De bello civili: differenze tra le versioni

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Il '''De Bello Civili''' (conosciuto anche come '''De Bello Gallico 2: La vendetta''') è un'opera composta da [[Gaio Giulio Cesare]] in tre volumi: uno gli serviva come fermaporta, uno per pareggiare un tavolino che gli traballava, mentre il terzo veniva usato spesso per schiacciare le [[zanzare]] nelle lunghe notti [[Estate|estive]]. Oggi il suo principale utilizzo è quello di zavorra per le cartelle dei giovani [[Liceo|liceali]].
Il '''De Bello Civili''' (conosciuto anche come '''De Bello Gallico 2: La vendetta''') è un'opera composta da [[Gaio Giulio Cesare]] in tre volumi: uno gli serviva come fermaporta, uno per pareggiare un tavolino che gli traballava, mentre il terzo veniva usato spesso per schiacciare le [[zanzare]] nelle lunghe notti [[Estate|estive]]. Oggi il suo principale utilizzo è quello di zavorra per le cartelle dei giovani [[Liceo|liceali]].


Il contenuto del [[libro]] parla di una violenta rissa avvenuta tra Cesare e [[Pompeo]], noto fondatore della marca di intimo ''[[Pompea]]'', con sede centrale a [[Pompei]]. Quest'ultimo aveva chiesto a Cesare di sciogliere l'esercito che aveva stanziato a [[Mirabilandia]] come premio per la conquista della [[Gallia]]. Pare infatti che Pompeo, recatosi a [[Ravenna]] con la famiglia, abbia trovato sempre tutto occupato dai soldati di Cesare. Secondo gli storici ad aumentare la tensione sarebbe stata una barzelletta di Cesare che storpiava il nome di Pompeo in ''pompino''.
Il contenuto del [[libro]] parla di una violenta rissa avvenuta tra Cesare e [[Pompeo]], noto fondatore della marca di intimo ''[[Pompea]]'', con sede centrale a [[Pompei]]. Quest'ultimo aveva chiesto a Cesare di sciogliere l'esercito che aveva stanziato a [[Mirabilandia]] come premio per la conquista della [[Gallia]]. Pare infatti che Pompeo, recatosi a [[Ravenna]] con la famiglia, abbia trovato sempre tutto occupato dai soldati di Cesare. Secondo gli storici, ad aumentare la tensione tra i due, sarebbe stata una barzelletta di Cesare che storpiava il nome di Pompeo in ''[[pompino]]''.
==Libro primo==
==Libro primo==
===Scoppio della guerra===
===Scoppio della guerra===
Cesare invia diverse lettere al [[Senato]] per risolvere pacificamente la questione. Non ricevendo risposte decide di mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno. Dopo aver ricevuto come risposta unicamente un ''vaf[[fanculo]]'' da parte di Pompeo decide di marciare su Roma.
Cesare invia diverse lettere al [[Senato]] per risolvere pacificamente la questione. Non ricevendo risposte, decide di mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno. Dopo aver ricevuto come risposta unicamente un ''vaf[[fanculo]]'' da parte di Pompeo, decide di [[marcia su Roma|marciare su Roma]].
[[File:All'arrembaggio.jpg|right|thumb|230px|Il grosso dell'esercito di Pompeo segue il suo comandante in [[Albania]].]]
[[File:All'arrembaggio.jpg|right|thumb|230px|Il grosso dell'esercito di Pompeo segue il suo comandante in [[Albania]].]]
Cesare quindi fa preparare una scorta di [[brodo]] da parte del cuoco (celebre la sua frase ''il dado è tratto'', che diventerà lo slogan di punta del dado ''Star'') e prende con i suoi legionari l'[[autostrada]], sfondando il passaggio a livello del [[Rubicone]]. Per questo motivo Pompeo viene incaricato dal Senato di formare un esercito per fermare l'avanzata di Cesare e fargli pagare la [[multa]] prevista di 318 sesterrzi.
Cesare quindi fa preparare una scorta di [[brodo]] da parte del cuoco (celebre la sua frase ''il dado è tratto'', che diventerà lo slogan di punta del dado ''Star'') e prende l'[[autostrada]] con i suoi [[legionari]], sfondando il passaggio a livello del [[Rubicone]]. Per questo motivo, Pompeo viene incaricato dal Senato di formare un esercito per fermare l'avanzata di Cesare e fargli pagare la [[multa]] prevista di 318 sesterzi.


