Giovanni Bosco

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Don Bosco è sempre rimasto ragazzo dentro.
« Chi salva l'anima salva tutto. Chi salva tutto se ne frega dell'anima »
(Don Bosco)
« Facciamo del bene a tutti, del male a nessuno »
(Tenente Bosco Melchiorre Giovanni, comandante di plotone di esecuzione dell'esercito reale)
« Non perdere Tempo che dopo dovrai strusciarti il naso sulla manica della camicia »
(Don Bosco su fazzolettini)
« Capitò un giorno che, per distrazione, ruppi la boccia dell'olio, all'epoca molto prezioso. Capendo d'aver combinato un pasticcio, andai nella vigna e raccolsi una verga affusolata e appuntita. Tornai in casa, confessai la mia colpa a mia mamma e le porsi lo stecco, pronto a subire la mia giusta punizione. Quella verga rimase per anni in un angolo della casa, minacciosa e ammonente, e quella buon'anima di mia mamma mai non ebbe il coraggio di usarla sui suoi figli.
Tranne quella volta.
Certe scudisciate... »
(Dalle memorie di Don Bosco)

Melchiorre Baldassarre Gaspare Orazio Bosco, abbreviato Giovanni Bosco, abbreviatissimo GvnnBsc '15 (Becchi, Ferragosto 1815 - Piume, 31 gennaio 18888) è stato un conquistadores piemontese attivo dal 1815, anno della sua nascita, al 1889, anno successivo alla sua morte.
Di statura minuta, era così pieno di energie che veniva spesso scambiato per uno di quei marmocchi pestiferi che in spiaggia urlano, molestano e gettano la sabbia negli occhi. Ecco perché nel corso della sua esistenza di "pedate nel culo" ne ha prese tante.
Vero e proprio portatore attivo della parola di Dio, Giovanni "Don Bosco" dedicò ogni istante della sua vita alla salvezza delle anime di tutti i poveri ragazzi che trovasse sulla sua strada, tranne quelli giapponesi, che notoriamente l'anima non ce l'hanno, logorando spesso il suo involucro di carne fino a quasi al punto di non ritorno:

- Michele Rua: “Don Bosco, lei sta morendo!”
- Don Bosco: “Mi spiace, non ne ho tempo.”

Infanzia

Giovannino nacque in una delle cascine più cenciose della periferia di Castelnuovo d'Asti. Le famiglie contadine vivevano tutte in casupole misere, che spesso deficitavano persino del tetto. I Bosco erano i più sfigati di tutti: il tetto ce l'avevano, ma alla loro casa mancavano le pareti.
Energico ed esuberante, visse una fanciullezza tra gli stenti, un po' di pane di segale e le legnate del violento fratello Antonio, bastardo[1] dal nome tipicamente meridionale, ragione di più per marcarlo come bastardo[2].
Contrariamente a quanto si pensi Giovannino non fu sempre uno stinco di santo, anzi, prometteva di riescire un fior di birbone: tra gli scherzi con la benzina al suo vecchio parroco e persecuzioni dei bambini più piccoli rischiò prima il riformatorio, poi il carcere minorile e infine il 41 bis.

Non esistono foto ufficiali della prima infanzia di Giovanni Bosco, ma, se non altro, questa spiegherebbe il sogno dei 9 anni.

Ma poi, durante un furto di bestiame, avvenne qualcosa: il cavallo dove stava seduto il piccolo avanzo di galera s'impennò dopo aver sgasato bruscamente e lasciato i freni anteriori di scatto e Giovanni, cadendo, diede una craniata tanto forte che dovettero tirargli fuori la testa dalle spalle con un cavaturaccioli. Fu esattamente durante il coma che ne seguì che ebbe luogo quello che, secondo la Treccani, è il sogno dei 9 anni:

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Sacerdozio

Don Bosco era conosciuto per la sua calligrafia agghiacciante. Su questo post-it risalente ai tempi del seminario col compagno Luigi Comollo, secondo le sue intenzioni, c'era scritto: Luigi, brutto deficiente! Sei uscito dimenticandoti di nuovo la finestra del cucinotto aperta! È entrato un piccione e ha cagato nella caffettiera!!!

A 19 anni, dopo la riabilitazione, Giovanni Bosco cominciò il lungo periodo di studi necessari per diventare prete. In realtà non ci volevano che una paio d'anni, ma a quei tempi la preparazione andava fatti tutta con lo stesso maestro e al giovane Giovanni non ne andava bene una: prima di terminare il primo ciclo il suo mentore Don Calosso subì un colpo apoplettico. Prima della fine del secondo ciclo a don Emanuele Virano esplose una carotide dopo aver trattenuto uno starnuto. Prima della della fine del terzo ciclo don Nicola Moglia si uccise con un colpo partito accidentalmente mentre spolverava la canna del suo mantice. Poi Giovanni scoprì che don Calosso non era morto per l'ictus e si fiondò speranzoso al suo capezzale:

- Don Bosco: “Don Giò, che piacere rivederla in - ehm - salute! Che dice, se la sente di verbalizzare il mio tirocinio propedeutico?”
- Don Calosso: “Ma certo, mio allievo prediletto, niente di più sempl... Aahh...”
- Don Bosco: “MA PORCA M...!!!”

In quel momento un rumore lo svegliò: le omelie del padre Superiore del seminario di Torino erano proprio di una barba mortale.

