Leonardo Ortolani

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Leo Ortolani ride nonostante non abbia nessun motivo al mondo per farlo.
« Il mio stile di disegno è una velata critica alla società, capite? Questa società ci omologa, ci rende tutti uguali. Quello che cerco quando disegno è la vera essenza dell'uomo. Per me il fumetto è questo. Il fumetto è verità. »
(Leo Ortolani mentre cerca una scusa plausibile per spiegare come mai tutti i suoi personaggi hanno un muso da scimmia e solo tre dita per mano)
« Leo Ortolani è il più grande autore Marvel vivente. »
(Andrea Plazzi sul fatto che tutti i veri fumettisti sono morti)

Leonardo "Lea Di Leo" Ortolani è un noto geologo italiano che nel (purtroppo tanto) tempo libero coltiva l'hobby del fumetto.

Biografia

I duri inizi

Leo Ortolani ai tempi in cui, per campare, era costretto a condurre Art Attack.

Leo ha cominciato a disegnare all'età di due anni sui muri di casa. Per questo prese un sacco di legnate dai propri genitori e ancora oggi possiamo apprezzarne le conseguenze. Non toccò più matita fino all'età di 6 anni, giorno in cui si dedicò a imparare a leggere e a scrivere senza risultati.

« Il ragazzo si applica, ma è stupido... ci spiace! »
(La maestra ai suoi genitori)

Quando finalmente riuscì nell'impresa era ormai in quarta liceo. Fu lì che creò il suo primo fumetto: una caricatura del suo professore di latino.
L'apprezzamento dello stile da parte di tutti i suoi compagni motivò il ragazzo nel continuare a coltivare il suo talento. All'età di 24 anni, dopo aver rinunciato agli affetti e alla doccia, imparò a disegnare fumetti.
Poi, realizzato che coi fumetti non ci campi nemmeno se sei Jack Kirby, si iscrisse a geologia.

Il successo

Ratman è un "classico del fumetto"..... o almeno così afferma lui.

E fu proprio sui banchi di geologia, mentre la noia regnava incontrastata, che nacque la prima versione di Rat-Man, che allora era abietto, meschino, codardo e doppiogiochista.
Col tempo il personaggio è decisamente migliorato e oggi non è più abietto.
Nel frattempo anche la vita sentimentale di Ortolani progrediva: nel 1988, a mensa, una ragazza si sedette addirittura al tavolo con lui.
Per fare colpo, Ortolani le disse:

« Hai un pezzo di lattuga tra i denti. »

Dopo aver inventato quel concentrato di irresistibile antipatia e frustrazione sessuale che corrisponde al nome di Rat-Man, Leo Ortolani decise nel 1997 di proporre il suo lavoro alle maggiori case editrici italiane.
Queste ovviamente rifiutarono utilizzando l'astuto stratagemma tipico del settore editoriale: si finsero morte e aspettarono finché Ortolani se ne andò dall'ufficio.
Il volenteroso fumettista parmense (ma se chiedete a un qualsiasi parmense vi dirà che Ortolani è di Pisa) tuttavia non si arrese e si diresse verso l'unica casa editrice dove un fumetto dalla trama banale e dai personaggi stereotipati (esatto, parlo proprio di Rat-Man!) poteva sfondare: la Panini Comics.
La suddetta casa editrice, che prende il nome dal cibo preferito del supervisore Andrea Plazzi, ovviamente abboccò e decise di stampare subito Rat-Man.
Ma non si limitò a questo: addirittura mise sotto contratto Ortolani e, secondo voci di corridoio, lo starebbe tuttora stipendiando. Mah!

No, davvero: il successo?

Leo ‎Ortolani mentre nasconde i fumetti della concorrenza e cerca di convincere una cliente a comprare un numero di Rat-man.

Per quanto sembri incredibile, il mondo impazzisce per Rat-Man, un patetico sgorbio che si crede un supereroe e va in giro con delle orecchie da topo in testa. Cosa? Sì, esattamente come tua nonna con l'Alzheimer.
Il fumetto, pur essendo un plagio tanto squallido quanto evidente di Batman e Topolino, vende fin dagli esordi numerosissime copie e i lauti guadagni hanno permesso a Ortolani non solo di finire di pagare il mutuo della casa, ma addirittura di comprarsi il primo volume dell'Enciclopedia De Agostini.
Il grande fumettista ha potuto così realizzare il suo sogno: scoprire cosa significa "amniocentesi".