Pompeo manda quindi il pretore Cornelio Sfintere - chiamato così dopo un'abbondante cena a base di [[fagioli]] - contro Cesare, mentre lui decide di stanziare l'esercito a [[Brindisi]] per farsi un bicchierino prima della battaglia, come faceva sempre. Cesare attacca la città di Corfinio, che manda una richiesta d'aiuto a Pompeo; quest'ultimo, [[ubriaco]] fradicio, la usa per soffiarsi il naso, e la città cade, dalle scale, spezzandosi un malleolo.<br />
Pompeo manda quindi il pretore Cornelio Sfintere contro Cesare, mentre lui decide di stanziare l'esercito a [[Brindisi]], per farsi un bicchierino prima della battaglia, come faceva sempre. Cesare attacca la città di Corfinio, che manda una lettera di richiesta d'aiuto a Pompeo; quest'ultimo, [[ubriaco]] fradicio, usa la lettera per soffiarsi il naso e la città cade, dalle scale, spezzandosi un malleolo.<br />
Dopo aver fatto rifornimento e raccattato soldati tra i [[barboni]], Cesare si avvia verso Brindisi per fare [[Guerra|due chiacchiere]] con Pompeo, ma giunto a [[Bari]] quest'ultimo e la maggior parte dei senatori emigrano clandestinamente in [[Albania]]. Cesare si ricorda di essersi dimenticato di costruire una flotta prima di iniziare la guerra, perciò approfitta dell'assenza di Pompeo per costruirsela, andare a [[Roma]], convocare il Senato e farsi un periodo di ferie a [[Marsiglia]].
Dopo aver fatto rifornimento e raccattato soldati tra i [[barboni]], Cesare si avvia verso Brindisi, per fare [[Guerra|due chiacchiere]] con Pompeo ma, giunto a [[Bari]], quest'ultimo e la maggior parte dei senatori emigrano clandestinamente in [[Albania]]. Cesare si ricorda di essersi dimenticato di costruire una flotta prima di iniziare la guerra, perciò approfitta dell'assenza di Pompeo per costruirsela, andare a [[Roma]], convocare il Senato e farsi un periodo di ferie a [[Marsiglia]].


