Enzo Jannacci

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L'Italia è troppo piccola per tutti e due...
« Se il Nazareno tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti! »
(Enzo Jannacci parla pessimisticamente. Ma con ottimismo)
« A guardar la televisione si diventa tutti coglioni! »
(Enzo Jannacci rivolto alle telecamere)
« Eravamo tremendi, stonati... Volevamo fare un duo tipo Everly Brothers ma eravamo negati, un disastro, col risultato che facevamo sketch più che canzoni »
( Enzo Jannacci su I Due Corsari)

Vincenzo "Magno" Jannacci, meglio conosciuto come Enzo, dottore nel buco del cul e anche quello che ha fatto vengoanchionottunò (Milano, 3 giugno 1945 - Milano, 3 giugno 1945) è stato un predicatore pazzo, menestrello, provocatore e chirurgo convinto che se ci fosse uno pronto a tagliarsi una mano il mondo sarebbe un posto migliore. Intanto, però, lui più in là delle unghie non ci andava...

Il povero Enzo triste perché voleva andare al suo funerale e gli hanno detto di no.

Biografia

L'incarnazione in uomo di Enzo Jannacci avvenne in circostanze tragicomiche: tragiche perché si era in tempo di bombardamenti, comiche perché quando la madre partorì si lasciò scappare un peto vaginale che rallegrò la tensione dei presenti.
La madre, d'origine longobarda, era

una graduata dell'aeronautica e faceva parte della Resistenza. Anche il padre, d'origine macedone, era coinvolto in qualche modo con la Resistenza, solo che lui era un segugio della Gestapo e il suo compito era sterminarla.

Jannacci durante una delle sue battaglie più dure, la dieta dissociata: una mano porta il cibo alla bocca, l'altra glielo impedisce.

Caso volle che il deguello che avrebbe dovuto stroncare le difese partigiane si trasformasse, per due pedine opposte in una partita contro il destino, in una guerra d'amore dalla quale naque Enzo. Nessuna sorpresa che ogni sua opera fosse percorsa da una spessa vena di ironia.
Dopo aver studiato armonia, composizione, medicina e precipitevolissimevolgia, dopo aver raggiunto l'apice della notorietà e umiliato artisti inferiori del calibro di Hendrix e Gonnario l'imbriagone, dopo aver fatto tappa in Sud Africa, Stati Uniti e Casalpusterlengo, dopo aver peccato, generato e raggiunto la pensione, dopo aver assistito ai funerali del suo simbionte obbligato Giorgio Gaber... dopo aver fatto tutte ste cose Enzo Jannacci finalmente crepò, che l'era stufo abbestia.

Carriera musicale

Esordio

L'esordio di Jannacci nel campo della musica e dell'intrattenimento fu di tipo "pane e cipolla": abituato da sempre ad arrangiarsi e accontentarsi di ciò che passava il convento, Enzo fece coevolvere la sua testardaggine nel volersi mantenere da solo e la passione per la musica, raggiungendo il successo un gradino alla volta: s'avvicinò al jazz grazie a Ray Charles, che sentì suonare alla radio mentre sgusciava cozze in un city-wok di Milano; scoprì il rap e la musica di strada durante il suo periodo da lustrascarpe nei bassifondi di Chicago; imparò ad apprezzare la musica celtica mentre era ai remi di una galera vichinga. Ma fu col rock and roll che nacque il vero amore, nel suo periodo da campanaro nella chiesa di Santi Martiri. Per un bel periodo le campane della parrocchia, invece che il solito mezzogiorno, suonarono A Little Less Conversation, attirando peraltro tanta gioventù e un artista ancora sconosciuto, Adriano Celentano. Egli venne molto colpito da quella sincera devozione per la musica e gli propose di entrare nel suo gruppo di Myspace, i Rocks Boys. La collaborazione durò qualche anno, poi Enzo fu costretto a mollare, che a portare una campana da 90 kg in giro per le tournée gli era venuta un'ernia alla schiena terrificante.

L'incontro con Gaber

Era una notte buia e tempestosa quando due menti folli collisero: Enzo Jannacci e Giogio Gaber iniziarono il loro rapporto così.

Nel loro periodo d'oro I due corsari erano molto ricercati.

Con un frontale sulla provinciale per Melegnano. Dall'impatto, come il latte che si fonde col caffè, si originò la coppia Enzo e Jannacci, poi corretto per ovvi motivi in Giorgio e Gaber, un duo di così grande successo che si suppose che l'incidente non avvenne affatto per caso. Qualcosa doveva succedere. Qualcosa doveva entrare in contatto con qualcos'altro. Qualcosa doveva nascere. E pazienza per gli altri sei passeggeri che morirono nello scontro.
Poi però accadde il patatrak: il bar dove I Due Corsari si esibivano smise di servire gli stuzzichini gratis al bancone e la coppia rischiò di morire di fame.
Fu da allora che Enzo divenne un lupo solitario.

Sviluppo

Jannacci comincia il suo cammino sotto l'ascella protettrice di geni musicali tra i quali Bud Powel, che lo istruiva

legandogli il braccio destro dietro i tricipiti femorali e obbligandolo a lavorare col piano con la mano debole.

