Apollo 11

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Lo stemma della missione.

La missione Apollo 11 fu la seconda a portare un essere umano sulla Luna, come tutti sanno, i primi ad andarci furono i Vichinghi nel 1022. L'equipaggio[1] era composto da:

È stata la seconda missione della NASA, dopo l'Apollo 10, con astronauti tutti veterani. La scelta di affidarsi all'esperienza fu presa per non ripetere il madornale errore fatto con la missione Apollo 7,3 nel 1967. L'equipaggio di allora era composto da quattro ragazzini cubani di 13 anni, prelevati a forza dal "St. Marilyn Manson Orphan Asylum" di Flagstaff (AZ). L'idea era quella di contenere, con "perdite umane irrilevanti", il probabile fallimento della missione. Fu un grosso errore, la baby gang aveva negoziato segretamente la vendita del missile con Anatolij Isaevič, una spia russa di stanza a L'Avana. Appena decollati da Orlando, dirottarono il velivolo verso la base cubana di Manzanillo e lo consegnarono a Fidel Castro.

La missione

"Un piccolo passo per un uomo, ma un balzo da gigante per un Sasquash"
« That's one small step for a man, one giant leap for a Sasquash! »

L'Apollo 11, lanciato con successo da un razzo Saturn V, partì dal Lino Banfi Space Center il 16 luglio 1969 alle 09:32:00 ora locale di Brescia. Durante l'ascesa, fu estasiante notare l'effetto della "Singolarità di Prandtl-Glauert", ossia:

« Il cono generato dalla condensazione delle particelle di qualcosa vaporizzate da qualcos'altro »
(T.J.Prandtl, A.Glauert - Velocità transonica, onde d'urto e drammi esistenziali (Hoepli, 1964))

Alle 09:44:00 la navicella entrò nell'orbita. Strada facendo, sostò in prossimità del satellite artificiale "Sputnik 1".
Aldrin indossò la tuta e uscì dal velivolo, raggiunto il mezzo sovietico ne approfittò per scriverci sopra, con un grosso pennello, la scritta Russians fuck yourself!.
La delicata manovra era classificata "Top Secret" e prevista nel libro di bordo al paragrafo "Prese per il culo".

L'allunaggio

Un mezzo "alieno" abbandonato sul suolo lunare.

Il 20 luglio 1969, il modulo lunare chiamato "Eagle" venne separato dal "Columbia" dopo un lungo processo di separazione. Collins e O'Hara rimasero a bordo del Columbia, mentre l'Eagle con Armstrong e Aldrin, scendeva sulla superficie. Dopo un attento controllo visivo e aver messo le 4 frecce, Eagle accese il motore e iniziò la discesa.

Appena iniziata la manovra, vari allarmi del computer di "allunaggio" segnalarono un guasto al sistema di guida automatico, dovuto all'esaurimento di tutta la memoria del computer (un potente Commodore 64).
Questo fu causato da un errore di Armstrong che attivò il programma sbagliato, invece del previsto Space Motion digitò Space Invaders, un prototipo di gioco ancora da testare.

A questo punto Neil Armstrong, affacciato dal finestrino, guidò vocalmente Buzz Aldrin durante la discesa.

- Neil: “Vai così, vai... abbassa a destra...”
- Buzz: “Ma la mia o la tua destra?”
- Neil: “Quella che ti ci fai le seghe cretino!”
- Buzz: “Ok, ok... chiedevo, non c'è bisogno di essere sgar...”
- Neil: “Alzati! alzati!”
- Buzz: “Ma se mi alzo chi guida?”
- Neil: “Sto cazzo! Alza il LEM maremma trucida!”
- Buzz: “Aiut... amhrghh..., ho un attacco di panico... che succede?”
- Neil: “No niente... scusami, mi era parso di vedere una Trabant!”
- Buzz: “La prossima volta comprati una Ford, così non avrai gli incubi!”

Durante questa fase, gli astronauti si accorsero che il sito dell'allunaggio era molto più roccioso di quanto avessero indicato le fotografie. Armstrong prese i comandi, aveva giocato tre volte a "V-Rally" quindi era più qualificato di Aldrin sui percorsi accidentati. Riuscì ad allunare alle 20:17:40 UTC (22:17:40 ora atlantidea) con ancora 25 secondi di carburante.