===Cesare si da al cazzeggio tra Francia e Spagna===
===Cesare si al cazzeggio tra Francia e Spagna===
Cesare si accorge che l'esercito aveva finito la scorta di [[sapone]] per lavarsi, fatto che causò il decesso di 34 soldati per asfissia. Così decide di andare a comprare delle nuove scorte a Marsiglia. Si accorge che Marsiglia si era schierata dalla parte di Pompeo dopo l'acquisto da parte di quest'ultimo di una fornitura a vita di [[sapone liquido]], e non voleva dargli il sapone. Cesare perciò si trova costretto ad assediare la città. Marsiglia era protetta per tre lati dal [[mare]], mentre dal quarto si alzava una solida muraglia di saponette da cucina. Dopo mesi di [[assedio]] Cesare lascia i suoi generali a dirigere le operazioni mentre si dirige in [[Spagna]], nella speranza di trovare le agognate saponette in qualche [[discount]]. Non trova niente, ma nel frattempo massacra pompeiani per 36 capitoli di fila e conquista la Spagna.
Cesare si accorge che l'esercito aveva finito la scorta di [[sapone]] per lavarsi, fatto che causò il decesso di 34 soldati per [[asfissia]]. Così decide di andare a comprare delle nuove scorte a Marsiglia. Intuisce che Marsiglia si era schierata dalla parte di Pompeo, dopo aver saputo dell'acquisto da parte di quest'ultimo di tutte le scorte di [[sapone liquido]]. Cesare perciò si trova costretto ad assediare la città. Marsiglia era protetta per tre lati dal [[mare]], mentre dal quarto si alzava una solida muraglia di saponette da cucina. Dopo mesi di [[assedio]], Cesare lascia i suoi generali a dirigere le operazioni mentre si dirige in [[Spagna]], nella speranza di trovare le agognate saponette in qualche [[discount]]. Non trova niente, ma nel frattempo massacra pompeiani per 36 capitoli di fila e conquista la Spagna.
==Libro Secondo==
==Libro Secondo==
[[File:Legionari con armi e veicoli moderni.jpg|left|thumb|240px|L'[[esercito]] di Cesare. La superiorità tecnica è evidente.]]
[[File:Legionari con armi e veicoli moderni.jpg|left|thumb|240px|L'[[esercito]] di Cesare. La superiorità tecnica è evidente.]]
Il secondo libro comincia con la descrizione dell'assedio di Marsiglia. I generali di Cesare cercano di conquistare la città: costruiscono [[macchine da guerra]], fanno partite a [[battaglia navale]], tentano di scavare un [[tunnel]] sotterraneo con un cucchiaino e regalano ai marsigliesi un [[Cavallo di Troia|cavallo di legno]], senza successo. La situazione non è buona per i romani, ormai senza sapone da mesi: l'accampamento viene dichiarato ''zona di rischio biologico'' e non è consentito entrare senza la [[maschera antigas]]. I marsigliesi tentano un attacco a sorpresa, ma si ritirano subito tappandosi il [[naso]] e lasciando decine di caduti. Dopo un'altra decina di capitoli arriva [[Cesare]] dal nulla a bordo di un camion dei [[pompieri]], prende la lancia antincendio e svuota il serbatoio dell'[[acqua]] sulle mura di sapone di Marsiglia, sciogliendole, conquistando la città e saccheggiando tutte le scorte di sapone. Le truppe si lavano al fiume vicino, rendendolo così inquinato che a confronto le [[piogge acide]] sono acqua distillata.<br />
Il secondo libro comincia con la descrizione dell'assedio di Marsiglia. I generali di Cesare cercano di conquistare la città: costruiscono [[macchine da guerra]], giocano partite a [[battaglia navale]], tentano di scavare un [[tunnel]] sotterraneo con un [[cucchiaino]] e regalano ai marsigliesi un [[Cavallo di Troia|cavallo di legno]], ma senza successo. La situazione sembra mettersi davvero male per i romani, ormai senza sapone da mesi: l'accampamento viene dichiarato ''zona a forte rischio biologico'' e non è consentito accedervi senza la [[maschera antigas]]. I marsigliesi tentano un attacco a sorpresa, ma si ritirano subito, tappandosi il [[naso]] e lasciando decine di caduti. Dopo un'altra decina di capitoli, arriva [[Cesare]], spuntando fuori dal nulla, a bordo di un camion dei [[pompieri]], prende la lancia antincendio e svuota il serbatoio dell'[[acqua]] sulle mura di sapone di Marsiglia, sciogliendole, conquistando la città e saccheggiando tutte le scorte di sapone. Le truppe si lavano al fiume vicino, rendendolo così inquinato che a confronto le [[pioggia acida|piogge acide]] sono [[acqua distillata]].<br />
Dopo aver reso impraticabile il fiume per i prossimi 200 anni Cesare torna a Roma e si fa nominare [[dittatore]].
Dopo aver reso impraticabile il fiume per i successivi 200 anni, Cesare torna a Roma e si fa nominare [[dittatore]].


