Dario Argento

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Il titolo di questa pagina non è il titolo di questa pagina perché così ci tirava il culo. Il titolo corretto è Dario Argento Vivo Morto.
Il tenero Dario Argento all'età di 5 anni.
« Mammamia, per oggi è meglio che mi fermi. »
(Dio dopo aver creato Dario Argento)
« Nessuno è perfetto... ma a tutto c'è un limite! »
(Pier Paolo Pasolini su Dario Argento)
« Siamo sicuri che Asia Argento sia veramente sua figlia? »
(Qualcuno su genetica)


Dario Argento (pseudonimo di Dario Bronzo, cugino di Tiziano Ferro) è un noto regista e produttore italiano di film de paura, noto soprattutto per la sua accecante bellezza. Infatti dopo averlo visto, viene voglia di accecarsi cavandosi gli occhi dalle orbite.

Gli inizi

Dario e la sua famiglia. Lui ovviamente è il coltello...

Dario Argento nasce male (molto male) in un cimitero della Ciociaria. I suoi genitori si sono incontrati nel più classico dei modi, sul luogo di lavoro: infatti suo padre era un becchino e sua madre era una morta.
La vita per Dario non fu facile. All'età di 8 anni dovette ritirarsi da scuola, dopo che un altro bambino morì dopo averlo visto nudo nello spogliatoio durante educazione fisica. Così fu iniziato al lavoro di becchino dal padre, ma fece fallire la ditta funebre perché i morti, dopo averlo visto scappavano via. Un giorno, conobbe però la donna dei suoi sogni, un altro mostro, Moira Orfei, che si trovava lì in tour con il suo circo. Ma dopo che ebbero una figlia, Asia Argento, lei lo piantò lasciandogli fra le mani la piccola. Così, per mantenere la famiglia (se così la vogliamo chiamare) fu costretto a cercarsi un incredibilione di lavori, tra cui:

  • spaventapasseri, ma fu licenziato perché spaventava anche i camionisti, che finivano nei fossi con tutto il camion;
  • testimonial per la campagna sugli effetti delle radiazioni;
  • il gabibbo, ma solamente per un breve periodo, fino a che non gli si strappò il vestito in diretta e milioni di telespettatori furono colti da crisi epilettiche;
  • sacco di segatura per pulire il vomito;
  • asciugamano per asciugare il culo di Platinette;
  • controfigura nei film di Frankenstein, e fu grazie a questo lavoro che cominciò a interessarsi ai film horror e a iniziare la sua vera carriera.

La carriera

Dopo aver lavorato come controfigura nei film di Frankeinstein, affascinato dal genere horror cominciò la sua carriera di regista. Chiese un prestito alla banca Mediolanum, e non gli fu negato perché il banchiere ebbe pietà di lui.
Così cominciò a girare i suoi film. Tra i più famosi ricordiamo:

Dariuccio ti sta sorridendo... vuol dire che gli piaci!
  • Profondo rosso (Profondo verde per i daltonici)
  • Il gatto a nove code
  • Il cane a nove cazzi
  • Le cinque giornate di Milano
  • Le cinque giornate sul cesso
  • NonHoSonno
  • NonHoSoldi
  • NonHoUnCazzo
Dario Argento vestito per Halloween.
  • Il cartaio
  • Il cartolaio (molto simile al cartaio, con la differenza che l'assassino vendeva le sue vittime in allegato con Il Corriere della sera)
  • La terza madre (un film sull'incesto)
  • 100 colpi di accetta prima di andare a dormire
  • Se scappi t'impalo
  • Quattro cazzi di ebano nero con Freaks of Cock
  • Chiedimi se sono morto
  • 3 uomini e un cadavere
  • Muccino horror
  • 7 morti per sette necrofili
  • La morte è bella
  • Balla coi morti
  • Ritorno al cimitero
  • Mamma ho perso la testa
  • Qualcuno volò sopra il tuo culo

Svolgimento di un tipico film di Dario Argento

Forse non tutti se ne sono accorti, ma Dario Argento fa sempre lo stesso film, utilizzando le stesse inquadrature per ogni scena, la stessa canzone dei Goblin e la stessa sceneggiatura. Prima almeno cambiava alcuni attori, ma da quando c'è sua figlia Asia non fa più nemmeno quello.