La NASA, vista la modesta quantità di carburante rimasta (esigua rispetto ai precedenti test), aumentò in modo considerevole la quantità di combustibile disponibile sul LEM per i voli futuri, sostituendo il serbatoio installato (preso da una Ford Mustang) con quello più capiente di un caccia Bell P-39Q-30-BE Airacobra.

Base della tranquillità

"Buzz, il vigile non si vede, per me puoi stare!"
« Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed! »
(Neil Armstrong (20 luglio 1969))

Il primo sito di allunaggio dell'Apollo, nella parte meridionale del Mare della Tranquillità a circa 20 km a sud-ovest del cratere Sabine D, fu scelto perché ritenuto abbastanza piano e liscio dai rilevamenti effettuati dai lander Ranger 8 e Surveyor 5, così come dalle mappe tracciate dal Lunar Orbiter.
Nella realtà il suolo era pieno di pietre.
Gli appunti tecnici, presi frettolosamente da Aldrin durante la discesa, contengono l'insensata frase:

"2 calci palle fotografi, 3 cazzotti mappe a cazzo" (parole evidentemente scritte nel panico totale).

Operazioni sulla superficie

La prima installazione umana sulla Luna.

I due astronauti studiarono il sito dalle due finestre triangolari dell'Eagle che permettevano loro di avere una visione di 60°. Progettarono la disposizione delle attrezzature per installare l'Early Apollo Scientific Experiment Package De Stocazzo (EASEPDS) e issare la bandiera americana, sebbene Neil volesse mettere quella della Juventus.

Dietro il pagamento di due Chevrolet Corvette C1 (offerte da Mc Donald), issarono segretamente un trespolo pubblicitario (mai inquadrato per ovvi motivi) destinato al mercato alieno.

La preparazione richiese ben più delle due ore previste. Armstrong ebbe alcune iniziali difficoltà a uscire dallo sportello a causa della sua PLSS (Portable Life Support System, la tuta spaziale) Ma in verità non usciva perché si era nutrito solo di parmigiana per tutto il viaggio. Infatti, secondo il veterano lunare John Lennon, a una riprogettazione del LEM che prevedeva uno sportello più piccolo non seguì una revisione della PLSS, così si rese difficoltosa l'entrata e l'uscita degli astronauti dello sportello.
In realtà Neil si era rimpinzato durante tutto il viaggio di crema di fagioli liofilizzata, di cui era particolarmente ghiotto. Le inevitabili scariche gassose interne alla tutta lo trasformarono nella versione spaziale dell'omino Michelin. Fu necessario ricalibrare i contrappesi della tuta altrimenti, una volta uscito dal modulo lunare, sarebbe sparito nello spazio profondo.

Alle 2:56 UTC, ovvero sei ore e mezza dopo aver toccato il suolo, ben quattro ore dopo il previsto e ben 20 minuti dopo che mio padre aveva scopato con mia mamma, Armstrong compì la discesa sulla superficie e fece il suo grande passo per l'umanità che tanto voleva compiere da quando aveva visto Star Trek per la prima volta. Aldrin lo seguì, e i due astronauti trascorsero 2 ore e 31 minuti a raccogliere campioni di roccia e scattare alla superficie lunare diverse fotografie per poi metterle su Facebook.

Primi passi sulla Luna

"Azz... E ora chi lo dice a Nixon?" (Buzz Aldrin)

Dopo una breve descrizione della superficie e aver pronunciato la sua storica frase, Armstrong fece il suo primo passo fuori dall'Eagle e diventò il primo uomo a camminare su un altro corpo celeste. Aldrin raggiunse Armstrong sulla superficie lunare e testò i metodi migliori per muoversi, compreso il cosiddetto salto del canguro. Armstrong (invidioso) prese un grosso slancio e iniziò a compiere grandi salti consecutivi, l'assenza di gravità gli giocò un brutto tiro. Riuscì a fermarsi solo dopo 4 ore, esausto ma felice di aver dimostrato che il moto perpetuo non esiste, nemmeno sulla Luna.