La seconda parte del libro parla di un certo Curione che si diverte a cazzeggiare con il suo esercito per l'[[Africa]] finché non viene trucidato dal re Giuba I, a cui aveva pestato un [[piede]]. Cosa c'entri Curione con utta la storia ancora non è noto, ma a dire il vero non se ne frega niente [[nessuno]].
La seconda parte del libro parla di un certo [[Curione]] che si diverte a cazzeggiare con il suo esercito per l'[[Africa]] finché non viene trucidato dal re [[Giuba I]], a cui aveva pestato un [[piede]]. Cosa c'entri Curione con tutta la storia ancora non è noto.
==Libro Terzo==
==Libro Terzo==
Cesare cerca di tenere buono il popolo con due o tre riforme a casaccio, poi rinforza il suo esercito spargendo la voce che Pompeo volesse trasformare Roma in una monarchia di stampo. Sapeva che i romani non avrebbero mai sopportato di vedere ogni giorno Pompeo vestito come quel ricchione di Serse. Con il suo esercito di ultras super incazzati passa l'[[Adriatico]] e attacca Durazzo a colpi di fumogeni. Pompeo, avendo sentito la notizia raccoglie intorno a se un esercito di albanesi.<br />
Cesare cerca di tenere buono il popolo con due o tre riforme a casaccio (tra cui l'abolizione del "bollo-biga"); poi rinforza il suo esercito, spargendo la voce che Pompeo volesse trasformare Roma in una [[monarchia]] di stampo [[persiano]] (sapeva che i romani non avrebbero mai sopportato di vedere ogni giorno Pompeo ricoperto di [[piercing]] e in mutande come [[Serse]]). Con il suo esercito di [[ultras]] super incazzati passa l'[[Adriatico]] e attacca [[Durazzo]] a colpi di [[fumogeno|fumogeni]]. Pompeo, avendo sentito la notizia raccoglie intorno a un esercito di albanesi.<br />
I due eserciti si incontrano sulle rive del fiume Apso, dove per diversi mesi Romani e Albanesi si insultano e si lanciano [[mattoni]], finché Cesare parte per la Tessaglia, dove un capo ultrà lo aspetta con un carico di spranghe e sedie di [[metallo]]. Pompeo decide di precederlo e, arrivato a Farsalo, decide di far servire le scorte di [[abbacchio]] alla cacciatora per tutte le truppe: infatti Cesare ci avrebbe messo giorni ad arrivare, perché non aveva i soldi per pagare il pedaggio dell'[[autostrada]] ed era dovuto passare per le strade di [[campagna]].
I due eserciti si incontrano sulle rive del fiume Apso dove, per diversi mesi, Romani e Albanesi si insultano e si lanciano [[mattoni]], finché Cesare parte per la [[Tessaglia]], dove un capo ultrà lo aspetta con un carico di spranghe e sedie di [[metallo]]. Pompeo decide di precederlo e, arrivato a Farsalo, decide di far servire le scorte di [[abbacchio]] alla cacciatora a tutte le truppe. Intanto Cesare aveva perso tempo al casello dell'[[autostrada]], finché si era stancato di fare la fila e aveva deciso di passare per le strade di [[campagna]].
Due giorni dopo Cesare e Pompeo si incontrano di nuovo e cominciano a pestarsi di brutto.<br />
Poco tempo dopo Cesare e Pompeo si incontrano di nuovo e cominciano a pestarsi di brutto.<br />
[[File:Scontri Piazza Navona.JPG|right|thumb|230px|L'esercito romano in assetto da battaglia.]]
[[File:Scontri Piazza Navona.JPG|right|thumb|230px|Alcuni soldati durante la [[battaglia di Farsalo]].]]
Negli undici capitoli successivi viene descritta la battaglia: {{Quote|L'abbacchio aveva provocato diversi problemi di digestione ai cavalieri, che a forza di dondolare sui cavalli dovettero ritirarsi per andare a vomitare. Crastino si lanciò con tutta la sua coorte in mezzo ai nemici per arraffare qualche avanzo di abbacchio. Morirà di indigestione poco dopo. Per tutto il campo si lanciavano torme selvagge di Black bloc usciti da chissadove. Dopo l'intervento della polizia con i lacrimogeni era ormai visibile la sconfitta di Pompeo.|Cesare, de Bello Civili, capitolo boh?.}}
Negli undici capitoli successivi viene descritta la battaglia: {{Quote|L'abbacchio aveva provocato diversi problemi di digestione ai cavalieri che, a forza di dondolare sui cavalli, dovettero ritirarsi per andare a vomitare. Crastino si lanciò con tutta la sua coorte in mezzo ai nemici, per arraffare qualche avanzo di abbacchio. Morirà di [[indigestione]] poche ore dopo. Per tutto il campo si lanciavano torme selvagge di [[Black bloc]] usciti da [[Chissàdove|chissà dove]]. Dopo l'intervento della [[polizia]] con i [[lacrimogeni]], era ormai visibile la sconfitta di Pompeo.|Cesare, de Bello Civili, capitolo boh?.}}
Quindi Pompeo, dopo la mazziata subita a Farsalo decide di scappare con i due Albanesi rimasti verso l'[[Egitto]], per chiedere [[asilo]] al re Tolomeo XIV. Quest'ultimo infatti lo manda nel migliore asilo nido del regno, dove morirà decapitato per errore dal suo compagno Potino con un paio di [[forbici dalla punta arrotondata]]. La notizia causò l'ira di Cesare, che voleva catturare Pompeo vivo per averlo come [[schiavo]] addetto a spalare [[Merda|escrementi]] nelle stalle imperiali. Cesare quindi depone Tolomeo a calci in [[culo]] e si ciula sua moglie [[Cleopatra]] per consolazione.
Quindi Pompeo, dopo la mazziata subita a Farsalo, decide di scappare con i due Albanesi rimasti verso l'[[Egitto]], per chiedere [[asilo]] al re [[Tolomeo XIV]]. Quest'ultimo infatti lo manda nel migliore [[asilo nido]] del regno, dove morirà decapitato per errore dal suo compagno Potino con un paio di [[forbici dalla punta arrotondata]]. La notizia causò l'ira di Cesare, che voleva catturare Pompeo vivo, per averlo come [[schiavo]] addetto a spalare [[Merda|escrementi]] nelle stalle imperiali. Cesare quindi depone Tolomeo a calci in [[culo]] e si ciula sua moglie/sorella [[Cleopatra]] per consolazione.