E finalmente parroco

Il 5 giugno 1841 è una data speciale. Così speciale che, cercandola su google, l'unica cosa che esce fuori è quello che sto per dire:
...
Cazzo ve lo dico a fare, allora?
...
Dai, vabbè: il vescovo Franzoni pone le mani su Giovanni Bosco e gli trasmette

i poteri da sacerdote.

.

E la donna di bianco vestita mi disse: dovrai affrontare mille delusioni...

Don Bosco, che, come gli indiani d'America che diventano adulti, ha cambiato il suo nome di battesimo in "Don" (che non è un appellativo onorifico come erroneamente si crede), ha raggiunto finalmente un doppio traguardo:

  1. Per la prima volta qualcuno gli ha messo le mani addosso non per menarlo;
  2. Siamo nella prima metà del XIX° secolo. È un sacerdote. Ha il potere. Può fare VERAMENTE quello che gli pare.

Supereroe di strada

La vocazione Don Bosco la trovò per caso, discutendo con il suo eroe Don Cafasso:

- Don Bosco: “M'aspettavo di peggio dai suoi racconti, dove sono tutti questi giovani disperati per strada in cerca di lavoro?”
- Don Cafasso: “Ahimè, Don Bosco, lei vede solo i virgulti più robusti. I ragazzini più gracili, lo scoprirà presto, sono destinati a finire sottoterra... ODDIO! Don Bosco!! Don Bosco, mi sente?! Si segga, coraggio, si calmi e respiri profondamente. Suvvia, intendevo dire che vanno a lavorare in miniera!”

Fu proprio nella cunicolo 9 est della chiesa di San Francesco di Torino che Don Bosco incontrò il ragazzo pilot del suo oratorio, Bartolomeo "OUCH!" Garelli, così chiamato perché era tanto sbadato da scontrarsi sempre coi cazzotti dei ragazzi più grandi.

L'oratorio

Chi l'ha detto che don Bosco era un vecchio rincoglionito arteriosclerotico?

Le missioni

Nel 1875 i nervi di Don Bosco erano più usurati di uno spazzolino da denti di tre anni, ragion per cui il vescovo di Torino s'ingegnò per scovare il modo di distrarlo. Fu così che si decise di spedire in villeggiatura DJ[3] Bosco in qualche angolo di paradiso del globo per fare l'oratorio, aprire scuole, imparare l'italiano ai bambini delluogo e altre frescacce da

fanatici. La scelta ricadde su un triangolino ai confini col nulla, nella vescica della Patagonia: la Terra del Fuoco. Ma per un clamoroso equivoco, nel dispaccio inviato a Don Bosco con redetto l'incarico della nuova avventura, invece che "Terra del Fuoco" don Lorenzo Gastaldi scrisse "Terra del Sole". E Don Bosco obbedì, immergendosi tra le valli dell'appennino forlivese e fondendosi con un dialetto romagnolo piuttosto grezzo, nutrendosi di pesche e scroccando l'ingresso per il Festival di Castrocaro.
In conclusione, dunque, la missione in Argentina di Don Bosco ebbe un esito abbastanza ironico:

Morte

« Dite ai miei ragazzi che li aspetto tutti in paradiso... Ehi, ma che avete capito?! Mettete via quelle pillole di cianuro! METTETELE VIA!!! »
(Don ex-Giovanni Bosco)

Don Bosco passò gli ultimi mesi della sua vita con una salute ballerina che, potesse essere rappresentata con una funzione trigonometrica, sarebbe certamente un'iperbole. Nel terzo quadrante, però.
Tanto malandato da sembrare una Fiat Duna (nuova), bersagliato da una lebbra d'origine ignota e immerso nel dolce brodo di giuggiole della demenza senile, Don Bosco si spense all'ombra del primo sole del 31 gennaio 1888, mentre un esercito di migliaia di giovani lo assisteva. Contemporaneamente. In effetti si sospetta che Don Bosco sia morto di terrore, in quanto demofobico, ma non esistono prove a riguardo.

Canonizzazione

Don Bosco è stato canonizzato nei primi del '900

da Pio undici:

  • Il primo miracolo avvenne un 1° novembre a Valdocco, quando moltiplicò una manciata di castagne da distribuire a un migliaio di monellacci. Il miracolo effettivamente avvenne, ma non venne ugualmente riconosciuto poiché, per errore, Don Bosco moltiplicò solo quelle bacate.
  • Durante un'estate del 1855 avvenne la miracolosa guarigione di tal Teresa Callegari, afflitta da tumore alla milza. Don Bosco si ritirò in una stanzetta con la moribonda, la quale se ne uscì dopo una mezz'oretta con la milza che, semplicemente, s'era dissolta per gentile concessione divina. Nemmeno questo miracolo fu considerato: la medicina lo sapeva già da un pezzo che l'essere umano può vivere senza milza.
  • Una volta resuscitò un ragazzo, ma ancora una volta venne stroncato: «Che due palle, questo miracolo l'abbiamo visto un sacco di volte!»
  • Ci andò vicino quella volta che riuscì a infilare il catenaccio di un carrello della spesa nella sua stessa toppa, ma invece che la lode rischiò la squalifica, poiché la notte prima aggiunse, di nascosto, un anello alla catenella.

A conti fatti Don Bosco non ha fatto nessun miracolo, dunque. A questo punto tanto vale sostituire la sua stelletta nella Walk of Saints con Buffon, che lui di miracoli ne ha fatti davvero.

Note

  1. ^ = "impuro".
  2. ^ = "bastardo".
  3. ^ Don Juan

Cose di Chiesa

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