Tito Maccio Plauto

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(Rimpallato da Plauto)
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Plauto paparazzato da uno scultore.
(La quarta parete a Plauto, mentre viene rotta a martellate.)

Tito Maccio Plauto (in latino Titus Maccius Caput Tundum Plautus), chiamato M. Accio Plauto dai filologi dislessici o semplicemente Plauto per risparmiare inchiostro, fu il William Shakespeare dell'antica Roma, ma viene soprattutto ricordato per le sue scoperte nel campo della macinazione del grano e per aver buttato giù la quarta parete, ottenendo così una stanza molto più grande.

L'assenza di una adeguata legislazione sul copyright fece la fortuna di Plauto che si ispirò in maniera lontana[citazione necessaria] alle opere del commediografo Menandro, creando un nuovo titolo per le sue opere e, a volte, cambiando addirittura i nomi dei protagonisti. Ma per sua fortuna Menandro era schiattato da un pezzo e non lo venne mai a sapere.

Vita

Come testimonia quest'immagine, Plauto non era solo un bravo commediografo, ma anche un uomo molto ilare.

Non si conosce molto della vita di Plauto, tanto che non si sa nemmeno se avesse la cittadinanza romana o se appartenesse al genere umano. Ciò che si sa per certo è che morì nel 184 a.C. e che scrisse un numero di commedie pari a 112,75. Persino il suo nome è incerto, visto che alcuni storici, in preda ai fumi dell'alcol, hanno ipotizzato che quello di Plauto fosse un nome d'arte; tuttavia, altri storici hanno recentemente appurato che il nome dell'uomo era effettivamente quello, adducendo come prova il fatto che "nessuno con la possibilità di scegliere vorrebbe mai chiamarsi Tito Maccio".
Pare che, verso la fine della sua vita, Plauto abbia perso in un naufragio gran parte dei suoi scritti, accompagnati dal primo, inestimabile numero di Lanterna Viridis. Avendo perso il prezioso carico - e avendo puntato tutti gli altri soldi sulla vittoria della Spagna, data vincente per 236 000/1, nella guerra tra Roma e Spagna - Plauto non riusciva ad arrivare alla fine del mese. Secondo la leggenda, finì i suoi giorni lavorando presso un mugnaio, macinando il grano a colpi di karate.

Le commedie plautine

Personaggi tipici

Un parassito mentre loda un ricco soldato.

Nelle commedie plautine sono spesso presenti gli stessi tipi di personaggi, indipendentemente dal fatto che esse siano ambientate a Roma nel III secolo a.C. o su Urano nel 2031. Tra essi ricordiamo:

  • Il parassito: viscida creatura il cui compito consiste esclusivamente nel pulire con la lingua l'orifizo anale dei ricchi in cambio di un tozzo di pane raffermo. Il nome dipende dal fatto che Plauto, essendo un antico romano, non sapeva l'italiano.
  • Il servus callidus: uno schiavo che, tra una frustata e l'altra, elabora piani degni dell'Ispettore Gadget per far sì che il padroncino riesca ad aprirsi un varco tra i cespugli. E a trombarsi l'amata. Egli è infatti colui che permette ai sogni d'amore del giovane innamorato di realizzarsi; pertanto, è il motore principale di tutto ciò che accade, è onnisciente e, anche se solo in certe commedie, può trasformarsi in un drago a otto teste.
  • Il soldato spaccone: un soldato che lavora come portaborse per i centurioni, ma si vanta di imprese che persino Beowulf liquiderebbe come "stronzate". Non è raro sentire sproloquiare questo tipo di personaggio a proposito di quella volta che uccise un guerriero spartano con una pacca sulla schiena.
Uno dei più celebri personaggi della commedia plautina: il Grande Antico con la toga.
  • Il giovane innamorato: un giovane ricco che si innamora di una ragazza povera che non può sposare per via del misero Prodotto Interno Lordo annuo della sua famiglia e, anziché consolarsi visitando un postribolo, chiede aiuto al servus callidus, che sarà lieto di aiutarlo senza chiedere nulla in cambio: né una birra, né la libertà, né una birra analcolica.
  • La fanciulla povera: in genere è colei di cui si innamora il giovane, che però non può sposare perché la ragazza non ha nemmeno i soldi per comprare una sessantina di schiavi. Il 214% delle volte, salta fuori che in realtà è figlia di un tizio così ricco che fa il bagno nei sesterzi.
  • Il vecchio avaro: spesso padre del giovane innamorato, deve, quasi sempre a causa delle mani lunghe del figlio, dotare il proprio porcellino salvadanaio di guardia del corpo personale.