Gli ultimi capitoli descrivono tutte le 127 le posizioni del [[Kamasutra]] provate con Cleopatra; le ultime parole di questo [[mattone]] sono dedicate alla punizione di Potino: "''Penetratus cum arena fuit''" "''Fu inculato con la sabbia''"


Gli ultimi capitoli descrivono tutte le 127 le posizioni del [[Kamasutra]] provate con Cleopatra e le ultime parole di questo [[mattone]] sono dedicate alla punizione di Potino: "''Penetratus cum arena fuit''" "''Fu inculato con la sabbia''"
==Voci correlate==
==Voci correlate==
*[[Gaio Giulio Cesare]]
*[[Gaio Giulio Cesare]]
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*[[Guerra civile]]
*[[Guerra civile]]
*[[De bello gallico]]
*[[De bello gallico]]
*[[Battaglia di Farsalo]]

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[[Categoria:Antica Roma]] [[Categoria:Letteratura]] [[Categoria:Guerre scoppiate per un incidente diplomatico]]

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Il De Bello Civili (conosciuto anche come De Bello Gallico 2: La vendetta) è un'opera composta da Gaio Giulio Cesare in tre volumi: uno gli serviva come fermaporta, uno per pareggiare un tavolino che gli traballava, mentre il terzo veniva usato spesso per schiacciare le zanzare nelle lunghe notti estive. Oggi il suo principale utilizzo è quello di zavorra per le cartelle dei giovani liceali.