« Fidati, figliolo. Il futuro saranno i computer. Impara ora a usare la sinistra. »

Bud Powel fu un maestro coi controcazzi, senza dubbio.
Erano i primi anni 60 ed Enzo cominciò a interessarsi al filone demenziale. Cominciarono a girare titoli strampalati come l'ombrello nel culo di mio fratello, Il cane con gli ombrelli e Umbrella Corporation. Ma il favore del pubblico non accennava a graziarlo. Poi l'amico Beppe Viola gli fece notare che non bastavano i titoli. Bisognava anche scriverle, le canzoni. E finalmente le cose cominciarono a girare pel verso giusto. Una buona stella lo mise sulla stessa strada di Dario Fo, poi Cochi & Renato e infine pure Fabrizio de André, con il quale si incontrò per la prima volta nel 1965 per uno scambio di vedute tra maestri della musica:

- Jannacci: “Di' ben so, belìn. Mi sembra che via del campo somigli un bel po' a la mia morosa va alla fonte, tu che dici?”
- De André: “A beh, sì beh, a beh...”

Il tema dei falliti, dei derelitti e degli emarginati stava molto a cuore a Jannacci. Il suo singolo 7 minuti all'alba: i nani iniziano la giornata in miniera fu dedicato al padre, ucciso a tradimento trent'anni prima da un ufficiale nazista con il quale aveva appena concluso un amplesso. Venne poi il tormentone vengo anch'io! No, tu no!, che stette così tanto tempo in cima alle classifiche che quando lo recuperarono era già scaduto e dovettero buttarlo.
Ma poi la doccia fredda: quella che sarebbe dovuto essere un trionfo a Canzonissima 1968 fu un fiasco totale:

- Jannacci: “Ci sono anch'io in finale?”
- Giuria: “No, tu no!”

Una delusione tagliente come la pellicola d'alluminio dello yogurt che convinse un ancor prospero Jannacci a ibernarsi per lunghissimo tempo per far sbollire la rabbia.

Almeno due cose su Jannacci erano certe: che fosse un genio incompreso e che la montatura dei suoi occhiali somigliasse allo scarico d'un WC.

Senescenza

Nel 1970 un terremoto in Cina interrompe il sonno criogenico di Enzo, che decise di riprendere l'attività di cantautore con una verve nuova, frizzante, esplosiva. Ma la collaborazione con Mina è solo il preludio di un periodo apatico e insapore della carriera di Jannacci, che si ritrova sballonzolato come una palla da flipper tra apparizioni televisive alle quattro del mattino su Tele Giulianova di Montemarciano e operazioni chirurgiche in ospedali di periferia con pazienti di infimo rango sociale.
In campo musicale le cose non vanno certo meglio: per parecchio tempo il povero Enzo si ritroverà segregato a un ruolo socialmente più utile solo ai creatori di suonerie: il creatore di colonne sonore di film. Peggio ancora: il suo specifico caso prevedeva una specificazione piuttosto sconsolante: creatore di colonne sonore di film che non caga nessuno.
Ma Enzo non era il tipo da scoraggiarsi facilmente. Proprio no. Aveva fatto trent'anni di gavetta, poteva farne trentuno. Per rilanciare la sua immagine decise di giocarsi un'ultima carta: i video musicali, capostipiti dei film trash del terzo millennio, molto in voga in quel periodo. Jannacci si giocò quell'ultima carta come un pezzente si gioca la sua ultima fiche alla slot machine dopo che questa gli ha ciucciato fino all'ultimo spicciolo. Tirò la leva... E fu un tripudio di campane! Come ai vecchi tempi! La controffensiva all'attacco della sfiga ebbe un successo stratosferico!
Collaborazioni con personaggi celeberrimi, bambini che chiedono l'autografo, concerti in Italia e Svizzera, entrate gratis al Louvre, apparizioni televisive, apparizioni mariane, inaugurazioni di ristoranti vegani, inaugurazione di ristoranti carnivori, potere, DONNE!

- Intervistatore: “Fantastico! E poi cosa è successo?”
- Enzo: “E poi niente... quell'impicciona della mia vicina ha chiamato il 118 e mi hanno fatto vomitare i sonniferi appena in tempo...”

Canto del cigno

La popolarità in ambiente musicale e l'attività di chirurgo di Jannacci seguiroso sempre percorsi paralleli.

Spettacolo

Morte

« I casi sono due: o lei possiede due fegati o ha un tumore grosso come un melone »
(Medico personale di Jannacci su TAC)

Purtroppo ciò che uccise fu proprio la presenza del secondo fegato a far collassare il metabolismo di Enzo, che si ritrovò al momento del decesso con un livello di bile nel sangue assolutamente folle, mai raggiunto neanche da Beppe Grillo durante il suo discorso con Renzi.

« Ho attraversato la guerra e la pace, lo sviluppo e l'abisso, il successo, l'oblio e la rinascita. E ora muoio, senza rimpianti, nell'era del computer. Se ho un'ultima dichiarazione da rilasciare? Una sola: quel porco di Bud Powell era un saggio! »
(Enzo Jannacci)

Le sue ceneri riposano oggi in pace, ma non troppo, costituendo il dischetto di rigore dell'area sud di San Siro.

Curiosità

  • A Enzo piacevano molto gli ombrelli. Non aveva paura di aprirli dentro casa e sapeva anche farli. Ma non costruirli.
  • Due erano le passioni di Enzo Jannacci: le arti marziali e il canto. Fu, infatti, cintura nera di karaoke.