L'incontestabile successo di Rat-Man e delle successive opere di Ortolani ha l'indiscusso merito di aver rivitalizzato un settore da tempo in crisi (parlo del fumetto italiano, e non della produzione casearia del Salento come sarebbe lecito supporre) e di aver riacceso la speranza in milioni di aspiranti fumettisti.
Infatti ogni lettore di Rat-Man ha pronunciato almeno una volta in vita sua la fatidica frase:

« Se ce l'ha fatta Ortolani che disegna da schifo, perché non dovrei farcela io? »

Il declino

A dire il vero Leo Ortolani non ha ancora conosciuto il fallimento e la fine ingloriosa, ma a giudicare dalla trama dei suoi fumetti e dal suo stile di disegno approssimativo non dovrebbe mancare molto.
Circa un'ora o due.
Numerosi esperti del settore si sono anzi meravigliati del fatto che Rat-Man continui a godere ancor oggi di un vasto consenso popolare, ma poi si sono battuti una mano sulla fronte e hanno esclamato: "Che sciocchi! Siamo in Italia!".

Lo stile e le opere

Rat-Man dopo aver scoperto di essere frutto dell'unione carnale fra Topolino e Batman.
- Leo Ortolani a scuola di fumetto: “Quando ero piccolo non sapevo disegnare i volti umani, e quindi disegnavo le scimmie che erano gli animali più simili all'uomo. Ora che ho quarant'anni li disegno ancora. Sapete che vuol dire?”
- Voce narrante: “Che un disegnatore è libero di fare tutto ciò che vuole!”
- Bambini: “Che a distanza di trent'anni non ha neancora imparato a disegnare le facce umane?”
- Voce narrante: “Il disegnatore si svegliò di colpo, angosciato da quella tremenda verità.”

L'opera fumettistica di Leo Ortolani è facilmente riconoscibile per la bruttezza particolarità del tratto, ed è caratterizzata da elementi personali come il muso da scimmia e le mani e i piedi dotati di tre dita, particolari che ci rivelano che i genitori di Ortolani non lo hanno mai portato a visitare uno zoo.
Verrebbe quasi da dire che il suo stile ricorda molto quello degli autori Marvel, ma non lo diremo perché gli autori Marvel hanno minacciato una querela.
Dal punto di vista della narrazione i fumetti di Ortolani presentano una quasi totale mancanza di azione. Questa scelta stilistica si spiega in un solo modo: Ortolani è pigro.

Una splendida tavola di Leo Ortolani. Il numero indica le case editrici che hanno rifiutato di pubblicare i suoi fumetti.

Rat-Man

   La stessa cosa ma di più: Rat-Man.

Anonimo difensore della Città senza Nome (probabilmente Macerata), Rat-Man racchiude in sè tutte le qualità del classico supereroe senza macchia e senza paura. Solo che se le è giocate a poker assieme all'intelligenza. Di contro la sua autostima è così illimitata che non è raro sentirgli dire: "Sono sceso in campo!", "Cribbio!" e "Sono invincibile!"
Ah no, devo essermi confuso con un altro nano megalomane.

L'ultima Burba

Un resoconto fedele alla realtà dell'anno di servizio militare che Leo Ortolani non ha mai svolto, essendo l'autore un volgare imboscato. Ma si sa, il mondo è pieno di gente che millanta esperienze che non ha mai vissuto solo per apparire più ganzo agli occhi della gente.
Ah, che pena mi fanno questi poveri individui! Altro che il sottoscritto, che una volta ha ucciso uno squalo a mani nude!

Venerdì 12

È la storia di un uomo bruttissimo, perdutamente innamorato di una donna che non lo caga manco per striscio e assistito da un maggiordomo che passa il tempo a insultarlo e a chiedere aumenti di stipendio.
In altre parole, l'autobiografia di Leo Ortolani.

Fumettisti che Ortolani ha copiato senza vergogna