Accendino

L'accendino, che gli accademici della crusca chiamano accendisigari, sminuendone le innumerevoli potenzialità, è un aggeggio che produce fuoco, a patto di essere dotati di alluce opponibile. Detta così appare fin troppo banale, ma è la pura verità. Eppure, questa banalità, che costò a Prometeo un'ingiusta punizione che sta ancora scontando, ha reso gli uomini simili agli Dei dell'antica Grecia, che infatti si sono ritirati in buon ordine e non fanno più i gradassi come una volta. Questo piccolo marchingegno racchiude in sé un potere che solo qualche millennio fa era considerato irraggiungibile e che oggi è alla portata anche del più inutile dei fondi di magazzino della società.
Sempre e in ogni luogo chiunque ha apprezzato in modo entusiastico questo impareggiabile dispositivo: dal fumatore al cuoco; dal pompiere all'impiegato; dalla massaia al fuochista; dall'elettricista all'opinionista televisivo, solo per citarne alcuni. Ognuno ha un buon motivo, palese od occulto, per rendere grazie a questo in apparenza piccolo, insignificante oggetto. Secondo uno studio effettuato dalla redazione di Vanity Fair, tra le lettrici, anche quelle non fumatrici, è largamente diffuso un simpatico impiego alternativo dell'accendino come sex toy tascabile e discreto. Introdotto in vagina, ma anche nell'ano o in altre cavità, dalla parte superiore dopo averlo tenuto acceso per almeno un minuto, pare provochi orgasmi multipli a ripetizione, godibili in qualunque contesto e in qualsiasi momento, date le ridotte dimensioni che garantiscono riservatezza e maneggevolezza, assicurando prestazioni che anche il più allupato degli stalloni non può nemmeno sognarsi di eguagliare.
L'inventore

Döbereiner andrebbe ricordato anche per i suoi lavori in chimica quantitativa e in chimica organica: poiché soffriva anche di una fastidiosissima calcolosi renale, studiò le proprie urine col metodo olfattivo e degustativo e riuscì a scoprire la composizione dell'acido ossalico, componente principale dei calcoli più dolorosi. Purtroppo di queste cose non frega un cazzo a nessuno.
La scheda tecnica


L'accendino creato da Döbereiner non era esattamente tascabile, difatti l'aveva battezzato accendone[non è una battuta]: un boccale da birra della capacità di un litro fungeva da serbatoio ed era sigillato col coperchio di un vecchio tegame, a sua volta forato in due punti. Attraverso uno dei fori correva un tubicino di gomma che pescava nel serbatoio, mentre l'altro foro era deputato al passaggio dello stoppino, che inizialmente era fatto di crine di cammello, successivamente di vecchi stracci consunti. La scintilla necessaria per innescare la fiamma era provocata da uno schiavo negro, armato di pietra focaia, assoldato da Döbereiner all'uopo. Non passò molto tempo che il negro si licenziò dopo aver rifiutato di dare la propria reperibilità 24 ore su 24, così Döbereiner fu costretto ad usare la pietra focaia da solo, con risultati imbarazzanti. Qualche decennio dopo fu ideato un meccanismo che emetteva scintille mediante l'utilizzo di una lega metallica particolare: era nata la "pietrina", soggetta ad un lento ma inesorabile consumo che ne comporta la periodica sostituzione, fatto che ha contribuito ad aumentare spropositatamente le ricchezze della lobby dei tabaccai. Da alcuni anni sono stati messi a punto accendini dotati di generatori piezoelettrici, praticamente inesauribili. Ciò ha comportato un crollo verticale delle vendite di pietrine. I mancati guadagni hanno fatto sì che adesso nelle tabaccherie si smercia di tutto un po', dal latte in polvere alle bistecche di cavallo.
Döbereiner alimentava il suo primo accendino con la grappa, che in breve sostituì con benzina, dopo aver trovato per due volte il maggiordomo in coma etilico e l'accendino del tutto vuoto. Pochi giorni dopo il maggiordomo morì per intossicazione acuta da benzina, mentre Döbereiner si ritrovò con l'accendino scarico per l'ennesima volta. Successivamente venne impiegato il GPL in luogo della benzina, preferita comunque da alcuni costruttori tamarri e smandrappati perché si fa baffo e controbaffo della temperatura esterna, garantendo fiamme e neoformazioni in maniera costante.
Un dilemma irrisolto: ricaricabile o usa-e-getta?