Recentemente, un gruppo di emeriti cinofili ha stilato uno schema empirico che riassume i sette passaggi fondamentali di ogni film del Maestro.

Prima parte: qualcuno muore prima dei titoli di testa

Una tipica vittima dei film di Dario Argento.

Nelle prime tre-quattro scene viene presentato un personaggio, di solito una prostituta formosa o una Casalinga di Voghera, che si trova isolata in una casa nella brughiera torinese o in una fattoria di Vergate sul Membro. La donna ha appena finito di fare sesso con un erotomane che ora è svenuto sul letto, e si sta facendo la doccia. Ha le tette di fuori, e mentre si accarezza i seni, sente un rumore sinistro provenire dal giardino. Senza rivestirsi la donna - che per inciso non è proprio Rita Levi Brunelli di Montalcini - esce nella fredda notte a controllare, incurante del rischio maniaco e soprattutto del rischio bronchite. Di solito a provocare il rumore sinistro è stato l'animale domestico, un varano di komodo affetto da mancinismo. La donna quindi si tranquillizza.

Ma non è finita qui, perché rientrata in casa, sempre in topless, la procace casalinga sente di nuovo il rumore sinistro di prima. Sorridendo, dice "E alùra Fuffi, hai finito o no di scassà ì bàl?" e va a controllare di nuovo.

A questo punto urge una precisazione: per quanto forte una vittima possa urlare, in un film di Dario Argento nessuno riuscirà mai a sentirla, anche se l'assassino la squarta nel cesso di un aerobus dell'Alitalia.
Tornata in giardino, la donna scopre che Fuffi è stato trinciato come un pollo Amadori.
Atterrita, la donna inizia a gridare.
Nota l'assassino in un angolo che la saluta. Spesso è lo stesso Dario Argento a interpretare queste parti, un po' per risparmiare soldi, un po' perché non trova mai uno più brutto di lui.
La donna grida ma non scappa. Scappare è faticoso.
Primo piano sulle tette.
La donna corre in casa e tenta di difendersi afferrando una molletta.
L'assassino entra in casa e la fa a pezzi, ma non prima di essersi pulito le scarpe sullo zerbino. Siamo in casa d'altri, che cazzo.
Primo piano sulle tette morte della donna.
Primo piano sul sangue che sgorga.
Dissolvenza in nero.

Seconda parte: le indagini del rompipalle di turno

In questa seconda parte, Dario Argento introduce il protagonista del film. Questo personaggio è il Rompipalle, oppure la Rompipalle, a seconda del sesso (noi comunque lo chiameremo sempre IL perché siamo orgogliosamente maschilisti). Il Rompipalle è sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato e gode come un mandingo neozelandese nel farsi i cazzi degli altri, interferendo con le indagini della polizia, spesso corrompendole. Il Rompipalle o è un parente della prima vittima o è uno che passava di lì per caso e ha visto tutto.
A questo punto chiama la polizia (è ancora notte).

La polizia arriva sulla scena del crimine (è mattino e tutti i poliziotti hanno un bicchierino di caffè in mano e mangiucchiano un maritozzo con la panna).
La polizia deve vendicarsi sul testimone per esser stata chiamata così di buon mattino. Quindi per prima cosa pesta il Rompipalle credendolo un vagabondo (Dario Argento è notoriamente comunista e lo sono anche tutti i suoi protagnonisti, quindi, per l'uguaglianza comunista = zozzone che non si lava, il Rompipalle viene scambiato per un barbone).