Nel frattempo Aldrin aveva continuato a perlustrare il sito, facendo una scoperta avvilente. Sul suolo trovò il casco del cosmonauta russo Vasilij Brjusov, dato per disperso 5 anni prima. La frase attribuitagli:

« Magnificent desolation!/ Magnifica desolazione! »
(Buzz Aldrin, 21 luglio 1969)

in realtà fu doppiata dalla NASA in laboratorio, su ordine diretto di Nixon. La frase originale era:

« We took the solation!/ Abbiamo preso la "sòla"! »
(Buzz Aldrin, 21 luglio 1969)

Gli astronauti piantarono insieme la bandiera degli Stati Uniti, la consistenza del terreno non permise di inserirla per più di 20 cm, nonostante le "capocciate" date col casco da Aldrin (notoriamente ostinato). Subito dopo iniziarono la raccolta di rocce lunari con le palette, furono costretti ad abbandonare il lavoro a metà dei 34 minuti previsti, forse i 10 minuti persi a fare il castello di sabbia erano stati troppi.

Aldrin rientrò nell'Eagle per primo. Con non poche difficoltà, gli astronauti caricarono i film e due sacchi contenenti più di 22 kg di materiale lunare dallo sportello del Modulo Lunare, grazie ad un sistema a puleggia chiamato "Lunar Equipment Conveyor" (nome in codice "Carrucol-One"). Poi Armstrong saltò sulla scaletta ed entrò nel LEM.

Dopo il trasferimento al Modulo di supporto vitale dell'LEM, gli astronauti alleggerirono il modulo gettando fuori le PLSS, le scarpe lunari, una fotocamera Hasselblad, 5 pacchetti di profilattici e 20 paia di calze di nylon (che si erano portati per eventuali incontri con aliene zoccol disponibili).

Quindi accesero il motore di ascesa per rientrare in orbita e raggiungere Collins e O'Hara a bordo del Columbia.

Una volta a bordo ricevettero una chiamata del presidente Richard Nixon, che egli stesso definì "la storica chiamata fatta dalla casa bianca".

- Nixon: “Neil?!”
- Armstrong: “Buongiorno signor Presidente”
- Nixon: “Volevo dirvi che siete l'orgoglio della nazione!”
- Armstrong: “Dovere signor Presidente, abbiamo...(shhh)... (tuuut... tuut...)”
- Nixon: “Pronto?!... ragazzi ci siete?... Cazzo ho finito i gettoni!!!”

Il rientro sulla Terra

La fase di rientro era la più delicata, richiese circa 6 mesi di studio di cui 2 impiegati sull'allegato N. Il misterioso allegato "N" era contenuto in una busta sigillata che, come da specifiche istruzioni, fu aperta da Armstrong al rientro sul Columbia e dentro il bagno.
Il titolo era A dwarf too (Un nano di troppo) e conteneva la "Risoluzione X47b" firmata da Nixon in persona. Armstrong la eseguì scrupolosamente.
Rientrò nell'abitacolo fischiettando "My Funny Valentine", si diresse al quadro dei sensori e, non visto, staccò quello delle luci di stazionamento. Poi chiamò O'Hara e lo incaricò di uscire fuori a cambiare la lampadina fulminata.
Le ultime parole di Sherman furono: "Queste stronzate toccano tutte a me perché sono piccolo e nero".

I quattr tre astronauti ritornarono sulla Terra il 24 luglio, accolti come eroi. Il punto dell'atterraggio previsto doveva essere la baia di San Francisco, un'avaria del giroscopio a pedale, che sbagliò l'angolazione di circa 34°, li condusse a 640 km SSW di Wake Island.
L'errore, di poco al di sotto degli 8000 km, era stato evidentemente sottovalutato. Nel documento, redatto nella fase progettuale della missione, il capitolo "Ma dove minchia cadranno?" è composto da una sola riga, dove è scritto: "Coordinate previste per l'ammaraggio: Bho!".

