefico toupé dell'ispettore Bloch e Dylan e Groucho in camporella.
Il fumetto, edito dalla Bonelli, vende parecchio, forse a causa dell'eccellente regia e delle ricercate atmosfere grottesche, oppure più semplicemente perché è di fatto l'unico fumetto disponibile sul mercato oltre a Pimpa. Per uno sberleffo del destino, queste case editrici sono le stesse in cui aveva lavorato Sclavi qualche anno prima...
Il successo è tale che Tiziano Sclavi può permettersi il lusso, a partire dal numero 100, di smettere di scrivere nuove storie e di ripubblicare i vecchi albi spacciandoli per novità assolute. Nessuno dei lettori ovviamente si accorge dell'inganno, e ciò permette al Nostro di dedicarsi sempre meno alla realizzazione del fumetto e di impegnarsi con maggiore assiduità alle sue vere passioni: alcol, droga e depressione.
Negli anni '90 Sclavi si risolleva dal suo stato di larva miliardaria e torna a produrre storie e soggetti in quantità industriale.
E il bello è che nessuno gli aveva chiesto niente.
Attualmente ricopre l'incarico di supervisore capo della testata di Dylan Dog, usurpatore dei meriti del lavoro altrui, fancazzista patentato e lautamente mantenuto grazie alla scusa del blocco creativo che dura dal 1960.
Nei confronti di Dylan Dog, opera che lo ha consacrato fra i maestri del fumetto porno soft mondiale, Sclavi soffre di un complesso d'inferiorità schiacciante, tanto da aver accumulato undici ulcere e una gravidanza da stress. Sclavi ha eletto l'Investigatore dell'Incubo a sua personale nemesi, in quanto il personaggio cartaceo rappresenta tutto quello che l'autore non sarà mai: bello, magro, amato dalle donne, famoso e normodotato.

Slavi probabilmente morirà il 49 settembre 2018, a causa di un arresto cardiocircolatorio dovuto a un eccessivo consumo di eternit, di cui è dipendente fin dagli anni del manicomio. La sua salma, dopo una breve cerimonia celebrata da Don Camillo, verrà gettata nel delta del Po in pasto agli squali della baia di San Clemente.

L'attività di scrittore (?)

In preda all'invidia Tiziano Sclavi ha più volte tentato di eliminare la sua creatura più riuscita.

Fin dai suoi esordi letterari, Tiziano Sclavi è sempre riuscito a catalizzare l'attenzione di pubblico e critica sui romanzi altrui, tanto che anche parlare di "indifferenza" significherebbe accentuare il successo riscontrato dai suoi lavori.
Pertanto è inutile star qui a parlarne, anche perché, come si può facilmente intuire, l'autore di questo articolo non ha letto nessuno dei romanzi di Tiziano Sclavi.
In via del tutto eccezionale siamo comunque riusciti a stilare una lista dettagliata delle sue opere, probabilmente stilata da Sclavi stesso o dalla di lui zia:

  • 1974 - Film - Il primo di una lunga serie di flop: il pubblico non pare gradire la geniale idea di Sclavi, che consiste nel ricopiare la rubrica dei programmi del giorno da un numero di Tv Sorrisi e Canzoni.
  • 1988 - Tre - Tra lo stupore generale, Sclavi dimostra di sapere che numero c'è dopo il due.
  • 1991 - Nero. - Sclavi ammette finalmente le sue ideologie razziste.
  • 1991 - DellaMorte DellAmore - Praticamente la copia sputata di Dylan Dog, solo con nome e colore della camicia diversi.
  • 1992 - Sogni di sangue - Romanzo nato dopo la partecipazione come giurato alla Sagra del Maiale Macellato di Broni.
  • 1994 - Mostri - In questo scritto autobiografico Sclavi parla delle sue peggiori paure: la dieta, il trovarsi senza alcol in frigo, il finire nel dimenticatoio (questo però è impossibile: Sclavi non è mai stato una celebrità!).
  • 1996 - Le etichette delle camicie - Sclavi ha già in cantiere i due sequel: Le stringhe delle scarpe e Il golfino di cachemire.
  • 1998 - Non è successo niente - notevolissimo romanzo giallo, che ammalia il lettore con un titolo accattivante.

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • Tiziano Sclavi non ama le interviste perché non capisce le domande.
  • In gioventù Sclavi si vergognava di usare il suo vero nome e utilizzava lo pseudonimo Francesco Argento, in onore a Francesco Guccini e Dario Argento: non stupisce quindi che il primo abbia cominciato a bere e che il secondo di notte abbia gli incubi.
  • L'apporto dato da Sclavi alla realizzazione degli albi più recenti di Dylan Dog consiste esclusivamente nell'ideazione delle tremende freddure di Groucho: lo sceneggiatore pavese tuttavia è sempre disposto ad accettare consigli e critiche costruttive, tant'è vero che tutti i collaboratori che hanno provato a fargli capire che tali battute fanno schifo al cazzo sono stati licenziati su due piedi con la scusa dell'incompatibilità di carattere.

Note

  1. ^ una piccola enciclopedia del sapere universale
  2. ^ con protagonisti due cowboy antesignani di Brokeback Mountain