Finito il pestaggio sommario la polizia lo interroga. Il Rompipalle riferisce alla polizia di aver visto qualcosa durante il primo omicidio, ma non ricorda che cosa. Nessuno gli crede e tutti lo deridono puntualmente per le sue conclusioni affrettate:

« Piano a parlare di omicidio, giovanotto. Questi 72 colpi di mannaia potrebbero non c'entrare nulla con la morte della ragazza! »
(L'ispettore di polizia)

L'unica persona a credere che il Rompipalle non sia un comunistello (e quindi drogato) alla ricerca di un po' di notorietà è una donna che ha la particolarità di:

  • Essere un fisico nucleare
  • Avere un fisico nucleare
  • Essere ninfomane
  • Essere goffa
  • Essere lo zimbello della Polizia di Stato perché goffa e soprattutto donna

I Ris interviengono sulla scena del crimine. E scambiano una macchia di vernice (bianca) per una traccia di sangue. Il Rompipalle capisce che forse è meglio fare da soli.

Dissolvenza in nero.

Terza parte: qualcuno scopre qualcosa e poi muore

Nella terza parte del film le cose cominciano a farsi un po' più splatter. Un tizio viene interrogato dal Rompipalle a proposito della vicenda, perché si ritiene che possa avere informazioni preziose.
Il tizio prima caccia il protagonista pedate per non avere noie, poi si pente e lascia un messaggio sulla segreteria telefonica del Rompipalle. Ovviamente non gli dirà qual è il suo segreto, che può condurre all'identità dell'assassino, ma qualcosa del tipo: "So tutto. So chi ha ucciso la ragazza, so anche chi ha provocato la strage di Ustica e chi c'era dietro l'assassinio Kennedy. Vediamoci al bordello della Sora Lella lunedì alle due e quarantacinque".

Non l'avesse mai detto. Le tende del salotto si muovono.
Il tizio non si accorge di nulla.
Qualcuno lo fissa da fuori la finestra.
Il tizio non si accorge di nulla.
Qualcuno nell'entrare dalla finestra urta un mobile e fa cadere dodici piatti di ceramica decorata a mano, ma il tizio continua a non accorgersi di nulla.
Qualcuno, stavolta al cinema, inizia a gridare dalla sala: "e girati, coglione!", ma ormai è troppo tardi. L'assassino raggiunge il pover'uomo e lo uccide barbaramente con strumenti quali:

  • Un machete
  • Un rotolo di filo spinato
  • Un asciugacapelli
  • Un infradito
  • La discografia dei Finley
  • Un paio di forbici dalla punta arrotondata

L'assassino riversa le budella del malcapitato a terra, in un tripudio di sangue e organi interni. Poi, prima di andare via pulisce i cocci dei piatti che ha fatto cadere e li butta nella pattumiera. Agli assassini il disordine fa girare le palle.
La vittima prima di morire tenterà furbescamente di rivelare il nome dell'assassino scrivendolo con il suo sangue. Ma non scriverà semplicemente il nome, bensì l'intera locuzione: "L'assassino è..." morendo immancabilmente prima di finire la frase.
Dissolvenza in rosso.

Quarta parte: ripetizione del punto precedente

Il numero delle vittime varia a seconda del numero di attori nel cast.

Quinta parte: l'assassino tenta di uccidere il Rompipalle

In questa parte del film avviene più o meno ciò che succede per le altre vittime, se non che la Gnocca, armata solo dei suoi tacchi a spillo, salverà il culo al Rompipalle.

Prima di scappare nella notte (nei film di Dario Argento gli omicidi avvengono SEMPRE di notte), l'assassino riuscirà a ferire il Rompipalle. Ma tanto la ferità sarà totalmente guarita una o due scene dopo.

La Gnocca dice qualcosa del tipo: "Oh, Calogero, temevo di averti perduto per sempre". Poi lo bacia.
Dissolvenza in fucsia.

Sesta parte: finalmente sesso!

Il Rompipalle e la Gnocca fanno sesso. Senza un particolare motivo, solo perché non si vedeva un paio di tette dall'inizio del film e l'attenzione stava cominciando a scemare.

Se il protagonista è una donna la scena di sesso sarà lesbo.
Se il protagonista è Asia Argento la scena di sesso sarà con un cane o un cavallo.
Dissolvenza in beige.