Il recupero fu accreditato ufficialmente alla USS Hornet, nella realtà l'equipaggio del peschereccio giapponese Sayonara II festeggiò, svuotando la scorta annuale di sake, la pesca di 3 tonni davvero speciali. In cambio del loro silenzio, ciascuno dei 5 componenti ricevettero:

  • una Baleniera classe "Thor",
  • un conto aperto al "Mirage" di Las Vegas con 25.000$,
  • una prostituta sadomaso a disposizione nell'albergo,
  • un biglietto per il concerto di Frank Sinatra al Caesars Palace.

Un falso storico?

   La stessa cosa ma di più: Teoria del complotto lunare.
“A Pollo (se ce credi) 11, ciak si gira!”

La Moon Hoax (teoria del complotto sull'allunaggio dell'Apollo) è la tesi secondo cui, le missioni del programma Apollo sono frutto di un trip causato dal Lsd coltivato da Richard Nixon. Le argomentazioni fornite a supporto sono:

  1. Alcune foto, verificate da esperti, risultano essere fatte nel bagno della NASA.
  2. La corsa verso la Luna deve essere vista nel complesso della guerra fredda. L'Unione Sovietica era riuscita a mandare il primo uomo nello spazio.
  3. La corsa verso la Luna serviva a coprire i massicci finanziamenti per la sperimentazione di nuovi armamenti, sistemi missilistici e comprarsi un Iphone anche se Steve Jobs non era ancora nato..
  4. L'allunaggio sarebbe stato inscenato per distrarre gli americani dalla guerra del Vietnam, anche solo per un anno.
  5. La NASA avrebbe avuto timore di perdere il proprio budget che ammontava già allora a 30 miliardi di dollari 2 figurine di Dragon Ball.
  6. Nessun altro paese aveva i mezzi o la credibilità per contestare la veridicità della missione.
  7. Con tutti quei soldi, un mammifero intelligente sarebbe andato a vivere a Miami con 40 prostitute brasiliane minorenni, invece di quella stronzata.

Reazioni della NASA

Nel 2002 la NASA commissionò a James Oberg per 15.000 dollari un libro che rigettasse punto per punto le affermazioni dei complottisti ma, lo stesso anno, cancellò la commessa a fronte delle lamentele di chi vedeva in tale azione una legittimazione delle accuse.
Oberg, stizzito, pubblicò a sue spese un articolo sul Washington Post dal titolo: "C'ho rimesso un fottio di soldi, perché non vi fate i cazzi vostri?" sottotitolo: "Come la pago la rata del mutuo? Accidenti a voi!!!".

Curiosità

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  • Il Modulo di Comando è in mostra al National Air Max and Space Invaders Museum di Washington in Florida.
  • L'allunaggio è stato il programma con più ascolti dopo il porno di Belen Rodriguez.
  • Durante la diretta TV italiana, Tito Stagno in RAI e Ruggero Orlando da Houston, ebbero un battibecco perché non si trovarono d'accordo sul momento preciso dell'allunaggio. Considerando gli occhiali di Stagno è facile capire chi avesse ragione.
  • L'emblema della missione dell'Apollo 11, venne disegnato da Michael Collins durante i test di resistenza alla fame.
  • Il 20 luglio 2004, 35º anniversario della missione, Armstrong, Collins e Aldrin incontrarono l'allora Presidente degli Stati Uniti George W. Bush per fare una partita a briscola.
  • Il 20 luglio 2009, 40º anniversario della missione, Armstrong, Collins e Aldrin incontrarono l'allora Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ma furono rimbalzati dalle guardie del corpo del presidente.
  • Il 20 luglio 2069, 100º anniversario della missione, Armstrong, Collins e Aldrin (da un bel pezzo) si saranno finalmente levati dai coglioni.
  • Il 20 luglio 2011, i tre astronauti hanno tenuto un discorso alla Casa Bianca nel quale, invitavano il presidente Obama a mandare l'uomo sul sole quando è notte, almeno non si bruciano.
  • Il 21 luglio 2011, il New York Times, in un articolo sulla crisi economica mondiale, ha invitato il presidente Obama a non aprire più la porta al trio e a staccare il telefono e il campanello tutti i 20 luglio.

Note

  1. ^ Dell'Apollo, non del vascello spaziale vichingo.

Voci correlate

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