Il contenuto del libro parla di una violenta rissa avvenuta tra Cesare e Pompeo, noto fondatore della marca di intimo Pompea, con sede centrale a Pompei. Quest'ultimo aveva chiesto a Cesare di sciogliere l'esercito che aveva stanziato a Mirabilandia come premio per la conquista della Gallia. Pare infatti che Pompeo, recatosi a Ravenna con la famiglia, abbia trovato sempre tutto occupato dai soldati di Cesare. Secondo gli storici, ad aumentare la tensione tra i due, sarebbe stata una barzelletta di Cesare che storpiava il nome di Pompeo in pompino.

Libro primo

Scoppio della guerra

Cesare invia diverse lettere al Senato per risolvere pacificamente la questione. Non ricevendo risposte, decide di mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno. Dopo aver ricevuto come risposta unicamente un vaffanculo da parte di Pompeo, decide di marciare su Roma.

Il grosso dell'esercito di Pompeo segue il suo comandante in Albania.

Cesare quindi fa preparare una scorta di brodo da parte del cuoco (celebre la sua frase il dado è tratto, che diventerà lo slogan di punta del dado Star) e prende l'autostrada con i suoi legionari, sfondando il passaggio a livello del Rubicone. Per questo motivo, Pompeo viene incaricato dal Senato di formare un esercito per fermare l'avanzata di Cesare e fargli pagare la multa prevista di 318 sesterzi.

Pompeo manda quindi il pretore Cornelio Sfintere contro Cesare, mentre lui decide di stanziare l'esercito a Brindisi, per farsi un bicchierino prima della battaglia, come faceva sempre. Cesare attacca la città di Corfinio, che manda una lettera di richiesta d'aiuto a Pompeo; quest'ultimo, ubriaco fradicio, usa la lettera per soffiarsi il naso e la città cade, dalle scale, spezzandosi un malleolo.
Dopo aver fatto rifornimento e raccattato soldati tra i barboni, Cesare si avvia verso Brindisi, per fare due chiacchiere con Pompeo ma, giunto a Bari, quest'ultimo e la maggior parte dei senatori emigrano clandestinamente in Albania. Cesare si ricorda di essersi dimenticato di costruire una flotta prima di iniziare la guerra, perciò approfitta dell'assenza di Pompeo per costruirsela, andare a Roma, convocare il Senato e farsi un periodo di ferie a Marsiglia.

Cesare si dà al cazzeggio tra Francia e Spagna

Cesare si accorge che l'esercito aveva finito la scorta di sapone per lavarsi, fatto che causò il decesso di 34 soldati per asfissia. Così decide di andare a comprare delle nuove scorte a Marsiglia. Intuisce che Marsiglia si era schierata dalla parte di Pompeo, dopo aver saputo dell'acquisto da parte di quest'ultimo di tutte le scorte di sapone liquido. Cesare perciò si trova costretto ad assediare la città. Marsiglia era protetta per tre lati dal mare, mentre dal quarto si alzava una solida muraglia di saponette da cucina. Dopo mesi di assedio, Cesare lascia i suoi generali a dirigere le operazioni mentre si dirige in Spagna, nella speranza di trovare le agognate saponette in qualche discount. Non trova niente, ma nel frattempo massacra pompeiani per 36 capitoli di fila e conquista la Spagna.

Libro Secondo

L'esercito di Cesare. La superiorità tecnica è evidente.