Settima parte: non c'è più nessuno da uccidere

Avendo sterminato tutto il cast, Dario Argento è costretto a girare la scena in cui il Rompipalle scopre l'identità dell'assassino. Di solito ciò avviene in una casa isolata a Scampia o in una grotta naturale nei sotterranei di una palazzina del Settecento.

Il Rompipalle si chiude in una stanza con l'assassino (senza sapere ancora che l'omicida è lui) e la Gnocca, allo scopo di proteggersi dall'assassino che li sta seguendo.
Il Rompipalle ha un flashback della sera del primo omidicio e finalmente ricorda quella cosa che proprio non riusciva a farsi tornare in mente dall'inizio del film: dove aveva messo la sua racchetta da tennis.
Il Rompipalle adesso crede di aver capito tutto ed esclama: "allora sei tu il serial killer...!". E indica la Gnocca.
Il pubblico mormora: "ma che coglione!", e comincia a lasciare la sala.

La Gnocca tenta di difendersi, ma il vero assassino la colpisce in testa con un ramo di palissandro (oggetto di cui abbondano le scene finali dei film di Dario Argento) e la mette K.O..

Qusta non è una vittima dell'assassino. È uno spettatore arrivato quasi alla fine del film.

Il Rompipalle è contento che si sia risolto tutto nel migliore dei modi, soprattutto perché la cosa con la Gnocca si stava facendo seria e lui non sapeva come lasciarla, il fatto che sia un'assassina gli risolve molti problemi.
A questo punto il vero assassino fa una risata diabolica.

Il Rompipalle (ma anche Rincoglionito) esclama: "allora sei tu il serial killer...!".
Il pubblico in sala esclama: "OOOOOOOOHH...!!"
Il vero assassino è quasi commosso dall'intuizione precedente, e lo è anche ciò che rimane del pubblico. Ma nonostante tutto tenterà lo stesso di uccidere il Rompipalle.
Il Rompipalle temporeggia chiedendo: "ma perché l'hai fatto?"

L'assassino dice: "ma davvero non l'hai capito?" (domanda totalmente superflua, visto che il QI del protagonista fa invidia a Paris Hilton), poi parte un flashback della sua infanzia difficile.

L'assassino tenta di uccidere il Rompipalle, quasi ce la fa, ma poi la Gnocca riprende i sensi e gli spara/lo colpisce con un'ascia/lo butta giù dalla finestra/gli pratica del fisting con una mazza chiodata.

In ritardo, arrivano i rinforzi.
In ritardo, arrivano i titoli di coda.

Dissolvenza in giallo canarino.

Hobbies

Negli anni '90 per investire i soldi guadagnati grazie al fatto che aveva fumato "una canna al giorno per vent'anni" (anziché venti strisce al giorno per un anno), decise di aprire (col circo Barnum al completo come personale di sala e di cucina), un risto-pub a tema horror chiamato Sanguinaccio. Esso purtroppo ebbe vita breve per il vizio inveterato del cuoco, ex-lanciatore di coltelli, cui nel tempo si era abbassata molto la vista, di riporre le mannaie con troppa veemenza e acrobazie maldestre tali da dimezzare il personale in breve tempo. Inoltre, i clienti erano molto in difficoltà nel consumare i pasti in quanto al posto delle posate classiche (cucchiaio, coltello e forchetta), i tavoli erano apparecchiati solo con coltelli.

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • Una volta Dario Argento ha vinto il primo premio a una festa in maschera come travestimento più impressionante. Peccato che non si fosse mascherato.
  • Se è vero che se rompi uno specchio hai 7 anni di sfiga, Dario Argento ne avrà per millenni. Infatti solamente specchiandosi ha rotto fino a oggi più 8000 specchi.
  • I gatti neri non passano dove cammina Dario Argento.
  • Dario Argento può compiere il miracolo di curare un cieco solo con l'imposizione delle mani. Purtroppo appena il cieco apre gli occhi e lo vede, ritorna subito cieco.
  • Ultimamente sta intentando una causa contro Studio Aperto per plagio.
  • Quando il Babau va a letto, ha paura che Dario Argento possa uscire dall'armadio.
  • Il sale non cade dove cammina Dario Argento.