Trama tipica

Essendo i personaggi sempre quelli, le uniche cose che cambiano da una commedia all'altra sono l'ambientazione e i nomi dei personaggi; esaminando tali nomi, tra cui vale la pena citare[citazione necessaria] "Euclione", "Menecmo" e "Filemazia", risulta logico pensare che Plauto li scegliesse aprendo a caso le Pagine Gialle. Per quanto riguarda la trama, invece, quella che segue è la plausibile trama di una commedia di stampo plautino:

Un giovane di nome Idrantio, figlio del vecchio avaro Spilorceo, è follemente innamorato della bella, ma poverissima Eustachia. Non avendo lei un soldo bucato, e nemmeno uno intatto, il giovane non può sposarla, così si dispera passando le sere a guardare Ghost. Chiede allora aiuto al servus callidus Piripicchio, che, con solo una carta da gioco e una graffetta incontrovertibile, idea un piano per far sì che il padre del padroncino accetti comunque la poveraccia poverina come nuora. Alla fine un amico ricchissimo dell'anziano, Maniscalchio, scopre che la figlia persa tempo fa a Poker è proprio l'amata del giovane, così i giovani si sposano e Spilorceo capisce i suoi errori, dopo aver ricevuto la visita del fantasma del Natale passato.

Opere

Il giovane protagonista dell'Asinaria mentre corteggia l'amata.

Delle diciassedici commedie plautine, ne sono giunte fino a noi solo trentordici; tra queste, escludendo quelle conosciute solo dallo stesso Plauto e dai professori di latino, ricordiamo:

Asinaria

Un giovane riscatta l'amata, una prostituta dai prezzi eccessivi, grazie all'aiuto del solito servus callidus e del padre. Il titolo della commedia deriva dalla convinzione del padre del ragazzo che la fanciulla, potendo scegliere, avrebbe preferito darla a lui.

Aulularia

Un anziano cittadino romano possiede una pentola piena d'oro e vive nel terrore che qualcuno gliela rubi. Nonostante il campo minato che la protegge, il figlio riesce a rubarla e usa i soldi per pagare il carro Aston Martin per le sue nozze. Il padre, venutolo a sapere, lo perdona dopo averlo riempito di mazzate.

Si mormora che le gemelle Olsen saranno le protagoniste dell'eventuale versione Disney delle Bacchides.

Bacchides

La storia di due gemelle, entrambe di bell'aspetto, entrambe cortigiane, entrambe dotate di epidermide.
Lo svolgimento è quello tipico delle commedie plautine, ma ci sono due amate, due giovani innamorati, due vecchi avari e due servi callidi. Per rientrare delle spese dovute all'uso di così tanti personaggi, fu deciso di raddoppiare il prezzo del biglietto.

Menaechmi

Plagio de "L'importanza di chiamarsi Ernesto".

Miles gloriosus

Le vicende di un soldato fanfarone che soffre della sindrome di chi la spara più grossa. Alla fine della storia, l'uomo viene eletto Presidente del Consiglio dei Ministri.

Stichus

In origine Stitichus, parla di un uomo le cui figlie sono sposate con due falliti, cosa che mina seriamente la sua naturale regolarità.

Curiosità

  • La maggior parte delle opere e degli schemi teatrali che Plauto adotta sono tutte scopiazzate da Menandro, il quale a sua volta le ha scopiazzate da Eduardo Scarpetta.
  • Grazie alla loro prevedibilità e al loro umorismo raffinato[citazione necessaria], le commedie di Plauto possono essere considerate come i progenitori della serie di film Vacanze di Natale.

Voci correlate



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