Il secondo libro comincia con la descrizione dell'assedio di Marsiglia. I generali di Cesare cercano di conquistare la città: costruiscono macchine da guerra, giocano partite a battaglia navale, tentano di scavare un tunnel sotterraneo con un cucchiaino e regalano ai marsigliesi un cavallo di legno, ma senza successo. La situazione sembra mettersi davvero male per i romani, ormai senza sapone da mesi: l'accampamento viene dichiarato zona a forte rischio biologico e non è consentito accedervi senza la maschera antigas. I marsigliesi tentano un attacco a sorpresa, ma si ritirano subito, tappandosi il naso e lasciando decine di caduti. Dopo un'altra decina di capitoli, arriva Cesare, spuntando fuori dal nulla, a bordo di un camion dei pompieri, prende la lancia antincendio e svuota il serbatoio dell'acqua sulle mura di sapone di Marsiglia, sciogliendole, conquistando la città e saccheggiando tutte le scorte di sapone. Le truppe si lavano al fiume vicino, rendendolo così inquinato che a confronto le piogge acide sono acqua distillata.
Dopo aver reso impraticabile il fiume per i successivi 200 anni, Cesare torna a Roma e si fa nominare dittatore.

La seconda parte del libro parla di un certo Curione che si diverte a cazzeggiare con il suo esercito per l'Africa finché non viene trucidato dal re Giuba I, a cui aveva pestato un piede. Cosa c'entri Curione con tutta la storia ancora non è noto.

Libro Terzo

Cesare cerca di tenere buono il popolo con due o tre riforme a casaccio (tra cui l'abolizione del "bollo-biga"); poi rinforza il suo esercito, spargendo la voce che Pompeo volesse trasformare Roma in una monarchia di stampo persiano (sapeva che i romani non avrebbero mai sopportato di vedere ogni giorno Pompeo ricoperto di piercing e in mutande come Serse). Con il suo esercito di ultras super incazzati passa l'Adriatico e attacca Durazzo a colpi di fumogeni. Pompeo, avendo sentito la notizia raccoglie intorno a sé un esercito di albanesi.
I due eserciti si incontrano sulle rive del fiume Apso dove, per diversi mesi, Romani e Albanesi si insultano e si lanciano mattoni, finché Cesare parte per la Tessaglia, dove un capo ultrà lo aspetta con un carico di spranghe e sedie di metallo. Pompeo decide di precederlo e, arrivato a Farsalo, decide di far servire le scorte di abbacchio alla cacciatora a tutte le truppe. Intanto Cesare aveva perso tempo al casello dell'autostrada, finché si era stancato di fare la fila e aveva deciso di passare per le strade di campagna. Poco tempo dopo Cesare e Pompeo si incontrano di nuovo e cominciano a pestarsi di brutto.

Alcuni soldati durante la battaglia di Farsalo.

Negli undici capitoli successivi viene descritta la battaglia:

« L'abbacchio aveva provocato diversi problemi di digestione ai cavalieri che, a forza di dondolare sui cavalli, dovettero ritirarsi per andare a vomitare. Crastino si lanciò con tutta la sua coorte in mezzo ai nemici, per arraffare qualche avanzo di abbacchio. Morirà di indigestione poche ore dopo. Per tutto il campo si lanciavano torme selvagge di Black bloc usciti da chissà dove. Dopo l'intervento della polizia con i lacrimogeni, era ormai visibile la sconfitta di Pompeo. »
(Cesare, de Bello Civili, capitolo boh?.)

Quindi Pompeo, dopo la mazziata subita a Farsalo, decide di scappare con i due Albanesi rimasti verso l'Egitto, per chiedere asilo al re Tolomeo XIV. Quest'ultimo infatti lo manda nel migliore asilo nido del regno, dove morirà decapitato per errore dal suo compagno Potino con un paio di forbici dalla punta arrotondata. La notizia causò l'ira di Cesare, che voleva catturare Pompeo vivo, per averlo come schiavo addetto a spalare escrementi nelle stalle imperiali. Cesare quindi depone Tolomeo a calci in culo e si ciula sua moglie/sorella Cleopatra per consolazione.

Gli ultimi capitoli descrivono tutte le 127 le posizioni del Kamasutra provate con Cleopatra; le ultime parole di questo mattone sono dedicate alla punizione di Potino: "Penetratus cum arena fuit" "Fu inculato con la sabbia"

Voci correlate