« Ci tengo a precisare che non era mia intenzione far male al difensore. Io volevo entrare sulla palla, ma devo aver sbagliato qualcosa perché ha cominciato a uscirgli tutto quel sangue... »
(Riccardo Zampagna in ogni intervista post-partita)
« La nostra città non ha nulla da spartire con lui »
( Tipico abitante di Terni ogni lunedì mentre si barrica in casa all'arrivo dei giornalisti)
Innanzitutto bisogna sapere che Riccardo Zampagna è cattivo.
Molto cattivo.
La maggior parte delle cose contenute in questa voce potrebbero scatenare la sua ira, tuttavia non corriamo grandi rischi in quanto Zampagna è dichiaratamente analfabeta.
Riccardo Zampagna nasce a Terni il 15 novembre1974, e già comincia a incazzarsi perché voleva nascere tre giorni dopo. Cresce sano e robusto e dimostra uno spiccato senso per gli affari, dedicandosi con esiti brillanti allo strozzinaggio. Il calcio inizialmente non lo attrae, almeno come sport: inteso invece come atto di violenza e crudeltà verso i più deboli riscuote un certo interesse nel giovane Riccardo, che a quei tempi è noto con il vezzeggiativo di "Pulcino", soprannome scelto in onore al suo cibo preferito.
La vita per Riccardo non è facile, e l'opulenta Terni (famosa in tutto il mondo per le sue acciaierie e per la conseguente purezza dell'aria) sembra non dare sbocchi per un ragazzo volenteroso e pluri-omicida. Invece il Fato, padrone beffardo delle nostre esistenze terrene, sceglie di dare una mano a Zampagna (dopo che quest'ultimo gli ha rapito il figlio a scopo cautelativo): un osservatore della Triestina nota Riccardo mentre azzanna in preda alla rabbia un cartellone pubblicitario, e subito lo mette sotto contratto con la formazione friulana. Inizialmente fatica a imporsi: il mister si ostina a utilizzare Zampagna a centrocampo per di più costringendolo a giocare in giarrettiera, impedendo di fatto al giocatore di esprimersi al meglio delle sue possibilità.
Un'epidemia di vaiolo si abbatte tuttavia sulla città, decimando la popolazione e la rosa della squadra. Zampagna stesso viene contagiato, ma il vaiolo è così terrorizzato da lui che preferisce scappare: unico ricordo della malattia sono le guance del giocatore rimaste irrimediabilmente sfregiate.
Schierato in attacco a causa del decesso dei titolari, Zampagna può finalmente dimostrare le sue doti di centravanti possente e di picchiatore sotto la cintola. Nella prima mezz'ora della partita contro il Napoli segna cinque gol, mastica l'orecchio destro del capitano avversario e riga la macchina a tutti i tifosi partenopei. Al 40° minuto di gioco il Napoli si arrende, firma un trattato di pace e cede i territori di Pozzuoli e San Giorgio a Cremano. Alla fine del campionato Zampagna totalizza un bottino di 53 realizzazioni, 48 delle quali siglate in fuorigioco ma comunque convalidate per paura di ritorsioni, divenendo l'oggetto del desiderio da parte delle maggiori società italiane.
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Riesce a segnare con delle rovesciate strepitose nonostante sia più appesantito di Homer Simpson.
Zampagna è soprannominato "bomber con la sciarpa" perché in passato ha fatto il modello per Dolce & Gabbana: solo loro infatti potrebbero abbinare un bomber con una sciarpa.
Ha recentemente affermato che se non avesse fatto il calciatore avrebbe voluto gestire il racket della prostituzione di Terni.
Una volta ha ingoiato per scommessa tredici mattoncini della Lego.
Non crede in Dio nonostante quest'ultimo gli abbia più volte chiesto un autografo.
Pensa che il meteorismo sia un fenomeno atmosferico.